Apr 17 2014

VENETISMO, PADANISMO, INDIPENDENTISMO: O SI COGLIE L’ATTIMO O MEGLIO CHIUDERLA LÌ

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Alcuni recentissimi sondaggi Swg dicono che il 47% degli abitanti del NordOvest è favorevole all’indipendenza, che la percentuale raggiunge il 50%  nel NordEst. Non è una novità.

 

Nel gennaio del 1996 la rivista Limes aveva pubblicato un’inchiesta di Ilvo Diamanti sulla percezione e gradimento dell’idea di indipendenza padana. Ne risultava che per il 36,5% dei padani l’indipendenza era “un’ipotesi inaccettabile”, per l’8,5% “una via che porterebbe al disastro”, per il 30,7%  “una prospettiva vantaggiosa sul piano concreto, ma inaccettabile” e per il 24,4% “una prospettiva vantaggiosa ed auspicabile”.

 

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Nov 22 2013

ROMA SALVATA CON 115 MILIONI. LA POPPATA NON FINISCE MAI

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di GILBERTO ONETO

 

Il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto decreto “salva Roma” che stanzia una mancetta di 115 milioni per salvare il bilancio della capitale e impedirne la bancarotta.  Lo ha fatto alla svelta, in una riunione che è durata neanche un’ora ma non si confonda la rapidità con l’efficienza:  quando si tratta di dare soldi a Roma non si deve decidere un fico secco. È così e basta! Sarebbe come perdere tempo a stabilire per legge che l’acqua segue la forza di gravità: i soldi finiscono in quel buco perché i soldi sono raccolti proprio per quel buco e perché il buco stesso è stato fatto proprio per inghiottire soldi.

 

È così dalla notte dei tempi, quando i due fondatori poppavano a sbafo da una povera lupa prima di dedicarsi con nonchalance al fratricidio col coltello. Per secoli è stata la imperiale voragine per le risorse di mezzo mondo, per altri secoli ha arraffato le offerte delle cassette delle elemosine sparse su vari continenti e poi – quando anche i fedeli si sono rotti le palle di versare l’obolo  sanpietrino – si è inventata l’Italia per rapinare un pezzo di mondo più piccolo ma farlo con patriottica intensità e sistematicità.

 

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Ott 24 2013

GALLI DELLA LOGGIA: CRITICHE DEVASTANTI, MA NON AMMETTE CHE “DI ITALIA SI MUORE”

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di GILBERTO ONETO

 

Ernesto Galli della Loggia è uomo colto e intelligente che però è vittima di un tormento interiore, di una scelta dolorosa e sempre rimandata, che sembra essere riassunta dal suo cognome, in bilico fra celtismo padano e italianità massonica, fra ribellistico slancio di libertà gallico e costrizioni mentali da setta patriottica.

 

Il suo impegno esprime la dilaniante contrapposizione fra la constatazione del fallimento dell’Italia unita e la necessità di continuare – oltre ogni ragionevole dubbio – a sostenerne l’intangibilità.

 

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Ott 22 2013

C’ERA UNA VOLTA IN PADANIA: LA NUOVA FAVOLA È L’EUROREGIONE

Category: Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 14:48

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Marco Alfieri

 

Vent’anni di giravolte per cercare sempre un nuovo nome. Il federalismo, la secessione, la devolution, il federalismo fiscale. La nuova vecchia Lega di Maroni, ora, sventola lo slogan della macroregione europeo, in cui i lombardi dovrebbero sedere al tavolo coi bavaresi. Ecco l’ultima “svolta” del gattopardismo padano.

 

Dopo il federalismo, la secessione, la devolution e ancora il federalismo (questa volta fiscale), tutte battaglie tentate ma perse, la parolina magica della nuova vecchia Lega di Roberto Maroni, tornata tra le braccia di Silvio Berlusconi, è diventata “EuroRegione”. Il chiodo a cui appendere alleanze scabrose per la base, la giustificazione buona per digerire qualsiasi compromesso pur di conquistare il Pirellone e fare filotto in Padania: Piemonte, Veneto e Lombardia tutte in mano al Carroccio. Padroni in casa propria, il sogno di una vita. “Ci alleeremmo anche con il diavolo pur di ottenere il posto di Formigoni”, si giustifica un pezzo grosso padano, schivando le proteste dei militanti.
La scorsa estate l’Ft e il Wall Street Journal hanno parlato di un’Italia divisa in due, rilanciando la divisione tra un nord agganciato all’Europa carolingia (comprendente il cilindrone che va dalla Padania fino alla Toscana) e un sud formato Grecia. Una pericolosa miniatura del dualismo che sta spappolando eurolandia. Due anni prima era stato l’Economist a parlare di inevitabile separazione, chiamando il Meridione poco elegantemente “bordello”. “Forse che il mondo finanziario inglese e americano è diventato leghista? O più semplicemente sta prendendo atto di una situazione che da noi non è politicamente corretto descrivere…?”, si è chiesto pensoso, Gilberto Oneto, intellettuale leghista eretico, sulle pagine di Libero.

 

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Ott 22 2013

IMMIGRAZIONE, DIFESA DELL’IDENTITÀ E CARENZE DELLA LEGA

Category: Monolandia,Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 10:40

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Il problema dell’immigrazione è generalmente legato a quello dell’autonomia e dell’indipendenza nella misura in cui va a incidere sul grado di identità della comunità che chiede maggiore riconoscimento e libertà.

 

Nelle comunità che hanno a che fare con lo Stato italiano, il rapporto è  particolarmente pesante  per l’uso perverso che da sempre l’unitarismo italiano fa dei rimestamenti demografici. Non è evidentemente il solo (la Spagna ha riempito di spagnoli “etnici” la Catalogna, l’Urss aveva inondato i paesi baltici di immigrati russi e bielorussi, il Tibet si sta affollando di cinesi eccetera) ma lo Stato italiano ha pochi rivali nella sistematicità e nella violenza con cui aveva – ad esempio –  riempito di italiani “veraci” l’Istria orientale e il Sud Tirolo, e poi la Padania. Dopo aver inutilmente provato a stabilizzare l’unità politica con guerre, repressioni e propaganda, il partito unitarista ha cercato di farlo attraverso un generale meticciamento, un rimescolamento etnico a evidente preponderanza meridionale. Non ha funzionato con le comunità tedesche e slave ma neppure in Padania: i meridionali migliori si sono perfettamente integrati e sono diventati spesso essi stessi portatori di volontà indipendentista, mentre  i peggiori sostengono con protervia il loro ruolo di “coloni” di Roma, di braccio armato della burocrazia statalista e alimentano così le pulsioni autonomiste di tutti gli altri.

 

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Ott 09 2013

INDIPENDENZA DEL VENETO? DIRANNO CHE NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE…

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di GIANFRANCESCO RUGGERI

 

L’indipendenza del Veneto nuoce gravemente alla tua salute e a quella del tuo bambino.

Preparatevi perché questo sarà lo slogan che di questo passo ci capiterà di leggere, questa in sintesi sarà la linea propagandistica antireferendum.

Nonostante la proposta referendaria si dibatta in consiglio regionale da mesi e non sia ancora liberata dalla palude politica, la collaudata macchina della disinformatia patriottico tricolorita si è già messa in moto. Prima la Puppato, poi ecco i rappresentanti veneti degli industriali, degli artigiani e dei commercianti, infine è intervenuto nientepopodimeno che Antonio Pipitone. In definitiva è già partito il ritornello delle mille disgrazie e sciagure che colpiranno il Veneto qualora diventasse indipendente: troppo piccolo, isolato, non in grado di reggere la competizione mondiale, che senso ha la secessione in un mondo che è globale, sarà la nostra rovina economica, ci porterà al fallimento, ecc.

 

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Ott 08 2013

APPELLO INDIPENDENTISTA A SALVARCI DAL TITANIC-ITALIA

 

 

di Gilberto Oneto

 

La serata di sabato scorso a Cologno al Serio ha dato un interessante spaccato dell’atteggiamento della politica nei confronti della cosiddetta “questione settentrionale”.

Da una parte il variegatissimo e inutilmente litigioso mondo autonomista: la Lega, i partitini veri e quelli virtuali; dall’altra i tre maggiori partiti “italiani” (Pd, Pdl e 5Stelle); in mezzo chi cerca di ragionare, scrivere e proporre soluzioni. Si è parlato senza troppi giri di parole di indipendenza e questo è il primo elemento positivo: l’hanno accettato (non si sa se per opportunismo, furbizia o reale spirito di confronto) anche i partitanti italiani. Si è parlato di soluzioni e proposte concrete e questo è un altro punto incoraggiante. Se ne è parlato in un momento (che dura come un’era geologica) in cui tutti sono presi dai domiciliari di Berlusconi, da sigle fiscali estorsive, da “spread”, da sbarchi, tutte cose che hanno peso ma che sono davvero niente di fronte al problema dei problemi: l’avvenire e le ristrette prospettive di sopravvivenza della comunità di comunità che si chiama Padania, Nord, Settentrione, Eridania o anche – con linguaggio medievale e rinascimentale – Italia. Quella parte di mondo che se ne sta fra le Alpi settentrionali e quelle meridionali, sopra la Linea Gotica o – secondo altri – sopra il mitico Fosso del Chiarone. È un posto che da alcune migliaia di anni è stato uno dei motori della cultura, dell’arte e dell’economia del mondo occidentale e che oggi rischia di sprofondare nella miserabile gora mediterranea, pieno di acciacchi, debiti, derubato e maltrattato.

 

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Ott 08 2013

LO STATO UNITARIO COSTA IL DOPPIO DI QUELLO FEDERALE E NON SI PUÒ SALVARE

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di FABRIZIO DAL COL

 

Ogni giorno che passa nelle famiglie italiane succede qualcosa di grave.

Più di un anno è trascorso da quando dalle colonne di questo giornale mettevamo in evidenza il rischio di un crack finanziario a cui stava andando incontro l’Italia, ovvero ill rischio di quel default a cui la politica non ha voluto assolutamente guardare, quando invece migliaia di normalissime persone e famiglie intere chiedevano alle istituzioni di intervenire rapidamente. Un anno buttato alle ortiche solo per futili ragioni politiche, dove i partiti, prima ancora degli interessi degli italiani, hanno preferito guardare agli affari e alle loro rendite di potere.

 

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Ott 06 2013

LA LEGA E LA CULTURA: ABBASSO L’INTELLIGENZA, VIVA LA CADREGA

Category: Monolandia,Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 08:22

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di GILBERTO ONETO

 

In un rifugio arroccato in cima alle Alpi lecchesi si è conclusa la cosiddetta Università dell’Estate organizzata da Terra Insubre. È stata la decima edizione di un evento che consolida il suo ruolo di raro (se non unico) strumento di didattica rivolto ai giovani del vasto e frantumato mondo autonomista e indipendentista. Da questa “scuola” sono negli anni passate molte centinaia di giovani che sono venuti a stretto contatto con studiosi, giornalisti e politici che hanno qualcosa da dire, trasmettere e insegnare. L’operazione avviene in stretta coerenza con la lunga attività dell’Associazione culturale Terra Insubre che è un caso speciale per durata, costanza e capacità operativa che travalica di molto i confini identitari delineati dalla sua ragione sociale.

 

Alcune considerazioni vanno fatte sulla vicenda e, soprattutto, sul ruolo giocato (o non giocato) dalla Lega nella cultura autonomista e nella sua diffusione nel mondo giovanile.

 

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Ott 04 2013

LA MARCIA DEL “GAMBERO VERDE”: DAL PO A “FORZA ALTO ADIGE” CON LA BIANCOFIORE

Category: Monolandia,Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 16:09

Presentato tandem Forza Alto Adige e Lega Nord A-Team

 

di GILBERTO ONETO

 

Nei giorni in cui la Catalogna festeggia la sua giornata nazionale, la Diada, con una straordinaria catena umana per richiedere l’autodeterminazione, i relitti di quello che è stato il più grande partito indipendentista d’Europa si dedicano ad alcune audaci imprese autonomiste. Bossi annuncia la sua candidatura alla Segreteria federale, giusto per portare una ventata di novità e di pulizia. Il suo quasi dimissionario successore, già ammaliato dai fasti dell’Expò, impegna tutto il suo ardore combattivo in un’altra gloriosa tenzone secessionista: portare le Olimpiadi a Milano. Il sindaco monocolore leghista di Arona gorgheggia tronfio l’Inno di Mameli. Infine (ma solo provvisoriamente) a Bolzano viene presentato il simbolo congiunto “Forza Alto Adige-Lega Nord- Team Autonomie” per le prossime elezioni provinciali. La capolista sarà la consigliera leghista Elena Artioli, fondatrice del geniale e rivoluzionario Team Autonomie.

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Giu 25 2013

DECALOGO DI ASSAGO CHE MIGLIO RPEFERIVA CHIAMARE “BREVIARIO”

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Gianfranco Miglio 

Con il consenso della gente si può fare di tutto: cambiare il governo, sostituire la bandiera, unirsi a un altro paese, formarne uno nuovo”.

 

Il Decalogo di Assago è stato redatto da Gianfranco Miglio, con contributi dei collaboratori della Fondazione Salvadori. È stato presentato ad Assago, il 12 dicembre 1993, al Secondo Congresso della Lega Lombarda. Altri tempi e altra storia: parliamo infatti di vent’anni fa. Quel lavoro e la stessa figura di Miglio furono poco dopo seppelliti dalle scelte di Umberto Bossi e dalla conseguente uscita dello stesso Miglio dalla Lega Nord.

Lo riproponiamo perché i nostri lettori possano giudicare, e commentare, cosa vi sia in esso ancora di attuale ed eventualmente di emendabile, o addirittura di non condivisibile, all’interno del dibattito su un eventuale movimento separatista avviato su L’Indipendenza.

 

In coda riproponiamo poi l’intervento che Miglio pronunciò pochi mesi, dopo in Senato, 17 maggio 1994,   nel dibattito sulla fiducia al primo governo Berlusconi, quando aveva già lasciato alla Lega.

Le previsioni su quanto sarebbe accaduto negli anni a venire sono di una drammatica lucidità, con la sola variante che il bicchiere di olio di ricino lo stiamo bevendo adesso, ma con davanti nessuna prospettiva…

 

 

IL DECALOGO DI ASSAGO

 

Il “Decalogo di Assago” è stato redatto da Gianfranco Miglio, con contributi dei collaboratori della Fondazione Salvatori ed è stato presentato ad Assago, il 12 dicembre 1993, al secondo Congresso della Lega Lombarda.

 

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Giu 24 2013

RIFORMA FEDERALE: LE TRE REPUBBLICHE DI MIGLIO

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di GABRIELE COLTORTI

 

Il modello di Costituzione federale elaborato da Gianfranco Miglio prevede una riscrittura della Costituzione che riguarderebbe non solo la seconda parte, ma anche numerosi articoli contenuti nella prima parte e nei principi fondamentali. La stragrande maggioranza dei costituzionalisti ritiene che i primi articoli della Costituzione italiana siano intoccabili. Il professore comasco non era per nulla d’accordo: ho ascoltato tempo fa la registrazione di un’intervista del 1994 in cui sosteneva che la Carta del ’48 era rivoltabile come un calzino. A suo giudizio, l’unico articolo che non poteva essere modificato era il 139, ove è scritto esplicitamente che “la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”. Naturale quindi che per Miglio fosse del tutto insensata una riforma limitata alla seconda parte della Carta, come invece ci propongono tutti i partiti italiani, dal centrodestra al centrosinistra compreso il Presidente della Repubblica. No, direbbe oggi il professore: “Le vere Costituzioni federali o sono tali o non lo sono”.

Ma veniamo al modello costituzionale elaborato da Miglio. Presentato al Congresso della Lega Lombarda tenuto Assago nel 1993, venne perfezionato e parzialmente modificato nelle pubblicazioni apparse negli anni successivi: il Modello di Costituzione federale per gli italiani uscito nel 1995, la prima edizione dell’Asino di Buridano (1999) e la seconda edizione del 2000.

 

I Principi fondamentali della Costituzione federale proposta da Miglio

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Giu 22 2013

I FONDAMENTI DEL VERO FEDERALISMO DI GIANFRANCO MIGLIO

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Quali sono per Gianfranco Miglio i fondamenti di un vero regime federale? Nell’introduzione al volume Federalismi falsi e degenerati (Milano, Sperling&Kupfer 1997), Miglio elencava con grande chiarezza i pilastri su cui deve poggiare un regime fondato su un patto costituzionale in grado di salvaguardare e conciliare l’irriducibile diversità dei territori. Le vere Costituzioni federali sono quelle in cui:

 

a) il federalismo è interno al sistema politico e ne costituisce l’asse portante.

 

In tutti i sedicenti sistemi “federali” (Germania, Stati Uniti) o quasi “federali” è la prima Camera a rivestire un ruolo politico decisivo nella legislazione e – nei regimi parlamentari – a controllare il governo dandogli o togliendogli la fiducia. La Camera dei rappresentanti statunitense, il Bundestag tedesco sono collegi in cui dominano i grandi partiti “nazionali”, in cui i parlamentari sono eletti direttamente dal “popolo sovrano”. Quelli per Miglio erano falsi sistemi federali perché il federalismo tende ad essere confinato in una seconda camera (Bundesrat in Germania, Senato negli Stati Uniti) che ha uno scarso potere di controllo nei confronti del governo centrale. Se il federalismo deve essere l’asse portante del sistema, questo significa che per Miglio la Camera politica, quella in grado di controllare il governo federale deve essere l’assemblea in cui siedono i rappresentanti delle maggiori Comunità territoriali in cui si articola la Federazione. Nel modello costituzionale di Miglio l’Assemblea federale sarebbe formata dalla riunione periodica delle Diete (Parlamenti) delle tre Repubbliche i cui membri verrebbero eletti dalle rispettive popolazioni: 100 deputati dalla Padania, 100 dal Centro Italia, 100 dal Mezzogiorno. A questi 300 deputati si aggiungono i delegati dei Consigli delle 5 Regioni a Statuto speciale: 15 deputati siciliani, 10 sardi, 10 friulani, 6 dal Trentino Alto Adige/Sud Tirolo, 5 dalla Valle d’Aosta. In tutto 346 deputati con un taglio di 284 parlamentari rispetto ai 630 del nostro ordinamento.

 

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Apr 30 2013

ECCO LO YACHT DI RICCARDO BOSSI: È IN TUNISIA, TROVATO NELL’ESCLUSIVA MARINA DI PORT EL KANTAOUI

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La barca da 2,5 milioni che per il gip fu comprata con soldi della Lega. Il proprietario? Basta far vedere la foto di Riccardo Bossi

 

PORT EL KANTAOUI (TUNISIA) – Lo «yacht del valore di 2,5 milioni di euro» che Riccardo Bossi, primogenito del fondatore della Lega Nord Umberto, per il gip di Milano «avrebbe acquistato avvalendosi di un prestanome e grazie a un’ulteriore appropriazione indebita di Belsito», esiste davvero. Il Corriere della Sera lo ha trovato in Tunisia, a Port El Kantaoui, a una settantina di chilometri a sud di Hammamet, la città dove è sepolto Bettino Craxi.

Lunghezza 21,01 metri, due motori da 1.550 cavalli, 45,58 tonnellate di stazza, tre cabine lussuose e tre bagni per 6 persone più due membri dell’equipaggio, scafo blu-notte e bianco, ponti in teak, due potenti moto d’acqua nella stiva: è la «Stella», la barca più ammirata a Port El Kantaoui dove per tutti è lo yacht di Riccardo Bossi, quello che sarebbe stato pagato con i soldi sottratti ai finanziamenti elettorali della Lega Nord e che il giudice Gianfranco Criscione mette al centro degli ultimi affari dell’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, e del procacciatore d’affari Romolo Giradeli.  Sono stati entrambi arrestati il 24 aprile con altri due per associazione per delinquere in una costola dell’inchiesta dei pm milanesi Paolo Filippini e Roberto Pellicano, coordinata dall’aggiunto Alfredo Robledo, sull’uso di 18 milioni di fondi elettorali della Lega che vede indagati Belsito e Umberto Bossi per truffa ai danni dello Stato.

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Apr 29 2013

MEGLIO NAUFRAGHI CHE ITALIANI. E TANTO PEGGIO PER LA LEGA MTV

Category: Monolandia,Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 11:50

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di GILBERTO ONETO

Ha tutte le ragioni Gianfrancesco Ruggeri a dire che i padani sono spariti dal governo. Con Letta c’è solo un 26% di nati in Padania: un record assoluto! Il più meridionale dei governi repubblicani era finora stato quello di De Mita (1988-89) che aveva il 27% di padani. Peggio aveva fatto solo il terzo governo Badoglio (1944)  che stava a Bari e aveva qualche “limitazione” geografica  e istituzionale (era ancora Regno d’Italia) che non gli consentono di entrare in classifica. Anche il governo Monti aveva solo il 24% di padani ma considerando anche i sottosegretari e i vice-ministri: vedremo cosa riuscirà a fare Letta in questo senso. Se poi si mettono assieme le due considerazioni sulla provenienza geografica e su quella politica risulta che questo è a tutti gli effetti un governo di comunisti e terroni. Qualche spruzzata di paolottismo ciellino e di esotismo ne fanno la perfetta rappresentazione di questa Italia moribonda, intordellita e cattiva. C’è il rampollo della potente famiglia  democristiana che ha infilato i suoi in tutti gli schieramenti, c’è la razzista meridionale che da dei bifolchi ai veneti, c’è il prefetto sempre in carica, c’è l’esperta in pompe di bicicletta, c’è l’immigrata che viene a fare un lavoro (il ministro) che gli italiani non vogliono più fare, c’è l’atleta che va sempre bene e le cui medaglie fanno cantare l’inno. È il momento dei canottieri: anche in Regione Lombardia sono saliti sul podio.

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