Apr 24 2013

SOTTOMISSIONE AL POTERE ITALIANO: COSÌ MARONI HA SEPOLTO LA LEGA

Category: Monolandia,Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 17:11

MARONTAKER

 

Perché un partito indipendentista deve interessarsi e partecipare all’elezione del capo dello Stato da cui vuole separarsi? Perché un partito padanista deve sostenere un uomo che è l’incarnazione stessa del patriottismo meridionalista, della più melensa retorica unitarista? Si tratta del frutto di imperscrutabili e diabolici giochi di destrezza politica o di molto più rudimentale dabbenaggine? In ogni caso ha tutta l’aria di essere il punto terminale di un percorso di degradazione che dalle gioiose giornate del settembre del 1996 ha portato a questo sciagurato aprile di sottomissione al potere italiano. Se è così, Maroni ha in questi giorni ucciso la Lega, ha sepolto un sogno che si era ormai degradato e corrotto ma che riusciva ancora  a riscaldare i cuori e a infiammare le fantasie di tanta gente per bene. In tanti infatti hanno mandato giù la cacciata di Castellazzi, di Castellaneta, di Miglio e di centinaia di persone intelligenti e oneste, hanno subito per anni e anni i Calderoli e i Cota, hanno fatto finta di non vedere le genialità finanziarie dei Galimberti (CrediEuroNord), Balocchi e Belsito, hanno trangugiato il Trota e tutto un devastante repertorio di tavanate e terronate che hanno trasformato un grande sogno di libertà in un  incubo di delusioni.

sottomissione

Salvo straordinarie e miracolistiche evoluzioni (al momento imperscrutabili e molto poco probabili), in questi giorni di triste primavera Maroni ha sepolto la Lega. Ne sopravvive il simulacro ma oggi è stata ufficializzata la sua totale estraneità rispetto a quella delle origini, da quel radioso e sconsiderato movimento del “Basta Roma, basta Tasse” che aveva per la prima volta fatto davvero barcollare l’orribile creatura di Frankenstein che dal 1861 opprime e impoverisce i popoli della penisola. Oggi resta una cosa che si chiama Lega, che ha il simbolo della Lega, che la ricorda nell’aspetto esteriore,  ma che è – se sopravvive – un’altra cosa. Ci dicono che sarà l’edizione padana della Csu, il partito cristiano sociale della Baviera. Questo però sarà cristiano come la Democrazia cristiana e sociale come il Movimento Sociale. E ha tutta l’aria di essere la corrente molto blandamente nordista del nuovo partito di destra di cui Maroni aspira forse ad essere uno dei viceBerlusca e chissà che altro. L’immagine dei leghisti che applaudono compunti un Napolitano che li ricopre di sterco è emblematica, è la Götterdämmerung del lella,  un “cupio dissolvi” che sembra di più a un semicupio, la pantomima  di una banda di sopravvissuti che prendono uno stipendio e che vogliono continuare a prenderlo.

 

Il 23 aprile, ieri, è stato San Giorgio, protettore della Catalogna ma anche – chi se lo ricorda ancora?  – della Padania, è il primo dei tre giorni di festa delle nostre comunità e del loro rinnovato legame con la terra: il 23 (San Giorgio), il 24 (San Giorgetto) e il 25 (San Marco) la nostra gente percorreva il territorio con croci e draghi nelle Rogazioni, e con esse rimarcava l’unità fra popolo, cielo, terra e simboli. Anche quella in cui si trascina la Lega in questi giorni somiglia a una processione, ma è un funerale.

 

Fonte: srs di Gilberto Oneto, da L’Indipendenza del 24 aprile 2013

Link: http://www.lindipendenza.com/sottomissione-al-potere-italiano-cosi-maroni-ha-sepolto-la-lega/

 


Apr 22 2013

VENITE VIA DA LÌ E ANDATE A FARE QUALCOSA DI LEGHISTA!

Category: Monolandia,Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 09:07

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di GILBERTO ONETO

 

Un Parlameto di nominati non riesce a fare un governo, non è capace di trovare un capo presentabile: è la perfetta rappresentazione di una istituzione putrescente – lo Stato italiano – e di una mefitica invenzione – l’Italia unita  – che stanno agonizzando nel marciume e nei propri escrementi.

Perché continuino a starci i rappresentanti dei cittadini padani risulta sempre più dolorosamente oscuro. Se ne vengano via. Lascino gli italiani veraci celebrare la propria verace italianità.

Cosa ci fanno ancora, in particolare, i parlarmentari leghisti? Hanno sbagliato ad andarci. Sono andati a scegliere il capo dello Stato che opprime la loro gente? Sono andati a recitare ancora una volta l’umiliante ruolo di paggi reggicoda di Berlusconi?

Se ne vengano via! Vadano sul territorio a guadagnarsi lo stipendio facendo finalmente qualcosa di leghista!

Maroni se ne torni a casa e dia un significato forte al suo duplice ruolo di capo di un movimento (statutariamente) indipendentista e di Presidente di una grande Regione oppressa. Faccia qualcosa di “forte” in termini simbolici ma anche operativi. Convochi con i suoi due colleghi le Assemblee regionali congiuntamente, faccia votare delle risoluzioni, faccia dichiarazioni coraggiose. Faccia insomma qualcosa di leghista!

O si dimetta. Se la Lega deve proprio scomparire lo faccia almeno con dignità e questo potrebbe essere il momento. Se si vuole invece farla tornare forte e combattiva, anche per questo è il momento. Se non si fa nulla adesso si affronta una disonorevole agonia simile a quella dello Stato italiano.

Venite via da lì!

 

Fonte: srs di Gilberto Oneto, da L’Indipendenza del  20 aprile 2013

Link: http://www.lindipendenza.com/venite-via-da-li-e-andate-a-fare-qualcosa-di-leghista/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=venite-via-da-li-e-andate-a-fare-qualcosa-di-leghista

 


Apr 17 2013

LEGHISTI, NON VOTATE IL CAPO DELLO STATO CHE IMPRIGIONA LA PADANIA

Category: Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 19:53

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di GILBERTO ONETO

Inizia il tormentone dell’elezione del Presidente della Repubblica italiana, con tutto il solito contorno di tifoserie e di pronostici, come se fosse il Festival di San Remo. E un po’ lo è.

È una kermesse che dovrebbe riguardare solo gli italiani e non i padani perché si tratta della scelta del capo degli italiani e non dei padani, se non nel senso del capo degli oppressori dei padani. Dalla vicenda i padani dovrebbero restarsene fuori: i galeotti non scelgono il direttore del carcere in cui sono imprigionati, non dovrebbero tifare per l’uno o per l’altro. Possono tutt’al più – se proprio non hanno altre speranze – sperare che passi il meno peggio.

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Mar 26 2013

LA PADANIA IN VENT’ANNI “RAPINATA” DI 1.100 MILIARDI DALLO STATO

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di Gilberto Oneto.

 

Da un po’ di tempo si è ripreso – finalmente – a parlare di numeri e, in particolare, di residuo fiscale. Secondo la definizione di Ricolfi, esso è la “Differenza fra le entrate correnti della Pubblica amministrazione (tasse totali e vendite) e le uscite correnti al netto del servizio del debito”.

In altre parole è l’indicatore della quantità di denaro che  lo Stato italiano si porta via senza dare nulla in cambio, ovvero quello che le comunità versano in “solidarietà tricolore”, per il solo piacere di vedersi rappresentare da Napolitano e poter cantare l’Inno di Mameli. È  un numero che indica l’entità dello “scambio” (nel nostro caso della rapina) ma che non serve neppure a delineare la qualità dello stesso: si pagano “per buone” prestazioni che sono ignobili (servizi sociali, sicurezza, giustizia eccetera) e non spiega quanto di quello che ritorna sul territorio sia affettivamente a vantaggio delle comunità locali o non vada invece a finire in voci che di locale hanno solo il luogo di spesa (pubblici dipendenti meridionali, spese per immigrati eccetera).

In ogni caso si tratta di un interessante “marcatore” della strana perequazione italica, in grado di rivelare  con sufficiente  grado di accettabilità che ci guadagni e chi ci perda dall’unità e indivisibilità dell’Italia.

Il termine compare per la prima nel linguaggio comune con uno studio della Fondazione Agnelli nel 1992, riferito ai conti del 1989. Quella prima indicazione è ripresa dai Quaderni Padani n. 2 (Autunno 1995) e poi dal fascicolo  I numeri dell’oppressione, allegato a La Padania, nel novembre 1997. La stessa è ripresa nello stesso anno dal libro  L’invenzione della Padania.

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Mar 06 2013

L’ ITALIA E’ UNO STATO DI NULLAFACENTI E PSEUDOFACENTI

Category: Autonomie Indipendenze,Padania e dintornigiorgio @ 00:10

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di PAOLO BIZZIOCCHI

 

“Quando nel corso degli umani eventi diviene necessario, per un popolo, sciogliere i legami politici che lo hanno connesso con un altro e assumersi, fra i poteri della terra, lo stato di separazione e di uguaglianza che le leggi di Dio e della Natura gli garantiscono, un onesto rispetto delle opinioni dell’umanità, richiede che esso debba dichiarare i motivi che lo spingono alla separazione. Noi Consideriamo queste verità evidenti ad un esame attento: tutti gli uomini non sono creati uguali. Tutti gli uomini hanno diritto alla vita, alla libertà e al conseguimento della felicità ma queste cose non devono venire garantite a nessuno a spese della libertà degli altri, del conseguimento della felicità degli altri. I governi istituiti dagli uomini, per garantire questi diritti, debbono trarre il loro giusto potere dal consenso dei governati. Un governo che fallisca sia nel proteggere i diritti di un popolo sia nell’assicurarsi il suo consenso, diviene distruttivo rispetto al conseguimento di questi fini ed è diritto del popolo modificarlo o abbatterlo, istituendo un nuovo governo che basi la propria fondazione su tali principi e organizzi il proprio potere in forme tali che al popolo sembri massimamente probabile che ciò promuova sicurezza e felicità”.

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Feb 25 2013

AUTONOMISTI E INDIPENDENTISTI: SEMBRANO COME I LEMMINGS SUICIDI

 

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Quello che sta succedendo in queste settimane preelettorali al mondo autonomista e indipendentista ricorda molto da vicino le migrazioni e i suicidi di massa dei lemmings.  I commenti che compaiono sul nostro giornale ne sono il drammatico specchio.

Qualsiasi cosa si pensi, si scriva o si tenti viene impallinata da un fuoco concentrico di critiche, insulti e illazioni.  È  raro vedere commenti assennati, pacati e argomentati:  spesso  sono prese di posizione  “a prescindere”,  schieramenti da tifoseria calcistica, stroncature astiose, sfoghi di rancori personali, di disillusioni giustificate che si trasformano in vernice corrosiva. Proposte e controproposte sono rare, tentativi di analisi e progetti di soluzioni rarissimi.

 

Così una intera cultura, una raccolta di pensiero e di speranze, i sogni di cambiamento e di libertà finiscono per frantumarsi in una rissa del tutti contro tutti. Questo vale per chi si inventa sigle e per i partitini che anche esistono, ma la follia  sembra coinvolgere anche chi ha posizioni importanti, responsabilità e funzioni che hanno riflessi sull’opinione pubblica e sulla vita politica.

 

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Feb 24 2013

TRIESTE LIBERA: MINACCE DI ARRESTO A CHI SI DICHIARA CITTADINO DEL TLT (TERRITORIO LIBERO TRIESTE)

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In questi giorni sta circolando una notizia sulle nuove disposizioni che le forze dell’ordine italiane avrebbero ricevuto per “trattare” i cittadini di Trieste che dichiarano la propria cittadinanza esibendo quale documento di riconoscimento la carta di identità del Territorio Libero.

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La carta di identità in questione è rilasciata dal Movimento Trieste Libera, che si batte per il rispetto della legalità e per il riconoscimento dello status giuridico di Trieste quale Zona A del Territorio Libero di Trieste dichiarata dall’articolo 21 comma 2 del Trattato di Pace del 1947 tuttora in vigore. L’Italia ha imposto invece una propria illegittima sovranità di fatto su Trieste dopo essersela annessa nel 1975 a seguito di un accordo (Trattato di Osimo) con l’ex dittatura Jugoslava del maresciallo Tito. Una annessione con la quale  i cittadini di Trieste sono stati brutalmente spogliati dei loro diritti, a  partire da quello fondamentale della loro cittadinanza. Una annessione con la quale l’Italia ha voluto così “regolarizzare” una situazione di effettiva occupazione che durava dal 1954.

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Feb 23 2013

MONTI: LA PADANIA NON ESISTE. MA È L’UNICA COSA DI CUI HANNO PAURA.

Category: Padania e dintornigiorgio @ 00:09

padania

 

di GILBERTO ONETO

 

Fra i frequentatori di questo giornale ce ne sono alcuni che mostrano una particolare idiosincrasia per il termine Padania e per quel che significa. Spesso si tratta di un’avversione che non trova altra giustificazione se non nel cattivo uso che certa dirigenza leghista ne ha fatto. È il frutto di una sorta di transfer  di inimicizie: chi mi ha fregato è milanista e perciò odio il Milan. Bossi e i suoi ci hanno illusi tutti con la promessa della Padania, l’hanno poi trasformata in un concorso di bellezza e in un giro ciclistico, l’hanno caricaturizzata  con il ridicolo saluto di “Buona Padania” (roba da teatro del non senso), ne hanno fatto una pancera elastica da estendere a piacimento sulla carta geografica: l’hanno insomma sputtanata. E in tanti trasferiscono il loro rancore dal soggetto al prodotto dell’inganno. É una repulsione psicanalitica più che culturale o politica. Lo dimostra il fatto che sono in buona compagnia. I peggiori figuri dell’italianità attaccano, denigrano, sviliscono l’idea di Padania non per delusione ma per paura, ma il risultato non cambia.

 

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Dic 26 2012

VOGLIO ESSERE EGOISTA: VOGLIO LA LOMBARDIA INDIPENDENTE

 

lombardia

di UGO MARIA DOMENICO CALO’*

 

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo dal titolo:  ‘L’indipendenza è un diritto ed anche un’opportunità’ e qualcuno ha controbattuto evidenziando che se l’indipendenza portasse ad un esaurimento del flusso di denaro (denominato politiche di solidarietà dagli statalisti) che dalle regioni ricche viene dirottato ogni anno verso quelle con un PIL pro capite inferiore alla media nazionale altro non sarebbe che egoismo territoriale.  Ecco perché, provocatoriamente, da lombardo dico che voglio essere egoista ben sapendo che la retorica centralista,  esaurita la versione patriottica (anche perché tale versione alla lunga non tiene in quanto in Svizzera esiste un amor di patria superiore al nostro pur essendo quel paese una confederazione di stati), si attaccherà a parole come solidarietà, equità, giustizia sociale ed altro bla, bla clientelare.

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Dic 10 2012

L’UNITÀ D’ITALIA ESISTE! L’HANNO FATTA I “PICCIOTTI” D’ESPORTAZIONE

Category: Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 04:07

 

 

di GILBERTO ONETO

 

I mezzi di comunicazione danno in questi giorni grande risalto alle notizie delle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel Ponente ligure. In molti degli articoli e dei servizi si legge sotto traccia quasi un senso di piacere nel fare sapere che anche nelle regioni padane si sia infiltrata la malavita organizzata,  che le virtuose comunità settentrionali  non possano più vantare una sorta di superiorità morale nei confronti del Mezzogiorno. Lo stesso atteggiamento compare quando si danno notizie delle presenze camorristiche in Lombardia, degli appalti inquinati dalla mafia in Valtellina o in Piemonte, della “laboriosità” delle cosche criminali in Emilia o in Veneto.

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Ott 18 2012

L’ITALIA È ALLO SFASCIO? TUTTA COLPA DEL FEDERALISMO CHE NON C’È

Finalmente è tutto molto chiaro e dobbiamo ringraziare un eroico e illuminato stuolo di geni italici che ci hanno svelato la vera causa di ogni nostro malessere sociale, morale ed economico: il federalismo! La salvifica diagnosi gode di uno straordinario unanimismo che travalica ogni steccato ideologico: lo dicono il compagno Napolitano, monsignor Bagnasco, il camerata Storace e il disciplinato  coro dei giornalisti più autorevoli. Tutti sono infiocchettati di tricolore, circondati da scolari che cantano l’inno di Mameli, tutti agitano al vento come fosse il libretto di Mao l’ultimo parto editoriale di Marcello Veneziani: “Dio Patria Famiglia”.  Come il Che, Mazzini non è mai morto e il suo spirito funesto e menagramo ha ripreso a volteggiare sui destini del felice Stivale.

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Ott 16 2012

SE L’ITALIA SI REGGE SUL SANGUE VERSATO, LA PADANIA SIA GIOIA DI VIVERE

Category: Autonomie Indipendenze,Padania e dintornigiorgio @ 00:13

La manifestazione indipendentista padana del 15 settembre 1996

Chiunque di noi sia a favore della secessione della Padania o anche solo di un sua parte si è sentito ripetere più e più volte con aria sbigottita ed offesa “ma non sai quante persone sono morte per fare l’Italia?”

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Ott 15 2012

ECCO, REGIONE PER REGIONE, CHI È A FAVORE DELL’INDIPENDENZA

Percentuale di cittadini favorevoli all’indipendenza della propria regione dall’Italia

 

Percentuale di favorevoli all’indipendenza

 

%

 

Valdaosta                   N.D.

 

Veneto                        50%

 

Trentino-SudTirolo   49%

 

Lombardia                 45%

 

Friuli-Trieste              43%

 

Piemonte                    37%

 

Emilia-Romagna        36%

 

Liguria                        34%

 

Marche                       27%

 

Toscana                      25%

 

Sicilia                          25%

 

Sardegna                    25%

 

Umbria                       21%

 

Calabria                      18%

 

Molise                         17%

 

Campania                   17%

 

Lazio                           16%

 

Abruzzo                      16%

 

Basilicata                    15%

 

Puglia                         12

 

 

PADANIA                                                       42,6%

 

ETRURIA (Toscana, Umbria, Marche)       24,%

 

MERIDIONE (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria)               15,5%

 

ITALIA                       30%

 

 

Fonte: da L’Indipendenza del  5 ottobre 2012

Link: http://www.lindipendenza.com/indipendenza-regione-per-regione/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=indipendenza-regione-per-regione

 

 


Set 10 2012

ECCO CHI ATTENTA ALLO STATO ITALIANO! DICIOTTO AVVISI DI GARANZIA PER GLI ADERENTI AL “MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL POPOLO VENETO”

Dopo i Serenissimi ecco un’altro pericolo Mortale per lo stato italiano evidentemente. Non le banche di rapina, non le multinazionali della chimica e della medicina, non i politici al servizio di altri Stati, non chi acquista armamenti per miliardi per prepararci alla guerra, non chi con fittizi e incomprensibili prodotti finanziari ha gabbato e defraudato mezza Italia, comuni e province in primis, non la mafia dei giochi d’azzardo, non la mafia dei porno locali gestiti dagli albanesi!

NO.  I NEMICI DELL’ITALIA SONO I VENETISTI!

Il reato? Considerarsi una Comunità, un popolo con caratteristiche comuni.

Questo è troppo e la globalizzazione imperante non lo tollera. Questo atto, se ce n’era bisogno, evidenzia le fazioni in lotta al di la dei discorsi ebeti dei camerieri della politica  e sono:  Comunità locale contro i Mondialisti della  globalizzazione, che in Italia hanno sigle strane PR, PD, RC, PDL e tutti gli altri, con le loro armi finanziarie di distruzione di massa e quelle mediatiche di disintegrazione delle menti. Con buona pace dei leghisti salottieri. A quando un’Italia dei forconi riuniti?

NdR

 

Fonte: da STAMPA LIBERA 8 settembre  2012

Link: http://www.stampalibera.com/?p=51771

 

Vedemo cos’ è capità

 

AVVISO E MONITO AL CAPO DELLO STATO STRANIERO ITALIANO… IL VENETO NON XE LA TO ITALIA, OCIO!!! –  (2012.09.03)

AL CAPO DELLO STATO STRANIERO ITALIANO
GIORGIO NAPOLITANO

e p.c.

– O.N.U. – DIRECTOR GENERAL

– ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE

– AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE

 

Oggetto: AVVISO E MONITO.

E’ notizia di questi giorni di come la s.v. abbia programmato per il giorno di mercoledì 5 settembre prossimo venturo un suo arrivo – peraltro non gradito – nel Territorio di questa Repubblica Veneta, per l’esattezza nella città di Venezia e quindi nella città di Mestre, ove sarebbe sua intenzione tenere un discorso allo stato straniero occupante razzista e colonialista italiano da lei rappresentato.

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Giu 07 2012

LA LINGUA PADANA O PADANESE – PRIMA PARTE

Category: Cultura e dintorni,Padania e dintornigiorgio @ 00:33

Di  Geoffrey Hull,  linguista della University of West Sydney, Australia.

Riporto la prima e la seconda  parte dell’estratto di un interessante, approfondito e straordinariamente documentato saggio, opera del prof. Geoffrey Hull, docente all’Università di Melbourne: testimonianza sorprendente di come il problema delle lingue minoritarie (anche di quelle ostinatamente negate dalla ignorante ufficialità politica romana) sia ormai al centro dell’attenzione dei più illustri ricercatori,  e per di più in un Paese geograficamente così lontano da noi.

 

Nell’isolare dal sistema linguistico italiano le parlate ladine, Ascoli lasciò in un limbo terminologico i dialetti che il Biondelli, trent’anni prima, aveva denominato “GALLO-ITALICI” (1).

Secondo l’illustre dialettologo goriziano, il piemontese, il ligure, il lombardo e l’emiliano-romagnolo, “si distaccano dal sistema italiano vero e proprio, ma pur non entrano a far parte di alcun sistema neolatino estraneo all’Italia” (2).

Durante i primi decenni dell’unità nazionale i glottologi provarono a definire più chiaramente lo status del  “gallo-italico” nei confronti del ladino da un lato e dei dialetti peninsulari dall’altro. In quell’epoca di nazionalismo esasperato era difficile che l’indagine non assumesse toni politici. Parecchi studiosi infatti si sentivano in dovere di dimostrare a priori l’italianità sia del gallo-italico sia del ladino, mentre l’insistenza di altri linguisti (soprattutto germanofoni) sulla fisionomia palesemente galloromanza dei due gruppi non poteva allora non sembrare colorita di pregiudizi antirisorgimentali (3).

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