Apr 24 2014

ARMENIA, 24 APRILE: ANNIVERSARIO DI UN GENOCIDIO DIMENTICATO

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Immagine tratta da “Ravished Armenia” (tr. Armenia violentata) un film americano del 1919 in gran parte andato perduto,  è   il primo film che ricostruisce la tragedia del popolo armeno

 

 

Intervista a Baykar Sivazliyan, docente universitario, esperto di Storia e letterature dell’area mediorientale e scrittore armeno.

 

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Baykar Sivazliyan

 

 

di GIANNI SARTORI

 

Iniziamo con qualche notizia biografica. In quali circostanze la sua famiglia è arrivata a Venezia?

 

Sono nato in una famiglia di sopravvissuti al Primo Genocidio del Ventesimo secolo.

I miei nonni venivano da parte di mio padre dalla città di Sivas e quelli di mia madre dalla città di Erzurum, entrambi situati in Anatolia, nell’Armenia Occidentale con una forte presenza armena di cittadinanza ottomana, annientata durante il Genocidio perpetrato dal governo Ottomano dei Giovani Turchi fra gli anni 1915-21. Attualmente in tutte due le città non esistono più armeni, come in tutta l’area circostante dell’Armenia Storica.

Successivamente, dopo il Pogrom del 1956 contro i greci e il golpe militare del 1960, le minoranze in Turchia non avevano più un futuro garantito. Nel 1966 i miei genitori mi hanno mandato, da solo, avevo 12 anni, a Venezia dove allora esisteva ancora un Collegio Armeno e dove ho finito le medie e il liceo. In seguito ho frequentato l’Università Cà Foscari. Subito dopo la laurea ho iniziato ad insegnare, prima nel Liceo Armeno e di seguito presso l’Università Statale di Milano, la lingua armena. Fra gli anni 1999-2005 ho avuto anche un incarico di insegnamento di Lingua e Letteratura Turca presso l’Università di Lecce, in quanto sono specializzato sia nella Storia Medio Orientale che in Lingua e Letteratura Turca.

 

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Dic 11 2013

NAKBA: DI CATASTROFI NE ACCADONO QUOTIDIANAMENTE.

terra santa libera

 

 

MARCO VARASIO

 

Perchè sappiamo che Palestina non indica una remota ragione dall’altra parte del mondo, ma semplicemente un paese sull’altra sponda del Mar Mediterraneo.

 

Perchè sappiamo quale sia il dramma delle donne palestinesi incinte forzate a partorire ai checkpoint israeliani.

 

Perchè sappiamo che la colonie israeliane sono costruite su terra rubata ai palestinesi.

 

Perchè sappiamo cogliere la poesia e la storia che si cela dietro una chiave tramandata da padre in figlio, per generazioni.

 

Perchè sappiamo che un olivo che viene bruciato, o una casa che viene giornalmente demolita, è un pezzo di dignità che viene calpestato.

 

Perchè sappiamo che la striscia di Gaza è la più grande prigione a cielo aperto mai esistita.

 

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Ott 10 2013

DISFARE L’ITALIA

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L’Italia non va salvata dalla crisi, ma da se stessa: l’Italia va disfatta. Disfare l’Italia significa due cose: secessione e autogoverno delle comunità, drastica riduzione dei poteri e degli ambiti del governo ad ogni livello.

 

Il diritto alla secessione è un diritto naturale, perché scaturisce dal diritto a disporre liberamente della propria persona. Il diritto alla secessione ha la medesima origine e la stessa sacralità del diritto all’autogoverno. Se posso decidere chi mi governa, devo anche poter decidere che cosa mi governa. Ne consegue che ogni comunità – dal singolo nucleo familiare a intere regioni del Paese – ha il diritto, in ogni momento, di secedere dal corpo politico di cui fa parte (senza peraltro averlo mai scelto né deciso) per autogovernarsi come meglio crede. Quando una Costituzione nega un diritto naturale, è da considerarsi nulla e illegittima, e come tale decaduta. Ne consegue che il diritto naturale alla secessione e all’autogoverno è anche un diritto costituzionale, indipendentemente da ciò che la Costituzione attuale contiene.

 

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Ott 10 2013

GLI STATI NON SONO ETERNI. AVANTI COL SOGNO DI ARPITANIA

Category: Autonomie Indipendenze,Popoli e nazionigiorgio @ 00:02

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di  HENRIET JOSEPH*

 

L’idea di Arpitania nacque nei primi anni del ‘70. Non mi ero mai occupato di politica, o meglio di partitica nella mia adolescenza.  Nel 1969 andai ad insegnare in Svizzera, nel Giura bernese.  In quel periodo il Giura  lottava per distaccarsi da Berna, Cantone tedesco,  e formare un nuovo Cantone indipendente per poter meglio difendere l’appartenenza alla  francofonia. Paragonai il comportamento dei nostri politici  con quello dei giurassiani; i nostri  si proclamavano anti-italiani, ma anti-italiani lo erano solo  a parole.  In pratica, accettando e rispettando la giurisdizione italiana, si comportavano come  dei collaborazionisti con il nemico che dicevano di voler combattere.  Con tale strategia, non sarebbero mai giunti a difendere il nostro particolarismo e  col tempo saremmo stati completamente italianizzati. Maturai l’idea che anche in Valle d’Aosta, se si voleva veramente ed efficacemente difendere  la propria identità, si sarebbe  dovuto intraprendere una politica secessionista,  di distacco da Roma.

 

Tornato dunque dalla Svizzera, radunai alcuni amici ed esposi  loro le mie idee, il mio nascente progetto politico.

 

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Set 28 2013

RUSSIA – PUTIN: DIFENDERE L’IDENTITÀ NAZIONALE, BASATA SUI VALORI RELIGIOSI

 

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Il capo di Stato russo interviene al forum Valdai Club, dedicato all’identità russa, e punta tutto su fede e morale ‘tradizionale’ contro il politically correct occidentale: “Le minoranze vanno rispettate ma i diritti della maggioranza non vanno messi in discussione”.

 

Mosca (AsiaNews/Agenzie) – La gente “perderà la propria dignità umana senza i valori del cristianesimo e delle altre religioni del mondo, senza quei parametri morali che hanno impiegato millenni per essere definiti“. A parlare è il presidente russo Vladimir Putin, intervenuto il 19 settembre alla sessione di chiusura del Valdai Club, il forum internazionale organizzato dall’agenzia Ria Novosti e che porta a confronto politici, analisti russi e società civile dalla Russia e dall’estero. L’edizione di quest’anno, la decima, era dedicata alla ricerca dell’identità russa.

 

Crediamo che sia naturale e appropriato difendere quei valori – ha detto il capo del Cremlino – ogni minoranza merita rispetto per la sua identità distintiva, ma i diritti della maggioranza non devono essere mesi in discussione“. Putin, che da sempre ha puntato sul ruolo della Chiesa ortodossa russa e sui “valori tradizionali” per cementare l’immenso e multietnico Paese intorno a un’idea comune di patria, è stato ben attento a distribuire ugual peso a tutte le comunità e confessioni. A suo dire, la Russia non potrà andare avanti senza un’autodeterminazione nazionale e culturale, perché in questo caso non sarebbe in grado rispondere alle sfide interne ed esterne.

 

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Set 27 2013

LA STORIA DI MOHAMMED, UN BIMBO PALESTINESE SENZA ARTI CURATO DAGLI ISRAELIANI, SOLIDARIETÀ SEMPRE!

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Un bambino palestinese, nato con una rara malattia, ha subito l’amputazione delle braccia e dei piedi ed è stato abbandonato dai suoi genitori che si vergognavano della sua disabilità. Ora vive in un ospedale israeliano accudito da suo nonno. La storia del piccolo,  Mohammed al-Farra è quella di un bambino palestinese che oggi ha tre anni e mezzo e che è costretto a vivere con persone diverse dai suoi genitori. Perché i suoi genitori lo hanno abbandonato.

 

La storia del bambino palestinese, appresa da fanpage.it, e uno spaccato di vita, purtroppo come tanti  che si riscontra anche nei paesi occidentali. L’hanno lasciato in quanto si vergognavano della sua disabilità: Mohammed è nato a Gaza con una rara malattia genetica e ha subito l’amputazione delle braccia al livello del gomito e dei piedi. I medici ritengono che la sua malattia sia stata causata dalla reiterata pratica dei matrimoni tra consanguinei nella sua famiglia. Subito dopo la nascita il piccolo fu portato in ospedale per cure urgenti: “Durante le cure sua madre lo ha abbandonato perché il padre, provando vergogna per la disabilità, l’aveva minacciata di prendere una seconda moglie se non avesse lasciato il figlio e non fosse tornata a casa”. Parole, quest’ultime, pronunciate dal nonno del bambino che oggi si prende cura di lui in un ospedale israeliano.

 

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Ago 24 2013

SHLOMO SAND: COME FU INVENTATO IL POPOLO EBRAICO

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(fonte: Miguel Urbano Rodriguez)

 

Shlomo Sand fu oggetto di una valanga di insulti in Israele quando pubblicò il libro dal titolo “Come fu inventato il Popolo ebraico”.

 

Il testo smonta miti biblici che costituiscono la base dello Stato sionista di Israele.

Professore di Storia Contemporanea all’Università di Tel Aviv, Shlomo Sand nega che gli ebrei siano un popolo con un’origine comune e sostiene che fu una specifica cultura e non la discendenza da una comunità arcaica unita da legami di sangue lo strumento principale del fermento protonazionale.

A suo avviso, lo “Stato ebraico di Israele” lungi dall’essere la concretizzazione del sogno nazionale di una comunità etnica con più di 4000 anni, fu invece reso possibile da una falsificazione della storia stimolata, nel XIX secolo, da intellettuali come Theodor Herzl.

Mentre accademici israeliti insistono nel sostenere che gli ebrei sono un popolo con uno specifico DNA, Sand, fondandosi su una documentazione esaustiva, ridicolizza questa tesi senza alcun fondamento scientifico.

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Ago 08 2013

SARDEGNA – LO STATO ITALIANO IMPONE DI TOGLIERE I CARTELLI IN SARDO

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STOP AI CARTELLI IN SARDO ALL’INIZIO E ALLA FINE DEL CENTRO ABITATO. LA DIRETTIVA ARRIVA DALLO STATO

Con una circolare del Ministero i Comuni sardi sono invitati ad adeguarsi alle disposizioni statali.

 

“La circolare con la quale lo Stato invita i Comuni sardi a togliere i cartelli in sardo all’inizio e alla fine centro abitato è l’ennesimo atto di arroganza e ignoranza che va respinto al mittente senza un attimo di esitazione. Ad una circolare di questa natura bisogna rispondere facendo l’esatto contrario, indicando all’ingresso di ogni comune anche il nome in sardo del paese, con la stessa evidenza di quello in italiano. Non è tollerabile che una pseudo direzione Generale della Sicurezza stradale anziché occuparsi dei pericoli delle strade sarde non trovi di meglio che esercitarsi in un volgare quanto fuori luogo parere con il quale dichiara illegittimi i cartelli stradali con la scritta in lingua sarda”.

 

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Giu 07 2013

LA VIA EUROPEA AL TOTALITARISMO NATURALE

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I popoli dell’Occidente stanno accettando pacificamente e senza pubblico dibattito la soppressione graduale dei principi ritenuti fondamentali per il diritto e la legittimità, come fino a pochi anni fa erano intesi.

 

Se, negli anni ’80, avessimo proposto di trasferire le leve macroeconomiche monetarie a una banca internazionale totalmente autonoma e irresponsabile, saremmo stati presi per matti; e se avessimo proposto una forza militare internazionale per reprimere le proteste sociali dovute a una grave depressione economica, saremmo stati isolati e accusati di nazismo.

 

La finanziarizzazione dell’economia ha sottoposto alla guida di interessi speculativi di cerchie ristrette la produzione di beni e servizi per la collettività, la distribuzione delle risorse, i livelli e le condizioni occupazionali, la facoltà di concentrare i redditi, regolare moneta e credito, demolire lo stato sociale e redistributivo, far competere i lavoratori dei paesi avanzati con quelli pagati un ventesimo e senza diritti sindacali.

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Mag 23 2013

LIBRO ISRAELIANO CHE INCITA AL MASSACRO DEI NON EBREI DIVENTA BESTSELLER

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Yitzhak Shapiro (a destra)

 

GERUSALEMME – Un rabbino ebreo ha pubblicato un libro che dà il permesso di uccidere i non ebrei, tra cui neonati e bambini, che possono costituire una minaccia reale o potenziale per gli ebrei o Israele. “E’ lecito uccidere i Gentili, ovvero i non-ebrei, anche se non sono responsabili diretti di una minaccia“, ha affermato il rabbino Yitzhak Shapiro, responsabile religioso della colonia Yitzhar nella Cisgiordania occupata, nel suo libro “La Torah del Re“. Egli sostiene che i goyem (un epiteto dispregiativo per i non ebrei), può essere ucciso se minaccia Israele. “Se uccidiamo un Gentile che ha peccato o ha violato uno dei sette comandamenti – in quanto noi abbiamo a cuore i comandamenti – non c’è niente di sbagliato nell’omicidio.

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Mag 14 2013

DENTRO DI NOI C’È UNA BATTAGLIA FRA DUE LUPI

Category: Pensieri e parole,Popoli e nazionigiorgio @ 00:53

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Dentro di noi c’è una battaglia fra due lupi

Uno è il diavolo. E’ la rabbia, la gelosia, l’avidità, risentimento, bugie, inferiorità e l’ego.

L’altro è buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità compassione, umiltà e fede.

E quale vince?

Quello che nutri di più!!!

(proverbio Cherokee)

 


Mag 13 2013

SALVATORE GIULIANO A DISPOSIZIONE DEGLI STATI UNITI PER CONTRASTARE IL COMUNISMO: ECCO IL DOCUMENTO

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Salvatore Giuliano

 

-Redazione 1 maggio 2013-

Salvatore Giuliano aveva dichiarato di essersi messo a disposizione degli Stati Uniti per contrastare i comunismo.

 

Il documento è allegato al Rapporto giudiziario con il quale i marescialli dell’Arma dei Carabinieri, Lo Bianco, Calandra e Santucci  denunciarono il 4 settembre 1947 Giuliano e la sua banda, quali esecutori materiali della strage di Portella della Ginestra.

Questo Rapporto, in realtà, ebbe la supervisione dell’ispettore di P.s. Ettore Messana, che pur avendo abbandonato il suo incarico dopo i fatti del 1°maggio 1947, grazie alla denuncia politica espressa dal dirigente comunista Girolamo Li Causi, tuttavia rimase nei fatti al suo posto gestendo la fase terminale della sua carriera con la cura scrupolosa di quell’atto di denuncia all’autorità giudiziaria.

Si tratta del primo atto di depistaggio costruito a tavolino da un organo dello Stato, nel quale il fenomeno del banditismo è rigidamente chiuso dentro i suoi confini territoriali, ma nel quale, però, gli stessi Carabinieri non poterono fare a meno di riferire quanto era sotto gli occhi di tutti.  Che, cioè,  la manovra eversiva partita il 1°maggio era proseguita il successivo 22 giugno con gli assalti alle Camere del Lavoro e alle sedi del Pci e dei socialisti in ben sette comuni della provincia di Palermo, con altri morti e decine di feriti.

L’obiettivo, aveva detto il bandito Pasquale ‘Pino’ Sciortino era quello di provocare la reazione (e poi la repressione) in tutte le altre provincie siciliane.

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Apr 29 2013

QUANDO IL SANGUE DELLE TUE VENE RITORNERÀ AL MARE, LA POLVERE DELLE TUE OSSA RITORNERÀ ALLA TERRA, FORSE RICORDERAI CHE QUESTA TERRA NON APPARTIENE A TE, MA CHE TU APPARTIENI A QUESTA TERRA…

Category: Pensieri e parole,Popoli e nazionigiorgio @ 07:57

quando il sangue delle tue vene


Apr 07 2013

I PATRIOTI TRICOLORITI CONTRO EVA KLOTZ. OGGI SIAMO TUTTI TIROLESI!

Category: Autonomie Indipendenze,Popoli e nazionigiorgio @ 12:00

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 Eva Klotz 

 

di GILBERTO ONETO

 

Che il “patriottismo sia l’ultimo rifugio dei mascalzoni” lo aveva affermato  Samuel Johnson anche senza conoscere l’Italia di oggi. Se avesse assistito all’ultima puntata di “Servizio Pubblico” sarebbe sicuramente stato assai meno moderato nel linguaggio.

La presenza di Eva Klotz, che ha detto solo una serie di cose di normale buon senso, ha scatenato la reazione rabbiosa di tutti i presenti, che hanno messo da parte ogni divisione ideologica, partitica e politica. Tutti si sono accaniti contro la signora Klotz con astio, cattiveria, mediterraneo complesso di superiorità. Tutti – comunisti, fascisti – si sono gettati con livore, sghignazzando, facendo battute idiote, sfoderando i peggiori luoghi comuni patriottici, con il supporto di una claque di grillini e sinistri che si è  trasformata per l’occasione nella folla oceanica di Piazza Venezia: roba da “spezzeremo le reni al Tirolo”, roba da far commuovere il cuore cingolato del Presidente.

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Mar 14 2013

GLI HUNZA, LA POPOLAZIONE PIÙ LONGEVA AL MONDO

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Il popolo degli   Hunza

Con questo articolo completo la tematica iniziata tramite l’articolo “Digiuno terapeutico, nutrimento per l’anima”

Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti.
 E’ il popolo degli Hunza: questa popolazione non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc…

Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.
La nostra élite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.
 Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.

 

DIGIUNO E PRODOTTI VEGETALI

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Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”.   L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.
 Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni.  Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.

Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Ralph Bircher evidenzia che, se necessario, un Hunza in 24 ore può arrivare a marciare per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi per mangiare o dormire.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, erano assoldati come portatori.

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