Gesù è stato arrestato qualche giorno dopo (secondo 3 Vangeli su 4), non solo per aver frustato e cacciato dal Tempio “i mercanti” di animali, destinati ai sacrifici ed altri doni, ma per aver attaccato fisicamente i “cambiavalute” .
Il Tempio emetteva e accettava, come offerte, solo la propria moneta, poiché quelle pagane avevano i ritratti dell’imperatore e gli ebrei non permettevano le raffigurazione umane.
I cambiavalute del Tempio, gestiti da Saducei, erano i banchieri dell’epoca che non solo cambiavano le valute e prestavano denaro, ma ricevevano anche il denaro depositato dai possidenti locali. Il Tempio era la più grande banca del Medio Oriente.
Gesù ha predicato la cancellazione dei debiti (il vago “rimettere i debiti” significa cancellare. Non parla vagamente di debiti in senso morale, ma in senso proprio monetario).
Ha detto inoltre che “un cammello avrebbe più possibilità di passare per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco di entrare nel regno di Dio”.
Esisteva una distinzione tra denaro puro e denaro impuro, che Gesù non riconosce: tutto il denaro, offerto al tempio, è impuro.
Secondo il vangelo di Giovanni, le ultime parole di Gesù sulla croce furono “Tutto è compiuto!”, espressione che in greco è resa dal termine ΤΕΤΈΛΕΣΤΑΙ.
TETELESTAI. Questa parola ricorre in Giovanni 19:28 e 19:30. La radice deriva dal verbo teleo che significa “portare a termine” o “porre fine“.
Si tratta di una parola importantissima perché sta a indicare l’esito positivo di una particolare azione.
Quelli che vivevano nella Palestina del primo secolo la sentivano spesso e in una varietà di contesti. Ad esempio, un servo diceva “tetelestai” al suo padrone, quando finiva il lavoro affidatogli; il sacerdote diceva “tetelestai” quando, dopo aver esaminato l’agnello sacrificale, ne stabiliva la perfezione cerimoniale.Oggi, si direbbe “tetelestai” per precisare che si è conseguita una laurea oppure per indicare che un atleta ha attraversato la linea del traguardo alla fine di una gara podistica.
La parola significa più che meramente “Ci sono riuscito.” Vuol dire “Ho fatto esattamente quello che avevo deciso di fare”.
Nel(LIBRO IL PADRE NOSTRO E I ROTOLI DI QUMRAN NEL LAVORO SCIENTIFICO di Jean Carmignac, LEF, Firenze 2019) nella sua ricerca accurata, quasi puntigliosa di provare le origini aramaiche al Vangelo ed i Vangeli.
In sostanza, egli sosteneva – la traduzione italiana degli attuali Vangeli sono la traduzione in greco dell’originale ebraico, in realtà vicino alla lingua dei rotoli di Qumran.
Sulla famosa frase del PADRE NOSTRO “NON CI INDURRE IN TENTAZIONEE ci torna in aiuto lo studio di un ebreo ortodosso franco-israeliano, un rabbino, che sui studi e proposte del Carmignac sul Padre Nostro, ci da: «e non farci penetrare nella prova»,
Roberta Collu, già docente all’Institut Catholic de Paris muovendosi sempre sulle tesi di Carmignac, propone in italiano «non permettere che entriamo, non lasciarci entrare nella prova»
Oppure, molto più liberamente, secondo il contributo di un altro autore ebraico, un talmudista: «allontanaci dall’inclinazione al male».
Lei stessa, affrontando la tradizione dovuta ad uno studio specifico del Carmignac (1969), propone in italiano «non permettere che entriamo, non lasciarci entrare nella prova
Se, come dice l’apostolo, «tutto concorre al bene» (Rom 8,28), perché non ascoltare queste voci?
Monreale, Duomo: “Rebecca abbevera Abramo e i suoi cammelli”.
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I cammelli di Abramo
I cammelli fanno spesso capolino nella storia biblica.
In Genesi 12,14-15-16, per esempio, il faraone ne regala alcuni ad Abramo.
([14]Appunto quando Abram arrivò in Egitto, gli Egiziani videro che la donna era molto avvenente. [15]La osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone; così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone. [16]Per riguardo a lei, egli trattò bene Abram, che ricevette greggi e armenti e asini, schiavi e schiave, asine e cammelli.)
Gli animali compaiono anche in altri passi:
(Genesi 24,10-11)
[10]Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò nel Paese dei due fiumi, alla città di Nacor. [11]Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo d’acqua, nell’ora della sera, quando le donne escono ad attingere.
Di cammelli si parla in relazione a Isacco (Genesi 24,61-64),
[61]Così Rebecca e le sue ancelle si alzarono, montarono sui cammelli e seguirono quell’uomo. Il servo prese con sé Rebecca e partì. [62]Intanto Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roi; abitava infatti nel territorio del Negheb. [63]Isacco uscì sul fare della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli.
a Giacobbe, nipote di Abramo (Genesi 30,43 e 32,16),
[43]Egli si arricchì oltre misura e possedette greggi in grande quantità, schiave e schiavi, cammelli e asini.
[16]trenta cammelle allattanti con i loro piccoli, quaranta giovenche e dieci torelli, venti asine e dieci asinelli.
Nell’esodo, si legge cheil cammello è anche una delle ricchezze del faraone.
Però vi è un ma!..…Un grosso ma! Che mi fa dire che, chi ha scritto l’Esodo, dalla finestra non vedeva l’Egitto.
Manoscritto dell’Archivio capitolare di Vercelli (IX secolo) che raffigura il Concilio di Nicea, presieduto da Costantino che condanna gli eretici ariani.
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Costantino “ripudiò” la prima moglie Minervina e non si sa che fine abbia fatto. Uccise suo figlio Crispo e bollì la seconda moglie Fausta nell’olio, o cotta nel bagno turco, non è ancora stato chiarito.
Costantino fu informato dai Sacerdoti del suo tempo che non c’era perdono per i suoi crimini.
Costantino cercò una soluzione per uscirne.
“Intorno all’anno 325,Costantino, l’Imperatore Romano pagano, riunì i vescovi della Cristianità a Nicea, in quello che fu considerato il primo Concilio della Chiesa: è l’atto di nascita della Chiesa Cattolica.
A Nicea, il concilio ecumenico prese delle decisioni importanti come condannare definitivamente Ario e l’arianesimo.
Si stabilì il cosiddetto “Simbolo Niceno”, una formula di fede che, è ancora oggi il principale punto di riferimento dottrinale della Chiesa cattolica.
Il Concilio decretò il trionfo dell’homooùsion, cioè che il Padre e il Figlio sono della stessa sostanza e sono coeterni, la formulazione finale di questo dogma si ritrova nel Credo niceno.
Si occupò e risolse altre questioni disciplinari e canoniche, una buona panoramica dei problemi e delle preoccupazioni pastorali della Chiesa all’inizio del IV secolo.
E così accadde che, dopo mesi di discussioni, il Concilio, talvolta con una maggioranza esigua nelle votazioni, decise quali dei manoscritti fossero la “Parola di Dio” e quali no”, quelli cioè che dovevano essere osservati e conservati validi ed entrare nel canone.
Ecco un elenco di alcuni dei libri non più inseriti nel canone.
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APOCRIFI DELL’ANTICO TESTAMENTO
. I Libri di Adamo ed Eva
La vita di Adamo ed Eva
L’Apocalisse di Mosè
Il Libro Slavo di Eva
Gli Scritti Attribuiti ad Enoch
Il Grande Libro Profetico di Enoch
Il Libro Perduto di Noè
L’Apocalisse di Baruch
La Visione del Paradiso
La Storia di Ahikar
L’Antica Versione Armena
Il Libro Antico Ritrovato
Il libro delle Guerre
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APOCRIFI DEL NUOVO TESTAMENTO
I Vangeli dell’Infanzia di Cristo
Il Protovangelo, o l’Originale Vangelo di Giacomo
Il Vangelo di Tommaso il Dubbioso
Il Vangelo dello Pseudo-Matteo
Il Vangelo Arabo dell’Infanzia
I Vangeli di Nicodemo
Il Vangelo Greco di Nicodemo
Un Vangelo Successivo
Lo Strazio dell’Inferno
Gli Atti di Pilato
Le Lettere di Pilato
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LIBRI MENZIONATI NELLA BIBBIA, MA OGGI PERDUTI.
Anche alcuni brani della Vulgata sono “scomparsi”. Non sono presenti nelle versioni moderne e neppure nelle cosiddette “versioni originali” di cui oggi disponiamo.
13 passi della Bibbia ufficialmente scomparsi 11 Antico Testamento e 2 Nuovo Testamento
Gesù non è riuscito a liberare il popolo ebraico dal dominio romano, e per i giudei il Messia non poteva essere sconfitto perché era supportato da Dio, supportato da Yahveh e invece purtroppo Gesù non è riuscito a compiere, diciamo, quell’opera politica di liberazione.
Poi la figura di Gesù è stata rielaborata dall’apostolo Paolo che ha dato alla figura di Gesù un valore assoluto. Il messaggio di amore che ne è stato ricavato è un messaggio che ha un valore universale perché se tutti noi uomini fossimo così intelligenti da capire che la nostra felicità deriva dal benessere e dalla felicità degli altri e se noi uomini quando ci svegliamo al mattino ci preoccupassimo di rendere felice qualcun altro, sapremo anche che ci sono altri che si preoccupano di rendere felici noi, vivremmo in un paradiso terrestre.
Il problema è che noi uomini non siamo così intelligenti.
Adamo raggiunge i 930anni, Set i 912; Noè li supera entrambi, toccando la soglia dei 950 anni; addirittura Matusalemme, nonno di Noè morto nell’anno del diluvio universale, vive per 969 anni.
Sono età incredibili; è possibile?
La risposta ancora una volta arriva dall’Egitto.
Soffermandosi a discutere in merito alle improbabili lunghezze dei regni dei sovrani d’Egitto del periodo predinastico, lo storico Manetone ( inizio III secolo A.C. sacerdote del culto di Serapide durante il regno di Tolomeo ) Afferma che:
“L’anno che prendo in considerazione è tuttavia lunare, quello che noi adesso chiamiamo un mese. Per gli antichi Egiziani era invece detto un anno”
Il rito del sacrificio umano “MoIk” come offerta sacra è tipico di una mentalità sociale che non ha riscontro in quella greco-romana. Se per i Fenici, da segni certi, appariva inevitabile che una divinità avesse in mira l’eccidio di una città o dello Stato, non si doveva indugiare ad offrirle vite umane, scaricando così tutto il suo furore, la maledizione e l’ira sul capo di pochi e tenendola lontana dalla comunità. Con l’idea che nessun altro sacrificio più di questo rallegrasse e calmasse quella divinità, i Cartaginesi si votarono ai sacrifici umani, e per accrescere il valore del sacrificio, non risparmiarono anche ciò che di più caro e prezioso che possedevano: la vita dei propri figli.
Di conseguenza, nei momenti di necessità, per scongiurare un grave pericolo si ricorreva all’offerta di “primizie” (tra le quali sarebbero stati compresi i figli primogeniti) al dio Baal che assicurava la prosperità ed esaudiva i desideri, e alla dea Tanit che proteggeva la città e garantiva la sua eternità.
La più antica traduzione volgare italiana della Bibbia: La Bibbia del monaco camaldolese Nicolò Malerbi, uscita a Venezia nel 1471 (Biblioteca Braidense)
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E’ VERO CHE I PRETI PROIBIVANO LA LETTURA DELLA BIBBIA?
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Vi sono dei Cattolici coscienziosi, ed anche dei preti, i quali non possono persuadersi che la loro Chiesa proibiva la lettura della Bibbia.
Un decreto che vietasse la lettura del libro di Dio, è che lo mettesse all’lndice; vicino alle opere di Casti, di Voltaire e di Volney; che stabilisse la scomunica e l’eterna dannazione per chi ardiva leggere il libro di Dio, sembra loro un decreto così empio, così diabolico, e inorridiscono nel sentire la loro Chiesa accusata di tale empietà, e negano recisamente una tale proibizione; e si fanno scrupolo di pensare che essa realmente è esista.
Non esaminiamo se i loro scrupoli siano esagerati, e se la loro Chiesa facendo quel decreto avesse commesso una empietà, un sacrilegio; Lungi da noi le declamazioni, e ragioniamo sui fatti.
Abbiamo sotto gli occhi un libro raro di 352 pagine in 4°, stampato a Parigi nel 1661 per ordine del clero gallicano, nel quale sono riportati i sentimenti dei più celebri teologi e canonisti, ed i decreti dei papi, dei concili e della Sorbona che vietano la lettura della Bibbia in lingua volgare.
Basterebbe questo libro per confondere coloro che negassero una tale proibizione.
Le tre guerre giudaico-romane: una guerra mondiale autodistruttiva ebraica inasprita durante l’Impero romano che portò alla distruzione della Giudea (4 a.C.-200 d.C.). Una lezione per il futuro…
Essendo la Giudea a quel tempo duramente repressa dall’Impero Romano, così come ora Israele sta duramente reprimendo ogni narrazione e politica occidentale politicamente corretta
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Prima guerra giudaico-romana 66-73:
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La grande rivolta
La Grande Rivolta non fu una ribellione contro la tirannia romana. Inizialmente i Giudei protestarono contro una decisione romana di ristrutturare la geopolitica della regione contro se stessi. Ciò si trasformò rapidamente in una ribellione.
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Alla fine della guerra, il Tempio era in rovina e le mura di Gerusalemme erano ridotte in macerie.
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IUDAEA CAPTA latino per GIUDAEA CONQUISTATA
Seconda guerra giudaico-romana 115-117:
La guerra di Kitos Nelle fonti ebraiche, questa è anche chiamata la “Guerra della Diaspora” o la “Guerra degli Esiliati”. In alcune fonti romane è conosciuta come il “Tumulto degli Ebrei”.
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La guerra di Kitos (: polmus shel Kitos) iniziò come una rivolta ebraica nella provincia della Giudea alla fine degli anni 110 e divenne presto una guerra mondiale dell’antichità.
– Il Libro del Giusto (Giosuè 10:13, Samuele 1:18)
– Gli Atti di Salomone (Re 11:41)
– Il libro di Samuele il chiaroveggente (1 Cronache 29:29)
– Il libro di Gad il chiaroveggente (1 Cronache 29:29)
– Il libro del chiaroveggente Nath (1 Cronache 29:29, 2 Cronache 9:29)
– La Profezia di Ayah (2 Cronache 9:29)
– Le visioni di Eidu il chiaroveggente (2 Cronache 2:29)
– Il libro di Semaia (2 Cronache 12:15)
– Il libro di Zhew (2 Cronache 20:34)
– Le storie dei chiaroveggenti (2 Cronache 33:19)
Tutti i testi della Bibbia sono stati copiati mille volte in diverse lingue e distribuiti in tutto il mondo. Come è possibile che non ne sia rimasta nemmeno una copia o un solo foglio degli 11 libri?
AMENHOTEP III cede come regalo di nozze a sua moglie Tiye, figlia Yuya la fortezza Zaru, quella che era stata la Avaris degli Hykos, (i semitici Hyksos i RE PASTORI) che domina la terra di Geshen e dove gli Hyksos avevano avuto il permesso di stabilirsi e ne fece la sua città.
La regina Tiye, dopo la morte di AMENHOTEP III prese il potere in nome del figlio Amenophis IV, a cui aveva trasmesso la sua cultura …
Il piccolo principe ereditario, all’età di 12 anni, fu fatto sposare con una fanciulla nubiana di nome Nefertiti (“la bella che viene da lontano”), di due o tre anni più giovane, perché il trono avesse al più presto un erede
Salito al potere, il faraone fanciullo per prima cosa si cambiò il nome, e da Amenophis, che significa “Pace di Amon”, divenne Akhenaton, cioè “Aton è soddisfatto “.
Inizia la rivoluzione di ATON
(nella lingua egiziana T e D hanno lo stesso valore fonetico, pertanto la pronuncia è indistinguibile tra Aton e Adon) pertanto “Adonai” …e il resto viene da sé.
AMENHOTEP IV (AKHENATEN)
SEMENEKHKARA
TUT’ ANKHAMON
AYE
Questi quattro faraoni In seguito essi verranno cancellati dalla memoria storica di tutto l’Egitto.
Ti ricordi l’accenno che ti ho fatto su che tipo di vino poteva bere Gesù?
Bene. Ti espongo una po’ delle mie elucubrazioni mentali.
Per non incappare nella critica di non essermi informato, ti appioppo subito un estratto “accademico ” sul vino da messa, che io ti consiglio di saltare.
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“TUTTI I SACRAMENTI SI COMPONGONO DI TRE ELEMENTI cioè: delle cose, come materia, delle parole, come forma e della persona del ministro, il quale abbia l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa; DEI QUALI ELEMENTI QUALUNQUE VENGA A MANCARE, NON SARÀ MAI POSSIBILE AVERE IL SACRAMENTO. (Concilio Fiorentino, anno 1439, Decretum Ad Armenos), (Denz. 1312).
La mutazione della materia e della forma può avvenire in maniera sostanziale, (ad es. per il battesimo usare il vino al posto dell’acqua), oppure in maniera accidentale, (ad es. per il battesimo usare acqua lievemente profumata). Se il cambiamento è sostanziale il sacramento è nullo (vengono a mancare gli elementi essenziali determinati da Nostro Signore). Se il cambiamento è accidentale il sacramento è valido ma potrebbe essere illecito (se il cambiamento è stato fatto coscientemente e senza ragione).
Immagine: Il Ramo di Ahrmat confina con un gran numero di piramidi risalenti all’Antico Regno fino al 2 ° Periodo Intermedio e che abbracciano le Dinastie 3 e 13.
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Quindi ci sono nuove ipotesi sulla costruzione della catena di Piramidi.
Alcune costruzioni potrebbero essere inizialmente sorte accanto a questo ramo, oramai secco, del fiume Nilo. Il ramo perduto potrebbe essersi seccato a causa di un maggiore accumulo di sabbia portata dal vento.
Utilizzando l’imaging satellitare e l’analisi dei nuclei di sedimenti, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment ha mappato un ramo prosciugato del Nilo lungo 64 chilometri a lungo sepolto sotto i terreni agricoli e il deserto.
Dal torrente d’Egitto al fiume Eufrate “Secondo Rabbi Fischmann,” la terra promessa si estende dal fiume d’Egitto fino all’Eufrate, comprende parti di Siria e Libano. ”
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In quel giorno l’Eterno fece alleanza con Abramo, dicendo: “Io do alla tua progenie questo paese, dal fiume d’Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate
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Prima di rompere i zebedei a mezzo mondo, cercate di far pace con i vostri neuroni e mettervi d’accordo con i vostri archeologi perché qualcosa di sicuro storicamente non funziona ….se arrivano a dire:
” Dopo 70 anni di scavi intensivi nella Terra d’Israele, gli archeologi hanno scoperto che: gli atti dei patriarchi sono leggendari, gli israeliti non soggiornarono in Egitto né fecero un esodo, non conquistarono la terra. Non si fa nemmeno menzione di dell’impero di Davide e di Salomone, né della fonte della fede nel Dio di Israele. Questi fatti sono noti da anni, ma Israele è un popolo testardo e nessuno ne vuole sapere.”
” (Ze’ev Herzog , 29 ottobre 1999)
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” Tutti questi eventi [nei libri biblici dell’Esodo e di Giosuè] sono praticamente contraddetti dall’archeologia. ”
Per me non c’è destra centro o sinistra, io faccio solo differenza tra verità e menzogna, e quando la verità ti viene imposta per legge o per imperio, allora stai certo: è una menzogna!
Le prove se sono false le sbugiardi subito, se sono vere le puoi solo distruggere
L'ISTRUZIONE PERVERTE LA MENTE
“L'istruzione perverte la mente, poiché ci opponiamo direttamente al suo sviluppo naturale, ottenendo prima le idee e poi le osservazioni. “ “Questo è il motivo per cui così pochi uomini di cultura hanno buon senso come quello che è comune tra gli analfabeti.” Arthur Schopenhauer
IL MIO PAESE
L’importante non è il paese in cui vivi, ma solo se hai la libertà, perché in quel paese non te l’hanno rubata.
LA CASA
La casa è un attributo della personalità e tassare la casa è come tassare l'intelligenza, la bellezza o l'altezza di una persona.
SOCIETA’
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche nella misura in cui essi fruiscono delle stesse
DIRITTO
Riconosco solo le leggi della natura, non quelle scritte da altri uomini alle quali mi riservo il diritto di disobbedire quando in disaccordo
DIRITTO NATURALE ALLA RIBELLIONE
L’ARTICOLO SCOMPARSO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE
Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino
GIUSTIZIA
Grido e lotto contro le multinazionali, contro l’informazione controllata e censurata, contro la gestione del potere politico, che diventa la gestione della ricchezza di pochi e della povertà di molti
DIRITTO D’AUTORE E PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Noi, per quella decina di anni o poco più, che il Padre Eterno ci lascia su questa terra, siamo il 99,999 periodico il passato e il sapere degli altri, il rimanente, forse, noi, se madre natura è stata generosa, pertanto è ipocrito pretendere e campare diritti autoritari di possesso e proprietà intellettuale.
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CHE IMPORTA SE OGNUNO CERCA LA VERITA’ A SUO MODO?
Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento.
Tutti contemplano le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci circonda.
Che importa se ognuno cerca la verità a suo modo? – domandò Simmaco –
Non si può seguire una sola strada per raggiungere un mistero così grande.
(Quinto Aurelio Simmaco, Relatio de ara Victoriae III,10)
RICERCA DELLA FELICITA’
Ognuno è libero di credere in ciò che vuole e in ciò che lo fa stare in pace con se stesso e con l'universo. È l'inestimabile valore della libertà di pensiero. Il problema sorge quando le persone ritengono che le loro conoscenze siano la verità assoluta e vogliono imporre la loro visione delle cose al resto del genere umano.
VENERA DIO SUL TUO CAMMINO
Le religioni tendono ad avere una memoria selettiva e a prendere le distanze dai loro antichi precursori.
Di conseguenza:
“Venera Dio sul tuo cammino.
Qualunque sia la forma in cui si manifesta.
Che sia abbellito con pietre preziose, o rappresentato da una statua di rame.
Una forma ne sostituirà un’altra, come una nuova inondazione segue la precedente”
(Insegnamento per Merekarie)
AMO LA VITA
Il matrimonio gay non reca in se' la vita e il futuro del mondo
Ma e' una scelta di morte
E un modello culturale di morte costruito contro l'origine e il fondamento della stessa vita umana
PENSIERI E PRINCIPI
«Ama il Creatore».
«Ama la terra».
«Lavora gratuitamente».
«Conta su quello che hai e sii povero».
«Ama qualcuno che se non se lo merita».
«Studia molto sia la natura che gli uomini; più sul terreno che sui libri».
«Non pestare sul terreno senza necessità perché uccidi un essere vivente e lavori alla distruzione di tutti i viventi».
«Non progredire, ma vivere».
«Vendere poco e comperare meno».
«Non comperare roba venuta da lontano».
«Non produrre cose che possano essere esportate lontano».
«Non produrre cose che possano essere trasformate in simboli monetari».
«Non prendere soldi in prestito; se hai risparmiato soldi, non prestarli alle banche».
«Non ti fidare del governo di nessun governo».
«Gli Stati non possono distruggere la cultura dei popoli».
«Abbraccia gli essere umani del tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica».
«Evita come un diavolo qualunque sport. Sono drogature dei capitalisti per rubare i soldi ai salariati, e aumentare la degradazione dell’ energia. Anche lo sport è una guerra fatta per impinguare i capitalisti ».
«Riconosco solo le leggi della natura, non quelle scritte da altri uomini alle quali mi riservo il diritto di disobbedire quando in disaccordo».
«Grido e lotto contro le multinazionali, contro l’informazione controllata e censurata, contro la gestione del potere politico, che diventa la gestione della ricchezza di pochi e della povertà di molti».
«Approva nella natura quello che non capisci, e loda quella speranza, perché ciò che l’Uomo non ha razionalizzato non ha distrutto».
«Fai le domande che non hanno risposta».
«Metti l'orecchio vicino alla terra e ascolta i bisbigli delle canzoni future».
«Sorridi, il sorriso è incalcolabile».
«Aspetta la fine del mondo».
«Investi nel millennio».
«Pianta castagnari».
(PENSIERI E PRINCIPI DI DON ALBERTO BENEDETTI)
IL VENETO E’ LA MIA PATRIA
Sebbene esista una Repubblica Italiana, questa espressione astratta non è la mia Patria.
Noi veneti abbiamo girato il mondo, ma la nostra Patria, quella per cui, se ci fosse da combattere, combatteremmo, è soltanto il Veneto.
Quando vedo scritto all'imbocco dei ponti sul Piave fiume sacro alla Patria, mi commuovo, ma non perché penso all'Italia, bensì perché penso al Veneto.
(Goffredo Parise, Il Corriere della Sera, 7 febbraio 1982)
TI CON NU, NU CON TI
Perasto 23 agosto 1797: Giuseppe Viscovich, Capitano di Perasto, deponendo sotto l'altare maggiore della chiesa le insegne di San Marco, alla presenza di tutte le milizie e di tutto il popolo pronunciò, con una notevole intensità, il seguente discorso:
"In sto amaro momento, in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenisimo Dominio, al Gonfalon della Serenisima Republica, ne sia de conforto, o citadini, che la nostra condota pasada, che quela de sti ultimi tempi la rende più xusto sto ato fatal, ma virtuoxo, ma doveroso par nu.
Savarà da nu i nostri fioi, e la storia del xorno la farà saver a tuta Europa che Perasto la ga degnamente sostegnudo fin a l'ultimo l’onor del Veneto Gonfalon, onorandolo co sto ato solene e deponendolo bagnà da el nostro universal, amaro pianto.
Sfoghemose, citadini, sfoghemose pur; ma in sti nostri ultimi sentimenti, che i sigilà la nostra gloriosa corsa soto el Serenisimo Veneto Governo, rivolgemose verso sta Insegna che lo rapresenta e su de ela sfoghemo el nostro dolor.
Par 377 ani la nostra fede, el nostro valor, la ga senpre custodia par terra e par mar, par tuto indove che i ne ga ciamà i so nemisi, che li xe stai pur queli dela Religion. Par 377 ani le nostre sostanse, el nostro sangue, le nostre vite, le xe senpre stae par Ti, San Marco; e felicisimi sempre se gavemo reputà, Ti co nu, nu co Ti; e senpre co Ti sul mar nu semo stai ilustri e virtuoxi.
Nisuni co Ti ne ga visto scanpar, nisuni co Ti ne ga visto vinti e spauroxi!
E se sti tenpi prexenti, infelici par inprevidensa, par disension, par arbitrii ilegali, par visi ofendenti la natura e el gius dele xenti no Te gavese cavà via, par Ti in perpetuo sarave stae le nostre sostanse, el nostro sangue, la vita nostra, e pitosto che vedarTe vinto e dexonorà dai Toi, el corajo nostro, la nostra fede, se gaverave sepelio soto de Ti.
Ma xa che altro no ne resta da far par Ti, el nostro cuor sia l'onoratisima to tonba, e el più puro e el più grando to elogio le nostre lagrime".
Il Capitano Viscovich, deponendo le insegne, s’inginocchiò davanti all’'Altare, e rivolto al piccolo nipote che gli era accanto, disse:
“Inxenocite anca ti; basile, e tienile a mente par tuta la vita”.
(Discorso del Capitano Giuseppe Viscovich tratto da "Storia Documentata di Venezia" di S. Romanin)
Par stasera basta
Note, cristiani…par stasera basta e, se Dio vol, se catarem doman…