Ago 29 2019

UN SIGILLO PER RUBARE MEGLIO

Imposta Regno di Savoia

 

Non è un segreto che i Savoia abbiano portato in dote alla penisola unificata, una montagna di debiti:  li avevano prima dell’unità;

li hanno incrementati con le campagne militari organizzate per eliminare i legittimi governanti e insediarsi al loro posto; 

150 anni più tardi il debito è fuori controllo diventando un buco nero in grado di inghiottire tutta l’Europa. 

Ai tempi della Repubblica Veneta le tasse erano al 6%; oggi ci stanno soffocando con una pressione fiscale per le imprese, vicinissima al 70% ma lo negano.

Dal loro arrivo hanno solo pensato come, dove e in quale percentuale apporre nuove imposte e i successori si son dimostrati degni eredi: Imposta sul sale, sui fiammiferi, sull’energia elettrica, sul tabacco, sugli alcoolici, sugli accendini, sui carburanti, sui redditi, sul valore aggiunto, sulla casa, sui capannoni, sui rifiuti … su tutto e senza discontinuità, nemmeno nelle fasi cruciali della storia che hanno visto la trasformazione dell’Italia da Regno a Impero e da Impero a Repubblica.

Mai un momento di tregua fiscale.

 

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Ago 28 2019

PICCOLA ERA GLACIALE E CACCIA ALLE STREGHE

 

Europa Centrale, mezzogiorno del 3 agosto 1562. Il cielo improvvisamente comincia a farsi scuro, sembra che la notte sia scesa con ore di anticipo. Poco dopo comincia a soffiare un vento sempre più forte che presto si trasforma in tempesta. Le finestre delle case vanno in frantumi, i tetti vengono spazzati via come se fossero di paglia, gli alberi cadono come piegati da una forza sovrannaturale. Ma il peggio deve ancora venire. L’acqua torrenziale si trasforma in una grandinata di intensità mai vista.

Frutteti e vigneti sono distrutti quasi all’istante, così come il grano nei campi. La gente ha cercato riparo nelle chiese o dentro le mura domestiche ma gli animali sono rimasti privi di protezione. A mezzanotte, quando finirà l’inferno, si conteranno migliaia di capi di bestiame e cavalli uccisi dalla tempesta. Un nobile spostandosi da Vienna a Bruxelles ricorderà di avere visto devastazione ovunque durante il suo viaggio, lasciando intendere che questa perturbazione di proporzioni bibliche ha avuto un fronte di diverse centinaia di chilometri.

Perturbazione che ancora oggi non sappiamo come si sia formata, ma della quale i contemporanei credevano di sapere con certezza l’origine: la stregoneria.

 

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Ago 27 2019

ERANO CALABRESI I LEGIONARI CHE TORTURARONO E CROCIFISSERO GESÙ

Category: Cristiani e Cristianesimo,Regno delle Due Siciliegiorgio @ 00:16

La passione di Cristo

 

Pilato e i suoi soldati sarebbero stati di origine Bruzia. Tra storia e leggenda questa antica tesi era utilizzata per “spiegare” come un castigo divino le numerose catastrofi naturali che periodicamente flagellano la regione

 

Domenico Luigi Costa, nelle sue “Memorie Storiche Calabresi”, edite nel 1994, di fronte ai continui disastri ed alle immani sciagure di ogni genere cui è stata soggetta la Calabria, si chiedeva quale maledizione potesse gravare su questa terra, peraltro così ricca di bellezze naturali ed artistiche.
Alla luce di quanto i calabresi in ogni tempo siano stati martoriati, soggiogati da invasioni, terremoti, incursioni barbaresche, epidemie, alluvioni, brigantaggio, ndrangheta e malaffare, l’uomo di cultura si domandava se non avesse un fondo di verità la leggenda secondo cui sulla Calabria pesi la maledizione divina per essere stati nostri antenati i soldati romani che materialmente attuarono la passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Nel capitolo dedicato ai Crocifissori di Cristo, Costa si rifà allo storico ed umanista di Francica, Gabriele Barrio, vissuto nel XVI secolo, il quale, nella sua monumentale “De antiquitate et situ Calabriae”, edita nel 1571, smentisce nel modo più categorico quanti in passato hanno largamente riportato tale ipotesi, definendola “ripugnante diceria che i Brettii avessero crocifisso Cristo Nostro Signore”.

 

Luigi Domenico Costa, analizzando la vicenda dal lato storico, ci dice che ai tempi di Gesù i soldati agli ordini del pretore romano Ponzio Pilato, e Pilato stesso, fossero di origine Bruzia.

E, precisamente, ai tempi in cui fu commesso il “più grande delitto della storia”, erano stanziati in Palestina i soldati della “Coorte Italica” proveniente da Reggio, comandata da quel centurione Cornelio, che fu il primo pagano ad essere convertito da San Pietro. Così come, anche “La Legio X Fretensis” (dello Stretto) alla quale apparteneva quel tale Cassio Longino che ferì il costato di Gesù e dal quale fuoriuscì acqua e sangue, era composta da soldati nostri antenati, Bretti o Bruzi.
Molto più recentemente, circa un decennio fa, il quotidiano nazionale La Stampa, tra i più diffusi del Paese, nella sua pagina culturale, così titolava un suo articolo: “È stato un calabrese a trafiggere Gesù”, e proseguiva: “Nella Palestina dell’epoca era di stanza la decima legione Fretensis. L’aveva voluta Ottaviano, i suoi soldati provenivano dalla zona dello Stretto”.
Se così è, allora tutto ci è chiaro!

 

Fonte:  srs di Rocco Greco, da NEWS 24.it del 19 aprile 2019

Link: https://lacnews24.it/rocco-greco/erano-calabresi-i-legionari-uccisero-gesu_84463/?fbclid=IwAR3TtfQw00qQ1FaFjXNNWne9IjM1el1ZFrwybpNXekm7G4cEqQKx0i8pNg8

 


Ago 26 2019

ARTIGIANI, MORIA DI IMPRESE: SCOMPARSE 6.500 AZIENDE IN SEI MESI

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:24

 

 

La recessione? Per gli artigiani è già realtà. Nel primo semestre del 2019 il comparto artigiano ha vissuto una netta contrazione, tanto che secondo l’analisi effettuata dalla Cgia di Mestre sono scomparse 6.500le aziende solo nei primi sei mesi dell’anno. E la tendenza permane pesantemente negativa.

A pesare sugli artigiani, per la Cgia, sono soprattutto lo spettro dei maxi aumenti dell’Iva, il calo dei consumi, le tasse che non scendono, l’impennata degli affitti, l’accesso al credito che rimane difficoltoso.

 

Trentino Alto Adige, unica isola felice

Ad eccezione del Trentino Alto Adige, in tutte le altre regioni italiane il saldo del primo semestre è stato negativo.

I risultati più preoccupanti si sono registrati in Emilia Romagna(-761), in Sicilia (-700) e in Veneto(-629).

Per la Cgia è la «moria» delle aziende artigiane dura ormai da 10 anni.

Tra il 2009 e il 2018, infatti, il numero complessivo è sceso di quasi 165.600 unità

 

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Ago 25 2019

IL LAMENTO DEL CONSUMATORE DI TASSE MERIDIONALE

Adriano Giannola

 

Adriano Giannola, presidente di Svimez e quindi meridionalista per professione,ha nel corso del tempo avversato le richieste di maggiore autonomia avanzate da alcune regioni settentrionali. Dapprima appellandosi alla Costituzione, poi sostenendo che dal residuo fiscale andrebbero dedotti gli interessi sui titoli di Stato posseduti dai residenti in quelle regioni. Adesso si spinge ad affermare che le regioni che chiedono più autonomia andrebbero incontro a una deindustrializzazione e meridionalizzazione.

 

E’ fondamentale chiarire le idee al Nord che si deindustrializza e si meridionalizza quanto più conta di riavere i suoi soldi come dice Zaia, e tanto più quanto punta a instaurare un sovranismo regionale a cui corrisponde la prospettiva di una più forte subalternità nell’Ue. Chi dice dobbiamo far crescere Milano, sottovaluta che il Nord da solo può ambire al massimo a fare il terzista di lusso alla Germania. Se si va avanti così, il Nord ritornerà sui livelli economici pre-crisi nel 2025”.

 

In pratica, pare che per Giannola la richiesta di maggiore autonomia sarebbe autolesionistica.

Posto che, nel fare da fornitori ad aziende tedesche, diverse imprese delle regioni in questione hanno generato ricchezza e posti di lavoro e questo non vedo come possa essere considerato negativamente, non si capisce per quale motivo dovrebbe esserci “una più forte subalternità nell’Ue”.

 

Non sembra che Paesi di dimensioni più piccoli dell’Italia siano subalterni nella Ue più dell’Italia stessa.

Si può forse dire che l’Olanda sia in una situazione di subalternità rispetto all’Italia? A me pare di no.

 

Credo che argomenti come questo non aiutino la causa di chi è contrario alla concessione di maggiore autonomia a talune regioni. Perché magari sarà una sensazione sbagliata, ma sembra moltoil lamento del consumatore di tasse nei confronti del produttore di tasseche cerca di ridurre il fardello che porta sulle spalle.

 

Fonte: srs di di MATTEO CORSINI, da Miglioverde del 22 agosto 2019

Link: https://www.miglioverde.eu/il-lamento-del-consumatore-di-tasse-meridionale/

 

 

 


Ago 24 2019

PAOLO BERNARD. VERSIONE FINALE DI: NON POSSO PIU’ ESSERE GIORNALISTA. MOTIVI.

Category: Media e informazionegiorgio @ 15:53

 

Io ero giornalista quando potevo fare quello che vedete in foto. Era un altro universo, secolo, epoca, oggi scomparsi per me.

 

C’è un mio video che è circolato molto e in cui lascio una specie di “testamento“, indicato nel mio recente articolo sui metodi ‘fai-da-te’ di procurarsi eutanasia quando il morire ci riduce il fine-vita a un insulto alla dignità e ad un’agonia per nulla, mentre né medici né familiari sanno o possono aiutarci a spegnerci degnamente. Il video si conclude con un addio ai lettori, nel mio rammarico di non aver potuto fare di più come giornalista (si legga però l’ultimo paragrafo).

 

Per coloro che non si danno pace su come sia possibile che un Paolo Barnard getti la spugna del giornalismo, a prescindere da ciò che mi accade nella vita privata, è mio dovere ripetere, molto più in sintesi, ciò che già scrissi mesi fa. Eccovelo e un abbraccio a tutti.

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Ago 22 2019

8 SETTEMBRE 1943. FUGA DALLE CASERMETTE (CASERMA DUCA) DI MONTORIO VERONESE

Casermette di Montorio

 

 

Carissimi,
come saprete da molti anni mi occupo della ricerca dei parenti di caduti in guerra, deceduti in prigionia e sepolti nei Cimiteri Militari Italiani d’Onore in Germania, Austria e Polonia.
Dalla pubblicazione del mio blog (
Dimenticati di Stato) ricevo decine di richieste di ricerca, che cerco sempre di esaudire nel minor tempo possibile.


Qualche giorno fa’ mi e’ arrivata una mail un po’ particolare.

Mi scrive da Codogno (Lodi), il figlio di un ottantaseienne chiedendomi di aiutarlo in una ricerca per conto del padre.
Il Signor Monai Faustino, classe 1924, si trovava alle Casermette di Montorio (ora Caserma Duca) l’8 settembre 1943, giorno in cui fu annunciato l’armistizio e migliaia di militari italiani finirono in ostaggio dei tedeschi. La caserma fu completamente circondata dai soldati della Wermacht e gli occupanti fatti prigionieri per essere deportati in Germania.
Per sua fortuna il signor Monai, e alcuni altri con lui, riuscì a fuggire passando dalle fognature, che, secondo il suo racconto, sbucavano nei pressi di una corte in aperta campagna. Fu accolto, rifocillato e gli vennero dati degli abiti civili, così poté raggiungere la ferrovia, prendere un treno e tornare a casa, evitando la deportazione in Germania.
Ora, dopo 67 anni dagli eventi, questo signore vorrebbe venire a Montorio per rivedere quella cascina e magari le persone che contribuirono a evitargli 20 mesi di internamento, salvandogli probabilmente la vita.
Per questo mi rivolgo a voi, auspicando che possiate pubblicare queste righe e la lettera inviatami dal signor Monai, nella speranza che qualcuno si ricordi di quei ragazzi, permettendo magari di poterli far incontrare.
Sono in contatto con il figlio del signor Monai, che intende venire a Montorio nel mese di aprile o maggio.
Vi terrò informati.
Il Monai parla di un tombino all’interno del cortile delle Casermette che fungeva da fognatura e che scaricava in aperta campagna. Quale poteva essere la corte dove si recarono i tre militari in fuga?

 

Spero di riuscire a trovare delle risposte da poter girare al signor Faustino.

Di seguito la lettera del signor Monai.

Roberto Zamboni

 

Breve storia della fuga dalle Casermette di Montorio Veronese, l’indomani dell’8 settembre 1943

 

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Ago 16 2019

DUCATI E ZECCHINI D’ORO DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 00:24

 

REPUBBLICA DI VENEZIA

 

Ducati e Zecchini d’oro 1280 – 1797

 

Ducato d’oro di Giovanni Dandolo

 

Nel 1284, il Maggior Consiglio di Venezia emise un decreto che ordinava le coniazioni di “Ducati d’oro fino del valore di 18 grossi d’argento ciascuno”.
Il grosso d’argento (Matapane) era, fino all’anno del decreto, la moneta veneziana più diffusa e accettata anche oltre i confini dello stato.

 

Il Ducato ebbe un grandissimo successo e fu imitato da numerose zecche dell’Europa orientale, in Grecia ed in Asia.

Si ritiene che la zecca di Venezia poteva coniare ogni anno da 1.500 a 2.000 chili di Ducati (poi chiamati zecchini), e non di rado riusciva a possedere il 15% di tutto l’oro presente sul globo. Sul diritto di queste monete posiamo osservare San Marco nimbato stante a destra mentre è in atto di consegnare un vessillo con la scritta DVX in verticale al Doge inginocchiato verso sinistra, con corno ed abiti dogali.

La leggenda è: SM VENET(I) (in verticale) a sinistra, ed il nome abbreviato del doge a destra.

 

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Ago 15 2019

ACCADDE OGGI 15 AGOSTO 1863 – ENTRA IN VIGORE LA LEGGE PICCA CHE AUTORIZZA DI FATTO LA LICENZA DI AMMAZZARCI

 

 

L’ultima aberrante legge che decretò la fine del fenomeno del brigantaggio, vero e strenuo atto di ribellione e patriottismo soppresso nel sangue nella maniera più violenta mai vista.
Eh, amara riflessione: tanto che “eravamo felici” della dittatura monarchica sabauda italiana che, pensa te ci vollero anni di sangue, guerriglia, dolore, violenza e violazione dei più elementari diritti umana, per arrenderci. Onore ad ogni singola vittima. E tante ce ne furono. Grazie “fratellini” d’Italia. 
La legge 15 agosto 1863, n. 1409 che riguardava la procedura per la repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle Province infette e della renitenza alla leva, altrimenti detta LEGGE PICA dal nome del suo promotore, IL DEPUTATO ABRUZZESE GIUSEPPE PICA – fu una legge emanata dal neonato Regno Italiano Sabaudo in beffa agli articoli 24 e 71 dello Statuto Albertino che garantivano il principio di uguaglianza di tutti i sudditi dinanzi alla legge e la garanzia di un giudice.

Le pene, anche per un semplice sospetto, andavano dalla fucilazione ai lavori forzati a vita, ad anni di carcere, con attenuanti per chi si fosse consegnato o avesse collaborato con la giustizia.

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Ago 12 2019

L’EGEMONIA DI SINISTRA HA CREATO UN DESERTO E L’HA CHIAMATO CULTURA

Category: Cultura e dintorni,Società e politicagiorgio @ 21:35

Antonio Gramsci

 

 

L’intellettuale organico ha dissolto concetti, valori e modelli positivi lasciando la società in balia del conformismo e della volgarità

 

La tesi di fondo è nota: la conquista del consenso politico e sociale passa attraverso la conquista culturale della società.

Poi fu Togliatti che, alla caduta del fascismo, provò su strada il disegno gramsciano e conquistò gruppi di intellettuali, spesso ex fascisti, case editrici e luoghi cruciali della cultura. Ma il suo progetto non bucò nella società che aveva ancora contrappesi forti, dalle parrocchie all’influenza americana, dai grandi mezzi di comunicazione come la Rai in mano al potere democristiano ai media in cui prevaleva l’evasione.

La vera svolta avviene col ’68: l’egemonia culturale non si identifica più col Pci, che pure resta il maggiore impresario, ma si sparge nell’arcipelago radicale di sinistra. Quell’egemonia si fa pervasiva, conquista linguaggi e profili, raggiunge la scuola e l’università, il cinema e il teatro, pervade le arti, i media e le redazioni.

 

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Ago 09 2019

NEL 1975 A BOLOGNA IL CC DEL PCI (ENRICO BERLINGUER, GIORGIO NAPOLITANO, MASSIMO D’ALEMA, ANTONIO BASSOLINO, ARMANDO COSSUTTA)

Nuon Chea,  numero due di Pol Pot

 

L’11 aprile del 1975 il comitato centrale del Partito comunista italiano(Enrico Berlinguer, Giorgio Napolitano, Massimo D’Alema, Antonio Bassolino, Armando Cossutta ed altri)stilò uno storico comunicato a sostegno dei khmer rossi cambogiani, simbolo della resistenza contro gli Stati Uniti: “Ogni democratico, ogni comunista, sia, come sempre e più di sempre, al loro fianco“.

 

A piazza Maggiore a Bologna il Pci organizzò una oceanica manifestazione e l’oratore principale fu proprio Massimo D’Alema, segretario nazionale della Fgci.

 L’Unità manda degli inviati in Cambogia a seguito della grande manifestazione di Bologna, per raccontare la “straordinaria rivoluzione comunista” dei khmer rossi.

Quando i telegiornali Rai cominciano a trasmettere qualche brandello di verità raccontando gli orrori di Pol Pot e dei suoi pazzi seguaci (la cui narrazione più emotivamente trascinante resta il film “Urla nel silenzio” di quel Roland Joffèche due anni dopo sarà il regista di “Mission”) l’Unità titola in prima pagina: “I falsari della tv“. I telegiornali della Rai che dicono la verità vengono additati come “esibizione di parzialità e menzogna“.

 

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Ago 05 2019

L’ANTICA PATAVIUM ROMANA SOTTO AL PEDROCCHI

 

Nel 1764, davanti all’ormai diroccata chiesa di S. Giobbe, sul lato nord della Piazzetta Pedrocchi, a 4 – 4,5 m di profondità, fu rinvenuto un lastricato in trachite insieme ad un fusto di colonna, non scanalato, in marmo grigio, che servì poi, l’anno dopo, di sostegno al leone di S. Marco della Serenissima in Piazza dei Signori, e ad un blocco cilindrico di colonna in marmo rosso.

Così nel 1812 alla stessa profondità, demolita la chiesa, durante gli scavi effettuati dal Noale, si trovò un altro resto di colonna, col suo plinto inserito nel pavimento.

Nel 1888 si rinvennero altri frammenti architettonici ed un altro fusto scanalato; mentre, ancor prima, nel 1877, sempre alla stessa profondità, si era notato un altro resto di lastricato, con colonne scanalate e decorate ed altre di misure minori, sfaccettate o lisce.

Tutto ciò fece dunque pensare all’esistenza di un altro colonnato. Inoltre durante i lavori del Caffè si rinvennero altre due basi, con parti inferiori di colonne a 5 m di profondità. Si calcolarono pertanto tre colonne distanti rispettivamente 4,03 m.

Tutto lasciò supporre l’esistenza di un tempio databile ad età flavio-traianea (periodo tra Domiziano e Nerva). che fu distrutto da un incendio (tracce di cenere furono rinvenute durante gli scavi) ed in seguito risistemato in età adrianea.

 

Fonte: (da “Padova e il suo territorio nell’antichità” di R. Mambella)

 


Ago 04 2019

CAMILLERI CHOC: “LA CAPACITÀ SEDUTTIVA DELLE DONNE È MASSIMA A 2 ANNI”

Category: Monolandia,Persone e personaggigiorgio @ 22:31

Andrea Camilleri

 

di Daniele Dell’Orco, in Letteratura, del 10 Dic 2014, 15:02

La puntata di Che tempo che fa del 15 novembre scorso è passata forse un po’ troppo sottotraccia. L’ospite d’eccezione, Andrea Camilleri, era in collegamento oltre che per disquisire sulle origini del mito di Montalbano, anche per presentare il suo libro “Donne”, edito da Rizzoli. Tra gli applausi scroscianti del pubblico a far da contorno agli interventi del guru della scrittura italiana, Fabio Fazio ha pensato bene di chiedere allo scrittore siciliano “Se lei fosse una donna come le piacerebbe essere?”

Camilleri, dall’alto dei suoi quasi novant’anni ha replicato, cito testualmente: “Vorrei essere una bambina di 2 anni. A due anni le donne raggiungono il massimo della loro bellezza e della loro capacità seduttiva. E’ una seduzione straordinaria per la loro potenza e nello stesso tempo come innocenza. Perderanno il resto della loro vita per ritrovare quel momento, invano”.

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Ago 03 2019

Giovanni Feo

Category: Cultura e dintorni,Persone e personaggigiorgio @ 18:31

 

Giovanni Feo

 

Domenica 16 Giugno 2019  si è spento  Giovanni Feo, un maestro, un amico.
Giovanni era nato De Feo nel 1949 a Roma, da madre greca e padre pugliese. Risiedeva da più di 40 anni a Pitigliano dove lo avevano portato la sua passione per gli etruschi e la loro cultura. Da li ha esplorato incessantemente il territorio mostrando una non comune connessione con esso, che gli ha permesso di scoprire e riscoprire luoghi e manufatti ancestrali, spesso trovando spiegazioni d’uso non approvate dall’archeologia accademica. Ha sempre condiviso attivamente la sua conoscenza con seminari, conferenze, escursioni e ci ha lasciato una grande quantità di guide e libri sulle sue scoperte, di cui ricordiamo per tutte Poggio Rota, una sorta di Stonehenge italiana, megaliti tufacei di epoca precedente agli etruschi che presentano troppi allineamenti astronomici e territoriali per essere casuali.

 

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