Giu 12 2014

LO SFOGO DI UN ARTIGIANO: ECCO COME MI MASSACRANO! NON NE POSSO PIU’!

crisi_imprenditore

 

 

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di un imprenditore.

 

“Sono un artigiano di 65 anni.
Ho lavorato quarant’anni nella ditta di mio suocero, poi divenuta mia perché lui a 45 anni ha avuto un infarto con necrosi della parte sinistra del cuore e ha dovuto smettere di lavorare, anche se non gli è mai stata riconosciuta la pensione di invalidità. Senza che ci fosse uno straccio di motivo veramente sensato per negargliela.
Quando ho preso in mano la ditta ho cercato di portarla avanti al meglio, avvalendomi di otto operai specializzati. Il lavoro si è sempre concentrato sulla pitturazione industriale, privata e pubblica, spaziando in ogni settore affine tanto che, negli ultimi anni, avevamo imparato anche lavorazioni innovative di pitturazione della tappezzeria e del legno.
Ho sempre voluto essere, esattamente come mio suocero, sempre al passo con tutti i permessi e leggi; la ditta ha avuto, e ha tutt’ora, tutti i requisiti in regola, perché ogni legge è stata scrupolosamente seguita ed eseguita.
Siamo anche in possesso del Certificato ANCE, che ci ha permesso un appalto diretto da 350 milioni di lire nel 1990.

 

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