Feb 26 2009

EL RICORDO

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 07:39

Mantello di “Mastro Titta”

 

Giuseppe Gioachino Belli ha dedicato un sonetto alla figura del boia, il n. 68, composto nel 1830. L’impiccagione di cui si narra è quella di Antonio Camardella, colpevole dell’uccisione del canonico e socio in affari Donato Morgigni – impiccagione eseguita nel 1749, ben prima della nascita del Bugatti. Il boia viene però ugualmente chiamato “Mastro Titta”, tanta era la fama di cui già ai tempi del Belli, il Bugatti, giunto appena a metà della sua ultrasessantennale carriera, godeva nello Stato Pontificio.

Un padre, esibendo ammirazione per il boia e per la forca, volendo mostrare al figlio l’impiccagione, lo redarguisce pesantemente, malmenandolo e mettendolo in guardia dal giudicarsi migliore di un qualsiasi delinquente condannato a morte.

 

 

El  ricodo

Er giorno che impiccorno Gammardella

io m’ero propio allora accresimato.

Me pare mó, ch’er zàntolo a mmercato

me pagò un zartapicchio(1) e ’na sciammella.(1°)

 

Mi’ padre pijjò ppoi la carrettella,

ma pprima vorze gode(1b) l’impiccato:

e mme tieneva in arto inarberato

discenno: «Va’ la forca cuant’è bbella!».

 

Tutt’a un tempo ar paziente Mastro Titta(2)

j’appoggiò un carcio in culo, e Ttata a mmene(3)

un schiaffone a la guancia de mandritta.

 

«Pijja», me disse, «e aricordete bbene

che sta fine medema sce sta scritta

pe mmill’antri(4) che ssò mmejjo de tene».(5)

 

 

 

Note dell’autore: 

-1. Un balocco che salta per via d’elastici. 

-1a. Ciambella. 

-1b. Volle godere. 

-2. Il carnefice è a Roma conosciuto sotto questo nome. 

-3. Me. 

-4. Altri. 

5. Te.

 

 

 

Il ricordo

 

Il giorno che impiccarono Antonio Camardella

io mi ero appena cresimato.

Mi sembra adesso, che il padrino al mercato

mi comprò un pupazzo e una ciambella.

 

Mio padre prese poi il carrozzino,

ma prima volle godersi lo spettacolo dell’impiccagione:

e mi teneva in alto, sollevato,

dicendo: «Guarda la forca quant’è bella!».

 

Tutt’a un tratto Mastro Titta diede un calcio nel sedere

al condannato, e papà allo stesso tempo diede a me

uno schiaffone sulla guancia destra.

 

«Tieni!», mi disse, «e ricordati bene

che questa stessa fine hanno fatto e faranno

mille altri che sono meglio di te». »

 

 

Fonte: Wikipedia

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