Giornata della Memoria: una scritta razzista del 1942 ancora in parte visibile sul Liston, documento della propaganda fascista che preparò la Shoah. È come un capitolo del libro che Claudio Magris ha dedicato alla tragedia
C’è un Muro del Pianto a Verona, documento della Shoah, il genocidio degli ebrei di cui ogni anno si fa memoria il 27 gennaio. E’ in Bra, sul Liston. Sta proprio davanti al posto dove da lunedì 23 gennaio, per una settimana, sarà portato un vecchio carro bestiame delle Ferrovie dello Stato italiane: quello è un simbolo, è un vagone del tipo che fu usato anche per deportare i catturati nei lager. Il muro invece è un documento storico autentico. Reca tuttora i resti di una scritta che vi fu impressa nel 1942 dalla propaganda fascista a caratteri maiuscoli: OGNI EBREO E’ UNA SPIA.
1304, nascono in Veneto i Bigoli, la prima pasta per estrusione al mondo.
Le tracce storiche di questa pasta risalgono già al 1300. Durante la guerra che la Serenissima Repubblica ingaggiò con i turchi colpevoli di affondare le navi che trasportavano il prezioso grano duro, a un pastaio addetto al vettovagliamento venne l’idea di usare la poca farina di grano duro che restava, mischiata al grano tenero in modo da formare un grosso spaghetto. Ebbe un tale successo che il nome “bigolo” può essere rintracciato anche in famose ballate e filastrocche popolari dell’epoca.
Ma è solo a partire dal 1600 che i Bigoli entrano effettivamente “in produzione”. Nel 1604 un pastaio di Padova, Bartolomio Veronese detto Abbondanza, venne autorizzato dall’allora Consiglio del Comune a godere del brevetto di un macchinario di sua invenzione che presto prese il nome di Torcio Bigolaro. Costruito in legno, questo particolare torchio aveva forma cilindrica e permetteva di comprimere l’impasto con una leva o a volte con un manubrio, facendolo passare attraverso una trafila a fori larghi dai 2 ai 2,5 mm, per formare il bigolo e altri formati di pasta. Il signor Abbondanza infatti pare che produsse diversi tipi di pasta lunga.
Ma dovrebbe essere anche un diritto. Nel senso che a nessuno, dico: NESSUNO, dovrebbe essere negata la possibilità di effettuare indagini e andare alla ricerca di prove attorno ad una pretesa verità storica.
Perché se non si garantisce questa libertà, allora ciò che si ricorda rischia di esser preso da minoritarie e tuttavia sempre più estese fasce della popolazione non per fatto realmente accaduto, bensì come semplice narrazione della versione dei vincitori.
E sicuramente non si vorrebbe questo, perché un racconto fazioso, unilaterale e dal sapore latamente propagandistico ha un valore nettamente inferiore rispetto a resoconti su cui è sempre possibile indagare, approfondire, scavare, cercare conferme e/o smentite.
Ripetere una tesi all’infinito non la rende più credibile: a meno che la gente abbia una gran voglia di crederla. Vale per i politici e vale per i magistrati, perchè l’aria che tira non risparmia neanche loro, anzi, lo spazio mediatico calante delle loro sparate dice già molto. Però, ecco, al quarto o quinto giorno in cui tocca leggere degli slogan sospesi nel nulla («i magistrati italiani lavorano di più», «i magistrati italiani sbagliano pochissimo», roba così) viene da chiederselo: scusate, ma pensate davvero che qualcuno vi creda? Pensate forse che chi tace acconsenta?
E allora raccontiamo una vicenda accaduta a Bologna a settembre, e resa nota – si fa per dire – nei giorni scorsi. Seguite lo schema di quello che è accaduto, e che è documentalmente provato: un pm chiede un arresto, il gip gli respinge la richiesta, il pm allora fa appello al Tribunale del riesame che convoca l’udienza per decidere: ma, forse per errore, il tribunale notifica all’avvocato l’accoglimento della richiesta del pm (mettere il tizio in galera) il giorno prima che si tenga l’udienza per deciderlo. E’ come se a un imputato fosse consegnata la sentenza di condanna prima ancora che inizi il processo.
Monreale, Duomo: “Rebecca abbevera Abramo e i suoi cammelli”.
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I cammelli di Abramo
I cammelli fanno spesso capolino nella storia biblica.
In Genesi 12,14-15-16, per esempio, il faraone ne regala alcuni ad Abramo.
([14]Appunto quando Abram arrivò in Egitto, gli Egiziani videro che la donna era molto avvenente. [15]La osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone; così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone. [16]Per riguardo a lei, egli trattò bene Abram, che ricevette greggi e armenti e asini, schiavi e schiave, asine e cammelli.)
Gli animali compaiono anche in altri passi:
(Genesi 24,10-11)
[10]Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò nel Paese dei due fiumi, alla città di Nacor. [11]Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo d’acqua, nell’ora della sera, quando le donne escono ad attingere.
Di cammelli si parla in relazione a Isacco (Genesi 24,61-64),
[61]Così Rebecca e le sue ancelle si alzarono, montarono sui cammelli e seguirono quell’uomo. Il servo prese con sé Rebecca e partì. [62]Intanto Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roi; abitava infatti nel territorio del Negheb. [63]Isacco uscì sul fare della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli.
a Giacobbe, nipote di Abramo (Genesi 30,43 e 32,16),
[43]Egli si arricchì oltre misura e possedette greggi in grande quantità, schiave e schiavi, cammelli e asini.
[16]trenta cammelle allattanti con i loro piccoli, quaranta giovenche e dieci torelli, venti asine e dieci asinelli.
Nell’esodo, si legge cheil cammello è anche una delle ricchezze del faraone.
Però vi è un ma!..…Un grosso ma! Che mi fa dire che, chi ha scritto l’Esodo, dalla finestra non vedeva l’Egitto.
Vi siete mai chiesti perché la lingua italiana è una delle poche al mondo ad avere il congiuntivo? E perché i media e i giornali lo usano sempre meno? E no, qua l’ignoranza non c’entra nulla!
O meglio non solo: c’è un altro motivo, diverso e più sottile!
Il congiuntivo è il regno del forse; esprime una situazione ipotetica, serve per formulare ipotesi, supposizioni, teorie. È come fare un appuntamento al buio; tutto «sembra», «pare», «potrebbe». L’indicativo, invece, esprime una certezza.
È sempre necessario sapere quando finisce una fase della vita.
Se insisti a rimanere in essa oltre il tempo necessario, perdi la gioia e il senso del resto.
Chiudere cerchi, o chiudere porte, o chiudere capitoli, come preferisci chiamarlo.
L’importante è riuscire a chiuderli e lasciare andare i momenti della vita che si sono conclusi.
Non possiamo vivere il presente rimpiangendo il passato, né tantomeno domandandoci il perché.
Quello che è successo, è successo, e bisogna lasciarlo andare, bisogna staccarsene.
Non possiamo essere eternamente bambini, né adolescenti tardivi, né dipendenti di aziende inesistenti, né avere legami con chi non vuole essere legato a noi.
Don Rino Breoni ha collaborato al periodico VERONA IN, chiuso lo scorso anno dopo 20 anni di vita. Don Rino volle raccogliere gli articoli pubblicati in un libriccino dal titolo “Adagio… non troppo” di cui mi affidò una breve presentazione. Ricordo che dopo averla letta mi chiamò al telefono dicendomi «Te m’é propio centrà!» e questo fu per me motivo di grande soddisfazione perché ci tenevo molto a questo prete. Eccola quella presentazione:
Manoscritto dell’Archivio capitolare di Vercelli (IX secolo) che raffigura il Concilio di Nicea, presieduto da Costantino che condanna gli eretici ariani.
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Costantino “ripudiò” la prima moglie Minervina e non si sa che fine abbia fatto. Uccise suo figlio Crispo e bollì la seconda moglie Fausta nell’olio, o cotta nel bagno turco, non è ancora stato chiarito.
Costantino fu informato dai Sacerdoti del suo tempo che non c’era perdono per i suoi crimini.
Costantino cercò una soluzione per uscirne.
“Intorno all’anno 325,Costantino, l’Imperatore Romano pagano, riunì i vescovi della Cristianità a Nicea, in quello che fu considerato il primo Concilio della Chiesa: è l’atto di nascita della Chiesa Cattolica.
A Nicea, il concilio ecumenico prese delle decisioni importanti come condannare definitivamente Ario e l’arianesimo.
Si stabilì il cosiddetto “Simbolo Niceno”, una formula di fede che, è ancora oggi il principale punto di riferimento dottrinale della Chiesa cattolica.
Il Concilio decretò il trionfo dell’homooùsion, cioè che il Padre e il Figlio sono della stessa sostanza e sono coeterni, la formulazione finale di questo dogma si ritrova nel Credo niceno.
Si occupò e risolse altre questioni disciplinari e canoniche, una buona panoramica dei problemi e delle preoccupazioni pastorali della Chiesa all’inizio del IV secolo.
E così accadde che, dopo mesi di discussioni, il Concilio, talvolta con una maggioranza esigua nelle votazioni, decise quali dei manoscritti fossero la “Parola di Dio” e quali no”, quelli cioè che dovevano essere osservati e conservati validi ed entrare nel canone.
Ecco un elenco di alcuni dei libri non più inseriti nel canone.
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APOCRIFI DELL’ANTICO TESTAMENTO
. I Libri di Adamo ed Eva
La vita di Adamo ed Eva
L’Apocalisse di Mosè
Il Libro Slavo di Eva
Gli Scritti Attribuiti ad Enoch
Il Grande Libro Profetico di Enoch
Il Libro Perduto di Noè
L’Apocalisse di Baruch
La Visione del Paradiso
La Storia di Ahikar
L’Antica Versione Armena
Il Libro Antico Ritrovato
Il libro delle Guerre
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APOCRIFI DEL NUOVO TESTAMENTO
I Vangeli dell’Infanzia di Cristo
Il Protovangelo, o l’Originale Vangelo di Giacomo
Il Vangelo di Tommaso il Dubbioso
Il Vangelo dello Pseudo-Matteo
Il Vangelo Arabo dell’Infanzia
I Vangeli di Nicodemo
Il Vangelo Greco di Nicodemo
Un Vangelo Successivo
Lo Strazio dell’Inferno
Gli Atti di Pilato
Le Lettere di Pilato
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LIBRI MENZIONATI NELLA BIBBIA, MA OGGI PERDUTI.
Anche alcuni brani della Vulgata sono “scomparsi”. Non sono presenti nelle versioni moderne e neppure nelle cosiddette “versioni originali” di cui oggi disponiamo.
13 passi della Bibbia ufficialmente scomparsi 11 Antico Testamento e 2 Nuovo Testamento
Un albero sepolto per 42.000 anni ha offerto agli scienziati una visione senza precedenti del campo magnetico terrestre durante un evento di quasi inversione.
L’antico albero, dissotterrato durante l’espansione dell’impianto geotermico a Ngāwhā, misura 65 piedi di lunghezza e 8 piedi di diametro.
La datazione al radiocarbonio rivela che è vissuto tra 41.000 e 42.500 anni fa, durante un periodo noto come Escursione di Laschamp, quando i poli magnetici della Terra vacillarono ma non si invertirono completamente.
Gli anelli di crescita del kauri hanno preservato una cronologia dettagliata di questo sconvolgimento magnetico, offrendo spunti su come i cambiamenti nel campo magnetico terrestre influenzano il pianeta.
Durante tali eventi, il campo magnetico indebolito consente un aumento delle radiazioni cosmiche, ponendo rischi per la vita e la tecnologia moderna.
1- Non chiamare qualcuno più di due volte di seguito. Se non risponde, probabilmente ha qualcosa di importante da fare.
2- Restituisci i soldi che hai preso in prestito prima ancora che la persona se ne ricordi o li richieda. Questo dimostra integrità e rispetto. Lo stesso vale per ombrelli, penne e contenitori per il pranzo.
3- Non ordinare mai il piatto più costoso quando qualcuno ti offre un pranzo o una cena.
4- Non fare domande imbarazzanti come “Non sei ancora sposato?” o “Non hai figli?” o “Perché non hai comprato una casa?” o “Perché non hai una macchina?” Non sono affari tuoi.
5- Apri sempre la porta a chi arriva dietro di te, indipendentemente dal fatto che sia un uomo o una donna, più grande o più giovane. Trattare bene gli altri in pubblico non ti sminuisce.
6- Se prendi un taxi con un amico e lui paga questa volta, cerca di pagare tu la prossima.
7- Rispetta le opinioni diverse dalle tue. Ricorda che ciò che per te è un 6, per qualcun altro può sembrare un 9. E un secondo punto di vista è sempre utile.
8- Non interrompere mai chi sta parlando. Ascolta fino alla fine, poi esprimi il tuo pensiero.
9- Se scherzi con qualcuno e lui/lei non sembra divertirsi, smetti e non rifarlo. Questo dimostra rispetto e sensibilità.
10- Di’ sempre “grazie” quando qualcuno ti aiuta.
11- Fai complimenti in pubblico, critica in privato.
12- Non c’è quasi mai motivo di commentare il peso di qualcuno. Limìtati a dire: “Stai benissimo”. Se vogliono parlare di perdere peso, lo faranno loro.
13- Quando qualcuno ti mostra una foto sul telefono, non scorrere a destra o a sinistra. Non sai mai cosa potrebbe esserci dopo.
14- Se un collega ti dice che ha un appuntamento dal medico, non chiedere il motivo. Di’ semplicemente: “Spero vada tutto bene”. Non metterlo nella posizione scomoda di dover spiegare la sua salute personale.
15- Tratta chi fa le pulizie con lo stesso rispetto che riservi a un amministratore delegato. Nessuno sarà colpito dalla tua maleducazione verso chi ha un ruolo inferiore, ma tutti noteranno se li tratti con rispetto.
16- Se qualcuno ti parla, guardare il telefono è segno di maleducazione.
17- Non dare mai consigli non richiesti.
18- Quando rivedi qualcuno dopo tanto tempo, evita di chiedere l’età o quanto guadagna, a meno che non sia lui a parlarne.
19- Fatti gli affari tuoi, a meno che la questione non ti riguardi direttamente. Resta fuori dalle situazioni che non ti competono.
20- Togliti gli occhiali da sole quando parli con qualcuno per strada. È un segno di rispetto e il contatto visivo è importante quanto le parole.
21- Non parlare delle tue ricchezze in presenza di chi ha poco. Allo stesso modo, non parlare dei tuoi figli davanti a chi non può averne.
22- Grazie per aver ascoltato
23- Grazie per questo messaggio L’apprezzamento è il modo più semplice per ottenere ciò che non hai ancora.
Il pandoro è un tipico dolce veronese che viene consumato soprattutto durante le festività natalizie, gran sostituto del “milanese” panettone.
È uno dei dolci natalizi più tipici in Italia. Deriva dal nome in lingua veneta“pan de oro” e veniva servito sulle tavole dei ricchi veneziani insieme al nadalin. Le origini della ricetta sono da ricercare ai tempi dell’antica Roma, e se ne fa menzione in uno scritto minore che risale al primo secolo d.C., ai tempi di Plinio il Vecchio, che secondo Michela Becchi cita un cuoco di nome Vergilius Stephanus Senex, che preparò un “panis” con fiori di farina, burro e olio., anche se secondo molti le prime tracce del pandoro risalgono al 1500 nel periodo della Repubblica Veneziana. C’è però chi è convinto che sia l’evoluzione di altri dolci, come il Nadalin, un dessert a forma di stella, oppure il Pane di Vienna, simile ad una brioche.
Per me non c’è destra centro o sinistra, io faccio solo differenza tra verità e menzogna, e quando la verità ti viene imposta per legge o per imperio, allora stai certo: è una menzogna!
Le prove se sono false le sbugiardi subito, se sono vere le puoi solo distruggere
L'ISTRUZIONE PERVERTE LA MENTE
“L'istruzione perverte la mente, poiché ci opponiamo direttamente al suo sviluppo naturale, ottenendo prima le idee e poi le osservazioni. “ “Questo è il motivo per cui così pochi uomini di cultura hanno buon senso come quello che è comune tra gli analfabeti.” Arthur Schopenhauer
IL MIO PAESE
L’importante non è il paese in cui vivi, ma solo se hai la libertà, perché in quel paese non te l’hanno rubata.
LA CASA
La casa è un attributo della personalità e tassare la casa è come tassare l'intelligenza, la bellezza o l'altezza di una persona.
SOCIETA’
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche nella misura in cui essi fruiscono delle stesse
DIRITTO
Riconosco solo le leggi della natura, non quelle scritte da altri uomini alle quali mi riservo il diritto di disobbedire quando in disaccordo
DIRITTO NATURALE ALLA RIBELLIONE
L’ARTICOLO SCOMPARSO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE
Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino
GIUSTIZIA
Grido e lotto contro le multinazionali, contro l’informazione controllata e censurata, contro la gestione del potere politico, che diventa la gestione della ricchezza di pochi e della povertà di molti
DIRITTO D’AUTORE E PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Noi, per quella decina di anni o poco più, che il Padre Eterno ci lascia su questa terra, siamo il 99,999 periodico il passato e il sapere degli altri, il rimanente, forse, noi, se madre natura è stata generosa, pertanto è ipocrito pretendere e campare diritti autoritari di possesso e proprietà intellettuale.
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CHE IMPORTA SE OGNUNO CERCA LA VERITA’ A SUO MODO?
Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento.
Tutti contemplano le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci circonda.
Che importa se ognuno cerca la verità a suo modo? – domandò Simmaco –
Non si può seguire una sola strada per raggiungere un mistero così grande.
(Quinto Aurelio Simmaco, Relatio de ara Victoriae III,10)
RICERCA DELLA FELICITA’
Ognuno è libero di credere in ciò che vuole e in ciò che lo fa stare in pace con se stesso e con l'universo. È l'inestimabile valore della libertà di pensiero. Il problema sorge quando le persone ritengono che le loro conoscenze siano la verità assoluta e vogliono imporre la loro visione delle cose al resto del genere umano.
VENERA DIO SUL TUO CAMMINO
Le religioni tendono ad avere una memoria selettiva e a prendere le distanze dai loro antichi precursori.
Di conseguenza:
“Venera Dio sul tuo cammino.
Qualunque sia la forma in cui si manifesta.
Che sia abbellito con pietre preziose, o rappresentato da una statua di rame.
Una forma ne sostituirà un’altra, come una nuova inondazione segue la precedente”
(Insegnamento per Merekarie)
AMO LA VITA
Il matrimonio gay non reca in se' la vita e il futuro del mondo
Ma e' una scelta di morte
E un modello culturale di morte costruito contro l'origine e il fondamento della stessa vita umana
PENSIERI E PRINCIPI
«Ama il Creatore».
«Ama la terra».
«Lavora gratuitamente».
«Conta su quello che hai e sii povero».
«Ama qualcuno che se non se lo merita».
«Studia molto sia la natura che gli uomini; più sul terreno che sui libri».
«Non pestare sul terreno senza necessità perché uccidi un essere vivente e lavori alla distruzione di tutti i viventi».
«Non progredire, ma vivere».
«Vendere poco e comperare meno».
«Non comperare roba venuta da lontano».
«Non produrre cose che possano essere esportate lontano».
«Non produrre cose che possano essere trasformate in simboli monetari».
«Non prendere soldi in prestito; se hai risparmiato soldi, non prestarli alle banche».
«Non ti fidare del governo di nessun governo».
«Gli Stati non possono distruggere la cultura dei popoli».
«Abbraccia gli essere umani del tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica».
«Evita come un diavolo qualunque sport. Sono drogature dei capitalisti per rubare i soldi ai salariati, e aumentare la degradazione dell’ energia. Anche lo sport è una guerra fatta per impinguare i capitalisti ».
«Riconosco solo le leggi della natura, non quelle scritte da altri uomini alle quali mi riservo il diritto di disobbedire quando in disaccordo».
«Grido e lotto contro le multinazionali, contro l’informazione controllata e censurata, contro la gestione del potere politico, che diventa la gestione della ricchezza di pochi e della povertà di molti».
«Approva nella natura quello che non capisci, e loda quella speranza, perché ciò che l’Uomo non ha razionalizzato non ha distrutto».
«Fai le domande che non hanno risposta».
«Metti l'orecchio vicino alla terra e ascolta i bisbigli delle canzoni future».
«Sorridi, il sorriso è incalcolabile».
«Aspetta la fine del mondo».
«Investi nel millennio».
«Pianta castagnari».
(PENSIERI E PRINCIPI DI DON ALBERTO BENEDETTI)
IL VENETO E’ LA MIA PATRIA
Sebbene esista una Repubblica Italiana, questa espressione astratta non è la mia Patria.
Noi veneti abbiamo girato il mondo, ma la nostra Patria, quella per cui, se ci fosse da combattere, combatteremmo, è soltanto il Veneto.
Quando vedo scritto all'imbocco dei ponti sul Piave fiume sacro alla Patria, mi commuovo, ma non perché penso all'Italia, bensì perché penso al Veneto.
(Goffredo Parise, Il Corriere della Sera, 7 febbraio 1982)
TI CON NU, NU CON TI
Perasto 23 agosto 1797: Giuseppe Viscovich, Capitano di Perasto, deponendo sotto l'altare maggiore della chiesa le insegne di San Marco, alla presenza di tutte le milizie e di tutto il popolo pronunciò, con una notevole intensità, il seguente discorso:
"In sto amaro momento, in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenisimo Dominio, al Gonfalon della Serenisima Republica, ne sia de conforto, o citadini, che la nostra condota pasada, che quela de sti ultimi tempi la rende più xusto sto ato fatal, ma virtuoxo, ma doveroso par nu.
Savarà da nu i nostri fioi, e la storia del xorno la farà saver a tuta Europa che Perasto la ga degnamente sostegnudo fin a l'ultimo l’onor del Veneto Gonfalon, onorandolo co sto ato solene e deponendolo bagnà da el nostro universal, amaro pianto.
Sfoghemose, citadini, sfoghemose pur; ma in sti nostri ultimi sentimenti, che i sigilà la nostra gloriosa corsa soto el Serenisimo Veneto Governo, rivolgemose verso sta Insegna che lo rapresenta e su de ela sfoghemo el nostro dolor.
Par 377 ani la nostra fede, el nostro valor, la ga senpre custodia par terra e par mar, par tuto indove che i ne ga ciamà i so nemisi, che li xe stai pur queli dela Religion. Par 377 ani le nostre sostanse, el nostro sangue, le nostre vite, le xe senpre stae par Ti, San Marco; e felicisimi sempre se gavemo reputà, Ti co nu, nu co Ti; e senpre co Ti sul mar nu semo stai ilustri e virtuoxi.
Nisuni co Ti ne ga visto scanpar, nisuni co Ti ne ga visto vinti e spauroxi!
E se sti tenpi prexenti, infelici par inprevidensa, par disension, par arbitrii ilegali, par visi ofendenti la natura e el gius dele xenti no Te gavese cavà via, par Ti in perpetuo sarave stae le nostre sostanse, el nostro sangue, la vita nostra, e pitosto che vedarTe vinto e dexonorà dai Toi, el corajo nostro, la nostra fede, se gaverave sepelio soto de Ti.
Ma xa che altro no ne resta da far par Ti, el nostro cuor sia l'onoratisima to tonba, e el più puro e el più grando to elogio le nostre lagrime".
Il Capitano Viscovich, deponendo le insegne, s’inginocchiò davanti all’'Altare, e rivolto al piccolo nipote che gli era accanto, disse:
“Inxenocite anca ti; basile, e tienile a mente par tuta la vita”.
(Discorso del Capitano Giuseppe Viscovich tratto da "Storia Documentata di Venezia" di S. Romanin)
Par stasera basta
Note, cristiani…par stasera basta e, se Dio vol, se catarem doman…