Mar 08 2009

Verona: Villa But abbattuta, i vicini si ribellano

Category: Verona architettura e urbanisticagiorgio @ 19:05

 

Verona  Borgo Trento :Preoccupazione e interrogativi dopo lo smottamento della collina al Cesiolo

La zona ricca di edifici storici è tutelata, parte petizione a sindaco e Soprintendenza: «Vogliamo risposte chiare»

 

Dove un tempo c’era villa But, in salita Monte Grappa al civico 34, c’erano anche alberi e tanto verde.

Ora la villa è stata abbattuta e una fetta della collina è stata letteralmente mangiata. La terra prodotta dallo sbancamento collinare viene portata via dai mezzi pesanti che andando su è giù dal colle che porta a forte Santa Sofia hanno distrutto il selciato di via Coni Zugna. E villa Tosadori Fiorini Rossi che si trova poco più giù subisce gli effetti della modifica del terreno. Come se non bastasse, sempre in salita Monte Grappa una frana ha bloccato la strada lasciando i residenti isolati. Ambulanze o altri mezzi di emergenza non possono più arrivare. I civici 28, 29 e 30 sono in mezzo fra la collina «mangiata» e la frana.

Per la frana il Comune ha emesso un’ordinanza che obbliga il proprietario del tratto di muro a secco di rimetterlo a posto, ma così non è stato: pezzi di roccia, muro, terra, tronchi e parti di albero sono in mezzo alla strada. Dove invece un tempo c’era villa But c’è un buco enorme. I vicini di casa non hanno fatto in tempo ad accorgersi di nulla. «Hanno abbattuto villa But mentre pioveva, quasi avessero fretta di farlo», raccontano. E ora hanno dato il via a una raccolta di firme che invieranno al sindaco Tosi, alla Soprintendenza e al Corpo Forestale. Vogliono fare chiarezza sulla vicenda, sapere come e quando è stato dato il permesso alla ditta costruttrice del complesso residenziale che sorgerà al posto della villa. Vogliono sapere perché la soprintendenza per i Beni architettonici e ambientali non è intervenuta dal momento che questa zona è tutelata e i mezzi pesanti non possono accedervi. Chiedono quali studi sono stati eseguiti dal punto di vista idrogeologico: anche qui ci sono diversi vincoli. E in ultimo quale criterio è stato adottato e quale genere di permesso è in atto per sbancare la roccia calcarea della collina.

Al civico 1 di via Coni Zugna abita il consigliere comunale Ciro Maschio, capogruppo di An. «Non volevo usare la mia posizione politica per chiedere delucidazioni», dice. E assicura che «nè il progetto nè qualsiasi altro genere di richiesta per la realizzazione di un nuovo complesso residenziale in via Coni Zugna o in salita Monte Grappa sono stati mai discussi in Consiglio comunale». L’urbanizzazione della zona, come evidenzia lo storico dell’arte Riccardo Battiferro Bertocchi, risale agli anni Venti. «Inizialmente via Coni Zugna si chiamava strada privata Gino Stefani. Era intitolata al figlio di un proprietario di immobili della zona prematuramente scomparso», spiega. «Le ville del Cesiolo vennero realizzate già a partire dal primo Novecento a opera del Banco Orti, Cassa di Risparmio di Verona, Società Cattolica di Assicurazioni. L’abbattimento di villa But è un fatto grave che colpisce la cultura e il patrimonio artistico cittadino».

 

Fonte: srs di di Anna Zegarelli da  L’Arena di Verona di Domenica 08 Marzo 2009, pagina 18

 

 

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Mar 08 2009

LO SPRISS?… MA VUTO METARE UN BEL GOTO DE VIN S-CETO?

Category: Monade satira e rattatujegiorgio @ 09:06

 

Vicentini, Veronesi, Veneti svejeve! i ve sta toendo in giro, scolteme. 

Ve do tre boni motivi per non bevera lo spriss. 

 

Par prima roba lo spriss se na fregada ( ciavada, in dialeto): i ghe mete el novanta per sento de acqua, el diese par sento de aperitivo e de vin gnanca na s-cianta!   Ma teo paghi de pi de un bon goto de vin s-ceto. 

 

Par seconda roba lo spriss se na bevanda da democristiani: nol se ne’ acqua ne’ vin, ne’ bon ne’ cativo, ne’ de destra ne’ de sinistra, democristian insoma. 

Par tersa roba lo sprissel se’ anca crucco: spriss in tedesco vol dir sprusso.  Sprusso de vin in un bicieron de acqua. 

 

Che i se lo beva a casa lori sto mis-cioto, che mi preferisso un bon bicier de vin san. 

Non so voialtri, ma mi na ciavada crucca e democristiana non la voio gnanca a gratis, figureve se ghe devo anca darghe schei.  Ghin go sa ciapa’ anca massa de ciavade, che almanco par el bevare me rangio da solo. 

 

Ma mi digo: secondo voialtri, se’ posibile ch’el nostro signor el ne gabia da’ na roba cositta bona come el vin par rovinarla co l’acqua e co quea specie de colorante disavio che i lo ciama aperitivo?  Xe posibile secondo voialtri? 

 

A saria come far na discoteca dentro la Basilica Palladiana, o sugar a golf al Romeo Menti, o peso ancora andare a ciavar in Sala Bernarda! 

Va ben che el nome se compagna, va be’ che la dentro i ne da de quele ciavade che non finisse altro a noialtri che paghemo le tasse, paro’ bisogna esser seri: ogni roba la ga’ el proprio uso. 

 

E l’uso del vin se’ de berlo s-ceto, de gustarne l’aroma, de snasarne el profumo, de saiarlo con un tramesin se te ghe’ fame, ma non de misciarlo con le porcherie!  Par carita’. No ste’ misciar el sacro con la cinafrusaglia. 

Bevi’ un fia’ de manco, ma bevi’ roba bona, almanco. 

 

Desso ve saludo che go’ da ndare. Ghe xe gli amissi che me speta al bar qua soto per farse il goto de un boto: de vin? 

No!, se bevo un bicier de vin s-cieto a stomego vodo me imbriago subito e non digerisso altro. 

Mejo on sprisetto, magari co do saladini e do olivete che le me piase tanto… 


Porca vaca!!!…..

 

Fonte: Raixe venete


Mar 08 2009

Ho scoperto lo spriss!

Category: Monade satira e rattatujegiorgio @ 07:56

Lo spritz o sprisss e’ un intruglio che i barman raffinati preparano con seltz, vino bianco a denominazione di origine controllata, una piccola dose di un aperitivo alcolico ( Bitter o Aperol) e scorzetta di limone; nelle piccole bettole cittadine vi viene servito prendendo mezzo gotto di un’acqua minerale svampita aperta da una settimana e del solito vino da “tazzette” pescato alla spina, solo che la dose di aperitivo e’ piu’ massiccia e tende a spaccarti in quattro lo stomaco vuoto…

Ma oramai il rito e’ cosi’ diffuso che  veronesi,  vicentini e tutti i veneti non sanno rinunciarvi: 

“andiamo a farci uno spritz”  diviene la parola d’ordine, lo slogan piu’ diffuso,  spesso l’unica trasgressione nel procedere incessante della giornata. 

Vi e’ un bar in centro che reclamizza quaranta tipi diversi di spritz: ve lo propongono con generose fette di arancia messe in tralice sul bicchiere e persino con il Branca Menta. 

Le signore per bene, vestite elegantemente e dal facile eloquio se ne fanno un paio con le amiche, ma quasi vergognandosi, si recano nei bar piu’ defilati oppure entrano di soppiatto nelle stanze posteriori dei caffe’ piu’ in della ctta’. 

La moda e’ cosi’ estesa da aver soppiantato la tazzetta: sembra che sia molto piu’ alla moda chiedere “piu’ acqua che vino, mi raccomando!” con l’aria un po’ complice di chi non consuma certo alcolici fuori pasto e di chi ne ingerisce solo uno al giorno. 

Ma poi, girato l’angolo, s’incontra un amico ed il rito si rinnova:” n’demo al Malvasia o al Campanile, femose uno spritz da Righetti, al Cursore o da Pitanta”. 

Per i cultori del buon vino lo spritz e’ una sorte di bestemmia, una dissacrazione, l’acqua calata nel sacro nettare degli dei! 

Ma nell’era dell’ipocrisia e dell’apparenza e’ meglio celare la buona e sana abitudine del bere vino: quel bicchiere ben preparato, presentato con le patatine e le olive puo’ apparire effettivamente come qualcosa di diverso! 

Ed e’ cosi’ che i Bar di mezzo Veneto  si stanno rilanciando: ultimamente nascono come funghi, uno ad ogni angolo di strada; spesso sono bellissimi, arredati con gusto, ricchi di luce e colore. 

Servono caffe’ pregiati, provenienti dall’America Meridionale o dalle Antille, pasticcini coccoli e simpatici, caramelle di tutti i tipi e sopratutto tanti, tanti tanti, spriss!

 

Fonte: Raixe venete