Gen 31 2016

NOI SICILIAMO NON DIMENTICHIAMO LA SPEDIZIONE DEI MILLE

Category: Italia storia e dintorni,Regno delle Due Siciliegiorgio @ 00:01

MILLE

 

 

Gli Indipendentisti di “Lu Frunti Nazziunali Sicilianu” ricordano che nella notte fra il 5 ed il 6 maggio del 1860 partì da Quarto (Genova) la cosiddetta “spedizione dei Mille” guidata da Giuseppe Garibaldi.

 

I “Garibaldini” usarono due grossi piroscafi, il “LOMBARDO” ed il “PIEMONTE”, acquistati dalla Compagnia Rubattino e profumatamente pagati dal Governo di Torino (Capo del Governo: Camillo BENSO Conte di CAVOUR).

 

Patrocinatore dell’operazione il Re Vittorio Emanuele II. “Mandante” e tutore dell’iniziativa superpatriottica fu il Governo BRITANNICO.

 

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Gen 14 2016

UNITA’ D’ITALIA: DICIAMO LA VERITÀ

Category: Italia storia e dintorni,Regno delle Due Siciliegiorgio @ 06:12

 

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AMO LA MIA PATRIA.

 

Ma non come è stata fatta

da una ristretta cerchia d’intellettuali distanti dal popolo,

combattuta da potenze straniere

ai danni di un sud depredato e violentato

 

di Gianfredo Ruggiero

 

 

Nella prima metà dell’800 l’Italia centro settentrionale era divisa in una moltitudine di statarelli arretrati e in profondo ritardo sulla rivoluzione industriale che, partendo dall’Inghilterra, stava cambiano il volto dell’Europa.

Nel sud d’Italia la situazione era molto diversa.

Il meridione, dopo essere stato faro di civiltà con la Magna Grecia prima e la Roma Imperiale poi, attraversò un periodo di decadenza causato dalle continue dominazioni straniere e le successive vessazioni dei vicerè spagnoli.

 

La rinascita del sud avvenne nel 1816 con la costituzione del Regno delle Due Sicilie, uno Stato italiano del tutto indipendente retto da sovrani italiani che riprese il cammino di modernizzazione e di progresso culturale avviato da Federico II, il più grande imperatore che l’Italia abbia mai avuto dai tempi di Roma.

 

Sotto la dinastia dei Borboni (a tutti gli effetti napoletani) fu avviata la riorganizzazione delle amministrazioni locali cui fu data ampia autonomia (antesignana del federalismo municipale con cui oggi si baloccano i leghisti), fu dato grande impulso all’industria sia metallurgica che cantieristica, all’agricoltura, alla pesca ed anche al turismo, segno di un diffuso benessere.

 

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Feb 11 2015

E’ NATA PRIMA LA MAFIA O L’UNITÀ D’ITALIA

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Teano: Garibaldi incontra Vittorio Emanuele II

 

 

di Valerio Rizzo

 

Prima dell’Unità d’Italia esisteva la Mafia?

Saviano, durante la trasmissione “Vieni via con me” andata in onda su Rai 3 lo scorso anno, ha narrato la leggenda dei tre cavalieri: Ossso, Mastrosso e Carcagnosso, ma questa è appunto una leggenda!

 

Partiamo dalle parole del giudice Rocco Chinnici che, negli anni ’80, durante un’ intervista affermò:

 

prima di occuparci della mafia del periodo che va dall’unificazione del Regno d’Italia alla prima guerra mondiale e all’avvento del fascismo, dobbiamo brevemente, ma necessariamente, premettere che essa come associazione e con tale denominazione, prima dell’unificazione non era mai esistita, in Sicilia. La mafia nasce e si sviluppa subito dopo l’unificazione del Regno d’Italia”.

 

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Feb 10 2015

LA SICILIA DEVE DIVENTARE UNA NAZIONE FEDERATA

Category: Regno delle Due Siciliegiorgio @ 00:05

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Gaetano Armao

 

 

La proposta rivoluzionaria del professore Gaetano Armao

 

Il docente di diritto amministrativo, ex assessore regionale al Bilancio e leader del comitato promotore di “Sicilia Nazione”, ha illustrato in una conferenza stampa i contenuti di una proposta che farà discutere a livello nazionale ed europeo sul ruolo politico e strategico della Sicilia che gode di uno Statuto autonomistico che dovrebbe garantire determinate specialità e che invece per colpa di una classe politica inadeguata non è riuscita soprattutto negli ultimi anni a rintuzzare gli “attacchi” del Governo centrale, tendente a ridurre l’Autonomia.

 

 

La Sicilia è una Nazione. Una Nazione con un popolo, un territorio, una lingua, una cultura, un’identità e antiche tradizioni. Una Nazione senza un proprio Stato che vive oggi una crisi drammatica e che da oltre 150 anni viene ripetutamente depredata delle proprie risorse e costretta a un pesante divario di opportunità e di sviluppo rispetto alle aree del Nord-Italia. Una Nazione dentro lo Stato italiano che solo formalmente ne ha riconosciuto le peculiarità attraverso lo Statuto dell’Autonomia, ma che, in effetti, ne ha sempre disconosciuto i contenuti.

 

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Feb 09 2015

L’ULTIMO DISCORSO DI ENRICO MATTEI: LA RICCHEZZA DEVE RESTARE IN SICILIA

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Enrico Mattei saltò in aria con il suo aereo il 27 ottobre del 1962, poche ore prima tenne un discorso memorabile a Gagliano Castelferrato (Enna), dove disse ai siciliani che il petrolio trovato nelle loro terre gli avrebbe portato benessere e avrebbe fatto in modo che la gente non emigrasse più e che, anzi, sarebbero ritornati gli emigrati.
 Infine si scagliò contro le multinazionali estere.

Di seguito vi riportiamo il discorso integrale con le parti evidenziate in cui parla del risveglio della Sicilia, forse fu questa la causa del suo omicidio?? L’ Italia Unita S.P.A. voleva tenere la Sicilia sempre come colonia interna?

I fatti giudiziari nati successivamente alla sua morte, portano purtroppo a pensare proprio questo…

 

“Prima di tutto desidero ringraziarvi di questa calda accoglienza che abbiamo ricevuto, qui, nel vostro paese. Oggi si affacciano alla mia memoria quegli anni che possiamo considerare lontani, dell’immediato dopoguerra, quando nessuno credeva alle reali possibilità dei nostro sottosuolo. Noi cominciammo una lotta dura, fra l’ostilità di coloro che non credevano a queste possibilità dei nostro paese, poi giungemmo alle scoperte della valle Padana che hanno rivoluzionato – come diceva poco prima il vostro onorevole Lo Giudice – la valle Padana e l’alta Italia. Quando chiedemmo di venire in Sicilia, trovammo che non eravamo di moda: allora erano in momento favorevole tutte le compagnie petrolifere straniere. Io debbo ringraziare la Regione siciliana di averci dato tutto quello che in pratica era rimasto, che gli altri non avevano scelto. Volevamo dimostrare anche alla Sicilia quello che potevano veramente fare gli italiani, gli italiani che si rendevano conto di quello che poteva significare questo tipo di progresso per la Sicilia.

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Feb 08 2015

NEL 1924 IN VASTE ZONE DELL’EX REGNO DUOSICILIANO LA LINGUA PARLATA ERA ANCORA IL NAPOLETANO

Category: Cultura e dintorni,Regno delle Due Siciliegiorgio @ 10:39

Gerhard Rohlfs

 

 

Ecco cosa scriveva il linguista, Gerhard Rohlfs, sulla lingua parlata da Napoli a Taranto durante un suo viaggio del 1924:

 

“ …Il viaggiatore che, in uno scompartimento di III classe nel tragitto da Napoli a Taranto, presti attenzione alla conversazione dei contadini che salgono ad ogni stazione, si renderà subito conto che nel primo tratto – se si trascurano variazioni nell’intonazione e differenze locali minime – la base linguistica è sorprendentemente unitaria. Ma subito dopo la profonda valle del Platano, dalla stazione di Picerno in poi il quadro cambia. Improvvisamente arrivano all’orecchio del viaggiatore forme foniche che non si adattano assolutamente alla situazione osservata fino a quel momento… E così si continua anche dopo che il treno ha superato le stazioni di Tito e Potenza. Soltanto a partire da Trivigno queste caratteristiche scompaiono e, mentre il treno tra le brulle e selvagge montagne della valle del Basento si dirige verso il golfo di Taranto, ricompare improvvisamente la situazione linguistica che, appena due ore prima, era scomparsa così improvvisamente e in modo così inspiegabile…”

 

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Feb 07 2015

IL SACCHEGGIO DEL SUD

 

 

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I Borbone avevano conservato il loro regno integro; i piemontesi, che avevano invaso un Regno senza dichiarazione di guerra, trovarono oro e denaro, saccheggiarono tutto quello che c’era da saccheggiare, massacrarono intere popolazioni, misero a ferro e fuoco il Sud per dieci anni, lo impoverirono, trasferendo tutte le sue ricchezze nel Piemonte.

 

Francesco II, partendo da Gaeta il 14 febbraio 1861, disse al comandante Vincenzo Criscuolo: «Vincenzino, i napoletani non hanno voluto giudicarmi a ragion veduta; io però ho la coscienza di avere fatto sempre il mio dovere, Il Nord non lascerà ai meridionali neppure gli occhi per piangere”.

 

Mai parole furono così vere!

 

Dal 1860 al 1870 i piemontesi riuscirono a depredare tutto quello che c’era da prendere, svuotarono le casse dei comuni, quelle delle banche, quelle dei poveri contadini, quelle delle comunità religiose, dei conventi; saccheggiarono le chiese e le campagne; smontarono i macchinari delle fabbriche per montarli al nord; rubarono opere d’arte, quadri, statue.

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Feb 07 2015

LA STRAGE DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO (TRAPANI)

BRIGANTI UCCISI

 

 

di Antonio Ciano

 

Angela Romano e Giuseppe Magaddino

 

Il Giornale Officiale della Sicilia del 5 gennaio del 1862 riporta la notizia dei fatti di Castellammare del Golfo in provincia di Trapani in modo scarno:

«Sei dei colpevoli, presi con le armi alle mani e in atto di far fuoco contro le truppe, furono trucidati: tre di costoro non vollero palesare il loro nome, uno fu un triste prete imbrancatosi fra quella sanguinosa ribaldaglia».

 

L’organo ufficiale dello Stato aveva, sicuramente, occultato una verità atroce, orrenda.

Il primo di gennaio del 1862 era stata organizzata una ribellione contro la Monarchia sabauda. Repubblicani, borbonici, tartassati, anarchici, renitenti alla leva, uniti e armati, con bandiere rosse repubblicane, con simboli borbonici, contro i liberali del luogo. Vi fu mattanza. Morti da una parte e dall’altra, ma quei morti si volatilizzarono, nessuno seppe quanti furono, forse si involarono istantaneamente in paradiso. Una rivolta possente, forse 500-600 giovani armati contro i liberali del luogo, servi del potere centrale torinese.

 

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Feb 06 2015

QUEI SOLDATI BORBONICI CHE SI FECERO VALERE A GETTYSBURG

 

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Gilberto Oneto, Unità o Libertà

 

 

Del migliaio di italiani che combatterono nelle file del Nord durante la guerra civile americana, quattro erano generali, nove colonnelli, tredici ufficiali di marina e ventotto maggiori e capitani. Ma erano tutti già residenti negli Usa. Malgrado gli appelli e i roboanti proclami antischiavisti che percorrevano in quegli anni la Penisola, nonché le tirate altrettanto altisonanti di Garibaldi, quasi nessuno si imbarcò per la gloriosa impresa. Garibaldi stesso rinunciò perché Lincoln gli aveva offerto solo un comando nelle truppe unioniste, mentre l’Eroe voleva quello supremo.

 

Nel 1861 quattro deputati americani vennero a Torino per arruolare una legione di volontari contro gli schiavisti. Il giornale La Nazione di Firenze pubblicò un appello in proposito agli ex garibaldini. Pochissimi si presentarono e quasi nessuno venne accettato quando si scoprì che i «volontari» cercavano più che altro un passaggio gratuito per emigrare in America. Per giunta, tutti volevano posti di comando. Nell’ottobre, i volontari si erano ridotti a due. E anche questi rinunciarono quando seppero che avrebbero dovuto pagarsi il viaggio.

 

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Feb 05 2015

I GENOCIDI VANNO RICORDATI TUTTI.

genocidio del sud italia

 

 

 

C’è chi ignora tutto cio’ e festeggia il 150° anniversario dell’unità d’italia.. I NOSTRI MORTI MERITANO RISPETTO!

 

Questa è la storia di Fenestrelle(primo lager europeo), questa è una storia che i nostri colonizzatori hanno voluto cancellare, dimenticare… ma NOI NON DIMENTICHIAMO:

 

5212 condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi rasi al suolo, 1 milione di morti.

 

Queste le cifre della repressione consumata all’indomani dell’Unità d’Italia dai Savoia.

La prima pulizia etnica della modernità occidentale operata sulle popolazioni meridionali dettata dalla Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti del 15 agosto 1863 “… per la repressione del brigantaggio nel Meridione”[1].

 

Questa legge istituiva, sotto l’egida savoiarda, tribunali di guerra per il Sud ed i soldati ebbero carta bianca, le fucilazioni, anche di vecchi, donne e bambini, divennero cosa ordinaria e non straordinaria. Un genocidio la cui portata è mitigata solo dalla fuga e dall’emigrazione forzata, nell’inesorabile comandamento di destino: “O briganti, o emigranti“.

 

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Nov 28 2014

L’UNITÀ D’ITALIA FU VOLUTA DAGLI INGLESI PER IL CONTROLLO DEL MEDITERRANEO?

Category: Italia storia e dintorni,Regno delle Due Siciliegiorgio @ 14:58

L’Unità d’Italia fu inglese per il controllo del Mediterraneo? Gli storici protendono per il sì e lasciano intendere che la storia della disunità d’Italia sia il banco di prova per un’unione politica di più ampio respiro.

 

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Lo sbarco dei Mille a Marsala da un disegno di un ufficiale osservatore a bordo di una nave da guerra della Royal Navy in rada nel porto di Marsala

 

 

L’Unità d’Italia fu inglese per il controllo del Mediterraneo? Gli storici protendono per il sì.

 

Per anni tra le aule scolastiche e i programmi ministeriali ci hanno fatto ingurgitare riferimenti e immagini su un passato medievale e retrogrado. Eppure, da qualche anno, sull’onda revisionista di storici professionisti e non, la storia del Mezzogiorno e dei popoli meridionali sembrerebbe ritornare nuovamente patrimonio sentito delle masse subalterne e strumento per la riconquista di una propria identità, e sulla base di questa di una propria progettualità per il futuro (non più solo italiano ma europeo).

 

Tra le tante storie che fuoriescono dal calderone ideologico sabaudo e risorgimentale, una in particolare appare molto più interessante delle altre, in base alla quale, la catena di eventi che portò all’Unità d’improvviso raggiunge un po più di chiarezza e coerenza: l’interesse della borghesia britannica per la destabilizzazione e il rovesciamento violento del Regno delle Due Sicilie, la terza potenza scientifica, industriale e militare del globo e la prima del Mediterraneo.

 

Gli inglesi tramarono per l’affermazione del loro modello politico di sviluppo e modernità.

 

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Nov 15 2014

INDIPENDENTISTI ARRESTATI PER AVER ESPOSTO LA BANDIERA DUOSICILIANA

In occasione della sfilata storica dei bersaglieri sulla collina di Pizzofalcone due indipendentisti che hanno seguito la manifestazione “armati” di una bandiera delle Due Sicilie sono stati arrestati dalla Digos. 

 

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Due indipendentisti, Ferdinando Ambrosio e Nicola Terlizzi, nella mattinata di ieri sono stati tratti in arresto dalla Digos e saranno processati per vilipendo alla bandiera italiana. La colpa dei due? Aver esposto una bandiera del Regno delle Due Sicilie in occasione della sfilata dei bersaglieri sulla collina di Pizzofalcone. Come hanno testimoniato le due persone arrestate non sono stati srotolati striscioni ne tantomeno sono stati intonati cori offensivi. Gli indipendentisti si sono limitati a seguire il corteo fino alla caserma Nino Bixio dove sono entrati al seguito di altri spettatori.

 

I due arrestati si difendono “non stavamo facendo niente di male, abbiamo solo esposto una bandiera”

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Lug 22 2014

LA TRUFFA DELL’UNITÀ D’ITALIA: DAL LADRO GARIBALDI AI ROTHSCHILD

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Il processo di Unità di Italia ha visto come protagonisti una sfilza di uomini più o meno celebri, i cosiddetti padri del Risorgimento. Dal nord al sud Italia ogni piazza o via principale si fregia di nomi illustri: Garibaldi, Mazzini, Cavour, Vittorio Emanuele etc.

 

Il popolo viene indottrinato fin dalla più tenera età a considerare costoro dei veri eroi, gli artisti li raffigurano esaltando il loro valore in maniera da rafforzare il mito che li circonda. Innumerevoli sono infatti le opere d’arte che ritraggono l’eroe dei due Mondi ora a cavallo…ora in piedi che impugna alta la sua spada, alcune volte indossa la celebre camicia rossa…altre volte si regge su un paio di stampelle come un martire.

Tuttavia un ritratto che di certo non vedremo mai vorrebbe il Gran Maestro massone, Giuseppe Garibaldi, privo dei lobi delle orecchie.

E dire che nessuna raffigurazione potrebbe essere più realistica poiché al nostro falso eroe furono davvero mozzate le orecchie, la mutilazione avvenne esattamente in Sud America, dove l’intrepido Garibaldi fu punito per furto di bestiame, si vocifera che fosse un ladro di cavalli. Naturalmente nessuna fonte ufficiale racconta questa vicenda.

 

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Mag 10 2014

IL SOLE DI CAMPANELLA SORGE ANCORA – I GRECANI DI CALABRIA – GUARDIA PIEMONTESE: UNA MINORANZA VALDESE IN PERICOLO

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Profondamente radicato nella storia ed espressione di reali esigenze del popolo meridionale, sta prendendo sempre più consistenza sulla scena politica il Movimento Meridionale Calabria. Un intervento del suo fondatore.

La difficile situazione della “isole” alloglotte di Guardia Piemontese e dei Grecani della costa jonica.

 

Francesco Catanzariti

 

Il Movimento Meridionale Calabriasi affaccia sulla scena politica della Calabria con le elezioni del 12 maggio 1985. Il risultato conseguito (13 mila voti; un seggio al Consiglio Provinciale; per qualche migliaio di voti non conquista il seggio al Consiglio Regionale) è un importante segnale di novità nel panorama politico calabrese.

 

Bisogna inoltre tenere conto della scarsezza dei mezzi e degli uomini investiti nella campagna elettorale, dei tempi limitati di preparazione, così come non si può prescindere dal boicottaggio della stampa e di altri mass-media e, particolarmente dal fatto che tutti i partiti “nazionali” hanno fatto quadrato per scongiurare il pericolo dell’affermazione di un movimento giovane, ma con antiche radici storiche. Un movimento, cioè, che a viso aperto e con grinta si è affacciato alla lotta contro il degrado economico e morale e i guasti, forse irreparabili, della partitocrazia romana.

La presenza del MMC turba equilibri ed interessi, altera giochi e disegni di Palazzo: non a caso la lotta diventa, da parte dei partiti “nazionali”, dura, sovente in termini di provocazione, denigrazione, ricatto.

Ma il quadro delle difficoltà incontrate diventa completo se si tiene conto della profonda disgregazione, disoccupazione, miseria, che caratterizzano l’ambiente calabrese, dove la pratica corruttrice e clientelare degli uomini del potere e del sottogoverno, delle oligarchie burocratiche dei partiti non conosce limite alcuno.

 

A cominciare dagli anni ’70 sorgono e si affermano in Calabria, specie sul piano della riflessione e del lavoro culturale, movimenti autonomistici.

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Set 05 2013

CAMPANIA “ECCO PERCHÉ LA GENTE STA MORENDO DI CANCRO”. DICHIARAZIONI CHOC DELL’EX BOSS DEI CASALESI

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Carmine Schiavone

 

E’ Carmine Schiavone a parlare in un’intervista di qualche giorno fa a Sky Tg 24.  La sua intervista spaziava dal traffico di rifiuti all’ecomafia. Di una criminalità che a molti fa paura ma non a lui. Che di giochi mafiosi, essendo l’ex boss del clan dei Casalesi, ci ha vissuto. E’ consapevole però che questo tipo di criminalità, anche se non uccide con il sangue, lo fa con il silenzio e con la lentezza. E con i soldi che può creare può decidere chi campa e chi muore. Nel nome del Dio denaro. Carmine Schiavone, cugino del temibile Sandokan, di questo ha vissuto fino al 1993, quando ha deciso di pentirsi.

 

Ecco uno stralcio di quello che ha deciso di raccontare: “Il vero business era quello dei carichi che dal Nord Europa arrivavano al Sud. Rifiuti chimici, ospedalieri, farmaceutici e fanghi termonucleari. Scaricati e interrati dal lungomare di Baia Domizia fino a Pozzuoli. Avevamo capozona a Roma, ma anche a Milano, Modena, Reggio Emilia. E all’estero.”

 

I rifiuti da eliminare arrivavano specialmente dalla Germania. Venivano scaricati nei campi e nelle cave di sabbia, chiusi in cassette di piombo. “Negli anni si saranno aperte, ecco perchè la gente sta morendo di cancro.”

 

Il punto focale del racconto arriva però a questo punto: “Il tutto avveniva con la complicità delle forze dell’ordine e delle forze politiche. Mantenevamo caserme, carabinieri e Guardia di finanza e Spostavamo 70-80mila voti“.

 

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