Oggigiorno la notte di San Lorenzo è per tutti la notte delle stelle cadenti ma un tempo, in Romagna, anziché esprimere desideri guardando il cielo, la gente si recava in spiaggia per fare bagni in mare. Si credeva infatti che in questo particolare giorno dell’anno l’acqua marina avesse poteri miracolosi.
Secondo un’antica tradizione romagnola nel giorno di San Lorenzo ci si deve immergere sette volte nelle acque del mare a scopo propiziatorio, o comunque fare almeno un bagno.
Anche chi al mare non andava mai il 10 agosto affollava le spiagge. Intere famiglie, specie del contado, vi si recavano sin dal mattino presto caricando sui carri anziani, bambini e vettovaglie, dominati dalla credenza che l’acqua di mare possegga in quel giorno la miracolosa virtù di guarire mali di ogni specie.
Nel 1800, in una Sardegna dominata dalle lotte tra fazioni locali e le forze coloniali, sorse un leggendario vigilante noto come “Il Cavaliere di Baradili“.
Si narra che fosse un nobile decaduto, che perse la famiglia a causa dell’ingiustizia e della corruzione dei villici dell’epoca.
Costui, avendo giurato vendetta, adottò un’identità segreta e si impegnò a combattere per la giustizia, ispirandosi a un pipistrello che trovò nelle grotte della Sardegna.
Indossava un mantello nero e una maschera che evocava le leggende locali, e si serviva di abili strategie per sgominare gli sgherri e difendere i più deboli.
La sua leggenda si diffuse tra la gente comune, che lo considerava un eroe misterioso e incorruttibile, sempre pronto a difendere i deboli e a sfidare i potenti.
Si dice che lui fosse il vero batman noto anche zurrundeddu all’epoca.
Nell’anno 546 d.C, la città eterna di Roma giacque in rovina, vittima della furia e dell’ambizione di Totila, fiero capo dei Goti. La storia, tramandataci dalle voci del passato, in particolare quelle di Procopio, storico romano d’Oriente, narra di un’epoca oscura e disperata.
Roma, una volta magnifica e imperiosa, si trovò assediata. Le sue maestose mura, che avevano resistito al tempo e alle guerre, ora piangevano sotto l’assedio degli Ostrogoti.
Gli abitanti, intrappolati come uccelli in gabbia, soffrivano la fame più nera. Le loro bocche, un tempo saziate da vino e cibi prelibati, ora masticavano in disperazione carne di cavallo, cani, gatti e persino topi.
Il 2 giugno ricorre la più “recente” tra le feste nazionali, la Festa Della Repubblica, che ricorda il referendum del 1946 che vide la vittoria della repubblica sulla monarchia. I risultati ufficiali del referendum istituzionale furono: repubblica voti 12 718 641 (pari a circa il 54,27% delle schede convalidate), monarchia voti 10 718 502 (pari a circa il 45,73% delle schede convalidate). Questo avvenimento è considerato importante nella Storia italiana anche perché fu la prima volta che in Italia votarono anche le donne (va detto che nel pre-unitario Granducato di Toscana il suffragio femminile risaliva ad un secolo prima, addirittura al 1849).
Da anni però grava un sospetto su questo referendum riportato ad essere festa nazionale da Carlo Azeglio Ciampi nel 2001 dopo che era stata soppressa dalla legge n. 54 del 5 marzo 1977. Il famoso sospetto sui brogli elettorali. Non è la prima volta che si sospettano brogli elettorali nelle date cruciali della Storia italiana: molta enfasi viene infatti data ai presunti brogli dei plebisciti del 1860 per l’annessione dell’ex Regno delle Due Sicile al neonato Regno d’Italia (noto il cenno che ne fece Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo “Gattopardo” e la ripresa del fatto nel film di Luchino Visconti).
Ovviamente su internet i principali siti politici si affannano a smentire quella che definiscono una “leggenda”eppure il sospetto rimane. Anche a causa di varie testimonianze
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I “30 denari “con cui Londra pagó il mercenario Garibaldi, utile idiota, che servì per distruggere l’Italia come idea geografica e culturale unitaria e affossare per sempre la possibile unità federale, che pur muoveva i primissimi passi.
Ed ecco come un ladro di cavalli ed uno stupratore, che viveva di rapine, tanto da avere un orecchio mozzo che lui copriva a mala pena con i suoi capelli lunghi (in argentina usavano tagliare un orecchio per individuare più facilmente ladri e stupratori), si mise al soldi di uno stupro storico… e da ladro dei due mondi, di là e di qua dell’oceano, lo hanno fatto eroe, impavido e bello.
Adesso spuntano anche prove DOCUMENTATE che incassava direttamente dagli inglesi i soldi per la “missione” nelle Due Sicilie. Del resto, gli inglesi sono molto bravi a maneggiare denaro e se spendevano tali cifre da capogiro vuol dire che tesoro c’era sotto… .
Il libero e sovrano Stato che gli Inglesi si prestavano a saccheggiare era nato nel 1130, ed era lo Stato più antico della Penisola (fatto salvo lo stato della Chiesa ..( e la Repubblica Veneta)). Il Regno era talmente ricco da sfamare l’Italia intera e alimentare la fame della massoneria internazionale.
CANALE DI SUEZ
Il delinearsi della nuova via, che avrebbe sconvolto la navigazione mondiale, incontrava un problema… il Regno delle Due Sicilie: una banchina nel mezzo del Mediterraneo!
Agli Inglesi, padroni del mondo, Malta non bastava più, troppo piccola, troppo isola… e avere le Due Sicilie nel bel mezzo del MARE NOSTRUM, voleva dire avere un formidabile competitor!
Si può celebrare in tanti modi la Liberazione dell’Italia nel 1945 ma ci sono dati, numeri e vite che non si possono smentire e che sono la base necessaria e oggettiva per dare una giusta dimensione storica all’evento. Dunque, per la Liberazione dell’Italia morirono nel nostro Paese circa 90mila soldati americani, sepolti in 42 cimiteri su suolo italiano, da Udine a Siracusa. Secondo i dati dell’Anpi, l’associazione dei partigiani, furono 6882 i partigiani morti in combattimento.
Ricavo questi dati da una monumentale ricerca storica, in undici volumi raccolti in cofanetto, dedicata a La liberazione alleata d’Italia 1943-45(Pensa ed.), basata sui Report of Operations di diversi reggimenti statunitensi, gli articoli del settimanale Yank dell’esercito americano e i reportage dell’Associated press. E naturalmente la ricerca storica vera e propria. Più un’ampia documentazione fotografica. L’autore è lo storico salentino Gianni Donno, già ordinario di Storia contemporanea, che ha analizzato i Reports of Operations in originale, mandatigli (a pagamento) da Golden Arrow Military Research, scannerizzati dall’originale custodito negli Archivi nel Pentagono. L’opera ha una doppia, autorevole prefazione di Piero Craveri e di Giampiero Berti e prende le mosse dallo sbarco di Salerno.
Una lettera imperiale dell’Imperatore Settimio Severo alla città di Nicopolis ad Istrum nell’odierna Bulgariasettentrionale, è stata esposta al pubblico per la prima volta da secoli.
È l’unica lettera intatta di un imperatore romano mai scoperta in Bulgaria.
E’ sopravvissuta perché è stata scolpita su una lastra di calcare di 2 tonnellate alta 3 metri.
L’iscrizione fu riscoperta nel 1923 spezzata. I pezzi sono stati conservati al Museo di Storia di Veliko Tarnovo sin dalla loro scoperta, ma sono stati assemblati solo di recente.
Gli epigrafi hanno ora tradotto completamente le 37 righe dell’iscrizione e la stele è stata reinstallata nella sua posizione originaria presso il parco archeologico vicino a VelikoTarnovo.
“ECCO LE CARTE SEGRETE DEGLI ITALIANI PER INVADERE LA SVIZZERA NEUTRALE”
Landesverteidigung waehrend des Zweiten Weltkriegs (1939-1945) in der Schweiz: Ein Grenz-Soldat im Aktivdienst steht im Winter Wache auf dem Grossen St. Bernhard, undatierte Aufnahme. Die Grenze war geschlossen, die Schweiz aufgrund ihrer Neutralitaetspolitik isoliert. (KEYSTONE/PHOTOPRESS-ARCHIV/Str)
Un soldato svizzero di guardia durante la Seconda guerra nella regione del Gran San Bernardo.
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Forse qualcuno si sorprenderà scoprendo che, a dispetto di rapporti diplomatici relativamente stabili e sereni, Svizzera e Italia, fin dalla nascita di quest’ultima come Stato unitario nel 1861, hanno sempre ipotizzato e congetturato di doversi affrontare militarmente. La storia di questi piani di guerra d’invasione viene ora svelata attraverso un imponente lavoro di documentazione dallo storico Leonardo Malatesta in un pregevole saggio edito da Dadò. Il Corriere del Ticino ha intervistato l’autore.
Dottor Malatesta, come mai tanta attenzione da parte sua per la Svizzera e per la storia militare dei complicati confini della regione insubrica? Quali sono le caratteristiche più interessanti del nostro territorio e della frontiera sud del nostro Paese dal punto di vista dello studioso e dell’appassionato?
Leonardo Malatesta: L’interesse che nutro per il territorio elvetico, proviene dai miei studi in storia militare, iniziati per il conseguimento della laurea in storia presso l’Università di Venezia. Nel corso della mia tesi, riguardante le fortificazioni italiane ed austriache nella zona tra l’altipiano di Asiago e quelli trentini di Folgaria, Lavarone e Luserna sentii parlare della frontiera con la Svizzera e delle fortificazioni che l’Italia costruì nel primo decennio del Novecento, in Valtellina per difendersi da un eventuale attacco proveniente dalla Confederazione Elvetica. In Italia e anche in Svizzera, ho notato che c’erano delle notizie su questi piani di fortificazione e non solo, ma c’era ancora tanto da approfondire.
Era italiano o austriaco il cecchino che il 20 luglio del 1915 sulle Tofane uccise il generale Antonio Cantore? Ed a trapassare il cranio dell’ufficiale fu un proiettile calibro 8 millimetri austriaco o un 6.5 millimetri italiano? A distanza di novant’anni l’interrogativo è ancora aperto.
Il foro lasciato dal proiettile sulla visiera del berretto non basta, da solo, a risolvere l’enigma. Perché il cuoio col passare degli anni si è ristretto ed ora, da quel foro, è impossibile stabilire con certezza il calibro ed il tipo di arma impiegata.
Solo la riesumazione dei resti della vittima, con il relativo esame del cranio, potrebbe eventualmente fornire una risposta certa sul tipo di fucile imbracciato dal cecchino.
IL PROIETTILE. Un indizio che tuttavia, per quanto importante, non risolverebbe definitivamente il caso. Supponiamo che venga accertato che ad uccidere il generale sia stato un proiettile calibro 8 partito da un fucile austriaco Mannlicher, anziché un calibro 6,5 esploso dal modello 91 italiano. Ebbene, in tal caso, ci troveremo comunque nell’impossibilità di identificare con certezza la nazionalità e l’autore di quello che qualcuno ha osato beffardamente definire come ‘il più bel tiro della Prima guerra mondiale”, per la precisione millimetrica con la quale andò a segno. Non sfugge una certa macabra ironia, a chi la voglia intendere, sull’obiettivo centrato, per l’appunto il generale Cantore, cioè uno delle alte gerarchie militari accusate all’epoca dai soldati di mandare allo sbaraglio le truppe con assalti alle trincee nemiche su terreno scoperto che risultavano micidiali.
Il 1848 prima guerra di indipendenza ove morirono molti napoletani…ma non è ricordato da alcuno!
Tratta da uno scritto di Giacinto dè Sivo, drammaturgo, letterato e storico del Regno delle Due Sicilie, Maddaloni (Regno delle Due Sicilie)
di Domenico Iannantuoni FEGATO Racconto mensile 25, venerdì
– Cari ragazzi,- Esordì il maestro questa mattina, eccomi a voi con il racconto mensile. So che lo stavate aspettando con trepidazione.-
Si fermò per qualche secondo vicino alla cattedra e poi prese il solito grosso libro e lo aprì.
– Come già sapete vi leggerò una storia vera, accaduta circa dieci anni fa nel nostro Stato, ed in Italia del Nord e che è bene che voi conosciate con precisione perché un domani questi eventi potrebbero essere nascosti o camuffati. Noi non possiamo conoscere il futuro, questo no, ma con un po’ di immaginazione possiamo individuarne i possibili sviluppi, e molte volte a pensar male ci si azzecca. Sicuramente siamo parecchio odiati nel contesto europeo, la nostra forza autarchica, il nostro progresso scientifico, la nostra ricchezza ed il nostro assetto sociale ci sono molto invidiati, soprattutto dalla nazione più potente del mondo: l’Inghilterra…chissà. Comunque il 1848 fu un anno orribilis…concessione della Costituzione nel Regno delle Due Sicilie, guerra esterna, guerra interna in Napoli e poi contro Ruggero VII in Sicilia, abolizione della costituzione…un bel ’48!
– Il mio racconto, oltre che dai dati documentali è anche suffragato da una mia personale amicizia con il Dott. Giuseppe Antonio Pasquale Barletta , nostro uomo di primario ingegno che partecipò personalmente alla campagna di Curtatone, Montanara e Goito e pure ebbe qualche comparsa perfino a Venezia.
Sisinium: Fili de le pute, traite, Gosmari, Albertel, traite. Falite dereto colo palo, Carvoncelle!
Un ghigno compare sul mio viso, non potete vederlo ma vi assicuro che c’è, e il motivo mi viene cagionato dalla lettura di alcune documentazioni relative agli idiomi della penisola italica.
Non essendo un cultore della storia linguistica del nostro Paese devo, ob torto collo, riferirmi ad altrui affermazioni per comprendere l’evoluzione linguistica della “mia lingua”.
È universalmente riconosciuto che l’italiano moderno poggia i suoi enormi piedi sul latino classico, quello letterario per intendersi mentre il volgo (da vulgaris) aveva un suo idioma composto da un limitato vocabolario latino infarinato con le antiche lingue parlate nell’area, questi dialetti alla fine hanno dato origine alle varie lingue romanze attualmente vive nel bacino linguistico neolatino.
Una prima lista di queste parole volgari la si ritrova nell’Appendix Probi del III secolo dove al fianco della corretta parola latina compare quella che il vogo utilizzava nell’uso comune, lo scopo era quello di affermare la corretta dizione ad uso didattico della parola (pardon per il gioco di “parole”).
Breve storia della nascita dell’IN(F)PS “Istituto Nazionale (Fascista) di Previdenza Sociale”
La Previdenza Sociale nasce oltre cento anni fa, nel 1898, con lo scopo di garantire i lavoratori dai rischi di invalidità, vecchiaia e morte. Era la Cassa Nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai. Ma si trattava esclusivamente di un’assicurazione facoltativa e volontaria, finanziata prevalentemente dai contributi versati dai lavoratori, che poteva essere integrata da un contributo di incoraggiamento dello Stato e da un contributo libero da parte degli imprenditori.
Non essendo obbligatoria, riscosse adesioni limitate. Venne quindi introdotta nel 1904 l’obbligatorietà per i dipendenti pubblici e nel 1910 per i ferrovieri.
Nel 1919, con il governo Orlando, venne istituita la CNAS “Cassa nazionale per le assicurazioni sociali” l’assicurazione per l’invalidità e la vecchiaia. Divenne obbligatoria e riguarderà circa 12 milioni di lavoratori.
Nel 1924, il Governo Fascista, costituisce per la prima volta quello che sarà l’antenato del TFR “Trattamento di fine rapporto”cioè un’indennità da concedere al lavoratore licenziato.
Nel 1933, con regio decreto legge 27 marzo 1933, n. 371 , la CNAS assume la denominazione di INFPS “Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale”, ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e gestione autonoma. Primo presidente fu Giuseppe Bottai a cui successe nel 1935 Bruno Biagi.
Non è un segreto che i Savoia abbiano portato in dote alla penisola unificata, una montagna di debiti:li avevano prima dell’unità;
li hanno incrementati con le campagne militari organizzate per eliminare i legittimi governanti e insediarsi al loro posto;
150 anni più tardi il debito è fuori controllo diventando un buco nero in grado di inghiottire tutta l’Europa.
Ai tempi della Repubblica Veneta le tasse erano al 6%; oggi ci stanno soffocando con una pressione fiscale per le imprese, vicinissima al 70% ma lo negano.
Dal loro arrivo hanno solo pensato come, dove e in quale percentuale apporre nuove imposte e i successori si son dimostrati degni eredi: Imposta sul sale, sui fiammiferi, sull’energia elettrica, sul tabacco, sugli alcoolici, sugli accendini, sui carburanti, sui redditi, sul valore aggiunto, sulla casa, sui capannoni, sui rifiuti … su tutto e senza discontinuità, nemmeno nelle fasi cruciali della storia che hanno visto la trasformazione dell’Italia da Regno a Impero e da Impero a Repubblica.
Per me non c’è destra centro o sinistra, io faccio solo differenza tra verità e menzogna, e quando la verità ti viene imposta per legge o per imperio, allora stai certo: è una menzogna!
Le prove se sono false le sbugiardi subito, se sono vere le puoi solo distruggere
L'ISTRUZIONE PERVERTE LA MENTE
“L'istruzione perverte la mente, poiché ci opponiamo direttamente al suo sviluppo naturale, ottenendo prima le idee e poi le osservazioni. “ “Questo è il motivo per cui così pochi uomini di cultura hanno buon senso come quello che è comune tra gli analfabeti.” Arthur Schopenhauer
IL MIO PAESE
L’importante non è il paese in cui vivi, ma solo se hai la libertà, perché in quel paese non te l’hanno rubata.
LA CASA
La casa è un attributo della personalità e tassare la casa è come tassare l'intelligenza, la bellezza o l'altezza di una persona.
SOCIETA’
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche nella misura in cui essi fruiscono delle stesse
DIRITTO
Riconosco solo le leggi della natura, non quelle scritte da altri uomini alle quali mi riservo il diritto di disobbedire quando in disaccordo
DIRITTO NATURALE ALLA RIBELLIONE
L’ARTICOLO SCOMPARSO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE
Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino
GIUSTIZIA
Grido e lotto contro le multinazionali, contro l’informazione controllata e censurata, contro la gestione del potere politico, che diventa la gestione della ricchezza di pochi e della povertà di molti
DIRITTO D’AUTORE E PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Noi, per quella decina di anni o poco più, che il Padre Eterno ci lascia su questa terra, siamo il 99,999 periodico il passato e il sapere degli altri, il rimanente, forse, noi, se madre natura è stata generosa, pertanto è ipocrito pretendere e campare diritti autoritari di possesso e proprietà intellettuale.
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CHE IMPORTA SE OGNUNO CERCA LA VERITA’ A SUO MODO?
Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento.
Tutti contemplano le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci circonda.
Che importa se ognuno cerca la verità a suo modo? – domandò Simmaco –
Non si può seguire una sola strada per raggiungere un mistero così grande.
(Quinto Aurelio Simmaco, Relatio de ara Victoriae III,10)
RICERCA DELLA FELICITA’
Ognuno è libero di credere in ciò che vuole e in ciò che lo fa stare in pace con se stesso e con l'universo. È l'inestimabile valore della libertà di pensiero. Il problema sorge quando le persone ritengono che le loro conoscenze siano la verità assoluta e vogliono imporre la loro visione delle cose al resto del genere umano.
VENERA DIO SUL TUO CAMMINO
Le religioni tendono ad avere una memoria selettiva e a prendere le distanze dai loro antichi precursori.
Di conseguenza:
“Venera Dio sul tuo cammino.
Qualunque sia la forma in cui si manifesta.
Che sia abbellito con pietre preziose, o rappresentato da una statua di rame.
Una forma ne sostituirà un’altra, come una nuova inondazione segue la precedente”
(Insegnamento per Merekarie)
AMO LA VITA
Il matrimonio gay non reca in se' la vita e il futuro del mondo
Ma e' una scelta di morte
E un modello culturale di morte costruito contro l'origine e il fondamento della stessa vita umana
PENSIERI E PRINCIPI
«Ama il Creatore».
«Ama la terra».
«Lavora gratuitamente».
«Conta su quello che hai e sii povero».
«Ama qualcuno che se non se lo merita».
«Studia molto sia la natura che gli uomini; più sul terreno che sui libri».
«Non pestare sul terreno senza necessità perché uccidi un essere vivente e lavori alla distruzione di tutti i viventi».
«Non progredire, ma vivere».
«Vendere poco e comperare meno».
«Non comperare roba venuta da lontano».
«Non produrre cose che possano essere esportate lontano».
«Non produrre cose che possano essere trasformate in simboli monetari».
«Non prendere soldi in prestito; se hai risparmiato soldi, non prestarli alle banche».
«Non ti fidare del governo di nessun governo».
«Gli Stati non possono distruggere la cultura dei popoli».
«Abbraccia gli essere umani del tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica».
«Evita come un diavolo qualunque sport. Sono drogature dei capitalisti per rubare i soldi ai salariati, e aumentare la degradazione dell’ energia. Anche lo sport è una guerra fatta per impinguare i capitalisti ».
«Riconosco solo le leggi della natura, non quelle scritte da altri uomini alle quali mi riservo il diritto di disobbedire quando in disaccordo».
«Grido e lotto contro le multinazionali, contro l’informazione controllata e censurata, contro la gestione del potere politico, che diventa la gestione della ricchezza di pochi e della povertà di molti».
«Approva nella natura quello che non capisci, e loda quella speranza, perché ciò che l’Uomo non ha razionalizzato non ha distrutto».
«Fai le domande che non hanno risposta».
«Metti l'orecchio vicino alla terra e ascolta i bisbigli delle canzoni future».
«Sorridi, il sorriso è incalcolabile».
«Aspetta la fine del mondo».
«Investi nel millennio».
«Pianta castagnari».
(PENSIERI E PRINCIPI DI DON ALBERTO BENEDETTI)
IL VENETO E’ LA MIA PATRIA
Sebbene esista una Repubblica Italiana, questa espressione astratta non è la mia Patria.
Noi veneti abbiamo girato il mondo, ma la nostra Patria, quella per cui, se ci fosse da combattere, combatteremmo, è soltanto il Veneto.
Quando vedo scritto all'imbocco dei ponti sul Piave fiume sacro alla Patria, mi commuovo, ma non perché penso all'Italia, bensì perché penso al Veneto.
(Goffredo Parise, Il Corriere della Sera, 7 febbraio 1982)
TI CON NU, NU CON TI
Perasto 23 agosto 1797: Giuseppe Viscovich, Capitano di Perasto, deponendo sotto l'altare maggiore della chiesa le insegne di San Marco, alla presenza di tutte le milizie e di tutto il popolo pronunciò, con una notevole intensità, il seguente discorso:
"In sto amaro momento, in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenisimo Dominio, al Gonfalon della Serenisima Republica, ne sia de conforto, o citadini, che la nostra condota pasada, che quela de sti ultimi tempi la rende più xusto sto ato fatal, ma virtuoxo, ma doveroso par nu.
Savarà da nu i nostri fioi, e la storia del xorno la farà saver a tuta Europa che Perasto la ga degnamente sostegnudo fin a l'ultimo l’onor del Veneto Gonfalon, onorandolo co sto ato solene e deponendolo bagnà da el nostro universal, amaro pianto.
Sfoghemose, citadini, sfoghemose pur; ma in sti nostri ultimi sentimenti, che i sigilà la nostra gloriosa corsa soto el Serenisimo Veneto Governo, rivolgemose verso sta Insegna che lo rapresenta e su de ela sfoghemo el nostro dolor.
Par 377 ani la nostra fede, el nostro valor, la ga senpre custodia par terra e par mar, par tuto indove che i ne ga ciamà i so nemisi, che li xe stai pur queli dela Religion. Par 377 ani le nostre sostanse, el nostro sangue, le nostre vite, le xe senpre stae par Ti, San Marco; e felicisimi sempre se gavemo reputà, Ti co nu, nu co Ti; e senpre co Ti sul mar nu semo stai ilustri e virtuoxi.
Nisuni co Ti ne ga visto scanpar, nisuni co Ti ne ga visto vinti e spauroxi!
E se sti tenpi prexenti, infelici par inprevidensa, par disension, par arbitrii ilegali, par visi ofendenti la natura e el gius dele xenti no Te gavese cavà via, par Ti in perpetuo sarave stae le nostre sostanse, el nostro sangue, la vita nostra, e pitosto che vedarTe vinto e dexonorà dai Toi, el corajo nostro, la nostra fede, se gaverave sepelio soto de Ti.
Ma xa che altro no ne resta da far par Ti, el nostro cuor sia l'onoratisima to tonba, e el più puro e el più grando to elogio le nostre lagrime".
Il Capitano Viscovich, deponendo le insegne, s’inginocchiò davanti all’'Altare, e rivolto al piccolo nipote che gli era accanto, disse:
“Inxenocite anca ti; basile, e tienile a mente par tuta la vita”.
(Discorso del Capitano Giuseppe Viscovich tratto da "Storia Documentata di Venezia" di S. Romanin)
Par stasera basta
Note, cristiani…par stasera basta e, se Dio vol, se catarem doman…