Set 08 2013

CHI COMANDA IN AMERICA

aipac

 

 

“OGNI VOLTA CHE FACCIAMO QUALCOSA

TU MI DICI CHE L’AMERICA FARA’ QUESTO O QUELLO…

DEVO DIRTI QUALCOSA MOLTO CHIARAMENTE:

NON PREOCCUPARTI DELLA PRESSIONE AMERICANA SU ISRAELE.

NOI, IL POPOLO EBRAICO, CONTROLLIAMO L’AMERICA 

E GLI AMERICANI LO SANNO”.

 

Ariel Sharon, Primo Ministro d’Israele, 31 ottobre 2001, risposta a Shimon Peres,

come riportato in un programma della radio Kol Yisrael.

 

 

Fonte: Facebook

 


Set 08 2013

IL PRESSING DELLA LOBBY PRO ISRAELE SUL CONGRESSO, IN 250 A WASHINGTON LA PROSSIMA SETTIMANA

US Syria

 

Duecentocinquanta membri dell’Aipac, la potente lobby americana pro Israele, saranno a Washington la prossima settimana per fare pressing sul Congresso e spingerlo a votare la risoluzione che Obama sottoporrà per chiedere l’autorizzazione ad un intervento militare in Siria.

Lo scrive Politico.com spiegando che “l’obiettivo sarà convincere ogni membro del Parlamento, dal momento che la ‘barbarie’ del regime di Assad non può essere tollerata e rinunciare ad agire vorrebbe dire ‘mandare un messaggio’ a Teheran che gli Stati Uniti non si opporrebbero alle azioni di paesi ostili impegnate nello sviluppo di armi di distruzione di massa. “La storia – ha detto al sito una fonte che ha chiesto di restare anonima – dimostra che l’ambiguità (nelle mosse degli Stati Uniti) spingono all’aggressione”.

Intanto i sondaggi mettono in allarme Barack Obama. Il sostegno del congresso non è scontato, come dimostrano queste rilevazioni condotte quotdianamente sui singoli membri dell’assemblea.

 

Fonte: visto su HUFFINGTONPOST.IT del 6 settembre 2013

Link: http://www.huffingtonpost.it/2013/09/06/pressing-lobby-israele_n_3882071.html?utm_hp_ref=italy

 


Set 08 2013

SIRIA: SMASCHERATO OBAMA! NESSUN CIVILE SA NULLA NELLA CITTA’ “VITTIMA” DELL’ATTACCO CHIMICO . NESSUNA TRACCIA DI MORTI E DI GAS. IL REPORTAGE DI UN GIORNALISTA ITALIANO GIUNTO A GHOUTA

vittime guerra siria

 

L’unico giornalista italiano a raggiungere i dintorni dell’area colpita dai gas, scrive di non aver trovato traccia dell’uso di gas né persone informate dei fatti…

di Gianandrea Gaiani.

 

Il gas sarin attribuito agli arsenali di Bashar Assad (che contano, a seconda delle stime, tra le mille e le 5 mila tonnellate armi chimiche) quante persone ha ucciso nei sobborghi di Damasco? Oltre 1.400 secondo l’intelligence statunitense e quanto riferito dal Segretario di Stato John Kerry, circa 350 secondo Medici senza frontiere che denunciano però 3.500 persone colpite, solo 280 secondo l’intelligence francese.

 

Gian Micalessin, reporter del Giornale e finora unico giornalista italiano a raggiungere i dintorni dell’area colpita dai gas a Ghouta, scrive oggi dal villaggio di Jobar di non aver trovato traccia dell’uso di gas  né persone informate dei fatti accaduti proprio in quella zona. 

Sui media di tutto il mondo quasi non si parla d’altro eppure pochi hanno diffuso una notizia che dovrebbe risultare invece di grande interesse per cercare di dipanare la matassa intorno all’impiego del gas nervino il 21 agosto nei sobborghi di Damasco.

 

Se il reportage di Micalessin è realizzato sul lato del fronte controllato dai lealisti il reportage firmato da Dale Gavlak (che da Amman collabora da anni con l’agenzia Associated Press) e Yahya Ababnehdel 29 agosto è stato effettuato dalla parte opposta, intervistando alcuni ribelli siriani appartenenti a gruppi islamisti attivi nel settore diGhouta che hanno ammesso le loro responsabilità nel massacro di civili del 21 agosto che Washington e parte della comunità internazionale attribuiscono ad Assad.

 

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Set 08 2013

A DAMASCO TRA MACERIE E PAURA. “MA QUI DEI GAS NON C’È OMBRA”

Category: Monolandia,Società e politica internazionalegiorgio @ 08:06

 

siria-guerra-palazzo-distrutto-

Le testimonianze raccolte dal nostro cronista, unico reporter italiano nell’area del presunto attacco chimico: “Le bombe sono un incubo. Eppure la storia del sarin…”

 

Ottocento metri più in là, oltre il fiume Barada, c’è Jobar, il villaggio punta di lancia dello schieramento ribelle che attraversa la piana di Ghouta, la foresta («ghouta» in arabo ndr) degli orrori dove a dar retta a Obama le armi chimiche avrebbero ucciso più di mille e cinquecento persone.

 

Qui, a meno di 800 metri, si stende uno dei quartieri più eleganti di Damasco, il preferito dalla borghesia cristiana della capitale. Ma anche qui eleganza e lusso hanno lasciato il posto a guerra e distruzioni. Il «Caffè di Roma» ne porta tutti i segni.

 

Una settimana fa, pochi giorni dopo la strage chimica destinata a far scattare l’intervento statunitense, le granate provenienti da Jobar sono esplose sul marciapiede qui davanti, hanno colpito in pieno Padre Amer, un prete siro cattolico sedutosi per un caffè pomeridiano. «Urlava, era in un lago di sangue, aveva la faccia distrutta, il fianco completamente aperto – ricorda Rania una ragazza cristiana – ora è ancora in ospedale preghiamo ogni giorno per lui».

 

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Set 08 2013

LA CNN FABBRICA LE NOTIZIE SULLA SIRIA

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Anderson Cooper della CNN è stato scoperto fabbricare false notizie sulla Siria per giustificare l’intervento militare

 

JG Vibes,  Intellihub, 30 agosto 2013

 

Il principale “testimone” che i media mainstream usano come fonte sulla Siria è stato colto a fabbricare notizie false. I recenti video dimostrano che “Danny il siriano”, il presunto attivista che accattona l’intervento militare sulla CNN, è in realtà solo un attore e un bugiardo a pagamento.  Mentre Assad è sicuramente un capo di Stato tirannico, l’invasione statunitense del Paese è lo scenario peggiore per il suo popolo. Facendo notare che i media mainstream orchestrano la loro copertura di questi eventi, non neghiamo che ci siano stragi e violenze in Siria in questo momento. Tuttavia, dimostriamo che la versione corrente dei media principali sugli eventi, viene scritta e inscenata in modo propagandistico. Il video seguente mostra le contraddizioni durante la trasmissione, dove si chiede ai membri della troupe di “tenere pronti i suoni della sparatoria”, per la videoconferenza con Anderson Cooper, sulla CNN.

 

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