Mar 31 2024

LE  MAROGNARE, I MURI A SECCO DEL PASSATO SUI NOSTRI MONTI 

Il marognìn

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I muri a secco che ridisegnano a gradini i pendii delle nostre montagne veronesi vengono propriamente denominati nel dialetto veronese con il termine di “marognàre”, un termine che nella lingua italiana designa propriamente un informe mucchio di pietre. 

Le “marognàre” sono invece il frutto di una secolare tecnica costruttiva. 

La “marogna”, da cui “marognàra” e lo stesso cognome Marogna, veniva realizzata in passato con l’antica tecnica del muro a secco, venivano impiegati cioè solo dei sassi, di diversa grandezza, senza alcun tipo di legante. 

Le pietre venivano riposte manualmente nel “dèrlo” (gerla) e trasportate a schiena o sulle “barèle” (carriole di montagna prive di ruota) e venivano raccolte un tempo anche per liberare il terreno e renderlo coltivabile. 

Innanzitutto si provvedeva a liberare le fondamenta del muro dal terriccio, per trovare una solida base di roccia, poi si iniziava la costruzione disponendo al suolo i massi più grossi, partendo con una larghezza anche di un metro e mezzo. 

La mano esperta del “marognìn” era in grado di scegliere i sassi più adatti da posizionare sopra quelli sottostanti, avendo l’accortezza di “legarli”, cioè disporli in modo tale che essi poggiassero almeno su due massi sottostanti, in maniera tale da renderli stabili, cioè in “càlibrio”, senza lasciare dei vuoti. Con “el martèl” si aggiustavano i punti di sporgenza o quelli non adatti all’appoggio, in modo tale da eliminare le protuberanze antiestetiche alla facciata del muro. Quando era possibile il sasso veniva posizionato sempre con la parte più pesante verso l’interno del muro, per renderlo più stabile. 

Anche all’interno della “marogna” venivano posizionati correttamente i sassi, con meno accuratezza, per creare un muro contro il terreno chiamato “contracassa”, per assorbire meglio la spinta del terreno. In facciata il posizionamento dei sassi non doveva essere troppo regolare, essi dovevano essere alternati in base alle loro dimensioni e con i sassi più piccoli si riempivano tutti i vuoti rimasti. Solo per ” el capèl”, cioè la finitura superiore, venivano utilizzati sassi uguali e regolari. 

Anche il riempimento della “cassa”, cioè lo spazio tra la parte esterna della “marogna” e la controcassa, doveva essere eseguito con molta accuratezza per non lasciare vuoti e rendere più stabili le pietre posti sulla parte frontale. 

Il manufatto se realizzato a regola d’arte era in grado di durare molto tempo e di sostenere le spinte del terreno anche nei periodi piovosi, drenando l’acqua in eccesso tra uno spazio e l’altro dei sassi, adattandosi col tempo alla morfologia del terreno nei punti più critici. 

Nelle marogne più alte era prevista anche la curvatura del profilo del muro, per aumentare la capacità di resistenza del muro stesso e con i blocchi più grandi e sporgenti si realizzavano delle scalette, di comunicazione fra un piano e l’altro del terreno.

Questo tipo di muro, tuttavia, essendo completamente privo di legante richiedeva una manutenzione continua, sia per la pulizia dalle erbe infestanti, sia per la ricostruzione dei tratti che dopo evidenti pancioni, cedevano. 

Le “marognare” venivano spesso realizzate in passato sui monti Lessini innanzitutto per costruire dei terrazzamenti ove coltivare i cereali (soprattutto segale e frumento) necessari al sostentamento familiare. 

Infatti nelle zone montane i terreni pianeggianti da destinare alla coltivazione sono piuttosto rari, per cui era una notevole fatica “strappare” ogni fazzoletto di terra per la coltivazione. 

In secondo luogo realizzando le “margnàre” il terreno veniva liberato dalle pietre e quindi di riflesso si agevolava la diffusione ed il mantenimento dei pascoli per il bestiame. 

Inoltre le “marognare” hanno, per secoli, costituito elementi di recinzione e di delimitazione delle proprietà private, anche se per invero in Lessinia essa era spesso rappresentata da laste di pietra infisse verticalmente nel suolo.

Fonte: facebook; da Amici di Velo Veronese del 28 novembre 2018

Link: https://www.facebook.com/profile/100064546642142/search/?q=le%20marognare

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