Mar 16 2009

Il caso Porsenna

Category: Archeologia e paleontologia,Cultura e dintornigiorgio @ 07:28

 

La storia infinita del caso continua e va avanti, ma dei riconoscimenti ancora nemmeno l’ombra. Nonostante la nostra imperterrita tenacia, non siamo ancora stati in grado di far valere i nostri diritti, ci rendiamo conto di essere “pesci troppo piccoli” per poter abbattere il muro del potere, dietro il quale si nascondono alcuni elementi molto più potenti e ben piazzati di noi, normali ed onesti cittadini. Vito De Ieso; StefanoRomagnoli; Giancarlo Pellegrini. 

 

Immagine scannerizzata dal Volume in nostro possesso (regolarmente acquistato). Sabato 25 Novembre 2006, a Sarteano presso il Teatro degli Arrischianti, Alessandra Minetti (Direttrice del Museo Civico Archeologico di Sarteano), ha presentato in pubblico la sua opera sulla Quadriga Infernale.

Noi abbiamo partecipato con molto entusiasmo, ed abbiamo acquistato anche il volume in questione. Alla presentazione vi erano in oltre: Il Prof. Mario Torelli; Il Sindaco Dionori Fabio (Comune di Sarteano); ecc ecc.

L’opera è ben fatta, scorrevole, uniforme nel tema, e dettagliata nella parte tecnica.  Le immagini rendono in maniera molto reale, l’idea di cosa si può vedere visitando di persona la Tomba della Quadriga.

Il volume descrive oltre alle immagini parietali, anche i reperti trovati all’interno, riportandone ottime immagini, con l’apporto di grafica prospettiva, i termini tecnici specifici sono alla portata di chiunque abbia una modesta dimestichezza con la nomenclatura, e l’etimologia di Archeologica classica.

Nell’insieme l’opera ci è piaciuta molto, non possiamo far altro che fare i nostri sinceri complimenti alla Autrice Alessandra Minetti, ed ai collaboratori che hanno partecipato alla realizzazione di questo volume.

C’è da dire che nel nostro Paese, sono ben rare scoperte così uniche come questa, altrettanto rari sono i ritrovamenti di reperti (UNICI), così ben descritti e relazionati da volumi fatti come quello in questione.

Noi siamo ben lieti, di contribuire alla divulgazione di tutto ciò, parlandone in questo nostro “sito internet“, il quale ha 65.000 riferimenti di visibilità, ed è conosciuto da tutti i motori di ricerca, e dai principali portali Archeologici Nazionali ed esteri, così facendo l’indice di visibilità della (Quadriga Infernale, e del suo Volume omonimo), verrà notevolmente incrementato, in quanto questa pagina è visitabile direttamente nella Home Page del nostro Sito, e di riflesso, sarà visibile e rintracciabile facilmente in tutto il mondo.

 

Purtroppo, in conclusione, c’è (l’unica ed inevitabile “critica”) alla quale noi non potevamo rinunciare:

Si tratta della pagina dei “ringraziamenti”, dove è scritta la frase: “Si ringraziano in primo luogo i Membri del Gruppo Archeologico Etruria, a cui di deve la scoperta”.

 

Secondo il nostro parere, sarebbe stato più onesto usare la parola “ritrovamento o recupero “, al posto della parola “scoperta”, e di seguito spiegheremo il motivo di tale affermazione: Dal dizionario della lingua Italiana “sco|pèr|ta = lo scoprire, il rinvenire qcs. di sconosciuto o di nascosto: la scoperta  delle sorgenti del Nilo, la scoperta di una particella subatomica, la scoperta di un bene (nascosto), ecc ecc.

Quindi lo scopritore è considerato tale, quando scopre qualcosa di “nascosto”, cioè: il punto in cui, la posizione ove, si trova il bene (ancora nascosto), ma solamente dopo il recupero di tale bene si potrà stabilire se si trattava di una vera scoperta, o se trattasi di (supposizione).

Lo scopritore ha il dovere, di segnalare alle autorità competenti, (dove suppone di aver scoperto “anche se ancora nascosti”, i beni importanti, da portare alla luce, in oltre (lo scopritore), deve rendere noto in quale modo è arrivato alla supposizione, che in quel punto si possano trovare reperti o strutture Archeologiche di elevata importanza.

 

Noi: (Pellegrini Giancarlo, Vito De Ieso, e Romagnoli Stefano), nel 1995, lavorando al nostro libro che parlava di “segreti nascosti sulle terre del Re Porsenna), ci rendemmo conto che indicavamo in tale libro parecchie strutture Archeologiche (ancora nascoste).

Strutture da noi ipotizzate, durante la ricerca storico/scientifica fatta appositamente per strutturare ed arricchire il contenuto del libro, le quali non potevano assolutamente essere rese pubbliche in tale libro, senza prima averne denunciata la scoperta in modo regolamentare.

Così facemmo, compilando ed inviando un esposto che denunciava le scoperte avvenute durante la scrittura del libro, a tutte le Autorità competenti, compreso l’allora in carica Presidente della Repubblica.

La notizia trapelò anche all’Ansa e quindi a tutti i quotidiani Nazionali, creando una confusione forse un po’ troppo esagerata di tale notizia, al punto che la Procura della Repubblica di Montepulciano, aprì una indagine sulla nostra vicenda, “forse su denuncia esposta dalla Soprintendenza nei nostri confronti”.

Su ordine del Procuratore in carica, vennero effettuati sopralluoghi, ai quali parteciparono Persone di inconfutabile affidabilità, tra i quali il rappresentante della Soprintendenza locale, ed un perito, incaricato dallo Stato, al quale era dato il compito di fare relazione, e valutazione, sulla attendibilità nelle nostre affermazioni di scoperte fortuite.

Durante il sopralluogo avvenuto il località “Pianacce”, indicammo dove secondo noi si nascondeva una importante sepoltura, consegnando alle Autorità presenti anche un

disegno del pianoro con le rispettive sepolture ancora nascoste, e le loro precise locazioni.

Il nostro caso venne poi archiviato, e nel decreto venne scritto:”non essendo emersi durante le indagini, fatti di natura penale, ne trasgressioni alle leggi sui beni culturali, il caso viene archiviato”

Ciò vale a dire che durante il nostro operato per la scrittura del libro, non commettemmo ne reati ne inflazioni alle leggi vigenti sulla tutela del patrimonio, ed altro, non avendo quindi effettuato ricerche non autorizzate, in quanto le ricerche furono del tipo storico/scientifiche, fatte quasi esclusivamente a “tavolino”, e non sul posto, e quindi non necessitavano neppure del permesso dal padrone del terreno.

Nella parte centrale del nostro disegno avevamo supposto una sepoltura molto importante, risultata poi anni dopo essere quella della “Quadriga infernale”.

Per quanto ci riguarda, considerata (la mole di documentazione che conferma inequivocabilmente tutto ciò che abbiamo scritto in precedenza), noi fummo i primi a denunciare ufficialmente la scoperta, di una sepoltura importante in quel preciso punto dove poi si è concretizzata l’esistenza della tomba in questione, quella della

“Quadriga Infernale”.

C’è da dire in oltre che nell’arco di questi anni chiedemmo varie volte l’autorizzazione al Ministero dei Beni Culturali, per poter eseguire noi stessi gli scavi, e quindi poter portare alla luce le sepolture da noi indicate.  Tale opportunità ci venne sempre negata categoricamente, forse a causa dei contrasti che si erano venuti a creare tra noi, ed alcune sedi competenti alla materia in questione.

Di seguito, in fine, riportiamo alcuni documenti a conferma della nostra veritiera lamentela, sentendoci in un certo qual modo “derubati” di una  scoperta anticipatamente enunciata alcuni anni prima, da noi non portata alla luce, in quanto cene vennero negati i permessi.

Fonte: La porta del Tempo//2006// http://www.romagnolistefano.com//

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