Ott 20 2013

L’ALTRA FACCIA DI CARLO MARX

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Comunismo

 

Marxismo, Bolscevismo, Comunismo: tre nomi diversi, ma una matrice unica. Una matrice in nome della quale, nel corso della storia, si sono compiute tragedie efferate. Basti ricordare i Lager di Tito, il regime di Pol-Pot, i milioni di uomini morti a causa della dittatura cinese; passando attraverso i vari Lenin, Stalin, Mao-Tze-Tung, e scusate se al momento non li ricordo tutti…! Ed il tutto in nome degli ideali di Carlo Marx, ma soprattutto in nome di ciò che c’era davvero, dietro e dentro Carlo Marx…!

(15 aprile 2013)

 

Non avrei mai creduto che il personaggio “Carlo Marx” nascondesse un animo tanto oscuro ed inquietante. Purtroppo ho dovuto ricredermi leggendo questo sconcertante documento, tratto dal libro “L’altra faccia di Carlo Marx”, di Richard Wumbrand. Non ho bisogno di capire se ciò che è riportato nel libro sia vero o falso, perchè ho sempre creduto che l’allontanamento da Dio (o peggio, il denigrare e condannare Dio) porti a simili deformazioni mentali sataniste. Analoghe degenerazioni si riscontrano anche in altri famosissimi personaggi della storia comunista, come Stalin, Andropov, Beria, Ceausescu, Mao Tze-Tung e tanti altri: esiste più che un sospetto che siano tutti così…! (Postato l’8 aprile 2013)

 

L’ALTRA FACCIA DI CARLO MARX

(di R. Wurmbrand)

 

Fonte: (dal sito www.camcris.altervista.org)

 

 

Nota sull’Autore:

Richard Wurmbrand era un ateo romeno che in gioventù militò nelle file del comunismo marxista. Credette in Cristo Gesù nel 1935 e divenne cristiano; la qual cosa lo avrebbe esposto, successivamente, ad oltre quattordici anni di feroci persecuzioni, nel corso dei quali venne a più riprese internato nei tristemente famosi gulag del regime filo-sovietico che, nel frattempo, si era instaurato nel suo paese. Il testo contenuto in questo documento è una riduzione dei capitoli più importanti del libro “L’altra faccia di Carlo Marx“, di R. Wurmbrand, edito da EUN (Copyright 1984, tutti i diritti riservati).

 

 

1. GLI SCRITTI CRISTIANI DI MARX

 

Prima di diventare un economista e un comunista di fama, Marx era un umanista. Oggi un terzo dell’umanità è marxista. Il marxismo in una forma o in un’altra, è adottato anche da molti nei paesi capitalisti.

Marx, si dice, era profondamente umano. Era dominato da una sola idea: come aiutare le masse sfruttate. Ciò che le impoverisce, a quanto egli sosteneva, è il capitalismo. Una volta rovesciato questo sistema corrotto, dopo un periodo transitorio di dittatura del proletariato, emergerà una società in cui ognuno lavorerà in ragione delle proprie capacità, in fabbriche e aziende agricole appartenenti alla collettività, e sarà ricompensato in ragione delle proprie necessità. Non vi sarà uno Stato che governi gli individui; non vi saranno guerre, non rivoluzioni, ma soltanto una fratellanza eterna, universale.

 

Affinché le masse conseguano la felicità, occorre qualche cosa di più che la semplice distruzione del capitalismo. Marx scrive: «L’abolizione della religione, come illusoria felicità dell’uomo, è un requisito della loro reale felicità».

 

Marx era antireligioso perché la religione impedisce l’adempimento dell’ideale comunista, che egli considerava come la sola soluzione dei problemi del mondo: così i marxisti spiegano la loro posizione.

 

Nella sua prima gioventù Karl Marx si professava cristiano. La sua prima opera scritta è intitolata “L’unione dei fedeli con Cristo“. In essa leggiamo queste bellissime parole: « Attraverso l’amore di Cristo volgiamo al tempo stesso i nostri cuori verso i nostri fratelli che sono intimamente a noi legati e per i quali Egli dette se stesso in sacrificio ».

Così Marx conosceva un modo perché gli uomini diventassero fratelli gli uni con gli altri: il Cristianesimo.

Egli continua: «L’unione con Cristo potrebbe dare un’intima elevazione, il conforto del dolore, una fiducia tranquilla e un cuore suscettibile all’amore umano, ad ogni cosa che sia nobile e grande, non per amore di ambizione e gloria, ma soltanto per amore di Cristo».

Pressappoco nello stesso tempo, Marx scrive nella sua tesi

“Considerazioni di un giovane sulla scelta di una carriera“: «La religione stessa ci insegna che l’Ideale verso il quale tutti tendono, sacrificò Se stesso per l’umanità, e chi mai oserà contestare questa aspirazione? Se abbiamo scelto la posizione nella quale possiamo compiere quanto è più possibile per Lui, allora non potremo mai essere schiacciati dal nostro fardello, perché sono soltanto sacrifici fatti per il bene di tutti».

Finanche in un libro astruso di economia politica come “Il Capitale”,  nel quale le considerazioni circa la religione sono ovviamente di scarsa importanza, il maturo ed anti-religioso Marx scrive, completamente fuori dal contesto, «Il Cristianesimo è la forma più idonea di religione».

 

2. OULANEM VUOLE VENDETTA

 

Poco dopo che Marx ebbe ricevuto il diploma, nella sua vita accadde qualche cosa: divenne profondamente, appassionatamente anti-religioso. Incominciò a emergere un nuovo Marx.

Egli scrive in un poema: «Desidero vendicarmi contro quell’Uno che regna lassù». Così era convinto che lassù ci fosse Uno che regna. Era in lite con Lui. Ma quell’Uno lassù non gli aveva fatto nulla di male.

Marx apparteneva a una famiglia relativamente benestante, non aveva sofferto la fame nella propria infanzia. Stava molto meglio di molti suoi compagni di scuola. Che cosa aveva prodotto questo terribile odio contro Dio?

A una età in cui ogni giovanotto normale ha sogni di far del bene agli altri e di preparare una bella carriera per se stesso, perché dovrebbe aver scritto questi versi nel suo poema  “Invocazione d’un disperato”?:

 

Su in alto costruirò il mio trono,


Fredda e tremenda sarà la sua vetta.


Terrore superstizioso ne sarà il baluardo,


Suo ministro, l’angoscia più nera.


Chi lo guarderà con occhio sano


Distoglierà pallido e muto come morto lo sguardo,


Afferrato da forza di morte cieca e tremante.


Possa la buona sorte scavargli la tomba.

Marx sognava di rovinare il mondo creato da Dio.

 

In un altro poema diceva:

 

Potrò allora marciare in trionfo,


Come un dio, fra le rovine del loro regno.


Ogni mia parola è fuoco e azione
Il mio petto è uguale a quello del Creatore.

(Citato in «Deutsche Tagespost», Germania Occidentale, 31 dicembre 1982.)

 

Le parole «Su in alto costruirò il mio trono» e la confessione che da colui che siede su questo trono, emaneranno soltanto terrore e angoscia, ci rammentano l’orgogliosa vanteria di Lucifero: «Io salirò in cielo, eleverò il mio trono al disopra delle stelle di Dio» (Isaia 14:13).

 

Ma perché Marx desidera questo trono? La risposta si trova in un dramma poco conosciuto che compose anche durante i suoi inni da studente. Si intitola “Oulanem“.  Per spiegare questo titolo bisogna fare una digressione. Esiste una “chiesa satanista”. Uno dei suoi riti è la messa nera, che i satanisti recitano a mezzanotte. Nei candelieri sono poste candele nere rovesciate. Il “sacerdote” dice tutto ciò che è prescritto nel libro di preghiere, ma le legge dalla fine verso il principio; i nomi della divinità vengono letti pronunciandoli alla rovescia. Un crocifisso è fissato pure alla rovescia, oppure viene calpestato. Durante la messa nera viene bruciata una Bibbia. Tutti i presenti promettono di commettere ogni peccato, e di non fare mai nulla di buono. Segue un’orgia.  È caratteristico che Oulanem sia un’inversione del nome biblico per Gesù che in ebraico significa: «Dio con noi».

Simili inversioni di nomi sono caratteristici della magia nera; saremo capaci di capire il dramma “Oulanem” soltanto alla luce di una strana confessione che Marx fece in un poema chiamato Il giocatore, più tardi rappresentato da lui stesso e dai suoi seguaci:

 

Sorgono i vapori infernali e mi riempiono il cervello


Sin che impazzisco e mi si cambia il cuore.


Vedi tu questa spada?


Me l’ha venduta il prìncipe delle tenebre.


Per me batte l’ore e dà i segni.


Sempre più audacemente suono la danza della morte.

 

Questi versi assumono uno speciale significato, quando apprendiamo che nei riti della più alta iniziazione nel culto satanista viene venduta al candidato una “spada incantata” che garantisce il successo. Egli la paga firmando un patto col sangue estratto dai suoi polsi, per cui la sua anima, dopo morte, apparterrà a Satana.

Cito ora dal dramma “Oulanem“:

 

Ed essi son anche Oulanem, Oulanem,


Il nome risuona ancora come la morte,


Risuona ancora sino a spegnersi miseramente.


Ho però nelle mie giovani braccia,


Di che stringervi e schiacciarvi (l’umanità personificata)


Con la forza d’una tempesta,


Mentre per entrambi l’abisso si disserra nel buio.


Sprofonderai, ed io ti seguirò ridendo,


Sussurrandoti all’orecchio,

« Discendi,
Vieni con me, amico! »

 

Marx desidera trascinare tutta l’umanità nell’abisso riservato per il Diavolo e i suoi angeli (si veda Apocalisse 20:3).

Chi parla attraverso Marx in questo dramma? È ragionevole attendersi che un giovane studente mantenga come sogno della sua vita la visione dell’umanità, mentre penetra nell’abisso delle “tenebre eterne”, mentre egli stesso ride seguendo coloro che ha guidato verso l’incredulità? In nessun luogo al mondo questo ideale è coltivato, eccetto che nei riti iniziatici della chiesa satanista, ai suoi gradi più elevati.

Viene il momento della morte, per Oulanem. Le sue parole sono:

 

Rovina, rovina. Il mio tempo è trascorso.


L’orologio s’è fermato, la minuscola casa è crollata,


Presto stringerò al mio petto l’eternità


Presto ululerò colossali anatemi sull’umanità.

 

Erano piaciute a Marx le parole di Mefistofele nel Faust«Tutto ciò che esiste, merita d’essere distrutto». Tutto: compreso il proletariato e i compagni.

Marx citava queste parole in «Il 18 Brumaio». Stalin si è fondato su quelle, e ha distrutto la sua stessa famiglia.

La setta satanista non è materialista: crede nella vita eterna.  Oulanem, la persona in nome della quale Marx parla, non contesta la vita eterna. Egli la afferma, però come una vita d’odio esaltato all’estremo. Merita osservare che eternità, per i demoni, significa «tormento». È lo stesso per Marx:

 

Ah! L’eternità! È il nostro perpetuo dolore,


Un’indescrivibile, incommensurabile Morte…

 

Incominciamo a capire che cosa sia accaduto al giovane Marx. Era partito da convinzioni cristiane, ma non aveva condotto una vita ad esse adeguata. La sua corrispondenza col padre dà testimonianza del suo sperperare grandi somme di danaro in divertimenti e del suo continuo contestare l’autorità paterna circa questo ed altro. Allora verosimilmente può essere avvenuto il suo indottrinamento nella chiesa altamente segreta di Satana, e che sia stato iniziato ai suoi riti. Satana, che i suoi adoratori vedono nelle loro orge allucinanti, parla per loro bocca. Così Marx ne è soltanto il portavoce quando nel suo poema “Invocazione d’un disperato” pronuncia le parole:

 

«Io desidero vendicarmi contro quell’Uno che regna lassù».

 

Ed ecco la fine di “Oulanem“:

 

Se vi è qualcosa che possa distruggere,


Vi piomberò dentro, anche se porterò il mondo


Nella rovina.


Il mondo che sorge fra me e l’abisso,


Lo farò a pezzi, con le mie
Durevoli maledizioni.


Stringerò fra le mie braccia la sua dura realtà,


Abbracciandomi, il mondo perirà in silenzio,


E sprofonderà nell’estremo nulla.


Perire, senza esistenza: questo sarebbe
Realmente vivere.

 

Marx è stato ispirato probabilmente dalle parole del marchese de Sade:

 

«Aborro la natura…vorrei spaccare il suo pianeta, ostacolare il suo procedere, arrestare le orbite degli astri, rovesciare i globi che galleggiano nello spazio, distruggere ciò che serve la natura, proteggere ciò che le nuoce, in una parola desidero insultarla nelle mie opere…forse saremo capaci di attaccare il sole, privarne l’universo o adoperarlo per dar fuoco al mondo. Questi sarebbero veri delitti».

 

Perché de Sade e Marx volevano propagare cose tanto orribili?

Il primo lo dice.  Egli loda gli scrittori che hanno come unico scopo, quando stampano i loro spaventevoli sistemi, di estendere dopo la loro morte il numero dei loro delitti. Non possono più commetterli, ma i loro scritti maledetti fanno sì che gli uomini li compiano, e questa “dolce idea” li conforta sul letto di morte.

 

In “Oulanem” Marx segue l’obiettivo del Diavolo: consegnare alla dannazione l’intera razza umana. Oulanem è probabilmente l’unico dramma al mondo in cui tutti i personaggi sono consapevoli della loro corruzione, e la ostentano e la celebrano con convinzione. In questo dramma non c’è bianco e nero, non vi esistono Claudio e Ofelia, Jago e Desdemona. Qui tutti son neri e rivelano aspetti mefistofelici. Tutti sono satanici, corrotti e dannati dal destino.

 

3. STRANI RITI NELLA FAMIGLIA DI MARX

 

Quando scriveva queste cose Marx, un genio prematuro, aveva diciott’anni. Il programma della sua vita era già stabilito. Non vi era accenno di servire l’umanità, il proletariato o il socialismo. Desiderava portare il mondo in rovina. Desiderava costruire per sé un trono la cui difesa doveva essere il brivido di paura degli uomini.

La seguente citazione è tratta da un epigramma di Marx su Hegel:

 

Perché ho scoperto il più alto,


E perché ho trovato il più profondo, con la meditazione,


Son grande come un Dio;


Come Lui, mi rivesto dell’oscurità.

(Citato da “Deutsche Tagespost”, Germania, 31 dicembre 1982)

 

Nel suo poema «La vergine pallida» Marx scrive:

Così ho perduto il cielo, Lo so ben io.


La mia anima, un tempo fedele a Dio,


È destinata all’inferno.


Non c’è bisogno di commenti.

 

All’inizio, Marx aveva ambizioni artistiche. I suoi poemi e il dramma sono importanti in quanto rivelano il suo stato d’animo; ma essendo privi di valore letterario non ricevettero nessun riconoscimento. La mancanza di successo nel dramma ci ha dato un Goebbels, il ministro nazionalsocialista della propaganda; l’insuccesso in filosofia, ci ha dato un Rosemberg, il filosofo del razzismo tedesco; la mancanza di successo in pittura ed architettura ci ha dato un Hitler. Anche Hitler era poeta. Si può star certi che non abbia mai letto le poesie di Marx, la somiglianza però è sorprendente. Nei suoi poemi egli cita le stesse pratiche sataniste. Ne cito una:

 

Nelle notti tempestose vado talvolta


Alla quercia di Wotan nel silente giardino


Per stringere un patto con le forze oscure…


Il chiaro di luna fa apparire caratteri runici


Tutti coloro che erano straordinari durante il giorno


Diventano piccoli di fronte alla formula magica…

(Muller, Schoenhausen, «La soluzione dell’enigma Adolf Hitler»)

 

Wotan è il dio principale della mitologia tedesca. I caratteri runici erano i segni che a quei tempi si usavano per scrivere. Hitler abbandonò ben presto la carriera poetica; così Marx, che la cambiò per quella di un rivoluzionario in nome di Satana, contro una società che non aveva apprezzato i suoi poemi. Questo, è in modo persuasivo un motivo per la sua ribellione; un altro motivo, l’essere disprezzato per le sue origini ebraiche.

 

Due anni dopo le preoccupazioni espresse da suo padre, nel 1839, il giovane Marx scrisse «La differenza fra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro », nella prefazione della quale si allineava con Eschilo:

« Nutro odio contro tutti gli dèi».

 

Egli specificava dicendo di essere contro tutti gli dèi in terra e in cielo che non riconoscono l’autoconsapevolezza umana come la divinità suprema. Marx era un nemico dichiarato di tutti gli dèi, un uomo che aveva acquistato la sua spada dal principe delle tenebre, al prezzo della propria anima. Aveva dichiarato che il proprio scopo era l’attirare tutta l’umanità nell’abisso, e seguirla ridendo.

Sua figlia Eleanor dice che, quando erano bambine, Marx aveva raccontato molte storie a lei e alle sue sorelle. Quella che le piaceva di più parlava di un certo Hans Rockle:

«Il racconto di quella storia durava mesi e mesi, perché era una storia lunga, lunga, e non finiva mai. Hans Rockle era una strega, che aveva un negozio con giocattoli e molti debiti. Benché fosse una strega, era sempre in ristrettezze finanziarie. Perciò doveva vendere, contrariamente alla propria volontà, tutte le sue cose belle, l’una dopo l’altra, al Diavolo…!  Alcune di queste avventure erano orribili, e facevano rizzare i capelli».

 

È normale per un padre raccontare ai suoi bambini piccini storie terrificanti circa il vendere al Diavolo i propri tesori più cari?

 

Robert Payne, nel suo libro “Marx”, racconta anche lui di questo fatto con ampi particolari, come riferiti da Eleanor. Come l’infelice Rockle, la maga, vendesse i giocattoli con riluttanza. Tenendoseli stretti fino all’ultimo momento. Ma dato che aveva fatto un patto col Diavolo, non c’era scampo. Il biografo di Marx continua:

«Scarsi dubbi possono esservi che quelle storie interminabili fossero autobiografiche…Egli aveva la visione del mondo del diavolo, e la sua malignità. Talvolta sembrava sapesse che stava compiendo opere di male».

 

Quando Marx aveva finito “Oulanem” e gli altri suoi primi poemi in cui scriveva di avere un patto col Diavolo, non pensava al socialismo. Addirittura lo combatteva. Era redattore di una rivista tedesca, la «Rheinische Zeitung», che

«non concede alle idee comuniste neppure una validità teorica nell’attuale forma, tanto meno desidera la loro realizzazione pratica, che ad ogni modo considera impossibile…I tentativi da parte delle masse di applicare le idee comuniste, possono trovar risposta col cannone non appena diventino pericolosi…».

 

4. MARX INCONTRA HESS E BAKUNIN

 

Dopo di aver raggiunto questa fase del suo pensiero, Marx conosce Moses Hess, l’uomo che rappresentò la parte più importante nella sua vita, e che gli fece abbracciare l’ideale socialista. Hess lo chiama «il dottor Marx, il mio idolo, che darà l’ultimo calcio alla religione».

Ecco, dunque, il suo primo scopo era dare un calcio alla religione, non era il socialismo.

 

Georg Jung, altro amico di Marx in quell’epoca, nel 1841 scrive ancor più chiaramente che Marx di certo scaccerà Dio dal suo cielo e gli farà addirittura causa. Queste erano dunque le aspettative di coloro i quali iniziarono Marx alle profondità del satanismo. Non era affatto vero che Marx albergasse ideali sociali elevati al proposito di aiutare l’umanità, che la religione fosse un ostacolo per l’adempimento di questo ideale, e che per questa ragione Marx avesse abbracciato un atteggiamento antireligioso. Marx già odiava ogni nozione di Dio, e in particolare il Cristianesimo. Era disposto ad essere l’uomo che avrebbe cacciato Dio. Tutto ciò prima ancora che avesse aderito al socialismo.

Il socialismo era soltanto l’esca per indurre proletari e intellettuali ad abbracciare questo diabolico ideale.

Quando i sovietici, ai primi tempi, adottarono lo slogan «scacciamo i capitalisti dalla terra e Dio dal cielo», non facevano che adempiere il retaggio di Karl Marx.

 

Una delle peculiarità della magìa nera, come abbiamo già detto, sta nell’inversione dei nomi. Le inversioni permeavano a tal punto tutto il modo di pensare di Marx, che egli le adoperava dovunque.

Rispose alla “Filosofia della miseria” di Proudhon con un altro volume intitolato La miseria della “Filosofia“; scrisse anche «Dobbiamo usare anziché l’arma della critica, la critica delle armi», ecc. Marx non parlava molto, pubblicamente, di metafisica, ma possiamo dedurre il suo modo di vedere dalle persone con le quali si incontrava.

 

Uno dei suoi compagni nella Prima Internazionale era l’anarchico russo Mikhail Bakunin, che scriveva:

«Il Maligno rappresenta la ribellione satanica contro l’autorità divina, ribellione nella quale vediamo il germe fecondo di tutte le emancipazioni umane, la Rivoluzione. I socialisti si riconoscono l’un l’altro con le parole: “Nel nome di Colui al quale è stata commessa una grande ingiustizia”. Satana è l’eterno ribelle, il primo libero pensatore ed emancipatore dei mondi. Egli fa sì che l’uomo si vergogni della sua bestiale ignoranza e obbedienza; lo emancipa, imprime sulla sua fronte il suggello della libertà e dell’umanità, spronandolo a disobbedire e a mangiare il frutto della conoscenza».

 

Bakunin non si limita a lodare Lucifero; ha un programma concreto di rivoluzione, ma non tale da liberare il povero dallo sfruttamento. Egli scrive:

«In questa rivoluzione dovremo risvegliare il Diavolo nelle persone, dovremo attizzare in loro le più basse passioni. La nostra missione è distruggere, non edificare. La passione per la distruzione è una passione creativa».

 

Karl Marx formò la Prima Internazionale insieme con Bakunin, e avallò questo strano programma. Marx ed Engels dissero nel «Manifesto Comunista», che il proletario vede la legge, la moralità e la religione, come «altrettanti pregiudizi borghesi, dietro i quali si nascondono in agguato altrettanti interessi borghesi».

Bakunin rivela che Proudhon, un altro dei principali pensatori socialisti, che in quell’epoca era amico di Karl Marx, «adorava anche lui Satana». Hess aveva presentato Marx a Proudhon, che aveva adottato per la sua capigliatura lo stesso stile tipico della setta satanista del diciannovesimo secolo di Joanna Southcott.

Proudhon ne «La filosofia della miseria», dichiarava:

«Vieni, Satana», egli esclama, «calunniato dai piccoli e dai re». «Dio è stupidità e codardia; Dio è ipocrisia e falsità; Dio è tirannia e povertà; Dio è malvagio. Io giuro, Dio, con la mano distesa verso il cielo, che non sei niente più che l’esecutore della mia ragione, lo scettro della mia coscienza…».

 

Simili pensieri non sono originali, sono il contenuto usuale delle prediche nel culto satanista. Più tardi Marx litigò con Proudhon, e scrisse un libro per contraddire «La filosofia della miseria». Ma Marx contraddiceva soltanto dottrine economiche di minore importanza. Non aveva obiezioni alla ribellione demoniaca di Proudhon.

 

Heinrich Heine, il celebre poeta tedesco, era un terzo amico intimo di Marx. Era anche lui un appassionato di Satana, che descriveva come «delizioso e affascinante» (cfr. Ristory of the devil, di Paul Carus, Bell Publ. Co. p. 435.)  Marx la pensava come queste persone del suo ambiente.

 

Lunacharskij, un filosofo eminente che era stato ministro dell’Educazione nell’Unione Sovietica, scrisse in «Socialismo e Religione» che Marx aveva messo da parte ogni contatto con Dio e aveva portato Satana alla testa delle colonne in marcia del proletariato.

 

A questo punto è essenziale dichiarare fermamente che Marx e i suoi compagni, sebbene “anti-Dio”, non erano atei come si descrivono i marxisti attuali. Infatti, sebbene inveissero apertamente contro Dio e lo insultassero, essi odiavano un Dio nel quale credevano. Non è la sua esistenza che viene contestata; ma la sua supremazia.

 

Quando la rivoluzione scoppiò in Parigi nel 1871, il comunardo Flourens dichiarò: “Il nostro nemico è Dio. L’odio verso Dio è il principio della saggezza”.

Marx lodava altamente i comunardi, che proclamavano apertamente questo fine. Ma che cosa ha a che fare tutto ciò con una più equa distribuzione dei beni, o con migliori istituzioni sociali? Queste sono soltanto bardature esteriori per nascondere lo scopo reale: lo sradicamento totale di Dio e del suo culto. Oggi vediamo le prove di ciò in paesi come la Cina Rossa, l’Albania, la Corea del Nord, dove sono state chiuse tutte le chiese, le moschee e le pagode.

 

5. POESIA DIABOLICA

 

Nei poemi di Marx «Invocazione di un disperato» e «Orgoglio umano», la suprema invocazione dell’uomo è per la propria grandezza. Se l’uomo è condannato a perire attraverso la propria grandezza ribelle, sarà una catastrofe cosmica, ma egli morirà come un essere divino, compianto dai demoni.

La ballata di Marx «Il Giuocatore» registra le lamentele del cantore contro Dio. Emerge dai tenebrosi abissi dell’Inferno  «che tormenta la mente ed ammalia il cuore, e la sua danza è la danza della morte».

Il menestrello sguaina la sua spada e la getta nell’anima del poeta. L’arte che emerge dai tenebrosi abissi dell’inferno, e tormenta la mente…!

Questo ci ricorda le parole del rivoluzionario americano Jerry Rubin in “Do It”: «Abbiamo combinato gioventù, musica, sesso, droga e ribellione, col tradimento: e questa è una combinazione difficile da battere».

 

Nel suo poema «Orgoglio umano» Marx ammette che il suo scopo non è di migliorare il mondo, riformarlo o rivoluzionarlo, ma semplicemente di rovinarlo e godere al vederlo andare in rovina:

 

Con sdegno lancerò il mio guanto


Sulla faccia del mondo, in pieno,


E vedrò il crollo di questo pigmeo gigante


La cui caduta non spegnerà il mio ardore


Andrò poi, come un dio vittorioso, alla ventura


Tra le rovine del mondo


E dando alle mie parole forza d’azione


Mi sentirò pari al Creatore.

 

6. LE VITE DEVASTATE DI MARX ED ENGELS

 

Arnold Kunzli, nel suo volume «Karl Marx: uno psico-gramma» descrive la vita di Marx, nella quale sono inclusi i suicidi di due figlie e di un genero. Tre figli morirono di malnutrizione. Anche la figlia Laura, sposata col socialista Laforgue, vide morire tre dei suoi figlioli. Quindi lei e il marito si uccisero insieme. Un’altra figlia, Eleonora, decise di fare lo stesso col marito. Essa morì, lui si ritirò all’ultimo momento.

Marx non sentì nessun obbligo di guadagnarsi di che mantenere la propria famiglia, benché avesse potuto farlo facilmente data la sua vasta conoscenza delle lingue.

Visse accattando da Engels. Ebbe un figlio illegittimo da una delle sue donne di servizio, e più tardi lo attribuì a Engels, che accettò di prestarsi al gioco. Beveva forte.

Rjazanov, Direttore dell’Istituto Marx-Engels di Mosca, ammette questo fatto nel suo libro «Karl Marx, uomo, pensatore e rivoluzionario».

 

Visto che abbiamo citato Engels, è opportuno dire qualche parola a suo proposito.

Engels era stato educato in una famiglia pietista, e nella sua gioventù aveva composto bellissimi poemi cristiani. Dopo che ebbe conosciuto Marx, scrisse di lui:

«Chi si dà alla caccia con ardore selvaggio? Un uomo tenebroso di Treviri» (luogo di nascita di Marx); «un notevole mostro. Non cammina né corre, balza sui talloni e infierisce, pieno d’ira come se volesse afferrare la tenda ampia dei cieli e gettarla sulla terra. Distende le braccia in alto nell’aria; stringe i pugni minacciosi e infuria incessantemente, come se diecimila diavoli lo trascinassero per i capelli».

 

Engels cominciò ad allontanarsi dalla fede cristiana dopo aver letto il libro dell’eretico Bruno Bauer, dopodiché si associò a colui che egli stesso aveva definito «un mostro posseduto da diecimila diavoli».

Bruno Bauer era un teologo liberale, creatore del “cristianesimo materialistico”, che affermava che Gesù era un uomo qualunque. Bauer scriveva al suo amico Arnold Ruge, anche lui amico di Marx e di Engels, il 16 dicembre 1841:

«Qui all’Università tengo le mie lezioni dinanzi a un vasto pubblico. Non riconosco me stesso quando pronuncio dalla cattedra le mie bestemmie! Sono tanto grandi che questi ragazzi, che nessuno dovrebbe offendere, alla fine hanno i capelli ritti. Il mio spirito blasfemo sarà soddisfatto soltanto se sarò autorizzato a predicare apertamente come professore del sistema ateo».

 

L’uomo che convinse Engels a diventare comunista fu lo stesso Moses Hess che aveva già convinto Marx. Dopo aver conosciuto Engels a Colonia, Hess scrive: «Si separò da me come un comunista ultrazelante. È così che produco devastazioni…».

 

Produrre devastazioni: era questo lo scopo supremo di Hess nella vita? Rolv Heuer descrive la vita finanziaria sregolata di Marx, in «Genio e ricchezze»: «Mentre era studente a Berlino, il figlio di papà Marx riceveva 700 talleri l’anno come assegno». Questa era una somma enorme perché a quell’epoca soltanto un cinque per cento della popolazione aveva un reddito annuo superiore ai 300 talleri. Durante il corso della sua vita Marx ricevette da Engels circa sei milioni di franchi francesi (cifre dell’Istituto Marx-Engels). Egli bramava sempre qualche eredità.

Mentre un suo zio era in agonia, Marx scrisse:

«Se quel cane morisse, io sarei fuori dai guai», al che Engels rispondeva:

«Mi congratulo con voi per la malattia di colui che ostacola un’eredità, e spero che la catastrofe accada adesso». Quindi il «cane» morì.

 

Marx scrive, in data 8 marzo 1855:

«Un evento molto lieto. Ieri ci è stato detto della morte dello zio 90enne di mia moglie. Mia moglie riceverà circa 100 lire sterline; anche di più, se il vecchio cane non ha lasciato una parte del suo danaro alla signora che amministrava la sua casa».

 

Non aveva sentimenti più gentili per coloro che gli erano molto più vicini di quello zio. Non era in relazione con la propria madre. Nel dicembre 1863 scrisse a Engels:

«Due ore fa è arrivato un telegramma per dirmi che mia madre è morta. Il Fato aveva bisogno di prendere un membro della famiglia. Io avevo già un piede nella tomba. In queste circostanze, sono più necessario io che la vecchia donna. Debbo andare a Treviri per l’eredità ».

Questo è tutto ciò che aveva da dire a proposito della scomparsa di sua madre.

 

Marx perdette molto denaro alla Borsa, dove lui, l’economista, sapeva soltanto perdere.

 

Dato che la setta satanista è strettamente segreta, esistono solo pochi indizi sulla possibilità che Marx le fosse legato.  Un altro anello della catena di prove già considerate potrebbe trovarsi nella sua stessa vita sregolata.

Marx era un intellettuale di grosso calibro, e così anche Engels. Ma la loro corrispondenza è piena di oscenità, non comuni davvero in quella classe sociale. Il turpiloquio vi abbonda, e non c’è una sola lettera nella quale si senta un idealista che parla del suo sogno umanistico o socialista.

Benché fosse ebreo, quanto a stirpe, scrisse un pernicioso libro anti-ebraico intitolato «La questione ebraica».

 

Nel 1856 scrisse sulla «New York Tribune» un articolo intitolato «Il prestito russo» nel quale leggiamo:

«Sappiamo che dietro ogni tiranno c’è un ebreo, come c’è un gesuita dietro ogni papa. Come l’esercito dei gesuiti uccide ogni libero pensiero dal quale il desiderio degli oppressi potrebbe avere possibilità di successo, così l’utilità delle guerre promosse dai capitalisti cesserebbe, se non fosse per gli ebrei che rubano i tesori dell’umanità. Il fatto che gli ebrei siano diventati tanto forti da mettere in pericolo la vita del mondo, ci induce a svelare la loro organizzazione, i loro scopi, affinché il loro lezzo possa risvegliare i lavoratori del mondo a combatterli e ad eliminare un simile cancro».

 

Forse che Hitler diceva di peggio? Molti altri comunisti ebrei imitarono Marx nel suo odio contro gli Israeliti.

L’ebrea Ruth Fisher, ben nota dirigente comunista tedesca, membro del Parlamento, disse: «Schiacciate i capitalisti ebrei, appiccateli alle lanterne; calpestateli sotto i vostri piedi» (Ossip Flechtsheim, «Il partito comunista di Germania, nella repubblica di Weimar», Offenbach 1948).

 

Perché soltanto i capitalisti ebrei e non anche gli altri? E’ una domanda che rimane senza risposta.

 

Marx odiava gli ebrei, ma anche i tedeschi. Egli parlava de «lo stupido popolo tedesco…la disgustosa ristrettezza mentale nazionale dei tedeschi…» e diceva che «tedeschi, cinesi ed ebrei debbono essere paragonati a venditori ambulanti e piccoli commercianti». I russi, li chiamava «mangiacavoli». I popoli slavi «rifiuti etnici».

 

Nel suo riepilogo annuale del 1848 Marx scrive della «plebaglia slava», in cui sono compresi russi, cechi e croati. Queste «razze retrograde» non potevano attendersi nulla dal destino, all’infuori «dell’immediato compito di perire nella tempesta rivoluzionaria del mondo». «La futura guerra mondiale farà scomparire dalla faccia della terra non solo le classi reazionarie e le dinastie, ma interi popoli reazionari. E questo sarà il progresso». «Il loro stesso nome scomparirà» (Cit. in Bertrand Wolfe, Marxism, New York, Dial Press, 1965).

 

Engels scriveva seguendo lo stesso filone: «La prossima guerra mondiale sarà causa della scomparsa di molti popoli reazionari. Anche questo è progresso» (M.E.W., volume VI, p. 176).

 

Marx identificava la gente nera con l’espressione «idioti» e nella corrispondenza privata faceva uso del termine «nigger», che in America è considerato offensivo.

 

Chiamava il suo rivale, Lassalle, «the Jewish nigger», come chi dicesse  «quel negraccio giudaico» e precisava chiaramente che non lo intendeva come epiteto di disprezzo per una sola persona.

«Mi appare ora assolutamente chiaro che, come dimostrano tanto la forma della sua testa che la struttura dei suoi capelli, discende dai Negri che presero parte alla fuga di Mosè dall’Egitto (a meno che sua madre o sua nonna dal lato paterno non abbiano avuto un’ibridazione con un negro) l’indiscrezione con la quale si fa avanti è anche tipicamente negresca».

 

Marx difendeva anche lo schiavismo nord-americano. Per questo litigò col suo amico Proudhon. Quest’ultimo aveva preconizzato l’emancipazione degli schiavi negli Stati Uniti. Marx aveva risposto:

 

«Senza lo schiavismo, l’America del Nord, il paese dove è maggiore il progresso, si trasformerebbe in un paese patriarcale. Cancella l’America del Nord dalla carta del mondo, e avrai l’anarchia: il completo decadimento del commercio e della civiltà moderni. Abolisci la schiavitù ed avrai cancellato l’America dalla carta delle nazioni» (citato in Karl Marx Racist («K.M. razzista» di Nathaniel Weyl, Arlington House).

 

Marx scrisse anche “To the devil the British”, «Al diavolo i Britannici» (M.E.W., volume XXXV, p. 122).

 

Ralph Buultjen pubblicò un libro intitolato «Il segreto mortale di Karl Marx».

In esso dimostrava che Marx aveva generato un figlio illegittimo e occultò il fatto, conformandosi così alla morale vittoriana. Engels accettò di far passare il bambino come suo, ma non se ne occupò mai; cosicché crebbe in povertà.

Nel «Manifesto comunista» Marx aveva inveito contro i capitalisti, «che avevano a loro disposizione le mogli e le figlie dei loro proletari».

Marx aveva avuto questo bambino dalla sua donna di servizio Helen Demuth. La figlia preferita di Marx era Eleanor. La chiamava Tussy, e diceva frequentemente «Tussy è come me». Essa fu sconvolta quando seppe di quel fatto da Engels sul letto di morte. Si uccise più tardi, come fece anche sua sorella Laura.

 

C’è anche una macchia ancor più oscura nella vita del grande rivoluzionario Karl Marx.

l periodico tedesco «Reichsruf» del 9 gennaio 1960 pubblicò la notizia che il Cancelliere austriaco Raabe aveva regalato a Nikita Chruscev, allora dittatore dell’Unione Sovietica, una lettera originale di Karl Marx.  Chruscev non la gradì, perché era una prova che Marx era stato un informatore prezzolato della Polizia austriaca, che spiava sui rivoluzionari. La lettera era stata trovata accidentalmente in un archivio segreto. Dimostrava che Marx, informatore della polizia, forniva notizie contro i suoi compagni durante il suo esilio a Londra. Per ogni notizia riceveva 25 dollari. Le sue comunicazioni riguardavano gli esuli rivoluzionari in Londra, Parigi e nella Svizzera. Uno di coloro contro i quali informava era Ruge, che si considerava un amico intimo di Marx. Esistono ancora lettere fra Marx e Ruge improntate a una relazione di cordiale amicizia.

 

Con l’approvazione di suo padre, Eleanor sposò Edward Aveling, un amico di Annie Besant; egli era una personalità spiccata nel satanismo. Faceva conferenze su argomenti come «La malvagità di Dio» (esattamente come fanno i satanisti; ricordiamo che a differenza degli atei, essi non negano l’esistenza di Dio, se non pubblicamente per ingannare gli altri; sanno della Sua esistenza, ma amano descriverlo malvagio). Nelle sue conferenze, egli tentava di dimostrare che Dio è «un incoraggiatore della poligamia e un istigatore del furto», e pretendeva il diritto a bestemmiare.

 

7. LETTERE FAMILIARI

 

Un altro possibile indizio è contenuto in una lettera scritta a Marx dal figlio Edgar il 31 marzo 1854. Incomincia con le parole stupefacenti, «Mio caro diavolo». Chi ha mai visto un figlio rivolgersi così al proprio padre? Tuttavia è così che un satanista apostrofa i suoi cari. Non è meno significativo che la moglie di Marx si rivolga a lui come segue: «La tua ultima lettera pastorale, o gran sacerdote e vescovo di anime, ha di nuovo dato un tranquillo riposo alla tua povera pecorella». La lettera è del 31 marzo 1854. Marx aveva espresso il suo desiderio, nel «Manifesto Comunista», di abolire tutte le religioni; il che dovrebbe implicare anche l’abolizione del culto satanista. Tuttavia sua moglie parla di lui come gran sacerdote e vescovo. Di quale religione? La sola religione europea che abbia gran sacerdoti, è la satanista. Quali “lettere pastorali” scriveva Marx, l’uomo creduto ateo? Dove sono? Questa è una parte della vita di Marx sulla quale non si è indagato.

 

8. TESTIMONIANZE DEI BIOGRAFI

 

Alcuni biografi di Marx potrebbero aver avuto un’intuizione a proposito della connessione fra il culto del Diavolo e il soggetto del loro volume, ma, non avendo la necessaria preparazione spirituale, non avrebbero potuto capire i fatti che avevano dinanzi agli occhi. Tuttavia la loro testimonianza è interessante.

Il marxista Franz Mehring scriveva nel suo libro “Karl Marx”:

«Sebbene il padre di Karl Marx fosse morto pochi giorni dopo il ventesimo compleanno del figlio, sembra che abbia osservato con segreta apprensione il demonio nel suo figlio favorito. Henry Marx non pensava e non poteva aver pensato che il ricco retaggio di cultura borghese che lasciava al figlio, come preziosa eredità per la vita, sarebbe valso soltanto a trasmettere il demone che temeva».

 

Marx morì nella disperazione, come avviene per tutti i satanisti.

 

Il 25 maggio 1883 scriveva ad Engels: «Come inutile e vuota è la vita, ma quanto desiderabile!».

 

Vi è un segreto dietro Marx, che solo pochi marxisti conoscono.

Lenin scrisse: «Dopo mezzo secolo, nessuno fra i marxisti ha compreso Marx».

 

Vi è anche un segreto dietro la vita di Lenin.

Egli scrive così sullo Stato sovietico: «Lo Stato non funziona come desideravamo. Come funziona? La macchina non obbedisce. C’è un uomo al volante, e sembra che la guidi, ma la macchina non si dirige nella direzione voluta. Si muove secondo i desideri di un’altra forza».

 

Qual è questa altra forza misteriosa che si sostituisce finanche ai piani dei capi bolscevichi? Si sono essi venduti a una forza che speravano di padroneggiare, ma che si è dimostrata più potente di quanto essi prevedessero, e che li ha portati alla disperazione?

 

In una lettera del 1921 Lenin scrive:

«Spero che verremo appiccati con una corda puzzolente. E non ho perduto la speranza che ciò accadesse, perché non possiamo condannare questa sporca burocrazia. Se ciò accadrà, sarà ben fatto».

 

Questa era l’ultima speranza di Lenin dopo un’intera vita di lotta per la causa comunista: essere giustamente impiccato su una corda puzzolente. Questa speranza non si realizzò durante la sua vita, ma quasi tutti i suoi collaboratori alla fine vennero giustiziati da Stalin, dopo di aver confessato pubblicamente di aver servito altre potenze piuttosto che il proletariato che avevano finto di aiutare. Quale confessione da Lenin: «Spero che verremo appiccati con una corda puzzolente!».

 

9. LENIN – BUKHARIN – STALIN – MAO – CEAUSESCU

 

A questo punto può essere interessante dare un’occhiata a qualche marxista moderno.

Bukharin, segretario generale dell’Internazionale comunista e uno dei principali dottrinari marxisti di questo secolo, nella sua biografia scrive che, sin dall’età di tredici anni, aspirava a diventare l’Anticristo. Rendendosi conto che l’Anticristo doveva essere figlio dell’apocalittica grande meretrice, aveva insistito affinché sua madre confessasse di essere stata una meretrice.

Bukharin si rese conto troppo tardi in quali mani fosse caduto. In una lettera che fece imparare a memoria a sua moglie, poco prima del suo arresto e della sua esecuzione, diceva:

«Sto lasciando la vita. Sto chinando la testa…avverto la mia impotenza di fronte a una macchina infernale…».

Aveva cooperato a far erigere una ghigliottina – lo Stato sovietico – che aveva ucciso milioni di persone, soltanto per venire a sapere alla fine che il suo progetto era stato fatto nell’Inferno.  Aveva desiderato di essere l’anti-Cristo: ne era invece diventato una vittima.

 

Quando in Cecoslovacchia, un comunista fu nominato capo del Consiglio di Stato per gli affari religiosi, un’istituzione il cui scopo è di spiare i credenti e perseguitarli, egli assunse il nome di Hruza, che in lingua slovacca significa «orrore», un appellativo che si adopera per «diavolo».

 

Uno dei capi di un’organizzazione terrorista in Argentina, assunse lo pseudonimo di «Satanowsky».

 

Kaganovic, cognato di Stalin e suo stretto collaboratore, scrive a proposito di lui nel proprio diario:

«Ho incominciato a capire come Stalin sia riuscito a fare di sé un dio. Egli non aveva neppure una sola caratteristica umana…anche quando esibiva qualche emozione, nessuna di queste appariva appartenergli. Erano false, come la bilancia sulla cima di un’armatura. E dietro questa bilancia era lo stesso Stalin: un pezzo d’acciaio. Per una ragione o per l’altra, ero convinto che sarebbe vissuto eternamente…non era affatto umano. Rosa (sua moglie) dice che le ordina di arrampicarsi su un albero, con niente addosso tranne le calze. Ho la sensazione che non sia affatto umano. È troppo insolito per essere un essere umano regolare, sebbene abbia l’aspetto di un uomo comune. Quale enigma. Ma che cosa sto mai scrivendo? Sono pazzo da legare anch’io?».

 

Stalin descriveva così a Kaganovic i suoi “esercizi spirituali”:

«Quando debbo salutare qualcuno, mi rappresento tale persona a quattro zampe, e mi diventa disgustoso. Qualche volta mi sento affezionato a una persona che dovrebbe essere rimossa per il bene della causa. Che cosa pensi che io faccia? Immagino questa persona mentre sta defecando, emanando fetore, flatulenze, vomitando…! Più presto cesserà di puzzare su questa terra, tanto meglio. E cancello questa persona dal mio cuore».

 

Milovan Gilas, eminente dirigente comunista iugoslavo che personalmente ben conosceva Stalin, scrisse:

«Forse non è che il potere demoniaco e l’energia di Stalin consistono in questo, che egli fece che il movimento (comunista) ed ogni suo componente arrivassero a uno stato di confusione e di stordimento, creando e assicurandosi così il suo regno della paura?». (Milovan Gilas, «Strani tempi», in «Kontinent» n. 33, p. 25).

 

Egli dice anche, a proposito dell’intera classe dominante dell’Unione Sovietica:

«Fanno mostra di credere nell’ideale del socialismo, in una futura società senza classi. In realtà non credono in nulla se non nel potere organizzato».

 

Stalin, come giovane, aveva avuto la peggiore eredità, la peggiore educazione e sviluppo possibili. Diventò quello che indica il suo pseudonimo: «Stalin» significa un uomo d’acciaio, senza la minima emozione umana o pietà.

 

Andropov ha prodotto la stessa impressione di Stalin. Il ministro degli esteri francese Claude Cheysson, che lo ha conosciuto, ha descritto Andropov in «Le Monde» come

«un uomo privo di calore dell’anima, che lavora come un computer…non mostra emozioni…è estremamente spassionato. È accurato nelle parole e nei gesti come un computer».

 

Quando incominciò a scrivere da rivoluzionario, i primi pseudonimi di cui fece uso furono «Demonoschwil» che significa qualche cosa come «il demoniaco» in lingua georgiana, poi «Besoschwili», «il diabolico».

 

Troitskaja, la figlia del maresciallo sovietico Tukacevskij, uno degli uomini principali dell’Armata Rossa, fucilato poi da Stalin, scrisse che suo padre aveva nell’angolo orientale della sua camera dove gli ortodossi pongono generalmente le loro icone un’immagine raffigurante il Diavolo.

 

Ceausescu, il dittatore comunista romeno, è un altro personaggio stalinista. È oggetto di culto della personalità, essendo stato paragonato a Giulio Cesare, Alessandro il Grande, Pericle, Cromwell, Napoleone, Pietro il Grande, Abraham Lincoln. Sembra però che non basti: così è stato anche chiamato «il nostro Dio laico» («The Wall Street Journal», New York, 10 giugno 1980).

 

La Romania comunista, che non consente congressi religiosi internazionali, nella primavera del 1979 in Curtea de Argesh ha consentito un congresso di streghe.

 

Anatole France fu il celebre scrittore comunista francese che portò al comunismo alcuni dei più grandi intellettuali di Francia.

A un’esibizione di arte demoniaca a Parigi, uno dei pezzi esposti fu lo speciale seggio usato da quello scrittore comunista per presiedere ai riti satanici: i braccioli e le gambe del seggio, decorate con corna, erano ricoperte di pelli di capra («Expres», Parigi, 6 ottobre 1979).

 

Il centro del satanismo britannico è il cimitero di Highgate in Londra, dove è sepolto Karl Marx. Presso questa tomba vengono celebrati riti di magia nera («Il Tempo», Roma, 1 novembre 1979).

 

Da questo luogo partì l’ispirazione per il cosiddetto «vampiro di Highgate», che nel 1970 assaliva le ragazze (P. Underwood, “The Vampire’s Bedside Companion”, ed. Frewin). Ma anche Hua Kuo-Feng, dittatore della Cina rossa, rese omaggio a quella tomba.

 

Ulrike Meinhoff, Ensslin ed altri terroristi rossi tedeschi erano coinvolti nell’occulto (H. Knaust, “The testament of Evil”).

 

In Vitebsk, nell’Unione Sovietica, Zoia Titova, componente dell’organizzazione della Gioventù sovietica, fu sorpresa mentre praticava riti della magia nera. Quando il suo processo fu portato di fronte all’Assemblea della gioventù comunista, questa rifiutò all’unanimità di punirla, mentre i membri che decidono di venerare Iddio vengono espulsi.

I comunisti considerano erroneo il credere in Dio; per tale “delitto” circa diecimila bambini sono stati separati dalle loro famiglie e sono mantenuti in speciali campi di concentramento, ma il Diavolo è considerato accettabile. Il suo culto è consentito («Znamia Junosti», 19 agosto 1979).

 

Una delle più antiche sette adoratrici del Diavolo, gli Yezidi di Siria, è descritta in una rivista sovietica ateistica («Nauka I Religia», luglio 1979). Era la sola descrizione di una setta religiosa che non contenesse la benché minima espressione critica.

 

Solgenitsin in “Arcipelago Gulag“, rivela che il divertimento di Yagoda, ministro degli interni dell’Unione Sovietica, era di sparare alle immagini di Cristo e dei Santi.

 

In quanto a Mao Tse-tung, egli scrisse che dall’età di otto anni odiava il suo dio: «Con tutto il mio cuore desideravo una cosa sola: distruggerlo, proprio dalle fondamenta».

È normale che un bambino, all’età di otto anni, desideri soltanto la distruzione del proprio dio? Pensieri simili appartengono alle personalità demoniache.

 

10. I «PICCOLI DIAVOLI» NELL’UNIONE SOVIETICA

 

Secondo la dottrina marxista ufficiale che, come abbiamo dimostrato, non è che un camuffamento, non esistono né Dio né il Diavolo. Entrambi sono fantasie. In base a questa dottrina, i cristiani sono perseguitati dai comunisti.

 

Ad ogni modo, il giornale sovietico «Kommunisma Uzvara» dell’aprile 1974 scrive che nella Lettonia rossa sono stati creati nelle scuole molti circoli ateistici. Il nome che si dà ai bambini in questi circoli è, dalla IV alla VI classe, «Piccoli Diavoli»; mentre quelli della VII sono chiamati «Servitori del Diavolo». In un’altra scuola, ragazzi dell’VIII classe sono chiamati «Fedeli figli del Diavolo».  Alle adunate i bambini vengono vestiti da diavoli, con corna e coda. Cosicché è vietato adorare Iddio, ma è consentito ed anzi incoraggiato fra i bambini di età scolare un pubblico culto del Diavolo. Questo era l’obiettivo celato dai comunisti quando si impadronirono del potere in Russia. Più ancora, i comunisti volevano trasformare i loro capi in pubblici adoratori di Satana.

 

Il prete russo-ortodosso Platonov, un agitatore antisemita, passò ai comunisti quando assursero al potere in Russia. Lo nominarono vescovo, ed egli diventò un Giuda che denunciava i componenti del suo gregge alla Polizia segreta, ben sapendo che sarebbero stati perseguitati. Un giorno incontrò su un autobus la propria sorella Alexandra. Era una badessa, che era stata arrestata più volte, evidentemente cosa nota al fratello.

 

Egli le chiese: «Perché non mi parli? Forse che non riconosci tuo fratello?». Essa rispose: «E mi domandi il perché? Nostro padre e nostra madre sussulterebbero nelle loro tombe. Tu servi Satana». Sebbene fosse ufficialmente un vescovo ortodosso nell’Unione Sovietica, egli rispose: «Forse sono io stesso Satana!». Non c’è il minimo dubbio che egli fosse dominato dall’ideologia satanista.

 

Come si spiegherebbe altrimenti la seguente citazione da una sua lettera allo scrittore russo Massimo Gorkij, in data 13-14 novembre 1913:

«Milioni di peccati, malignità, oppressioni ed epidemie fisiche sono più facilmente scoperte dal popolo e perciò meno pericolose, che l’idea più debole di un piccolo dio spirituale, anche se camuffato nell’abbigliamento più decoroso». «Pravoslavnaia Rus» scrive: «La cattedrale ortodossa di Odessa, tanto amata dagli odessiti, poco dopo l’assunzione del potere da parte dei comunisti diventò il punto d’incontro dei satanisti…Essi si riunivano anche in Slobodka-Romano e nell’antica abitazione del conte Tolstoi».

 

Segue poi il resoconto particolareggiato delle masse sataniste dette dal diacono Serghei Mihailov, della proditoria «chiesa vivente», un ramo ortodosso stabilito in connivenza con i comunisti. Un astante descrive la messa satanista come «una parodia della liturgia cristiana, in cui per la comunione si fa uso di sangue umano». Queste messe si svolgevano nella cattedrale, dinanzi all’Altar maggiore.

 

Anche in Odessa, nel Museo degli Ateisti veniva esibita una statua di Satana, che era chiamato Bafomet. La notte, i satanisti si riunivano nel Museo per le loro preghiere e canti di fronte alla statua. Finanche la figlia di Stalin, Svetlana Aliluyeva, che non aveva mai saputo nulla delle profondità di Satana, scrisse

«Beria (il ministro degli Interni sovietico) sembra abbia avuto un vincolo diabolico con tutta la mia famiglia…Beria era un demonio malvagio, spaventoso…Un demone terribile aveva preso possesso dell’anima di mio padre».

 

Svetlana ricorda inoltre che Stalin considerava la bontà e l’amore misericordioso peggiori del più grande delitto. Un simile clero satanico domina su più di metà dell’umanità, e ordina atti di terrorismo per tutto il mondo.

 

11. OSCENITÀ BLASFEME

 

Si può capire che i comunisti arrestassero preti e pastori perché li consideravano contro-rivoluzionari. Ma perché i preti venissero costretti dai marxisti nella prigione romena di Piteshti a dir messa sullo sterco e l’urina? Perché venivano torturati cristiani col far loro prendere la Comunione usando questi come elementi? Perché lo scherno osceno della religione? E perché al prete romeno-ortodosso Roman Braga, che conoscevo personalmente e allora era prigioniero dei comunisti – attualmente risiede negli Stati Uniti – perché gli vennero schiantati i denti ad uno ad uno con una verga di ferro, per renderlo blasfemo? I comunisti avevano spiegato a lui e ad altri:

«Se vi uccidiamo, cristiani, andate in paradiso. Ma non vogliamo che vi diano la corona del martirio. Dovrete prima bestemmiare Iddio, e poi andare all’inferno».

 

Nella prigione di Piteshti i comunisti costringevano un prigioniero molto religioso ad essere «battezzato» ogni giorno con l’immergergli il capo nel «bugliolo» nel quale i prigionieri facevano i loro bisogni; e frattanto obbligavano gli altri prigionieri a cantare le funzioni battesimali.

Uno studente di teologia dovette rivestire lenzuoli bianchi (per imitare le vesti di Cristo) e gli fu appeso al collo un’immagine blasfema di Cristo. I cristiani venivano picchiati fino a farli impazzire per costringerli a inginocchiarsi di fronte a quell’immagine. Dopo di averla baciata, venivano costretti a recitare parte della liturgia. Prigionieri venivano costretti a togliersi i calzoni e sedersi con i glutei nudi su Bibbie aperte («Cuvantul Romanesc», Canada, febbraio 1980).  Simili cose vennero perpetrate per almeno due anni con la piena conoscenza delle gerarchie superiori del Partito.

 

Che cosa ha a che fare tutto ciò con il socialismo e col benessere del proletariato?

Non sono, queste indegnità, puri e semplici pretesti per organizzare orge e blasfemi satanici?

Si suppone che i marxisti siano atei che non credono nel paradiso e nell’inferno. In queste estreme circostanze il marxismo si è tolto la maschera ateistica rivelando il proprio vero volto, che è il satanismo.

La persecuzione comunista della religione può avere una spiegazione umana: la furia di questa persecuzione oltre ogni ragione, è satanica.

 

Così è accaduto anche nelle prigioni romene e nell’Unione Sovietica, dove monache che non vollero rinnegare la loro fede furono sodomizzate, e ragazze battiste furono violentate (Hermann Hartfeld, Irina).

Molti morirono come martiri, ma ciò non soddisfaceva i comunisti.  Mediante la tecnica luciferiana fecero che i martiri morissero blasfemi, nel delirio provocato dal parossismo delle torture.

 

La dissacrazione satanista di chiese cattoliche si è avuta nel 1970 in Upyna, Dotnuva, Zanaiciu, Kalvarija, Sede ecc, località della Lituania sovietica. L’ultima di cui ci risulta è avvenuta in Alsedaai il 22 settembre 1980 («Catacombes», Francia, settembre 1980).

 

Nel 1923 c’erano stati nell’Unione Sovietica finti processi a Dio, alla presenza di Trotskij e di Lunacharskij (A. Reghelson, “The Tragedy of the Russian Church”). Ma queste non sono soltanto cose d’altri tempi.

Nel suo libro “Psychiatric Hospital 14 Moscow”, Georgi Fedorov racconta della conversazione col suo psichiatra Dott. Vladimir Levitskij a proposito del cristiano Argentov che era detenuto in quell’ospedale. Il medico disse:

«Voi volete tirare il vostro amico Eduard verso Dio, e noi verso il Diavolo. Così io mi valgo dei miei diritti come psichiatra di inibire a voi ed ai vostri amici l’accesso a lui».

 

In Chiasso, nell’Angola comunista, i comunisti macellarono animali nella chiesa e ne posero le teste sull’altare e sul pulpito. Un manifesto proclamava: «Questi sono gli dèi che voi adorate».

 

Il pastore Aurelio Chicanha Saunge fu ucciso insieme con 150 suoi parrocchiani («Impact», Svizzera 2/81).

 

Il prete cattolico lituano Eugene Vosikevic è stato ucciso. Evidentemente i comunisti avevano svolto un rito satanista, perché si trovò che la sua bocca era stata riempita di pane (“Chronicle of the Lituanian Catholic Church”, n. 44/81).

 

«Vetchennaia Moskva», un giornale comunista, ebbe un “lapsus calami”, un errore involontario di penna, infatti scrisse:

«Noi non combattiamo contro i credenti e neanche contro i preti. Combattiamo contro Dio per portargli via credenti». «La lotta contro Dio per portargli via i suoi credenti» è la sola spiegazione logica della lotta comunista contro il battesimo.

Le parole del giornale sovietico non ci stupiscono. Marx l’aveva già detto nel suo libro «Ideologia germanica», chiamando Dio «Lo Spirito Assoluto» come aveva fatto il suo maestro Hegel, scrisse: «Ci troviamo di fronte a una domanda altamente interessante: la decomposizione dello Spirito Assoluto».

Non era una lotta contro una falsa credenza in un Dio inesistente ciò che lo preoccupava. Egli credeva nell’esistenza di Dio, e desiderava di veder decomporsi questo Spirito Assoluto, come molti prigionieri dei comunisti venivano fatti marcire nelle prigioni.

 

In Albania, il prete Stephan Kurti fu condannato a morte per aver battezzato un solo bimbo. Il battesimo deve essere eseguito in segreto nella Cina rossa e nella Corea del Nord.

Nell’Unione Sovietica i battesimi possono essere officiati soltanto dopo la registrazione.

Persone che desiderano esser battezzate o che vengano battezzati i loro figli, debbono presentare i loro documenti d’identità al rappresentante del consiglio della chiesa, che a sua volta deve riferirne alle autorità dello Stato. Ne risulta la persecuzione.

I Kolkhoznik (lavoratori nelle fattorie collettive) non hanno carta d’identità, e perciò possono far battezzare i loro bambini solo segretamente. Molti pastori protestanti hanno avuto condanne alla prigione per aver battezzato persone.

La lotta comunista contro il battesimo presuppone che si creda nel suo valore per un’anima.

 

Stati come il Pakistan, fondati in relazione con una determinata religione, si oppongono al battesimo cristiano, in nome di un diverso punto di vista religioso. Ma per gli atei – quali i comunisti dichiarano di essere – il battesimo non dovrebbe significare proprio niente. Si deve supporre che non benefichi o non danneggi il battezzato.

Perché dunque questi comunisti combattono contro il battesimo?

È perché i comunisti «combattono contro Dio per strappargli credenti». La loro ideologia non è realmente ispirata dall’ateismo.

 

Qualche cosa di più sulle relazioni fra il marxismo e l’occultismo si può trovare in “Psychic Discoveries behind the Iron Curtain”, di Sheila Ostrander e Lynn Schroeder.

È stupefacente scoprire che l’Oriente comunista è molto più progredito dell’Occidente in fatto di ricerca sulle forze oscure manipolate da Satana. In Cecoslovacchia, Bulgaria ecc. il Partito comunista spende somme colossali per ricerche segrete in questo campo. Vi è una «cortina di ferro» che impedisce all’Occidente di sapere ciò che accade nei venti istituti parapsicologici situati nell’Unione Sovietica.

 

12. MARX E DARWIN

 

Quale fu il contributo specifico di Marx al piano di Satana per l’umanità?  Fu importante. La Bibbia insegna che Dio creò l’uomo (Genesi 1:26).

Fino ai tempi di Marx, l’uomo continuò ad essere considerato come la corona della creazione. Marx fu lo strumento prescelto da Satana perché facesse perdere all’uomo la stima di se stesso, la convinzione di discendere da alti luoghi e di essere destinato a ritornare ad essi.

 

Il marxismo è la prima filosofia sistematica e particolareggiata che riduce bruscamente la nozione dell’uomo.

Secondo Marx, l’uomo è innanzitutto un intestino, che deve essere riempito costantemente e ripetutamente. Gli interessi prevalenti dell’uomo sono di natura economica. Egli produce per sopperire alle proprie necessità. Per questo scopo egli entra in relazioni sociali con altri uomini. Questa è la base della società, quello che Marx chiama l’infrastruttura.

Matrimonio, amore, arte, scienza, religione, filosofia, tutto ciò che esula dalle necessità dell’intestino, sono sovrastrutture, determinate in ultima analisi dallo stato dell’intestino.

 

Nessuna meraviglia che Marx si sia molto rallegrato leggendo il libro di Darwin sull’origine delle specie, un altro colpo da maestro per far dimenticare agli uomini la loro natura spirituale e i loro fini divini. Darwin diceva che l’uomo derivava dal mondo animale e non aveva altri scopi all’infuori della mera sopravvivenza. Il re della natura era stato detronizzato da quei due.

Satana non poteva detronizzare Dio, quindi svalutò l’uomo.  Si era “dimostrato” che l’uomo era un servo dell’intestino, ed era progenie di animali.

 

Marx scrisse a Ferdinand Lassalle il 16 gennaio 1861: «Il libro di Darwin è molto importante e mi serve di base nelle scienze naturali per la storica lotta di classe».

 

Il genero di Marx, Paul Lafargue, in “Socialism and the Intellectuals” dice:

«Quando Darwin pubblicò il suo volume «L’origine delle specie» tolse a Dio la parte di creatore nel mondo organico come Franklin lo ha spogliato del suo fulmine» (La cosa terribile è che Darwin è stato male adoperato: non era stata affatto sua intenzione nuocere alla religione.

Aveva scritto infatti: «Vi è una grandiosità in questa visione della vita, con i suoi numerosi poteri, inspirati originariamente in poche forme o in una sola». Per dare maggior enfasi alla sua posizione, Darwin inserì la frase «dal Creatore» dopo «ispirati» nella seconda edizione. E vi rimase in tutte le edizioni successive che egli pubblicò).

 

Più tardi, Freud avrebbe completato l’opera di quei due giganti satanici, riducendo l’uomo basilarmente a un impulso sessuale, volta a volta sublimato nella politica, nell’arte o nella religione.

Fu lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung che ritornò alla dottrina biblica, secondo la quale l’impulso religioso è quello fondamentale dell’uomo. Il darwinismo appare come una teoria scientifica, che può essere giusta o sbagliata, ma che non ha addentellati economici o politici.

Molti sarebbero disposti ad accettare che Dio abbia creato il mondo che conosciamo attraverso un lungo processo di evoluzione.

 

I tempi di Marx furono tempi di esplosione satanista in molte sfere della vita.

Era il periodo in cui il poeta francese Charles Baudelaire scriveva “Les Fleurs du Mal“, proclamando apertamente di essere dalla parte dell’immoralità.

Il poeta russo Sologub scrisse: «Mio padre è il Diavolo»;

un altro poeta russo, Briusov, scriveva: «Io glorifico egualmente Dio e il Diavolo».

 

Marx era un figlio dei tempi che ci dettero anche Nietzsche – il filosofo favorito di Hitler e di Mussolini – Max Stirner, un anarchico estremista ed Oscar Wilde, il primo teorico della libertà per l’omosessualità.

 

La Russia venne preparata per la vittoria del marxismo.

Quelli della Rivoluzione furono tempi in cui amore, sentimenti buoni e sani, erano considerati mediocri e retrogradi. Le fanciulle nascondevano la loro innocenza, i mariti la loro fedeltà. La distruzione era lodata come buon gusto, la nevrastenia come il segno di una mente raffinata. Questo insegnavano nuovi scrittori improvvisamente comparsi dal nulla. Gli uomini inventarono vizi e perversioni, prendendosi cura di non lasciare l’impressione di essere morali.

 

Come mai quindi Stalin diventò rivoluzionario dopo aver letto Darwin? Come studente nel seminario ortodosso ebbe da Darwin l’impressione che non siamo creature di Dio ma il risultato di un’evoluzione in cui regna una concorrenza spietata. Sopravvive il più forte e il più crudele. Imparò che i criteri morali e religiosi non rappresentano una parte nella natura e che l’uomo è altrettanto parte della natura quanto un pesce o una scimmia antropomorfa. Quindi, evviva la spietatezza e la crudeltà.

Darwin aveva scritto un libro scientifico. Il suo risultato finale è stato l’uccisione di diecine di milioni di innocenti. È diventato il padre spirituale dei più grandi assassinii di massa della storia.

 

Più ancora fu l’influsso della Rivoluzione Francese, spiritualmente molto simile a quella russa. Durante lo svolgersi degli eventi in Francia, Anacharsis Clootz, uno dei capi dei rivoluzionari ed un illuminato, si dichiarò « nemico personale di Gesù Cristo ».

Di fronte alla Convenzione il 17 novembre 1792 affermò: «Il popolo è il sovrano e il Dio del mondo…soltanto gli sciocchi credono in un qualsiasi altro Dio, in un Ente Supremo».

Quindi la Convenzione emise un decreto, proclamando «la nullificazione di tutte le religioni».

 

13. UN ANELLO DI CONGIUNZIONE FRA COMUNISMO E SATANISMO

 

I comunisti hanno l’abitudine di crearsi organizzazioni di facciata.

Tutto ciò che abbiamo detto più sopra suggerisce la probabilità che i movimenti comunisti siano a loro volta organizzazioni di facciata per un satanismo occulto. Ciò verrebbe anche a spiegare perché tutte le armi politiche, economiche, culturali e militari impiegate contro il comunismo si siano dimostrate tanto inefficaci.

I mezzi per combattere il satanismo sono spirituali, non materiali; altrimenti, mentre un’organizzazione di facciata satanista, come il nazismo, viene sconfitta, ne sorgerà un’altra per una vittoria più grande.

 

Himmler, il ministro per gli Interni della Germania nazionalsocialista, credeva di essere una reincarnazione del re Enrico l’Uccellatore; egli pensava che fosse possibile imbrigliare i poteri occulti perché servissero l’esercito nazista.  Diversi capi nazionalsocialisti erano coinvolti in riti di magia nera.

 

Un organismo colossale è stato creato dalla Polizia segreta sovietica per distruggere le Chiese del mondo intero.

Il loro primo obiettivo è di eliminare o minimizzare l’ostilità delle religioni contro il comunismo.

In secondo luogo essi cercano alleati nell’interno della Chiese in modo da potersi valere del prestigio del clero per portare la massa dei credenti nel campo della rivoluzione. Il nome di questo dipartimento è Orginform (pronuncia “Orghin-form”). Esso ha cellule segrete in ogni paese, in ogni grande organizzazione religiosa. Certo è che il loro principale bersaglio sono le organizzazioni e missioni anticomuniste che operano dietro la Cortina di ferro.

 

Agenti comunisti specializzati in propaganda e provocazione si infiltrano nelle Chiese e nelle missioni per preparare il disarmo ideologico dei fedeli.

Il suo primo direttore, Vassilij Gorelov, era precedentemente un prete ortodosso, un apostolo diventato Giuda. Il quartier generale è a Varsavia. Il capo attuale è Theodor Krasky.

L’organizzazione ha una scuola a Feodosia (Crimea) per l’addestramento degli agenti nei paesi latini, ed una a Mosca per l’America settentrionale.

Gli agenti per la Gran Bretagna, l’Olanda, la Scandinavia ecc. vengono addestrati in Siguel (Lettonia) e quelli per i paesi musulmani in Constantza (Romania).

 

Queste scuole preparano falsi pastori, preti, imam, rabbini i quali comprendono perfettamente le rispettive teologie. Alcuni autore di «L’Io e la sua proprietà» era uno degli amici di Marx. Egli scrisse: «Io sono legittimamente autorizzato a fare ogni cosa di cui sono capace».

 

Solgenitsin in «Arcipelago Gulag» rivela alcuni degli orribili risultati del comunismo nelle anime e nelle vite delle persone. Ripeto che sono consapevole del fatto che le prove che io riporto qui sono soltanto indiziarie.  Ma ciò che ho scritto qui è sufficiente a mostrare che quanto i marxisti dicono di Marx, è un mito.

Egli non fu indotto dalla povertà del proletariato per la quale la rivoluzione era l’unica soluzione.

Non amava i proletari. Li chiamava «zucconi», «stupidi», «asini», «furfanti», e, sì, adoperava epiteti osceni (corrispondenza con Engels); Marx non amava i suoi compagni nella lotta per il comunismo. Chiamava Failigrath «il suino », Lassalle «negraccio giudeo», Bakunin «uno zero teorico».

 

Un combattente della rivoluzione del 1848, il tenente Cecov, che trascorse notti bevendo con Marx, commentò che il narcisismo di Marx aveva divorato quanto di buono c’era stato in lui. Marx non amava l’umanità.

 

Mazzini, che lo aveva conosciuto bene, scrisse «Aveva uno spirito distruttivo. Il suo cuore scoppia di odio piuttosto che d’amore per gli uomini». Giuseppe Mazzini fu carbonaro solo per brevissimo tempo, nella sua giovinezza.

Questa organizzazione era stata fondata nel 1815 da Antonio Maghella, un massone genovese, e dichiarava che il «suo scopo finale era quello di Voltaire e della Rivoluzione Francese: il completo annientamento del cattolicesimo e infine, del Cristianesimo». Era incominciata come una operazione italiana ma in seguito ebbe un orientamento europeo più ampio.  Benché Mazzini criticasse Marx, mantenne rapporti con lui.

L’Enciclopedia ebraica dice che Mazzini e Marx ebbero l’incarico di preparare l’indirizzo e la costituzione della Prima Internazionale. Non conosco testimonianze in contrario da parte di contemporanei di Marx.

 

Marx come filantropo è un mito costruito soltanto dopo la sua morte. Marx non odiava la religione perché costituisse un ostacolo sulla via della felicità dell’umanità. Al contrario, egli desiderava rendere infelice l’umanità sia qui che attraverso l’eternità. Proclamava questo come suo ideale. Il suo fine era la distruzione della religione. Il socialismo, la preoccupazione per il proletariato, l’umanitarismo…questi non erano che pretesti.

 

Dopo aver letto “The Origin of Species” di Charles Darwin, Marx scrisse a Lassalle una lettera in cui esultava che a Dio – per lo meno nel campo delle scienze naturali – fosse stato dato «un colpo mortale».

 

Quale idea precedeva tutte le altre nella mente di Marx? Erano forse le tristi condizioni del povero proletariato? In tal caso, quale possibile valore aveva la teoria di Darwin? Oppure può darsi che lo scopo principale di Marx fosse la distruzione della religione? Il bene dei lavoratori era soltanto una finzione? Dove i proletari non combattono per gli ideali socialisti, i marxisti sfrutteranno le differenze razziali o il cosiddetto generation gap, il salto di generazione. La cosa principale è che la religione deve essere distrutta.

 

14. ROBIN GOODFELLOW

 

Marx scrisse: «Nei segni che sconcertano la classe media, l’aristocrazia e i profeti della regressione, riconosciamo il nostro valoroso amico, Robin Goodfellow, la vecchia talpa che può operare così velocemente nella terra: la rivoluzione».

 

Chi ha letto questa frase evidentemente non ha indagato circa l’identità di questo Robin Goodfellow, il valoroso amico di Marx, che lavora per la rivoluzione. Nel XVI secolo William Tyndale, adopera il nome Robin Goodfellow per indicare il Diavolo.

 

Shakespeare, nel suo «Sogno d’una notte di mezza estate» lo chiama «lo spirito maligno che fuorvia il viandante notturno, e ride del suo danno». Così, secondo Marx, considerato «il padre del comunismo, un demonio era l’autore della rivoluzione comunista ed era suo amico personale».

 

In Argentina gruppi di terroristi comunisti rapivano industriali e ricavavano milioni con i riscatti. Questo danaro veniva moltiplicato in banche capitaliste da un certo Graiver, il quale convinceva anche la povera gente ad affidargli i loro risparmi. Con i profitti egli finanziava i terroristi. Quindi andò in bancarotta rovinando i poveri. Suoi complici erano ex-presidenti dell’Argentina e grandi giornalisti, fra i quali un uomo che aveva preso il nome di Satanovsky. Vale la pena ricordare qui che Stalin aveva incominciato a scrivere sotto lo pseudonimo di «Figlio del Diavolo» e «Figlio del Demonio».

 

15. A TUTTI VOI, MARXISTI

 

Mi rivolgo ai gregari del marxismo: voi non siete animati dallo spirito che controllava Hess, Marx, Engels. In realtà voi amate l’umanità, la rispettate e intendete adoperarvi per il bene universale. Non è vostro desiderio essere uno strumento di qualche setta. Per voi questo libro può essere utile. Il marxismo satanico ha una filosofia materialista che acceca i suoi seguaci alle realtà spirituali. Esiste qualche cosa di più della materia. Esiste una realtà dello spirito, della verità, della bellezza, e degli ideali. Esiste anche un mondo di spiriti decaduti, il cui capo è satana. Cadde dal cielo per il suo orgoglio e trascinò giù con sé un’armata di angeli.

Dopo la caduta, il suo inganno è stato perpetuato ed accresciuto attraverso ogni concepibile congegno, finché oggi vediamo la bellissima creazione di Dio devastata dalle guerre mondiali, dalle rivoluzioni e controrivoluzioni, dalle dittatura, dallo sfruttamento, dal razzismo di diversi tipi, dalle false religioni, e dall’agnosticismo e ateismo, delitti e imbrogli, infedeltà in amore ed amicizia, matrimoni infranti, figli ribelli.

 

L’umanità ha perduto la visione di Dio. Ma che cosa ha preso il posto di questa visione? Forse qualche cosa di meglio?

L’uomo deve e vuole avere qualche religione. Se rifiuta di volgersi a Dio, avrà la religione di satana e perseguiterà coloro che non adorano satana.

 

Soltanto pochi fra i grandi dirigenti del comunismo sono stati e sono satanisti consapevolmente, ma esiste anche un satanismo inconscio.

Uno può essere satanista inconsapevolmente, senza neanche sapere che esista un simile culto. Egli è tale se odia la nozione di Dio e il nome di Cristo, se vive come se fosse soltanto materia, se nega i princìpi spirituali e morali. Sono nello stesso pericolo coloro i quali si dedicano all’occultismo.

 

A Francoforte la domenica vanno più persone alle riunioni spiritiche, nelle quali vengono evocati i defunti, che non alle funzioni di chiesa. Vi sono chiese sataniste a Monaco e Dusseldorf («Idea» del 3 giugno 1983). Ve ne sono anche molte in Francia, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in altri paesi.

 

Gli esseri umani possono aver abbandonato Dio, ma Dio non ha mai abbandonato le Sue creature. Egli ha inviato nel mondo il Suo Figlio unigenito Gesù Cristo. Amore e grazia incarnati vissero sulla terra la vita di un povero bambino ebreo, poi la vita di un umile carpentiere, e infine la vita di un maestro di rettitudine.

 

L’uomo oppresso non può salvarsi, come non può trarsi dalle acque un uomo che annega. Così Gesù, pieno di comprensione per i nostri intimi conflitti, prese su di Sé tutti i nostri peccati, ivi compresi i peccati di persone come Marx e i suoi seguaci, e sopportò Egli stesso la condanna per quello che abbiamo fatto. Egli espiò i nostri peccati morendo su una croce sul Golgota, dopo aver sofferto la più terribile umiliazione e dolore.

Abbiamo la Sua parola che chiunque oggi ponga semplicemente la propria fede in Lui è perdonato, riceve una nuova vita, e vivrà con Lui nei cieli eterni. Egli non rifiuta nessuno, quale che sia il suo passato.

 

Val la pena osservare che due Premi Nobel sovietici, Pasternak e Solgenitsin, entrambi ex-comunisti, dopo aver descritto i parossismi di delitto ai quali conduce il marxismo satanico, hanno posto la loro fede in Cristo.

Svetlana Alliluyeva Stalina, la figlia del peggiore assassino di massa marxista, è diventata anche lei cristiana.

 

Ricordiamo che l’ideale di Marx era scendere negli abissi dell’inferno lui stesso, e trascinarvi dentro con sé tutta l’umanità.

Non seguiamolo su questo sentiero vizioso, ma piuttosto volgiamoci a Cristo che ci ama e può guidarci verso l’alto delle vette di luce, saggezza e amore, a un cielo di ineffabile gloria.

 

Fonte: (dal sito www.camcris.altervista.org)

(Postato il 4 aprile 2013)

 

Fonte: visto su  Djanco del 15 aprile 2013

Link: http://dauriagiancarloevaldo.altervista.org/comunismo.html#terzo

 

 

 

 

 

3 Risposte a “L’ALTRA FACCIA DI CARLO MARX”

  1. Anonimo scrive:

    Pazzi scatenati, fanatici religiosi, non avete pudore, non siete diversi dagli estremisti dell’ISIS, mi fate vomitare!
    Gettate fango senza ritegno su un uomo che ha dimostrato la follia del vostro assurdo credo!
    Fate solo SCHIFO!

  2. Vin scrive:

    Non è umano lasciare un commento del genere! Questi individui sono il prodotto dell’oscurantismo spaventoso in cui è piombato il pianeta con l’avvento dei nuovi farisei che fanno impallidire quelli religiosi del presente e del passato. Altro che medioevo! Fiumi di sangue hanno bagnato la terra – e ancora non è finita certamente – dietro la falsa e ridicola facciata dei diritti umani, del progresso ecc. ecc. da loro sbandierato e visibilmente ultra-fallito. Ma loro nemmeno se ne accorgono o accorgeranno mai… Io non seguo alcuna religione, ma conosco i religiosi… e posso dire che con questi almeno ci si può parlare, in modo civile. Questi, invece, sputano veleno contro Dio e poi adorano o idolatrano, guarda caso – di tutto e la qualunque. Non c’è limite al loro strisciare… disprezzano chi crede e loro stessi sono imbottiti e infarciti di convinzioni, credi e fanatismi indecifrabili. Sono entità recise dalla radice umana dai loro degni mentori e pastori, che meritano il top del fariseismo.

  3. Ciro scrive:

    Queste sono, nella quasi totalità, una marea di fandonie che non hanno ne testa ne coda, ne, tantomeno alcun fondamento storico, dividere in modo così netto e poco intelligente il “primo Marx” dal Marx teorico del comunismo, è operazione anacronistica senza alcun valore, tutte le teorie di Marx sono spinte ed elaborate anche e soprattutto dalle influenze di carattere religioso (cristianesimo sociale) del suo periodo umanista.
    Questo presunto “rapporto con Satana” è una stupidaggine senza precedenti, se nelle parole si legge solo quello che c’è scritto piuttosto che quello che esse rappresentano, ormai anche una parte considerevole della Chiesa Cattolica, anche eminenti intellettuali, ha compreso e dichiarato l’importanza del pensiero Marxista, che ha modificato in modo sostanziale l’esistente nell’ultimo secolo e mezzo, che ha dato la possibilità di rimettere in discussione rapporti di forza secolari, basati sulla sopraffazione di pochi individui su masse sterminate di donne e uomini, ma la stupidaggine più grande in assoluto, consiste nel voler sempre e comunque mettere in relazione il marxismo con la sua applicazione, a quel punto, banalmente si iniziano a sventagliare i numeri catastrofici dei milioni di morti prodotti dai regimi comunisti, in modo altrettanto banale, si potrebbe rispondere con una domanda: Chi può contestare la gravità di tali numeri? Credo nessuno. Ma se si fosse dotati di maggiore umiltà, di un pizzico di lucidità politica, e certamente, di minore faziosità, ci si porrebbe anche un’altra domanda: A quanti milioni ammonta il numero dei morti prodotti da Capitalismo? Attraverso lo sfruttamento, il colonialismo, la schiavitù, il caporalato, la logica del profitto e non ultima la disoccupazione indotta, se solo aveste l’umiltà di ammettere che quella che chiamate Libertà, in buona sostanza è il più grande inganno che la storia abbia mai conosciuto, si potrebbe quantomeno parlare, così non esiste dialogo.
    Cordiali saluti.

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