Nov 05 2018

VERONA – DOGANA DI SAN FERMO. FATTA QUASI A DISPETTO DI VENEZIA

Via Dogana – 37121 – Verona, Veneto

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Scipione Maffei, esponente tra i più prestigiosi dell’aristocrazia veronese, nella prima metà del Settecento, propose al vecchio governo della Serenissima un Consiglio politico in cui prospettava un regime parlamentare rappresentativo dei cittadini su modello di quello inglese. E quello, aveva ragione l’aristocratico preveggente, era lo sbocco inevitabile, se Napoleone non avesse distrutto Venezia e venduto la libertà dei Veneti all’Austria. 
C’era quindi tra l’élite di Verona e della Terraferma un’aria di fronda specie verso la  metà de Settecento, in cui si inquadra la costruzione e il conseguente conflitto, tra il governo centrale e il governo locale, che qui riportiamo. E che costò all’erario veneto ben 36mila ducati al posto dei 12mila previsti.
Ringrazio il veronese Lorenzo Magnabosco per la segnalazione. 
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Nell’anno 1746 si avvia al termine a Verona, alle spalle della Basilica di San Fermo, la costruzione ella nuova dogana di terra. Iniziata appena l’anno precedente, è stata costruita a tempo di record.

 

Ma il suo completamento, lungi dal rappresentare un momento di festa, segna l’esplodere di una polemica che vede contrapposte la suddetta Verona e la Repubblica di Venezia. Motivo del contendere, lo spirito secondo il quale Verona ha progettato e costruito l’edificio pubblico: una mai troppo celata insofferenza alla dominazione veneziana, stavolta uscita decisamente allo scoperto. Un atteggiamento che, ovviamente, la Dominante non poteva accettare passivamente: di qui un’aspra contesa che, per la Serenissima, si sarebbe conclusa con una vittoria dal sapore amaro.

 

Ma andiamo con ordine, ricostruendo innanzi tutto le vicende che portarono alla necessità oggettiva, per Verona e per la Repubblica del Leone, di disporre di un nuovo punto di sdoganamento e di controllo sanitario delle merci che viaggiavano via Adige.

La città scaligera, da secoli nodo di vitale importanza per il commercio, aveva conservato tale ruolo primario anche in età veneziana.

Eccezionale era l’importanza della via fluviale dell’Adige, corso d’acqua navigabile quasi per intero: per la sua posizione privilegiata sulle rive di questo fiume, Verona era diventata un punto d’accesso di fondamentale importanza per le merci che entravano nel territorio della Serenissima. E il suo ruolo divenne ancor più determinante dopo che, in seguito alla scoperta dell’America, i grandi traffici marittimi si andarono via via spostando verso le acque dell’Atlantico, portando ad una consistente riduzione dell’importanza di Venezia. Proprio l’Adige, infatti, divenne una via di comunicazione privilegiata nei traffici fra l’area mediterranea e il nord delle nascenti potenze commerciali, Inghilterra ed Olanda.

 

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