Apr 24 2024

CALLIGRAFIA 

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Vi ricordate il corsivo? Vi siete mai chiesti perché oggi non s’insegna più i ragazzi a scrivere in corsivo? E no, non è un caso che si tenda ad usarlo sempre meno.

Scrivere in corsivo vuol dire tradurre il pensiero in parole; ti obbliga a non staccare la mano dal foglio. Uno sforzo che stimola il pensiero, che ti permette di associare le idee, di legarle e metterle in relazione. Non a caso la parola corsivo deriva dal latino «currere», che corre, che scorre, perché il pensiero è alato, corre, s’invola. Scrivere in stampatello invece vuol dire, a detta degli psicologi dello sviluppo, «spezzettare il pensiero, sezionarlo in lettere, negare il tempo e il respiro della frase.» 

Naturale che il corsivo non abbia più posto nel mondo di oggi, un mondo che fa di tutto per rallentare lo sviluppo del pensiero, per azzopparlo. Pensate che il corsivo nacque proprio in Italia e poi si diffuse in tutto il mondo. Perché? Perché era una scrittura compatta, elegante, chiara. 

Ma la nostra è una società che non ha più tempo per l’eleganza, per la bellezza, per la complessità; abbiamo sinteticità ma non chiarezza, rapidità ma non efficienza, informazioni ma non conoscenza! Sappiamo troppo e troppo poco perché non siamo più in grado di mettere in relazione le cose. La gente non sa più pensare. Non sa più costruire un discorso. Ricordate quando alle elementari la maestra vi chiedeva di scrivere dei “pensierini”? Fanno tenerezza, nella loro disarmante semplicità, i primi temi scritti dai bambini, almeno quando sono i bambini a farlo. 

Pensierini, frasi ad effetto e slogan creati ad hoc per manipolare e stupire, ma certamente non per far pensare: ecco a cosa si è ridotta la cultura, l’informazione! Per questo bisognerebbe tornare a scrivere in corsivo, soprattutto a scuola. 

Perché qua non si tratta soltanto di recuperare uno stile di scrittura, ma di tornare a dare respiro ai nostri pensieri. 

Tutto ciò che ci fa vivere, che nutre l’anima, che sostiene lo spirito, è legato al respiro. Senza respiro, dicevano gli antichi greci, non c’è pensiero. E senza pensieri non c’è vita. 

Se sia importante o no, lo lascio decidere a voi.

Professor X


Apr 09 2024

MADELEINE ALBRIGHT.  LA MORTE DI 500.000 BAMBINI? NE VALE LA PENA.

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Il 12 maggio del 1996 la Albright in un’intervista con Lesley Stahl, alla domanda della giornalista sulla la morte di mezzo milione di bambini iracheni causati dalle “politiche” USA, lei giustificò queste misure in coercitive con una frase celebre: 

ne valeva la pena” pur di rovesciare l’allora Presidente iracheno Saddam Hussein.

 Una volta ogni tanto vale la pena ricordarla questa “persona”, specialmente in periodi in cui si santificano gli americani.

Guardatela come posa fiera davanti al fotografo. Senza vergogna.


Set 09 2023

IL COVID NEGLI ANNI 2030: COME INFINITI RICHIAMI VACCINALI DEVASTERANNO LA SALUTE DEI NOSTRI FIGLI

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Joseph Mercola ripubblicato da Lifesitenews

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CANCRO

I vaccini sono già stati correlati a massicci aumenti della mortalità e problemi di fertilità. Quale sarà il tasso di mortalità, diciamo, tra 10 anni se i bambini e gli adolescenti continueranno a ricevere booster di mRNA ogni anno?

Cosa riserverà il futuro alle persone la cui esposizione al COVID-19 si verifica durante i primi anni di vita? Questa domanda è stata recentemente posta da Katherine J. Wu, una scrittrice dello staff di The Atlantic.

«Essere un neonato nell’anno 2023 – e, quasi certamente, ogni anno che segue – significa emergere in un mondo in cui il coronavirus è onnipresente… Senza ombra di dubbio, questo virus sarà uno dei primissimi agenti patogeni gravi che i neonati di oggi – e tutti i futuri bambini – incontreranno», scrive.

Alla fine, l’aspettativa è che la malattia raggiunga un nadir stabile, a quel punto potrebbe davvero essere «un altro raffreddore comune», afferma Rustom Antia, un modellatore di malattie infettive presso Emory.

Il risultato completo di questo esperimento vivente, tuttavia, non sarà chiaro per decenni, ben dopo che i miliardi di persone che hanno contratto il coronavirus per la prima volta in età adulta sono scomparsi da tempo.

Le esperienze che i bambini più piccoli di oggi hanno con il virus stanno solo iniziando a plasmare l’idea di convivere con il COVID per tutta la vita, quando tutti noi coesistiamo con esso dalla nascita alla morte come una cosa ovvia.

Il vaccino COVID previene l’immunità di gregge naturale

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Ott 05 2022

CONTRATTO IN NOME DELL’UMANITÀ

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Nella notte tra il 20 e 21 aprile 1945 si svolge in gran segreto, a pochi chilometri da Berlino, il più stupefacente incontro della Seconda guerra mondiale.

Heinrich Himmler, il “burocrate dello sterminio”, l’onnipotente Capo delle SS e della Gestapo, ha di fronte a sé il rappresentante del Congresso ebraico mondiale, Norbert Masur. Assiste alla riunione, da lui patrocinata e organizzata, Felix Kersten, medico fisioterapista di Himmler, cittadino finlandese di origine estone, in quella notte riuscirà ad arrivare al famoso “Contratto in nome dell’Umanità”, in quella notte, circa 80.000 persone, di cui 63.000 ebrei, saranno così salvate!


Gen 26 2022

LA NECROPOLI DI PIAZZA CORRUBBIO A VERONA: DATI PALEOBIOLOGICI PRELIMINARI

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Lo scavo di Piazzale Corrubio.

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La necropoli è stata indagata nel 2009 nel corso di interventi archeologici condotti durante la costruzione di un parcheggio sotterraneo, eseguiti dallo Studio di Archeologia Cipriano-Meloni con la Direzione scientifica di G. Cavalieri Manasse (Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, Nucleo operativo di Verona). 

Nel corso di quest’intervento vennero portate alla luce 249 tombe ad inumazione, di varia tipologia e grado di conservazione, oltre ai resti di alcuni edifici a carattere religioso-funerario, attualmente in corso di studio. 

Una seconda campagna di scavo condotta tra 2010 e 2011 dalla Cooperativa Multiart Soc. Coop, sempre alla direzione scientifica di G. Cavalieri Manasse, permise di mettere in luce altre 148 deposizioni. 

Dall’analisi dei dati archeologici, la necropoli risulta aver avuto un lungo periodo di utilizzo: dal III secolo d.C. all’VIII-IX secolo d.C.  All’interno di quest’arco temporale si sono potute distinguere tre fasi principali: una prima fase si estende dalla fine del III secolo d.C. all’inizio del IV secolo d.C., una seconda dal V al VII secolo d.C. e una terza tra il VII secolo e l’VIII secolo d.C. 

La fase di abbandono rimane invece scarsamente documentata a causa di livellamenti frequenti in epoca antica e moderna che hanno mantenuto lo strato di frequentazione alla quota antica. 

I reperti e dati di scavo dalla necropoli di piazza Corrubbio sono attualmente oggetto di studio nell’ambito di un progetto di ricerca mirato ad acquisire una più ampia comprensione dell’area necropolare, condotto in collaborazione con la Soprintendenza del Veneto e coordinato da Daniela Cottica e Francesca Bertoldi. 

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