Ago 18 2020

IL MANCATO ATTENTATO ALL’ARENA DI VERONA.

L’Arena di Verona

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“Data la pluralità, convergenza e eterogeneità delle fonti, si può dire senz’altro acquisita la prova di una immane strage che qualcuno era pronto a compiere all’Arena di Verona e che qualcun altro ritenne invece di risparmiare al Paese, rimuovendo il micidiale ordigno già piazzato in loco”. Queste le parole del P.M. che indagava sulla strage di Piazza della Loggia. 

Dalla confessione di alcuni dei protagonisti degli anni di piombo in Italia, emerge che, dopo la strage di Piazza della Loggia, il prossimo obiettivo per un attentato sarebbe stata L’Arena di Verona. È nientemeno che Stefano Delle Chiaie, leader storico di Avanguardia Nazionale, che in una intervista su “L’ espresso” del 26 dicembre 1982 dichiara che nei primi mesi del 1975 o poco prima della stagione lirica, in occasione di alcuni lavori di manutenzione, fu collocata una bomba ad alto potenziale all’interno dell’Anfiteatro . Dichiarazione ribadita alla Corte di Assise di Milano il 6 aprile 1987, dopo la sua estradizione dal Venezuela e rivendicando ad Avanguardia il merito di aver materialmente bloccato l’operazione rimuovendo l’ordigno, in netto contrasto con i propositi di altri gruppi del terrorismo nero. Anche i responsabili di Ordine Nuovo erano contrari a questo progetto.

Altro personaggio, Angelo Izzo, nel gennaio del 1984. raccontò al Procuratore della Repubblica di Firenze che nel carcere di Trani, Pierluigi Concutelli gli raccontò che lui e uno dei suoi, andò materialmente a Verona a recuperare la bomba e che poi lo stesso Concutelli sequestro’ e interrogo uno degli organizzatori dell’attentato.

Ultima fonte, Giuseppe Albanese, un detenuto comune che, avendo avuto una certa frequentazione carceraria con vari esponenti della destra eversiva tra cui Concutelli, nel 1984 scrisse un memoriale su vari fatti criminosi tra cui la mancata strage all’Arena di Verona. Scrisse infatti di aver appreso da Gianfranco Ferro che quest’ultimo nell’estate del 1976! andò con altri militanti a Brescia per dissuadere Ermanni Buzzidal compiere l’attentato e ordinandogli di ritirare gli ordigni. Dichiarazione ribadita da Albanese al G.I. di Milano l’11 giugno 1992. 

Considerando la grande partecipazione di pubblico durante gli spettacoli, poteva essere una strage forse peggiore di quella della stazione di Bologna, non serve molta fantasia per immaginare lo scenario di panico che si sarebbe creato dopo l’esplosione, e per ultima, molto dopo il dramma umano, i gravissimi danni al nostro bimillenario Anfiteatro. 

Foto dal gruppo STORIE ROMANE

Fonte: Facebook,  srs di Giuseppe Galvani   del 14 agosto 2020

Lonk: https://www.facebook.com/giuseppe.galvani

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