Set 22 2024

QUNATE PAROLE USIAMO PER POTER PENSARE

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Ricordo che nel 1976 il linguista Tullio De Mauro,   scomparso nel gennaio 2017, aveva fatto una ricerca per vedere quante parole conosceva un ginnasiale: il risultato fu circa 1.600. 

Ripetuto il sondaggio venti anni dopo, il risultato fu che i ginnasiali del 1996 conoscevano dalle 600 alle 700 parole. 

Oggi io penso che sela cavino con 300 parole, se non di meno. 

E un problema? Si, è  un grosso problema, perchè, come ha evidenziato Heidegger, riusciamo a pensare limitatamente alle parole di cui disponiamo, perché  non riusciamo ad avere pensieri a cui non corrisponde una parola. 

Le parole non sono strumenti per esprimere il pensiero, al contrario sono condizioni per poter pensare.


Giu 04 2024

L’OLOCAUSTO DELLE PAROLE E DEL PENSIERO. PIÙ POVERO È IL LINGUAGGIO, MENO ESISTE IL PENSIERO.

Category: Cultura e dintorni,Pensieri e parolegiorgio @ 00:36

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L’olocausto delle parole e del pensiero di Cristoforo Clavé.

Più povero è il linguaggio, meno esiste il pensiero.

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′′ La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, passato semplice, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato…) dà luogo ad un pensiero al presente, limitato al momento, incapace di proiezioni nel tempo.

La generalizzazione del “tu”, la scomparsa delle maiuscole e della punteggiatura sono altrettanti colpi mortali portati alla sottigliezza dell’espressione.

Cancellare la parola ′′signorina′′ non solo è rinunciare all’estetica di una parola, ma anche promuovere l’idea che tra una bambina e una donna non c’è nulla.

Meno parole e meno verbi coniugati rappresentano inferiori capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.

Studi hanno dimostrato che parte della violenza nella sfera pubblica e privata deriva direttamente dall’incapacità di mettere parole sulle emozioni.

Senza parole per costruire un ragionamento, il “pensiero complesso” caro a Edgar Morin è ostacolato, reso impossibile.

Più povero è il linguaggio, meno esiste il pensiero.

La storia è ricca di esempi e gli scritti sono molti da Georges Orwell in 1984 a Ray Bradbury in Fahrenheit 451 che hanno raccontato come le dittature di ogni obbedienza ostacolassero il pensiero riducendo e torcendo il numero e il significato delle parole .

Non c’è pensiero critico senza pensiero. E non c’è pensiero senza parole.

Come costruire un pensiero ipotetico-deduttivo senza avere il controllo del condizionale? Come prendere in considerazione il futuro senza coniugare il futuro? Come comprendere una contemporaneità o un susseguirsi di elementi nel tempo, siano essi passati o futuri, nonché la loro durata relativa, senza una lingua che distingua tra ciò che sarebbe potuto essere, ciò che è stato, ciò che è, cosa potrebbe accadere, e cosa sarà dopo ciò che potrebbe accadere? 

Se un grido dovesse farsi sentire oggi, sarebbe quello rivolto a genitori e insegnanti: fate parlare, leggere e scrivere i vostri figli, i vostri studenti.

Insegna e pratica la lingua nelle sue forme più svariate, anche se sembra complicata, soprattutto se complicata. Perché in questo sforzo c’è la libertà. 

Coloro che spiegano a lungo che bisogna semplificare l’ortografia, scontare la lingua dei suoi “difetti”, abolire generi, tempi, sfumature, tutto ciò che crea complessità sono i becchini della mente umana. 

Non c’è libertà senza requisiti. Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza “.


Mag 12 2024

QUA FINISCE L’IO

Category: Conoscenza varie,Pensieri e parole,Veja migiorgio @ 22:06

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Qua   finisce l’io della superbia

Qui finiscono le gelosie. 

Qui finiscono le liti per i confini e per l’eredità. 

Qui finiscono tutti i risentimenti.

Qui finiscono tutti i malintesi. 

Qui finiscono le convinzioni. 

Qui finiscono gli odì, i soldi, le proprietà. 

Qui finiscono i dispetti. 

Qui finiscono le fantasie. 

Finiscono gli abbracci mai dati, le carezze mai avute, le parole dolci che non abbiamo speso. 

Qui si pareggia tutto, perché non siamo niente, se non l’espressione fisica della nostra anima che torna al luogo della Verità.

In questa vita siamo solo di passaggio…. 

Vogliamoci bene, viviamo  pienamente,  e cerchiamo di essere felice mentre siamo qui, perché da qui non porteremo via nulla,  se non l’amore che abbiamo dato.


Mag 07 2024

RIFLESSIONE ECCELLENTE…SULLA VITA

Category: Conoscenza varie,Pensieri e parolegiorgio @ 21:51

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Quando morirai, non preoccuparti del tuo corpo… i tuoi parenti faranno tutto il necessario secondo le loro possibilità.

Ti toglieranno i vestiti

Ti laveranno

Ti vestiranno

Ti porteranno via da casa e ti porteranno al tuo nuovo indirizzo.

Molti verranno al tuo funerale a ′′salutare”. 

Alcuni cancelleranno gli impegni e mancheranno anche a lavoro per andare al tuo funerale.

I tuoi averi, ciò che non ti piaceva prestare, saranno venduti, regalati o bruciati.

Le tue chiavi, i tuoi strumenti, i tuoi libri, i tuoi cd, le tue scarpe, i tuoi vestiti…

E stai sicuro che il mondo non si fermerà a piangere per te.

L’economia continuerà.

Nel tuo lavoro, sarai sostituito. Qualcuno con le stesse o migliori capacità, assumerà il tuo posto.

I tuoi beni andranno ai tuoi eredi….

I tuoi amici sinceri piangeranno qualche ora o qualche giorno, ma poi torneranno a ridere.

I tuoi animali si abitueranno al nuovo padrone.

Le tue foto, per un po’ di tempo, rimarranno appese al muro o continueranno su qualche mobile, ma poi verranno messe in fondo a un cassetto.

Qualcun altro si siederà sul tuo divano e mangerà sulla tua tavola.

Il dolore profondo a casa tua durerà una settimana, due, un mese, due, un anno, due… Dopo sarai aggiunto ai ricordi e poi la tua storia sarà finita.

Finito tra le persone, finito qui, finito in questo mondo.

Ma inizierà la tua storia nella tua nuova realtà… nella tua vita dopo la morte.

Nella tua nuova vita avrai solo bisogno del tuo spirito. 

E il valore di cui lo hai arricchito qui, sarà l’unica fortuna su cui conterai lì.

Questa fortuna è l’unica cosa che ti porterai via e si costruisce per tutto il tempo che stai qui. 

Quando vivi una vita d’amore verso gli altri e in pace con il prossimo, stai costruendo la tua fortuna spirituale.

Ecco perché prova a vivere pienamente, e sii felice mentre sei qui, perché, da qui non ti porterai via quello che hai.

 Prenderai solo quello che hai dato.


Apr 24 2024

CALLIGRAFIA 

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Vi ricordate il corsivo? Vi siete mai chiesti perché oggi non s’insegna più i ragazzi a scrivere in corsivo? E no, non è un caso che si tenda ad usarlo sempre meno.

Scrivere in corsivo vuol dire tradurre il pensiero in parole; ti obbliga a non staccare la mano dal foglio. Uno sforzo che stimola il pensiero, che ti permette di associare le idee, di legarle e metterle in relazione. Non a caso la parola corsivo deriva dal latino «currere», che corre, che scorre, perché il pensiero è alato, corre, s’invola. Scrivere in stampatello invece vuol dire, a detta degli psicologi dello sviluppo, «spezzettare il pensiero, sezionarlo in lettere, negare il tempo e il respiro della frase.» 

Naturale che il corsivo non abbia più posto nel mondo di oggi, un mondo che fa di tutto per rallentare lo sviluppo del pensiero, per azzopparlo. Pensate che il corsivo nacque proprio in Italia e poi si diffuse in tutto il mondo. Perché? Perché era una scrittura compatta, elegante, chiara. 

Ma la nostra è una società che non ha più tempo per l’eleganza, per la bellezza, per la complessità; abbiamo sinteticità ma non chiarezza, rapidità ma non efficienza, informazioni ma non conoscenza! Sappiamo troppo e troppo poco perché non siamo più in grado di mettere in relazione le cose. La gente non sa più pensare. Non sa più costruire un discorso. Ricordate quando alle elementari la maestra vi chiedeva di scrivere dei “pensierini”? Fanno tenerezza, nella loro disarmante semplicità, i primi temi scritti dai bambini, almeno quando sono i bambini a farlo. 

Pensierini, frasi ad effetto e slogan creati ad hoc per manipolare e stupire, ma certamente non per far pensare: ecco a cosa si è ridotta la cultura, l’informazione! Per questo bisognerebbe tornare a scrivere in corsivo, soprattutto a scuola. 

Perché qua non si tratta soltanto di recuperare uno stile di scrittura, ma di tornare a dare respiro ai nostri pensieri. 

Tutto ciò che ci fa vivere, che nutre l’anima, che sostiene lo spirito, è legato al respiro. Senza respiro, dicevano gli antichi greci, non c’è pensiero. E senza pensieri non c’è vita. 

Se sia importante o no, lo lascio decidere a voi.

Professor X


Apr 04 2024

ISCISCRIZIONE DI SERSE I

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Iscrizione di Serse I (486–465 aC), a Van; Anatolia – Asia Minore (Turchia) 

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Serse nacque nel 519 a.C. circa ed era figlio di un altro grande re persiano: Dario I. Entrambi facevano parte della dinastia degli Achemenidi.

Serse governò il popolo dei persiani a partire dal 485 a.C., quando venne a mancare il padre, e iniziò ad assumere la figura del despota brutale che mirava alla conquista della Grecia. 

Nel 481 a.C. il nuovo re persiano iniziò a preparare un nuovo attacco in grande stile contro gli avversari greci: con un enorme esercito (forse di centomila uomini) avrebbe dovuto attraversare l’Ellesponto su un colossale ponte di barche, raggiungere la Macedonia e da qui attraversare la Tessaglia per puntare direttamente su Atene. Una flotta di oltre mille navi avrebbe accompagnato l’avanzata militare muovendosi lungo la costa. 

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Mar 08 2024

SONO FEMMINILE NON FEMMINISTA

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Marina Miotto

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Mi ricordo anni ’90: la risposta di una giovane imprenditrice vicentina…che apostrofai come “femminista” per la sua capacità e determinazione nel gestire il personale in azienda: “Non mi offendere..io non sono una “femminista”…non sono una fallita…sono solo.. “femminile”… mi aggiunse poco dopo …”le femministe sono solo delle brutte copie dei difetti degli uomini.”


Feb 22 2024

L’ISTRUZIONE PERVERTE LA MENTE 

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 11:20

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L’istruzione perverte la mente, poiché ci opponiamo direttamente al suo sviluppo naturale, ottenendo prima le idee e poi le osservazioni.”

Questo è il motivo per cui così pochi uomini di cultura hanno buon senso come quello che è comune tra gli analfabeti.

Arthur Schopenhauer


Dic 18 2022

LE PAROLE DEL SAVI DELL’ANTICO EGITTO 

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La spada entra nel collo di chi la affila.

Fa’ del bene a chi ti fa del bene.

Nessuno conosce la propria sorte, quando fa progetti per il giorno dopo.

Il monumento dell’uomo é la sua perfezione: chi ha cattivo carattere viene dimenticato.

Dio conosce il malvagio. Dio punisce le sue colpe fino all’ultima goccia di sangue.

Il nome di un eroe poggia sulle sue imprese: esso non può perire in questa terra per l’eternità.

Quando fallisce una scure d’oro intarsiata di bronzo, fallisce anche un randello fatto con il legno del bosco.

PROVERBI ANTICHI (III e II mill. a.C.)

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Non preoccuparti di ciò che non si è ancora avverato, ma neppure rallegrati per ciò che non è ancora accaduto.

LAMENTAZIONI DELL’OASITA ELOQUENTE (Medio Regno)

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 Il buon carattere è il cielo dell’uomo.

INSEGNAMENTO PER MERIKARÊ (2050 a.C.)

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Abbi attenzione per la sala dei funzionari; vigila su tutto ciò che vi accade, poiché è su di essa che si basa l’ordine dell’intero paese. Non è dolce, no, amara è la funzione del visir; significa essere bronzo, quale quello che racchiude l’oro della casa del proprio padrone. Significa non inchinarsi ai principi e alle autorità e non procurarsi alcun seguace fra gente di alcun genere.

TESTO SEPOLCRALE DEL TARDO MEDJO REGNO

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Se sei uomo in posizione di dirigenza, sii paziente quando ascolti le parole di un postulante. Non respingerlo prima che si sia ripulito il corpo da ciò che voleva dirti. Non occorre che tutto ciò per cui ha supplicato accada, ma già essere ascoltati con attenzione rasserena il cuore.

INSEGNAMENTO DI PTAHHOTEP (ca. 2040 a.C.)

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Se sei giovane e hai preso moglie e hai una casa, pensa a come tua madre ti ha generato e allevato. Possa ella non biasimarti e non levare le mani a Dio, e Dio non prestare ascolto al suo grido.

INSEGNAMENTO DI ANY (ca. 1350 a.C.)

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Perfezionati al cospetto dei tuoi occhi, e bada che non sia un altro a perfezionarti.

INSEGNAMENTO DI GEDEFHOR (ca. 2650 a.C.)

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Ma il dissennato, che non dà retta, non può acquisire nulla per sé, poiché ritiene che la sapienza sia ignoranza e che l’utile sia nocivo; fa tutto a rovescio, cosicché viene biasimato ogni giorno; vive di ciò per cui si muore, e i crimini sono il suo pane… Non si bada alle sue azioni, poiché ogni giorno gli occorrono molte disgrazie.

INSEGNAMENTO DI PTAHHOTEP (ca. 2040 a. C.)

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Ago 31 2022

L’INTUIZIONE E’ QUALCOSA CHE PRECEDE LA CONOSCENZA ACCURATA

NIKOLA TESLA


Mag 22 2022

NON È NECESSARIO MOSTRARE BELLEZZA AI CIECHI NÉ DIRE VERITÀ AI SORDI..

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 07:52

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“NON È NECESSARIO MOSTRARE BELLEZZA AI CIECHI NÉ DIRE VERITÀ AI SORDI..

È SUFFICIENTE NON MENTIRE A CHI TI SCOLTA

NÉ DELUDERE CHI SI È FIDATODI TE.

LE PAROLE CONQUISTANO TEMPORANEAMENTE..

PERÒ I FATTI QUELLI SI’  CHE TI FANNO VINCERE O PERDERE PER SEMPRE”.

 


Mag 21 2022

NON C’È TIRANNIA PEGGIORE DI QUELLA ESERCITATA ALL’OMBRA DELLA LEGGE SOTTO IL CALORE DELLA GIUSTIZIA.

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 21:21

 

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NON C’È TIRANNIA PEGGIORE DI QUELLA ESERCITATA ALL’OMBRA DELLA LEGGE  SOTTO  IL CALORE DELLA GIUSTIZIA.

 

(MONTESQUIEU)

 


Feb 28 2020

TOUCH ME…..TOCA MI…..TOCCA A ME

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 19:59

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Le tocco il cuIo(ne) e mi rendo conto che, nonostante la montagna di anni che mi porto sulle spalle, la cosa non passa inosservata ai piani bassi.
Lei sorride.
Per quanto di cattivo gusto, soprattutto all’interno di un locale pubblico, questo mio gesto da teenager in calore sembra farle piacere.

Abbiamo passato una vita insieme.
La verità è che mi auguro di poterle toccare il cuIo anche nel corso della prossima.

I nostri figli sono diventati genitori.
I loro figli, i nostri nipoti, sono invece alla prese con i primi amori.
Corrisposti e non.
Tutto come da copione.

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Gen 12 2020

LA MIA ANIMA HA FRETTA.

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 17:32

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Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora. 

Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente. 

Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto. 

Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica,  non sono cresciute. 

Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta.

Non ho più molti dolci nel pacchetto. 

Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi  e che si assumano le proprie responsabilità.

Così si difende la dignità umana e si va verso la verità e onestà 

È l’essenziale che fa valer la pena di vivere. 

Voglio circondarmi da persone che sanno come toccare i cuori, di persone  a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima. 

Sì, sono di fretta,  ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare. 

Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. 

Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora. 

Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza. 

Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una. 

Mário de Andrade


Nov 22 2019

L’ULTIMA POESIA DI ROBERTO PULIERO IN OSPEDALE… “GRASSIE A CHI M’HA CURÀ” .

Roberto Pugliero

 

 

Il giorno 19 novembre, a 73 anni, si è spento Roberto Puliero, grande regista, attore e radiocronista storico dell’Hellas Verona.


Ricoverato a Borgo Trento, nelle ultime settimane ha scritto una poesia dedicata a dottori e infermieri che l’hanno curato.

 

GRASSIE A CHI M’HA CURÀ

Quando un giorno uno el se cata

ricoverado a l’ospedal,

più che ben, se po’ anca dir

che, struca struca… te stè mal

Ma, za dopo un par de giorni,

te te senti consolà,

e da una serie de attensioni

circondado e confortà!

Gh’è un bel sciapo de infermiere

che come ti te le ciami,

le se parcipita a iutàrte

come un supìo de tsunami!

Le te alsa, le te sbalsa,

le te senta, le te sbassa,

le te palpa, le te tasta,

le te dindola e strapassa

Fin da mattina imboressàde

la Federica o la Veronica

un’iniesson de bonumor

che la par la bomba ’tomica!

E le prova ad una ad una

sigalando un fià a la bona…

… che sia pronte par la sera

le cansone del Verona,

e le sistema le bandiere!,

parchè riva fin lassù

la gioiosità festosa

dei colori gialloblù!

… po’ gh’è Andrea, che te lo senti

quando riva el so vocion

che’l par proprio vegnù fora

da un Sior Todaro brontolòn

E Francesco che po’ se casco,

so a la fin contento istesso…

sono sicuro: co un colpetto

el me tira su dal cesso!

E gh’è la Elena col boresso

sempre annesso e incorporado

con la Kety a far da spalla

a quel “duo“ un fià scombinado

Fin che intanto la Michela,

coi so oceti birichini,

la te fa solo pensar

a pastissi e tortellini…

… e po’ gh’è la Paola capobanda:

per governar quelo che gh’è,

ela ghe basta un bel sorriso,

’na parola, anca un giossetin de te…

Du anni fa, forsi impisocado

e de sonno ancora storno,

m’era fin scapà da dir

“quasi quasi qua ghe torno!“

Ben, scusè, m’ero sbalià!…

Voi tornar ma no malà…

voi tornar pa ringrassiar

chi ogni giorno m’ha curà

con affetto e co umiltà

impinando el so lavoro

de amicissia e umanità

 R.P.


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