Ago 31 2016

SOVIETLANDIA: DA SIBILLA ALERAMO A CALVINO GLI ITALIANI STREGATI DAIL’URSS

Category: Società e politica,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:54

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Italo Calvino nel 1954. Due anni prima pubblicò i pezzi dall’Urss sull’Unità

 

Di Carlo Sala

 

Giorgio Nicolai raccoglie in un’antologia gli scritti di romanzieri e cronisti in viaggio in Russia. Spesso incapaci di vedere le mostruosità del regime

 

Quale paradiso in terra per gli operai avesse realizzato il  comunismo si intuiva fin dall’inizio, appena la Rivoluzione d’ottobre in Russia mise in pratica le sue promesse.

Come aveva capito il futuro Nobel Bertrand Russell, il  comunismo non aveva fatto altro che creare una nuova casta di privilegiati, quasi una sorta di nuova aristocrazia, con la scusa dell’ egualitarismo e del trionfo del proletariato.

 

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Ago 30 2016

LE METAMORFOSI DELLA BELLA GIOVENTÙ. IERI ERANO TUTTI FASCISTI, OGGI SONO TUTTI ANTIFASCISTI

Category: Società e politica,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:03

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Quanta bella gioventù

 

 

Il 24 settembre 1942, il settimanale “Roma Fascista” pubblica un articolo di Eugenio Scalfari: «Gli imperi moderni quali noi li concepiamo – scrive – sono basati sul cardine “razza”, escludendo pertanto l’estensione della cittadinanza da parte dello stato nucleo alle altre genti».

 

Il 4 agosto 1942 “La Provincia Granda” pubblica a firma di Giorgio Bocca: «Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza infatti, sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l’idea di dovere, in un tempo non lontano, essere lo schiavo degli ebrei?».

 

Erano entrambi giovanissimi, forgiati dalla propaganda del Ventennio, insieme al giovanissimo Giovanni Spadolini, privi della scelta che solo la libertà garantisce.

Tuttavia, nessuno di loro fu costretto a scrivere sotto minaccia.

 

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Ago 29 2016

IL ROMAN WARMING: IL FATTORE CLIMA TRA LE CAUSE DELLA PROSPERITÀ E DELLA CADUTA DI ROMA

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L’abbigliamento romano lascia pensare a stagioni particolarmente miti durante i fasti dell’Impero

 

Alla grandezza di Roma ha contribuito anche il clima mite,  e per la sua decadenza un probabile raffreddamento climatico.

 

L’abbigliamento romano lascia pensare a stagioni particolarmente miti durante i fasti dell’Impero. Avrete senza dubbio osservato l’abbigliamento degli antichi romani in centinaia di film. Tutto si può dire fuorché fossero molto coperti o temessero il freddo. Eppure le stagioni si avvicendavano anche allora.

 

Le temperature però erano mediamente più elevate rispetto ad oggi, anche di 2.5°C. Questo ovviamente si traduceva in inverni particolarmente miti e in periodi molto caldi nelle stagioni primaverili ed estive.

 

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Ago 28 2016

LAGER E DEPORTAZIONE – LA TESTIMONIANZE DI MILO NAVASA

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(Milo Navasa. Nato a Venezia il 12.05.1925; morto a Verona il 14.02.2009)

 

Arresto: 13 dicembre 1944 a casa

Carcerazione:  Verona: al comando SS, al Forte di San Leonardo e al Forte di San Mattia

Deportazione: Bolzano,

Liberazione: 01.05.1945 a Bolzano

 

R: Buongiorno. Mi chiamo Milo Navasa, sono nato a Venezia il 27 maggio  1925. Figlio unico e abitavamo a Verona da parecchi anni. Mio papà lavorava  alla Telve e io ero studente, scuole normali, liceo ecc.

 

Il 13 dicembre 1944 di notte abbiamo sentito un fracasso infernale giù alla  porta d’ingresso della casa, hanno mezzo sfondato una porta ed era una  pattuglia di SS. Sono venuti dentro, hanno beccato mio papà subito e  stavano per portarlo via, quando girando per l’appartamento, sono capitati  anche in camera mia che stavo dormendo, mi ero svegliato un po’ di  soprassalto. Hanno chiesto a mio padre, il quale parlava tedesco tra l’altro e  capiva, gli hanno chiesto chi ero e lui ha detto: “E’ mio figlio”. Hanno detto:   “Komm” e mi hanno preso, anch’io.

 

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Ago 27 2016

BEPI DE MARZI: È IL SIGNORE DELLE CIME «MA MI RENDE FELICE ESSERE L’AUTORE IGNOTO»

Category: Musica e spettacoli,Persone e personaggigiorgio @ 00:07
Bepi De Marzi

Bepi De Marzi

 

(Bepi De Marzi, girava l’anno 2010)

 

Bepi De Marzi, stasera sabato 20 marzo 2010 a Verona al teatro Stimate e lunedì 22 marzo  a Valgatara

 

Bepi De Marzi, classe 1935, aveva poco più di vent’anni quando, fresco di diploma di conservatorio e di naja, compose Signore delle cime.  Eseguì il canto in pubblico per la prima volta nel 1958 con il coro che sarebbe diventato famoso, i Crodaioli.

Da allora Arzignano, paese di De Marzi, ha continuato a essere fucina dei suoi canti d’ispirazione popolare, composti «tra il vociare di giocatori di tresette e il profumo del vino nero della vecchia osteria sotto casa».

Joska la rossa, Monte Pasubio, Laila oh: la montagna e la sua gente, le tradizioni sacre e profane, in centinaia di canti e una decina di dischi.

Il preferito, Cantare. «So dove i grilli accordano i violini, so dove il vento si ferma quando trema, so dove nasce la voglia di cantare».

Il più celebre, Signore delle cime, è tradotto in cento lingue.

 

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Ago 26 2016

PREVENZIONE SISMICA: COSA FARE PRIMA DOPO E DURANTE UN TERREMOTO!!!

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COSA FARE PRIMA DURANTE E DOPO UN TERREMOTO.

 

In caso di terremoto, il rispetto di alcune semplici norme rappresenta un fattore determinante per la diminuzione dei danni alle persone

 

PRIMA

 

Prima che arrivi un terremoto è importante:

– sapere se si è in zona a rischio

– sapere quali sono i punti più sicuri della propria abitazione ( dove sono i muri portanti, le travi di cemento armato) e del luogo di lavoro.

– sapere dove sono gli interruttori generali della luce, del gas e dell’acqua

– sapere se vi sono uscite di emergenza

– sapere dove sono gli spazi aperti sicuri vicino alla propria casa e del luogo di lavoro

– assicurarsi che tutte le persone che vivono con noi sappiano cosa fare

 

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Ago 25 2016

LE RISSE ALLO STADIO: NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE

Category: Sport e tempo libero,Storia e artegiorgio @ 08:14

 

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Pompei: dipinto che ne riporta l’evento 

 

Corsi e ricorsi storici

 

Era il lontano 59 d.C. , quando durante uno spettacolo di gladiatori, nell’arena di Pompei, scoppiò una rissa. Prima cominciarono gli insulti tra i tifosi Pompeiani e quelli Nocerini, poi cominciarono i lanci di pietre ed in fine la mano passò alle armi. Ci furono diversi morti e molti feriti, in particolar modo nelle fila Nocerine.

 

L’imperatore Nerone, portò in senato l’accaduto e qui fu decisa la chiusura dell’anfiteatro per dieci anni e lo scioglimento delle squadre (collegia). Il senatore Regolo, organizzatore dell’evento e i fomentatori della rissa furono tutti esiliati.

 

Le cause di questo increscioso evento sono da ricercare in un episodio precedente. Con la deduzione di Nocera a colonia, era stata sottratta della terra (ager) ai Pompeiani, per ampliare la neo colonia. Tale decisione non fu presa bene da qualche eminenza grigia Pompeiana ed ad arte si creò lo scontro.

Il dipinto sopra riportato, raffigura l’accaduto e fu trovato in una casa negli scavi di Pompei. Ora è al Museo Archeologico di Napoli.

 

Fonte: liberamente tratto da RIFONDAZIONE BORBONICA

Link: http://rifondazioneborbonica.splinder.com/

 


Ago 24 2016

VERBA VOLANT, TASSAE MANENT

Category: Monade satira e rattatujegiorgio @ 00:48

tasse


Ago 23 2016

NON C’È PIÙ RELIGIONE

Category: Religioni e rasiegiorgio @ 20:39

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Vittoria Alata

 

Tempo  fa su tutti i giornali italiani si è parlato del “caso del crocifisso”: un italiano, di religione musulmana, ha chiesto di togliere il crocifisso dalla classe della scuola che i suoi figli frequentano: “Se la scuola italiana è laica e aperta a tutte le religioni – ha detto – non capisco perché nelle classi delle scuole pubbliche c’è sempre un crocifisso! Questo simbolo cristiano offende e umilia i miei figli che sono musulmani!”

Grandi discussioni, dibattiti, interventi. Alla fine tutte le posizioni si sono radicalizzate, il crocifisso è rimasto lì, ma il problema resta.

 

E a noi è venuta in mente questa vecchia storia. 

 

Nel Senato Romano – dall’anno 29 avanti Cristo – c’era un altare con la statua della Vittoria: davanti a questa statua i senatori bruciavano incenso e pronunciavano formule rituali prima delle sedute.

 

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Ago 20 2016

VERONA-PIAZZA CORRUBBIO: LA NECROPOLI «SARÀ (SOLO) NEI LIBRI DI ARCHEOLOGIA»

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 00:32

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PARCHEGGIO E REPERTI. Dagli scavi è affiorato un eccezionale cimitero cristiano medievale

 

Correva l’anno 2010

 

Un enorme cimitero cristiano risalente all’alto Medioevo: il più significativo mai emerso a Verona. Ecco cosa c’è sotto piazza Corrubbio. Tombe di foggia diversa, sia a «cappuccina», ovvero con coperture di tegole, sia a cassone, cioè simili a bare di pietra: le ultime, queste, affiorate dal terreno. Almeno una novantina le sepolture rinvenute dagli archeologi in questi mesi di scavi: e molte di esse contengono i resti di più persone, talvolta anche una decina ciascuna. Potrebbero essercene ancora altrettante.

 

«Prezioso materiale di studio per approfondire la conoscenza della storia veronese», dicono gli esperti al lavoro.  Se si continua di questo passo, si prospetta una mole di reperti eccezionale: un evento che «entrerà nei libri di archeologia».

 

Ma questo non basta a fermare il parcheggio sotterraneo che nessuno, a San Zeno, vuole.

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Ago 19 2016

VAL SQUARANTO – LA “STRADA DELLA PISSARÒTA” – IL SERVIZIO DI TRASPORTO DELLE PERSONE VERSO LA LESSINIA. L’ORIGINE DELLA BREC

Category: Lessinia,Verona lavoragiorgio @ 00:14

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Roverè Veronese nel 1921. In questa fotografia si raffigura l’arrivo, nella piazza del paese, delle prime corriere del trasporto pubblico delle persone ottenute trasformando due autocarri Fiat 18 BL dismessi dalla I° Guerra Mondiale. Il servizio verso la Lessinia venne istituito dall’impresa “Bacca”, che organizzò corse giornaliere attraverso l’antica strada della pissaròta, l’unica agevole via di accesso per l’alta Lessinia per chi partiva da Montorio. L’impulso maggiore nel servizio di trasporti della val Squaranto si ebbe però dal 1933 allorchè sul monte Recamao di Roverè Veronese venne reso funzionale il seminario. Si rendeva infatti necessario garantire agli oltre trecento iscritti un servizio di trasporto ed assicurare le visite mensili ai loro familiari.

 

L’antica strada della pissaròta, cioè quella porzione della valle di Squaranto compresa tra Mizzole e la località Pissaròta, nel comune di Roverè Veronese, in passato veniva gergalmente denominata la “strada della pissaròta” e sino alla seconda metà degli anni ’50 costituiva praticamente l’unica agevole via di transito per accedere all’alta Lessinia per chi partiva da Montorio.

 

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Ago 18 2016

IL BRIGANTE TOMMASO COMERLATI – EL BRIGANTE TOMASIN

brigante

 

«Il corpo ai corvi, l’anima a Satana»

 

Velo Veronese.

I briganti nell’immaginario collettivo del passato, anche sui monti Lessini, venivano quasi sempre concepiti come personaggi leggendari, avvolti da un alone di mistero e spesso ritenuti dotati di poteri magici conseguiti dal Diavolo stesso, per aver venduto l’anima, in cambio di favori e ricchezze; si mischiava cioè la verità, con la superstizione e la leggenda. E’ nell’ambito di questa credenza popolare che nacque la leggendaria figura del “brigante Tomasìn”, al secolo Tommaso Comerlati.

 

Per tradizione popolare della Lessinia e di Velo Veronese in particolare si ricorda ancora la sanguinaria figura del “brigante Tomasìn”. Nacque in contrada Comerlati di Velo Veronese e gli furono attribuiti molteplici efferati delitti; spadroneggiò in Lessinia per decenni agli inizi del XIX° secolo, al tempo di Napoleone Bonaparte e con la scusa di contrastare il dominio francese iniziò a depredare e briganteggiare sui territori lessinici che a quel tempo erano appunto infestati da questa terribile piaga. Non v’era infatti strada o vallata della Lessinia che non fosse oggetto dei saccheggi e delle incursioni dei briganti.

 

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Ago 17 2016

QUEGLI ISLAMICI SENZA RISPETTO

Category: Chiesa Cattolica,Islamgiorgio @ 03:50

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Venezia. Chiesa di San Zulian

 

Era prevedibile, e bisognava impedirlo. Perché è assolutamente intollerabile. A Venezia c’è una bella chiesa, tra Rialto e San Marco, la chiesa di San Zulian, davanti alla quale passa una fiumana di gente, turisti italiani, europei, immigrati islamici. Molti entrano a visitarla. Gli islamici sono curiosi, ma di una curiosità irriguardosa. Perché ridacchiano, sghignazzano, si indicano uno con l’altro il crocifisso che sta proprio di fronte all’entrata, gli fanno le corna, gli si piazzano davanti per farsi fotografie. Per riderne anche dopo, a casa loro, o nel loro gruppo, vien da pensare.

 

Il parroco non sa come liberarsene. Vorrebbe non accoglierli, ma c’è una raccomandazione del Papa ad accogliere tutti coloro che vogliono entrare. La raccomandazione aggiunge esplicitamente: «Anche i musulmani».

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Ago 16 2016

ONETO: IL PARTITO DI SALVINI NON È PIÙ LA LEGA NORD

Category: Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 00:21

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Gilberto Oneto

 

La trasformazione della Lega Nord di Matteo Salvini da movimento federalista, autonomista e secessionista a formazione “ costituisce una metamorfosi politica?

Formiche.net ha rivolto l’interrogativo a Gilberto Oneto, architetto e scrittore supporter dell’indipendentismo della regione padano-alpina oltre che amico personale e collaboratore di Gianfranco Miglio, fondatore di MiglioVerde, oltre che editorialista in un recente passato del Giornale e di Libero.

 

Come giudica le evoluzioni del Carroccio?

Rientrano in un sostanziale tatticismo coerente con una tradizione di “cambiamenti” che non hanno fatto il bene del partito. Ma gli hanno permesso di sopravvivere in presenza di una leadership come quella di Umberto Bossi, che non accettava schemi né programmatici né ideologici in grado di limitare il suo strapotere personale. La principale preoccupazione del nuovo segretario delle “camicie verdi”, cui hanno lasciato in mano un cerino che si stava spegnendo, è stata di salvare la Lega Nord dall’estinzione. Lo ha fatto con coraggio e con qualche comprensibile compromesso ideologico.

 

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Ago 15 2016

L’ASSUNZIONE, L’ISLAM E LE CONTRADDIZIONI DELLA CIVILTÀ OCCIDENTALE

Category: Chiesa Cattolicagiorgio @ 01:02

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Assunzione della Vergine, dipinto a olio su tela (394×222 cm) di Tiziano, databile al 1535, conservato nel duomo di Verona a Verona.

 

di Don Massimo Lapponi

 

Uno dei pregiudizi più radicati, e più esiziali, della moderna mentalità occidentale è che la sfera dell’amore tra i sessi sia un ambito di natura strettamente privata, che non ha rilevanza per gli interessi comuni e in cui perciò la pubblica autorità, non solo statale ma anche religiosa, non ha né motivo né diritto di intromettersi. Non si è ripetuto ad usura in questi ultimo tempi: “Ora uno non può neanche amare come gli pare e piace?”

 

Che questo sia un pregiudizio infondato lo dimostra la più elementare riflessione: forse che non dipende dall’amore tra i sessi e dal mistero della generazione umana tutta la vita del mondo e tutto il suo avvenire? Si può dunque lasciare all’arbitrio individuale la stessa fonte della vita dei popoli?

 

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