Feb 18 2009

Il Giuramento dei Briganti, i partigiani del Regno delle Due Sicilie

Category: Regno delle Due Siciliegiorgio @ 22:58

 

Noi giuriamo davanti a Dio e dinanzi al mondo intiero di essere fedeli al nostri augustissimo e religiosissimo sovrano Francesco II (che Dio guardi sempre);  e promettiamo di concorrere con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze al suo ritorno nel regno; di obbedire ciecamente a tutti i suoi ordini, a tutti i comandi che verranno sia direttamente, sia per i suoi delegati dal comitato centrale residente a Roma. 

Noi giuriamo di conservare il segreto, affinché la giusta causa voluta da Dio, che è il regolatore de’ sovrani, trionfi col ritorno di Francesco II, re per la grazia di Dio, difensore della religione, e figlio affezionatissimo del nostro Santo Padre Pio IX, che lo custodisce nelle sue braccia per non lasciarlo cadere nelle mani degli increduli, dei perversi, e dei pretesi liberali; i quali hanno per principio la distruzione della religione, dopo aver scacciato il nostro amatissimo sovrano dal trono dei suoi antenati.

Noi promettiamo anche coll’aiuto di Dio di rivendicare tutti i diritti della Santa Sede e di abbattere il lucifero infernale Vittorio Emanuele e i suoi complici.” 

“Noi lo promettiamo e lo giuriamo”.

 

Fonte:  Campani Arrabbiata./ da: M. Monnier, Notizie storiche documentate sul brigantaggio nelle province napoletane, Barbera, Firenze, 1863

 

 

GIURAMENTO TROVATO NELLE TASCHE DEL BRIGANTE SERGENTE ROMANO

 

Promettiamo e giuriamo

di sempre difendere con l’effusione del sangue Iddio, il sommo pontefice Pio IX, Francesco II, re del regno delle Due Sicilie, ed il comandante della nostra colonna degnamente affidatagli e dipendere da qualunque suo ordine, sempre pel bene dei sopranominati articoli; così Iddio ci aiuterà e ci assisterà sempre a combattere contro i ribelli della santa Chiesa.

Promettiamo e giuriamo ancora

di difendere gli stendardi del nostro re Francesco II a tutto sangue, e con questo di farli scrupolosamente rispettare ed osservare da tutti quei comuni i quali sono subornati dal partito liberale.

Promettiamo e giuriamo inoltre

di non mai appartenere a qualsivoglia setta contro il voto unanimemente da noi giurato, anche con la pena della morte che da noi affermativamente si è stabilita.

Promettiamo e giuriamo

che durante il tempo della nostra dimora sotto il comando del prelodato nostro comandante distruggere il partito dei nostri contrari i quali hanno abbracciato le bandiere tricolorate sempre abbattendole con quel zelo ed attaccamento che l’umanità dell’intiera nostra colonna ha sopra espresso, come abbiamo dimostrato e dimostreremo tuttavia sempre con le armi alla mano, e star pronto sempre a qualunque difesa per il legittimo nostro re Francesco II.

Promettiamo e giuriamo

di non appartenere giammai per essere ammesso ad altre nostre colonne del nostro partito medesimo, sempre senza il permesso dell’anzidetto nostro comandante per effettuarsi un tal passaggio.

Il presente atto di giuramento

si è da noi stabilito volontariamente a conoscenza dell’intera nostra colonna tutta e per vedersi più abbattuta la nostra santa Chiesa cattolica romana, della difesa del sommo pontefice e del legittimo nostro re.

Così abbracciare tosto qualunque morte per quanto sopra si è stabilito col presente atto di giuramento

 

Fonte: srs  T. PEDIO  “Inchiesta sul brigantaggio” Fasano di Puglia 1983

 

 

I  COMANDAMENTI DEL BRIGANTE

 

1. – Cercare di colpire sempre gli ufficiali e i graduati, è meglio uccidere un solo ufficiale che molti soldati (quando si colpisce la testa, le altre membra diventano inutili).

2. – Caduto l’ufficiale, gli uomini, senza direzione facilmente fuggono

3. – Non accordare mai quartiere ai feriti e ai prigionieri, ucciderli, scannarli e massacrare i cadaveri in modo da impressionare i soldati quando li ritroveranno.

4. – Il soldato quando si batterà, penserà sempre alla fine che l’aspetta se cade ferito o prigioniero e quando vedrà le brutte… scapperà…

5. – Esporre la vita per salvare un compagno, ucciderlo piuttosto che resti ferito o prigioniero dei soldati.

6. – Nei combattimenti corpo a corpo non fare le spacconate dei soldati di menare calciate di fucile; giuocare invece serrato di coltello; tirare colpi alla pancia e girarvi dentro la lama; si fanno ferite più dolorose, che si sentono subito, si vedono uscire fuori le budella, e difficilmente guariscono.

7. – Attaccare la truppa quando si ha la certezza di vincere, mantenersi nascosti, o fuggire quando non si è in numero e in posizione vantaggiosa.

8. – Mettersi tanto di notte quanto di giorno in posizioni elevate, possibilmente vicino a boscaglie, che offrono sicuro scampo, perché i soldati difficilmente vi si internano.

9. – Non risparmiare la vita dei soldati, mai e poi mai quella degli squadriglieri; far del tutto per averli vivi in mano per poi farne strazio.

10. – Durante il combattimento qualunque atto di insubordinazione o mancata obbedienza deve essere punita dal capobanda con una schioppettata nella testa.

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