Giu 24 2021

IL RISORGIMENTO…TUTTA UN’ALTRA FACCENDA. ECCO LA PROVA!

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ORA BUTTATE IN DISCARICA LA VOSTRA MISTICA RISORGIMENTALE E TUTTO IL RESTO!

I “30 denari “con cui Londra pagó il mercenario Garibaldi, utile idiota, che servì per distruggere l’Italia come idea geografica e culturale unitaria e affossare per sempre la possibile unità federale, che pur muoveva i primissimi passi. 

Ed ecco come un ladro di cavalli ed uno stupratore, che viveva di rapine, tanto da avere un orecchio mozzo che lui copriva a mala pena con i suoi capelli lunghi (in argentina usavano tagliare un orecchio per individuare più facilmente ladri e stupratori), si mise al soldi di uno stupro storico… e da ladro dei due mondi, di là e di qua dell’oceano, lo hanno fatto eroe, impavido e bello. 

Adesso spuntano anche prove DOCUMENTATE che incassava direttamente dagli inglesi i soldi per la “missione” nelle Due Sicilie. Del resto, gli inglesi sono molto bravi a maneggiare denaro e se spendevano tali cifre da capogiro vuol dire che tesoro c’era sotto… .

Il libero e sovrano Stato che gli Inglesi si prestavano a saccheggiare era nato nel 1130, ed era lo Stato più antico della Penisola (fatto salvo lo stato della Chiesa ..( e la Repubblica Veneta)). Il Regno era talmente ricco da sfamare l’Italia intera e alimentare la fame della massoneria internazionale.

CANALE DI SUEZ

Il delinearsi della nuova via, che avrebbe sconvolto la navigazione mondiale, incontrava un problema… il Regno delle Due Sicilie: una banchina nel mezzo del Mediterraneo! 

Agli Inglesi, padroni del mondo, Malta non bastava più, troppo piccola, troppo isola… e avere le Due Sicilie nel bel mezzo del MARE NOSTRUM, voleva dire avere un formidabile competitor! 

L’apertura di Suez avrebbe mosso traffici giganteschi, che avrebbe reso Napoli e la Sicilia il centro commerciale del mondo.

Strappare a Napoli questo primato diventava questione vitale.

Poi, la morte del re deciso e forte… crea una attesa e saluto sperata instabilità…

Nel pieno vigore dei suoi 50 anni, il Re Ferdinando II, alto, forte e possente, amato dai suoi sudditi e temuto dai suoi nemici, si ammala improvvisamente e cade in una agonia straziante per più mesi. 

Fu quella l’occasione giusta che Londra attendeva e non perse, e corse a finanziare mercenari, corrompere funzionari e militari, Generali ed Ammiragli…. in attesa della ora X: la morte del RE FERDINANDO .

Il passaggio di consegne tra il Re ed il suo giovane successore fu il momento ideale per colpire, e si scelse di farlo senza dichiarazione di guerra, come le guerre “lampo” dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale. 

Doveva apparire come una questione “italica”, interna ai Popoli italiani, così da non stimolare eventuali interventi armati a difesa del Regno.

Ed eccola la PROVA….una delle infinite altre custodite negli archivi della Banca d’Inghilterra. 

Tali scottanti prove erano tutte contabilizzate da un certo Ippolito Mievo. Un puntualissimo contabile a servizio del mercenario. Troppo preciso e integerrimo da diventare addirittura scomodo poiché contabilizzava anche ruberie e saccheggi. Gli chiesero conto da Londra, e ordinarono al mercenario che si imbarcasse immediatamente con tutta la sua contabilità da Palermo alla volta di Torino, dove non vi arrivò mai .

Partito da Palermo, infatti, immediatamente e fu seguito ad una certa distanza da una corvetta inglese. Scomparve con tutta la sua nave, l’Ercole, e divenne il primo mistero italiano prima ancora che l’Italia avesse un suo “stato”.

Ultimo atto “diabolico”, i plebisciti che falsificati fino a conteggiare più voti a favore che numero di votanti… presentarono al mondo la falsa volontà del Popolo di  “voler”  essere sottomessi al Piemonte e di fronte al principio di autodeterminazione dei Popoli nessuno poté più correre a difesa della legalità internazionale.

Il resto lo fece la propaganda ed i professoroni di scuola ed università che in cambio di prestigiosi incarichi scrissero le “verità” di comodo che studiamo da generazioni dal 1860 ad oggi 2017.

GARIBALDI

La scuola ha il compito di passare conoscenze, competenze e prospettive. Tutto ciò determina, se assimilate con impegno e criticità, la “maturità” dello studente, al quale non va riempita la testa di nozione, come si fa con il sacco…, ma si devono passare e far suscitare le universali e personali capacità di approccio alla realtà, perché la scuola -con la famiglia e le varie agenzie educative- non deve dire, alle nuove generazioni, cosa pensare, ma pensare cosa dire, pensare le cose, le idee, le persone che pensa. 

Non è raro che la scuola abbia dato, in determinati periodi o sotto determinati regimi, indirizzi “preconcetti”, informazioni addomesticate, se non addirittura erronei o false. Di esempi ne potremmo dare tanti, uno per tutti.

 In italietta, c’è stato un tempo durante il quale si è detto e insegnato, dalla scuola primaria alle cattedre universitarie, che gli uomini non sono tutti uguali, e che -anzi- alcuni lo sono di più e altri di meno, molto di meno! 

Non solo lo si insegnava nelle scuole, in tutte le scuole del Regno (sic!), e nessuno osava contraddire o dire parole scientifiche, cioè critiche!! Ma lo stesso Stato aveva legiferato e stabilito la diversità tra gli uomini, cavalcando il cavallo a dondolo delle razze!!!

La risposta alla ignoranza di Stato, all’istruzione istituzionale, addomesticata e di mercato è sempre lo studio, la visione critica, il coraggio delle domande, il pericoloso   delle navigazioni inedite, perché la storia è narrazione, è rivisitazione, è revisionismo critico ed onesto. Vivere senza studio è pericoloso, sarai costretto e obbligato a credere tutto quello che ti dicono gli altri!

Ha descritto Garibaldi quale eroe, creando il mito del risorgimento per costruire la propria identità intorno a nomi e fatti scelti per… necessità. Garibaldi fu scelto come “il memorabile” per eccellenza; ed mitica la visita di Garibaldi a Londra. Ma qui c’è la mistificazione: Londra ha voluto e protetto l’impresa dei Mille. L’amore per Garibaldi degli inglesi è da tempo narrato da Alessandro Barbero con le giuste “mancanze” che tacitano la verità. Far passare come normale il finanziamento straniero per l’impresa dei Mille, denota una grande capacità di far passare elefanti e filtrare i moscerini! Trovare narratori così afflitto da italianite è raro!

E ancora, una nuova e ulteriore perla: ci viene dal convegno “La liberazione d’Italia nell’opera della Massoneria”, organizzato a Torino nel settembre del 1988 dal Collegio dei Maestri Venerabili del Piemonte, con l’appoggio di tutte le Logge italiane. Di recente sono stati pubblicati gli Atti, a cura dell’editrice ufficiosa dei massoni. Una fonte sicura dunque, visto il culto dei “fratelli” per quel Garibaldi che fu loro Gran Capo. Un breve intervento – poco più di due paginette, ma esplosive – a firma di uno studioso, Giulio Di Vita, porta il titolo “Finanziamento della spedizione dei Mille”. Già: chi pagò?

Come riconosce lo stesso massone autore della ricerca: «Una certa ritrosia ha inibito indagini su questa materia, quasi temendo che potessero offuscare il Mito. Quanto viene solitamente riferito è un modesto versamento —circa 25.000 lire— fatto da Nino Bixio a Garibaldi in persona all’atto dell’imbarco da Quarto». E invece, lavorando in archivi inglesi, l’insospettabile Di Vita ha scoperto che, in quei giorni, a Garibaldi fu segretamente versata l’enorme somma di tre milioni di franchi francesi, cioè (chiarisce lo studioso) «molti milioni di dollari di oggi».

Il versamento avvenne in piastre d’oro turche: una moneta molto apprezzata in tutto il Mediterraneo. A che servì quell’autentico tesoro? 

Sentiamo il nostro ricercatore: «È incontrovertibile che la marcia trionfale delle legioni garibaldine nel Sud venne immensamente agevolata dalla subitanea conversione di potenti dignitari borbonici alla democrazia liberale. Non è assurdo pensare che questa illuminazione sia stata catalizzata dall’oro». Anche perché ai finanziamenti segreti se ne aggiunsero molti altri (e notevolissimi, palesi) frutto di collette tra tutti i “democratici” di Europa e America, del Nord come del Sud. Sarebbero così confermate quelle che, sinora, erano semplici voci: come, ad esempio, che la resa di Palermo (inspiegabile sul piano militare) sia stata ottenuta non con le gesta delle camicie rosse ma con le “piastre d’oro” versate al generale napoletano, Ferdinando Lanza. 

Con la prova dei molti miliardi di cui disponeva Garibaldi si può forse valutare meglio un’impresa come quella dei Mille che mise in fuga un esercito di centomila uomini (tra i quali migliaia di solidi bavaresi e svizzeri), al prezzo di soli 78 morti tra i volontari iniziali. 

Ma c’è di più: il poeta Ippolito Nievo se ne tornava da Palermo a Napoli al termine della spedizione. Il piroscafo su cui viaggiava, l’”Ercole”, affondò per una esplosione nelle caldaie e tutti annegarono. Si sospettò subito un sabotaggio ma l’inchiesta fu sollecitamente insabbiata. Le cose possono ora chiarirsi, visto che il Nievo, come capo dell’Intendenza, amministrava i fondi segreti e aveva dunque con sé la documentazione sull’impiego che nel Sud era stato fatto di quei fondi. Qualcuno evidentemente non gradiva che le prove del pagamento giungessero a Napoli: non si dimentichi che recenti esplorazioni subacquee hanno confermato che il naufragio della nave del poeta fu davvero dovuto a un atto doloso. 

Si cominciava bene, dunque, con quella “Nuova Italia” che i garibaldini dicevano di volere portare anche laggiù: una bella storia di corruzioni e di attentati. Ma Nievo portava, pare, solo ricevute: dove finirono i miliardi rimasti, e dei quali solo pochissimi capi dei Mille erano a conoscenza? In ogni caso, era una somma che solo un governo poteva pagare. E, in effetti, la fonte del denaro era il governo inglese (non a caso lo sbarco avvenne a Marsala, allora una sorta di feudo britannico, e sotto la protezione di due navi inglesi; e proprio su una nave inglese nel porto di Palermo fu firmata la resa dell’isola). 

Come riconosce il «fratello» Di Vita, lo scopo della Gran Bretagna era quello già ben noto: aiutare Garibaldi per “colpire il Papato nel suo centro temporale, cioè l’Italia, agevolando la formazione di uno Stato protestante e laico“. Le monarchiche isole pagarono cioè il repubblicano Eroe perché distruggesse un Regno, quello millenario delle Due Sicilie, purché anche l’Italia, «tenebroso antro papista», fosse liberata dal cattolicesimo.

Letter of credit issued to Giuseppe Garibaldi by National Bank of Scotland, 1860 © RBS

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In the mid-19th century Giuseppe Garibaldi, hero of the struggle for Italian unification, was one of the most famous men on the planet. This letter of credit is a testament to his international popularity. It probably represents the proceeds of one of the many fundraising initiatives that took place up and down Scotland in support of his cause. Improving global communications meant that people were increasingly aware of events overseas, including Garibaldi’s struggles in Italy. Many people were moved to send money to show their support for his cause.

It was not practical or safe to send large donations in cash across Europe. A letter of credit was a more secure alternative. Fundraisers could deposit money in a bank in Scotland. The bank then issued a letter of credit in Garibaldi’s name which, upon receipt, he could fairly easily exchange with a banker or merchant for local cash at current exchange rates. The letter might pass through numerous hands in this way before finding its way to London, where the Scottish bank’s London agents would pay the value and settle up with the bank in Scotland. Most of this chain was, of course, invisible and irrelevant to Garibaldi and his Scottish supporters. All they cared about was that the money had been transferred safely.

The annotations on the back of the document tell its story. It was issued by National Bank of Scotland in Edinburgh on 22 August 1860. In Naples on 24 October Garibaldi signed it over to his secretary Giovanni Basso, no doubt so that Basso could handle the money business on his behalf. This was just two days before one of the most famous events of Italian unification, the ‘Handshake of Teano’, when Garibaldi met Victor Emmanuel II and hailed him as the King of Italy.

Weeks later, in Genoa, Basso passed the letter on to a Michele Piaggio, who passed it to F Gruber & Co, a firm of Austrian cloth merchants who specialised in importing English wool to Italy for tailoring into Italian-made clothes. From Gruber & Co it passed to Schunck Souchay & Co, another merchant house with strong links to England, and they sent it to their London office. They presented it for payment at the banking house Glyn & Co. Glyn’s passed the letter to the bank in Scotland and received the £115 payment. All debts along the way had been settled, and the money had passed safely from Scotland to Italy.

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Fonte: da Facebook di Mariano Balumbo  del 12 giugno 2021

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