Ago 31 2014

NEL 2005 BERGOGLIO ATTACCAVA BENEDETTO XVI PER LE DICHIARAZIONI SULL’ISLAM

Category: Chiesa veronesegiorgio @ 14:23

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Pope Benedict XVI meets the archbishop of Buenos Aires Cardinal Jorge Mario Bergoglio at the Vatican, 13 January 2007 (Photo: AFP/GETTY)

 

 

21 agosto – Nel 2005, quando Papa Benedetto XVI, citando un testo medievale,  ha dichiarato che il profeta Maometto, fondatore della fede islamica, è stato “«Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava»”, ha fatto infuriare la popolazione musulmana  che (proprio per dare ragione a Benedetto, ndr) ha reagito con attacchi alle chiese di tutto il mondo prima che fossero rilasciate delle scuse.

 

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Ago 31 2014

NESSUNO LO DICE MA IN IRAQ E SIRIA È GUERRA DI RELIGIONE

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Che fare in Iraq e Siria? Che l’Occidente non abbia una strategia per affrontare il rapido precipitare della guerra irachena e di quella siriana, ormai unificate, è un fatto reso ancor più evidente dalle timide e incerte iniziative di europei e statunitensi. Abbiamo rimosso la guerra dal nostro linguaggio e anche se disponiamo paradossalmente della più sofisticata tecnologia bellica mai posseduta dall’umanità siamo del tutto incapaci sul piano politico e sociale di impiegarla per vincere i conflitti. Questo Occidente non è più neppure in grado di chiamare le guerre col loro nome. In Iraq e in Siria è in atto un conflitto tra sunniti e sciti che vede lo Stato Islamico (IS) controllare territori abitati dalla popolazione sunnita combattere contro eserciti e milizie scite di  Baghdad e Damasco. Al fianco dell’IS vi sono Paesi  e ambienti finanziari e politici di Paesi sunniti quali la Turchia e le monarchie del Golfo. Con le forze regolari siriane e irachene sono saldamente schierati l’Iran e il movimento scita libanese Hezbollah .
Perché allora non definire il conflitto in atto una guerra di religione?

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Ago 23 2014

LO STATO CHE PRETENDE DA VOI UNA TASSA PER LASCIARVI VIVERE A CASA VOSTRA È IDENTICO ALLA MAFIA CHE VUOLE IL PIZZO PER LASCARVI APERTO IL NEGOZIO

Category: Monolandiagiorgio @ 00:51

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Fonte: Facebook


Ago 22 2014

SACRIFICI UMANI NELLE COMUNITÀ DI IMMIGRATI

 

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Se credete che i sacrifici umani siano un antico retaggio di culture selvagge definitivamente estinte e cadute nel limbo, vi sbagliate.

Nonostante la propaganda antirazzista si sforzi costantemente di presentarci un’immagine politicamente corretta dei popoli africani, in Uganda l’uccisione di bambini per rituali stregoneschi è un fenomeno che ha raggiunto proporzioni davvero incredibili, a dimostrazione di come “pratiche che nei paesi civilizzati hanno portato i loro seguaci al patibolo continuano ad essere per il Sud del mondo ordinaria amministrazione” .

 

Silvano Lorenzoni nel Selvaggio mostra come comportamenti che per i selvaggi costituiscono la normalità sono considerati tra i popoli civili sintomi di psicopatologie: “Inizierò mettendo a fuoco quelle manifestazioni che avvicinano il selvaggio ai comportamenti di quei civili che normalmente sono, o dovrebbero essere, confinati nelle istituzioni psichiatriche, e, successivamente, quelle (tossicodipendenza compulsiva, deviazioni sessuali ecc.) che più lo avvicinano all’animalità.

 

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Ago 22 2014

C’E’ UNA SPIEGAZIONE RAZIONALE PER I SACRIFICI UMANI

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C’è qualcosa che vi sembra meno sensato dei sacrifici umani rituali? Quando il filosofo del diciannovesimo secolo Søren Kierkegaard cercava una contraddizione nel pensiero razionale—un chiaro esempio di qualcosa che il solo interesse personale non potesse spiegare—raccontò la storia del Vecchio Testamento in cui Abramo porta Isacco sul monte per essere sacrificato. Diavolo, quale potrebbe mai essere il senso di sacrificare il proprio figlio?

 

Per Kierkegaard, la risposta è che il cristianesimo e la razionalità occupano due sfere separate. Per il tipico utente ateo di internet, la risposta è che la religione fa impazzire la gente. Per Peter Leeson, la risposta sta nel guardare al problema dal punto di vista economico.

Leeson ha indagato il più recente e storicamente confermato esempio di sacrificio umano ritualizzato, praticato da un gruppo etnico dell’India chiamato Kondh. Questi uomini, se mai il pubblico occidentale ne avesse mai sentito parlare, erano noti per essere “una razza feroce e bellicosa, che si dilettava con crudeltà e devastazioni. Di certo anche le loro divinità si deliziavano con le macellazioni, durante rituali insanguinati.”

 

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Ago 21 2014

L’ULTIMA LETTERA: CAPIRE LA DITTATURA GIACOBINA, SIMILE A QUELLA ITALIANA

Category: Libri e fonti,Storia e dintornigiorgio @ 04:09

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di PAOLO L. BERNARDINI

 

Un mio illustre collega storico ripete da anni, in pubblico e in privato, che ai propri figli, come viatico per comprendere la vita, e la sua durezza certamente, farà leggere le ultime lettere dei condannati a morte della resistenza italiana. Ora che l’indipendenza per alcuni si avvicina e dunque sarà possibile rileggere la storia italiana con maggior equilibrio, sarebbe da suggerire magari anche la lettura delle ultime lettere dei condannati a morte dalla resistenza italiana, che di morti innocenti anche i vincitori, si sa, riempirono le fosse (e la Storia), almeno quando ebbero cura di seppellirli.

 

Ma forse sarebbe il caso di far leggere — a grandi e piccini — le lettere dei condannati a morte della prima grande dittatura democratica che il mondo abbia per sua sciagura conosciuto, quella del terrore giacobino. L’occasione viene dall’imminente ricorrenza dei trent’anni dalla pubblicazione di un lancinante libro di Olivier Blanc, “La dernière lettre”, appunto, che, uscito in Francia nel 1984, fu prontamente tradotto in italiano da SugarCo nel 1985, “L’ultima lettera. Le prigioni della Rivoluzione francese e le ultime lettere dei condannati a morte durante il Terrore”.

 

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Ago 21 2014

IO, MUSULMANA, DICO: L’ISIS È DENTRO DI NOI

Category: Dominio Potere e Violenza,Islamgiorgio @ 00:07

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Elham Manea

 

 

di Elham Manea

 

Elham Manea è una delle voci più coraggiose e brillanti dell’islam contemporaneo. Da anni si batte per una riforma dell’islam dall’interno che trova come punto di partenza una profonda riforma dell’islam politico a favore di un islam del singolo e dell’essere umano.Elham Manea ha la doppia cittadinanza, yemenita e svizzera. È politologa, scrittrice e attivista per i diritti umani. Attualmente è professore associato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Zurigo e consulente del governo svizzero e di organizzazioni internazionali per i diritti umani.È una delle principali sostenitrici della causa del giovane blogger saudita Raif Badawi, condannato a dieci anni di carcere e a mille frustate per avere fondato un sito di intellettuali liberali nel proprio paese.È attiva su twitter @ElhamManea. 

  

L’articolo originale inglese “Time to face the ISIS inside us” – che qui pubblichiamo – è stato scritto per il sito della Global Minorities Alliance.
(V.C.)

 

«Noi siamo l’ISIS».
Un’affermazione sorprendente? Tuttavia questo è il titolo di un articolo scritto dall’ex ministro kuwaitiano dell’Informazione, Saad bin Tafla al Ajami, pubblicato dal quotidiano qatariota Al Sharq il 7 agosto 2014. L’articolo non celebrava lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS) né le atrocità che quest’ultimo sta commettendo contro i civili e le minoranze in Iraq e Siria.

 

L’autore ricordava che l’ISIS, seppur condannato dalla maggioranza dei musulmani, è il prodotto di un discorso religioso islamico che ha dominato la nostra sfera pubblica negli ultimi decenni – un discorso diffuso e ricorrente! L’ISIS «non è arrivato da un altro pianeta», ha affermato al Ajami. «Non è un prodotto dell’Occidente infedele o di un Oriente dei tempi che furono», ha ribadito.

 

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Ago 20 2014

LA MIA TRADUZIONE DELL’INTERVISTA DI PADOAN SULLA RIPRESA ITALIANA

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Le solite balle di Padoan sulla ripresa italiana

 

 

di FRANCESCO SIMONCELLI*

 

Dopo aver presentato la traduzione di un discorso della Yellen, mi sembrava opportuno fornire anche una traduzione delle parole che il nostro Ministro delle Finanze ha pronunciato di recente in seguito ai dati raccapriccianti fatti registrare dalla nostra economia.

 

L’Italia continua a viaggiare in un limbo, a cavallo di una recessione costante che sta esigendo dalla popolazione un prezzo alto da pagare. Per sua volontà? No di certo. Il deleveraging delle bolle degli anni passati è stato forzato interamente sul settore privato, ovvero, sui contribuenti, lasciando intatte quelle realtà che invece dovevano essere liquidate.

 

Banche commerciali, aziende privilegiate, amministrazioni pubbliche, tutti questi dovevano essere lasciati fallire a seguito del caos scoppiato nel 2010. Invece è stata iniettata vita artificiale nelle loro vene, consentendoli di rimanere in partita e consumando progressivamente risorse che invece (molto probabilmente) sarebbero andate a finanziare realtà sostitutive in grado di permettere una ripresa fisiologica dagli eccessi passati.

 

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Ago 20 2014

HO PASSATO 17 ANNI A SVILUPPARE PRODOTTI PER LE SCIE CHIMICHE

 

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Non posso dire con il 100% di certezza che i prodotti chimici sui quali ho lavorato si siano trovati negli aerei commerciali di Evergreen, ma so che compagnie aeree commerciali come Evergreen accettano regolarmente grosse somme di denaro per caricare e disperdere prodotti chimici nell’atmosfera.

 

Gli scopi di questi prodotti chimici dipendono da dove vengono utilizzati. Molti sono agenti calmanti. Altri inducono uno stato di confusione. Raramente ci è stato chiesto di sviluppare componenti che incitano alla collera o a un comportamento impetuoso. Il 90% di quelli che abbiamo sviluppato erano destinati ad alterare le emozioni, l’umore o a provocare un determinato stato d’animo.

 

Per quanto riguarda la tossicità, in quasi tutti i casi per noi era chiaro che quanto stavamo sviluppando doveva avere una tossicità minima. Naturalmente una percentuale della popolazione svilupperà una tendenza allergica a un composto chimico. Non ho mai lavorato a un progetto il cui risultato scontato fosse tossico o mortale.

 

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Ago 19 2014

CHI ERANO I GUANCI DELLE CANARIE? I DISCENDENTI DEI SOPRAVVISSUTI DI ATLANTIDE?

Category: Archeologia e paleontologia,Storia e dintornigiorgio @ 00:05

 

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Beneharo re guanche menceyato de Anaga dell’isola di Tenerife.  Beneharo fu  il primo ad opporsi nel 1494 al governatore spagnolo delle Canarie Alonso Fernández de Lugo. Sconfitto alla fine dai Conquistador,  sopravvisse alla conquista del suo paese e prese il nome di Fernando de Anaga o Pedro de los Santos. 

 

 

I Guenci sono gli abitanti antichi delle Canarie, stabilitisi nell’arcipelago migliaia di anni prima della conquista spagnola avvenuta nel 15° secolo. Di origine ignota, nonostante la loro scomparsa, i Guenci si sono lasciati dietro non poche vestigia. Descritti come alti, di carnagione chiara e dai capelli dorati, secondo alcuni potrebbero essere i discendenti diretti dei superstiti si Atlantide.

 

Le Canarie formano l’arcipelago di sette isole situato nell’Oceano Atlantico al largo dell’Africa nord-occidentale .

 

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Ago 18 2014

QUELLI DEI BARCONI

Category: Monolandia,Società e politicagiorgio @ 13:42

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Alcuni giorni fa sono ritornato in Italia per partecipare come guest speaker ad un convegno sulle opportunità di delocalizzazione all’estero e sugli incentivi fiscali che alcuni paesi in questo momento riconoscono a chi è disposto ad intraprendere un’attività imprenditoriale o professionale al di fuori dei confini italiani. Terminata la tavola rotonda, il giorno dopo sono prontamente rientrato a Malta, senza soffermarmi ulteriormente in Italia, solo ascoltare per alcuni minuti il tele giornale o leggere una prima pagina di un quotidiano italiano ormai mi fa venire la depressione e un senso di autocommiserazione. Per cui via dall’Italia il prima possibile. Nel pomeriggio seguente decido di prendere un treno regionale che mi avrebbe portato a Brescia dove avrei trovato lo shuttle per Orio al Serio. Acquisto il biglietto alla stazione e salgo sulla prima carrozza individuando subito il controllore per chiedergli di timbrarmi il biglietto in quanto l’obliteratrice esterna era fuori servizio. Non vi erano molti occupanti, soprattutto persone anziane e qualche studente. Il treno parte e con la mente inizio a ripensare alle difficoltà dell’economia italiana, ai casi di studio affrontati il giorno prima, alla rabbia di chi fa impresa e si vede abbandonato a se stesso, alle richieste di giovani laureati che vorrebbero emigrare alla ricerca di un futuro più gratificante.

 

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Ago 18 2014

LA CORRISPONDENZA MAZZINI-PIKE DEL 1870

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Tratto da “Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia

 

Albert Pike (1809-1891), massone del 33° grado, Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del R.S.A.A. (Rito Scozzese Antico e Accettato) della Giurisdizione Sud degli Stati Uniti. 
Membro onorario di quasi tutti i concilii supremi del mondo, e membro del K.K.K, Ku Klux Klan. 
Amico del frammassone Giuseppe Mazzini

 

Mazzini tratteneva una fitta corrispondenza col Pike: ai fini del nostro studio sono ben significative due lettere in particolare: quella che Mazzini inviò al Pike il 22 gennaio 1870 e quella del Pike a Mazzino datata 15 agosto 1871. Jean Lombard annota che questa corrispondenza si trova depositata negli archivi di Temple House, la sede del Rito Scozzese di Washington, ma off limits cioè di consultazione vietata; pur tuttavia la lettera di Albert Pike, scritta il 15 agosto 1871, venne una volta esposta alla British Museum Library di Londra. Là un ufficiale di marina canadese, il commodoro William Guy Carr (presente in veste di consulente per gli Stati Uniti alla Conferenza di San Francisco del 26 giugno 1945) poté prenderne conoscenza e pubblicarne un riassunto nel libro citato Pawns in the Game.

 

Il documento è curiosamente profetico e precorritore della sinistra triade “crisi-guerra-rivoluzione”, che ha tormentato il XX° secolo. Ecco in che forma lo presenta il Carr:

 

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Ago 18 2014

L’UNIONE EUROPEA È COME UNA MAFIA ITALIANA

Purtroppo siamo di fronte all’evidenza documentale e storica che la UE è come una mafia italiana, non rispetta le leggi internazionali, non rispetta i diritti umani, non rispetta la sovranità degli stati, non rispetta i propri trattati fondamentali. Le parole “Democrazia” e “stato di diritto” , “integrità territoriale” , “minoranze” sono evidentemente usati solo per confondere i popoli fin tanto che vengono saccheggiati dalla cosca dei banchieri che regge la UE. E’ di fatto una mafia internazionale nata dalle stesse cosche che vollero l’Italia.

 

 

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Ago 17 2014

CONTROSTORIA DI SADDAM HUSSEIN E MUAMMAR GHEDDAFI

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Senza la minima volontà di “assolvere” o peggio “mitizzare” due dittatori, possiamo sicuramente affermare che l’immagine che hanno di loro i cittadini occidentali – costruita attraverso la propaganda mediatica – è senza dubbio peggiore di quella reale.

 

Premesso che per giudicare un governo è necessario ‘contestualizzare’, cioè tenere in considerazione la situazione socio-politica, culturale ed economica del posto, possiamo affermare con tranquillità che le condizioni di vita in Iraq e in Libia, quando i paesi erano gestiti dai due dittatori erano molto migliori di quanto comunemente ed erroneamente creduto. In entrambi i paesi c’era un certo grado di benessere ed era presente un discreto welfare; infatti erano benvoluti dalla maggioranza dei cittadini.

 

Proprio per questo motivo Bush “senior”, durante la prima guerra del golfo, rinunciò a far cadere il regime; le truppe americane arrivarono alle porte di Baghdad, ma gli fu ordinato di non entrare nella Capitale. L’intelligence USA fermò il presidente, in quanto se avesse destituito Saddam, la situazione sarebbe diventata ingestibile; l’ostilità del popolo iracheno gli avrebbe impedito di coltivare i propri interessi e di imporre un “governo fantoccio”. Decisero pertanto di “sfiancare” la popolazione irachena con un lungo embargo, che bloccò l’economia irachena e isolò il paese, dove erano introvabili persino specialità medicinali di prima necessità. Pur di far perdere consensi a Saddam gli USA non hanno avuto remore nell’imporre un embargo che è costato la vita a moltissimi cittadini, tra cui bambini. 

 

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Ago 16 2014

IRAQ, ANTONIO SOCCI: I CRISTIANI MUOIONO E PAPA FRANCESCO STA IN SILENZIO

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Antonio Socci

 

 

Il dramma in corso dei cristiani perseguitati vede i laici (perfino governi anticlericali come quello francese) quasi più sensibili del mondo cattolico ed ecclesiastico. Dove si trattano con poca sensibilità e qualche fastidio le vittime, mentre si usa una reticente cautela – cioè i guanti bianchi – verso i carnefici. Duecentomila cristiani (ma anche altre minoranze) sono in fuga, cacciati dai miliziani islamisti che crocifiggono, decapitano e lapidano i nemici. In queste ore mi giungono pure notizie ufficiose di efferatezze indicibili su donne e bambini (speriamo non siano vere).

 

Considerando questo martirio dei cristiani che sono marchiati come “nazareni” senza diritti, braccati, uccisi, con le chiese bruciate e la distruzione di tutto ciò che è cristiano, la voce del Vaticano e del Papa – di solito molto interventista e vigoroso – è stata appena un flebile vagito. Neanche paragonabile rispetto al suo tuonare cinque o sei volte «vergogna! Vergogna! Vergogna!» per gli immigrati di Lampedusa, quando peraltro gli italiani non avevano proprio nulla di cui vergognarsi perché erano corsi a salvare quei poveretti la cui barca si era incendiata e rovesciata mentre erano in mare.

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