Feb 13 2019

ANDARE A MESSA

Category: Chiesa Cattolica,Società e politicagiorgio @ 21:21

 

 

Non so se vi capita mai di andare a messa, io quasi tutte le domeniche mattina e uso il pieghevole per seguire meglio le letture, si chiama La Domenica. L’ultima pagina non segue la liturgia della messa bensì riporta testi vari e comunicazioni dei redattori e collaboratori, che possono prestarsi a qualche considerazione come questa che segue (che ho prontamente spedito al diretto interessato).

 

Gentile Mons. Giuseppe Greco,
su La Domenica di domenica 8 gennaio Battesimo del Signore /A, lei scrive: “Se ci sono ancora i poveri è perché esistono i ricchi”. Mi permetto di confutare radicalmente questa sua affermazione anche se appena ieri papa Francesco ha ribadito che “il capitalismo genera povertà” (chissà che intende con la parola capitalismo). 

 

Mio padre 95enne l’altro giorno -guardavamo insieme il tg- riguardo a parole di lamento sulla disoccupazione, ha detto testualmente: “Quando ero ragazzino io (anni ’20 e ’30 del Novecento, Ponte Pattoli a quel tempo 1.500 abitanti alle porte di Perugia) tutti erano disoccupati. A parte dei mezzadri che vivevano del podere da condurre, gli unici stipendi erano quelli dello stradino, della maestra e dei due carabinieri, tutti gli altri non avevano un vero lavoro e men che meno uno stipendio, ognuno si dava da fare a suo modo per mettere insieme il pranzo con la cena. Alla fine degli anni ’20 nacque la fabbrica di Simonetti che faceva le conserve di pomodoro e una quindicina di persone vi trovarono un lavoro regolare più gli stagionali. Invece tutto cambiò come hai visto -rivolto a me- dagli anni ‘60: nacquero allora da vecchie botteghe tre belle fabbriche, quella di Pucciarini (che arrivò a 90 operai negli anni ’80), Ciaccarini (cinquanta operai) e lo stesso Simonetti per il parquet (cinquanta operai), più una miriade di altre aziende come Argentari (30 operai), Monni (25 operai), e altri che ora non mi vengono in mente”.

 

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Nov 21 2018

LA BRUTTEZZA NELLA CHIESA

Gallarate Chiesa Madonna della speranza 

 

 

Che Dio perdoni gli architetti per le chiese che gli hanno dedicato 

 

In seguito alla realizzazione dell’altare di Gallarate (città già duramente castigata dall’edificazione della chiesa della Madonna della speranza) ingiustificabile da ogni punto di vista, sto cominciando a pormi la domanda: ma perchè è entrata così tanta bruttezza nelle chiese? Cosa dicono i documenti scritti a tal proposito dopo il Concilio Vaticano II, momento a partire dal quale si è innescato un meccanismo infernale di produzione dell’orrido?

 

Sono veramente stanco, e sento tanta gente che la pensa come me, e mi sono messo in testa che va fatto qualcosa, va attivata l’opinione pubblica, per fermare questa malintesa ricerca del rinnovamento attraverso forme che non portano più né bellezza, né, tantomeno, sentimenti di serenità e di spiritualità.

 

Altare della Basilica di Gallarate 

 

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Ott 28 2018

LA FESTA DEI MORTI DE ‘NA OLTA” SU PAR I NOSTRI MONTI DELLA LESSINIA

Cimitero di Roconi

 

 

La Commemorazione dei defunti (in latino Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum, ossia Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti), è una ricorrenza della Chiesa cattolica.

Anticamente preceduta da una novena, è celebrata il 2 novembre di ogni anno. Nel calendario liturgico segue di un giorno la festività di Ognissanti del 1º novembre. Il colore liturgico di questa commemorazione è il viola, il colore della penitenza, dell’attesa e del dolore, utilizzato anche nei funerali; è possibile usare anche il nero.

 

Nella forma straordinaria del rito romano è previsto che, nel caso in cui il 2 novembre cada di domenica, la ricorrenza sia celebrata il giorno successivo, lunedì 3 novembre. In Italia, benché molti lo considerino come un giorno festivo, la ricorrenza non è mai stata ufficialmente istituita come festività civile.

 

L’idea di commemorare i defunti in suffragio nacque su ispirazione di un rito bizantino che celebrava infatti tutti i morti, il sabato prima della domenica di Sessagesima – così chiamata prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II° – , ossia la domenica che precede di due settimane l’inizio della quaresima, all’incirca in un periodo compreso fra la fine di gennaio ed il mese di febbraio.

 

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Set 10 2018

QUANDO RATZINGER PREDISSE IL FUTURO DELLA CHIESA

Category: Chiesa Cattolicagiorgio @ 23:14

 

 

 

In una trasmissione del 1969 alla radio tedesca

 

Non fingeva di predire il futuro. Era fin troppo saggio per farlo. Di fatto, temperò le sue considerazioni iniziali dicendo:

 

 “Dobbiamo quindi essere cauti nei nostri pronostici. Quello che ha detto Sant’Agostino è ancora vero: l’uomo è un abisso; nessuno può prevedere quello che uscirà da queste profondità. E chiunque creda che la Chiesa sia non solo determinata dall’abisso che è l’uomo, ma raggiunga l’abisso più grande, infinito, che è Dio, sarà il primo a esitare con le sue predizioni, perché questo ingenuo desiderio di sapere con certezza potrebbe essere solo l’annuncio della sua inettitudine storica”.

 

Ma quest’era, traboccante di pericolo esistenziale, cinismo politico e caparbietà morale, anelava a una risposta. La Chiesa cattolica, faro morale nelle acque turbolente del suo tempo, aveva sperimentato di recente alcuni cambiamenti sia tra i propri aderenti e che tra i dissenzienti, che si chiedevano cosa sarebbe diventata la Chiesa in futuro.

 

E così, in una trasmissione della radio tedesca del 1969, padre Joseph Ratzinger offrì la sua risposta accuratamente pensata. Ecco le sue considerazioni conclusive:

 

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Ago 28 2018

PAPA BERGOGLIO E I MIGRANTI: «SE NON SI PUÒ INTEGRARE, MEGLIO NON ACCOGLIERE»

 

 

Durante l’intervista sul volo di ritorno da Dublino, al Papa è stato chiesto un giudizio sulla vicenda italiana della nave Diciotti e sul tema dell’immigrazione. «Accogliere lo straniero è un principio morale», ha ribadito il Pontefice. «Ma non si tratta di accogliere “alla belle étoile”, no, ma un accogliere ragionevole». Perciò occorre parlare «della prudenza dei popoli sul numero o sulle possibilità: un popolo che può accogliere ma non ha possibilità di integrare, meglio non accolga. Lì c’è il problema della prudenza. E credo che proprio questa sia la nota dolente del dialogo oggi nell’Unione Europea».

 

Salta così, una volta di più, l’immagine costruita da certi media di un Pontefice immigrazionista, schierato irrazionalmente per un’accoglienza selvaggia dei migranti. Non è la posizione della Chiesa. Il Papa ha anche citato la Svezia: «La Svezia è stata un modello. Ma, in quel momento, la Svezia incominciava ad avere difficoltà: non perché non avesse buona volontà, ma perché non aveva le possibilità di integrazione», di migranti. Giudizi in continuità con quanto aveva già detto tante altre volte. Ma avvertendo anche prudenza nel volerli rimandare indietro: «Ho visto in un filmato registrato di nascosto dove si vede ciò che succede a coloro che vengono rimandati indietro e che sono ripresi dai trafficanti. È doloroso: le donne e i bambini sono venduti, ma gli uomini ricevono le torture, le più sofisticate. Prima di rimandarli indietro, si deve pensare bene, bene, bene».

 

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Ago 05 2018

LE CAUSE REMOTE DELLA DISTRUZIONE DI GERUSALEMME E IL CONCILIO DI GERUSALEMME

Category: Chiesa Cattolica,Religioni e rasiegiorgio @ 09:22

 

 

PRIMA  PARTE. (1 DI 2)

 

 

Gli antefatti della distruzione di Gerusalemme  dal 7 d. C. al 66 d. C.

 

La distruzione di Gerusalemme nel 70 d. C. viene letta comunemente come l’avveramento di una profezia di Gesù(Lc., XIX, 411). Da allora il popolo ebraico ha perso la sua patria, che ha riacquistato solo parzialmente e con la forza nel 1948 a danno dei Palestinesi, i quali vi abitavano da circa duemila anni, ma il Tempio è andato distrutto completamente e con esso è cessato il Sacrificio della Vecchia Alleanza, che è stato rimpiazzato dall’Olocausto del Verbo Incarnato con cui è iniziata la Nuova ed Eterna Alleanza.

 

Gli antefatti che portarono alla conquista e distruzione di Gerusalemme da parte di Roma sono poco conosciuti.

 

Innanzitutto sorge spontanea la domanda sul come sia potuta avvenire una guerra talmente assurda in cui il piccolissimo popolo ebraico provocò nel 66 d. C.  il gigantesco Impero romano. Una guerra del genere non poteva che essere vinta da Roma e persa dagli Ebrei. Eppure essi non esitarono a provocare Roma, come mai?

 

Per poter rispondere occorre conoscere lo stato d’animo degli Ebrei di quei tempi acceso dall’Apocalittica e dal Messianismo temporale2

 

La Palestina, sotto il governo di Roma, non si trovava poi tanto male, ma vi fu un avvenimento che fece insorgere la maggior parte degli Ebrei contro Roma.

 

Quest’atto fu il censimento degli abitanti la Palestina, che Roma indisse 7 anni dopo la nascita del Salvatore. La reazione a questo censimento romano fu grande e fu capitanata da Giuda il Galileo coadiuvato da un sacerdote di nome Sadduc. Essi incitarono il popolo alla rivolta contro il censimento e l’autorità di Roma che lo aveva ordinato.

 

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Lug 29 2018

I CRISTIANI DI SIRIA E LA CECITÀ DELL’OCCIDENTE

 

 

La Siria era e rimane una terra ricca di spiritualità, nonostante il lungo conflitto che continua a tormentarla. Una domanda sorge spontanea: come hanno vissuto la guerra i cristiani di Siria? In questa intervista (seconda puntata del nostro dialogo-approfondimento sul conflitto nel Paese arabo) il reporter di guerra Fulvio Scaglione ci racconta la vita e le sofferenze di una comunità antichissima, che abita quelle terre da due millenni.

 

D: In questi anni c’è stata nella guerra siriana anche una forte persecuzione anticristiana. Com’è il rapporto fra cristiani e musulmani che vivono fianco a fianco?

 

R:Se si guarda al Medio Oriente in generale, la Siria era quasi un’oasi dal punto di vista dei rapporti interreligiosi. C’erano decine di gruppi diversi che comunque convivevano e andavano avanti. Adesso i rapporti fra cristiani e musulmani sono improntati a grande comprensione, tolleranza e stima reciproche. I cristiani hanno sicuramente fatto tanti punti durante questi anni della guerraperché, avendo una maggiore esperienza e capacità nell’intervento umanitario e caritativo, hanno oggettivamente fatto tanto e per tutti: porte aperte, nel senso che anche tanti musulmani hanno goduto dell’accoglienza nei tempi difficili.

 

Quindi, a livello di gerarchie, c’è sicuramente una grande disponibilità all’intesa, il che non vuol dire che non ci siano poi dei problemi sul terreno. Per fare un esempio, ad Aleppo, ma non solo lì, molti cristiani sono scappati e nei quartieri cristiani sono arrivati a vivere molti musulmani, molti più musulmani di prima. Questo, detto così, non sembra niente. Però in una situazione come quella del Medio Oriente, dove le comunità hanno un fortissimo ruolo, cominciare a incrinarle non è una cosa piacevole; è una cosa che i cristiani non vivono bene e che molti musulmani vivono come una sorta di occupazione, perché nei quartieri cristiani si vive bene, sono di solito quartieri più calmi, più ordinati.

 

 

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Lug 03 2018

NASCE SOS CHRÉTIÉNS D’ORIENT ANCHE IN ITALIA: INTERVISTA A SEBASTIANO CAPUTO

Sebastiano Caputo, responsabile di SOS Chrétiéns d’Orient in Italia: i bisogni dei Cristiani sono molto diversi in tutta la Regione.

 

 

di Edward Pentin*, National Catholic Register

 

traduzione: Gb.P.

 

Molti cristiani hanno lasciato l’Iraq e altri vogliono andarsene, a causa di conflitti apparentemente perpetui, instabilità e mancanza di posti di lavoro.

Ma in Siria la situazione è molto diversa, e la ragione è da attribuire principalmente al presidente Bashar Assad che garantisce la sopravvivenza dei Cristiani.  “Se ci fosse un cambio di regime in Siria”, avverte Sebastiano Caputo, a capo di SOS Chrétiéns d’Orient in Italia, un ente umanitario cattolico, “i Cristiani se ne andranno, come hanno fatto in Iraq”. “Ecco perché” aggiunge,” è molto importante offrire un aiuto umanitario, ma allo stesso tempo rendere consapevole la gente in Occidente sulla loro situazione, e portare il loro messaggio ai nostri paesi”.

 

Recentemente, Caputo ha contribuito a creare una filiale italiana dell’ente benefico che è cresciuto rapidamente da quando è stata fondato da un gruppo di giovani Cattolici Francesi nel 2013. Ora ha oltre 1.400 volontari che lavorano in cinque Paesi.

 

In questa intervista rilasciata al National Catholic Register a Roma il mese scorso, Caputo ha chiarito meglio il lavoro di SOS Chrétiéns d’Orient, su come i bisogni dei Cristiani variano ampiamente in Medio Oriente e perché SOS Chrétiéns d’Orient potrebbe, a un certo punto, anche indirizzare il suo aiuto ai Cristiani in Occidente, dove dice che la persecuzione è “psicologica” piuttosto che fisica.

 

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Giu 30 2018

2013, BERGOGLIO IMPUGNA IL TELEFONO E PARTE MARE NOSTRUM: LE RIVELAZIONI

 

 

 

L’operazione Mare nostrum è la missione di “salvataggio” gestita nel 2013-2014 dalla marina e dall’aeronautica italiana, sostituita poi dall’operazione Frontex a responsabilità europea. Considerata un aiuto al traffico di esseri umani, è una trovata del governo comunista di Roma guidato allora da Enrico Letta. Ma, secondo Marco Tosatti(un vaticanista dalle formidabili fonti nei “luoghi giusti” della Santa Sede), il vero ispiratore della nefandezza fu Bergoglio. L’informazione proviene da un alto funzionario, oggi in pensione, del ministero degli Interni: nell’ottobre 2013 il papa avrebbe telefonato al premier sollecitando un intervento dell’Italia.

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Giu 13 2018

IL VATICANO AL CLUB BILDERBERG

 

 

– DI ROBERTO PECCHIOLI

 

Aria nuova alla Santa Sede. Negli stessi giorni di giugno, due eventi vedono protagonista la bimillenaria Chiesa fondata da Gesù Cristo. Nessuna spiritualità, tanto meno cura delle anime. Mentre Bergoglio riceve in Vaticano i vertici delle Sette Sorelle, i giganti dell’energia fossile come Exxon, Royal Dutch, la famiglia Rockefeller, tutti signori di assai incerta devozione ma certissimo potere, il suo collaboratore più importante, il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin è ammesso all’annuale riunione del Club Bilderber

 

L’allegra brigata si riunisce a porte chiuse e nella consueta ostentata riservatezza da ben 66 anni. Quest’anno l’onore di ospitare l’evento spetta a Torino, la città degli Agnelli. I membri del circolo sono i più cospicui rappresentanti delle oligarchie al potere: banchieri, finanzieri, azionisti e dirigenti di vertice di multinazionali, i loro maggiordomi politici e i chierici del giornalismo embedded. Gli argomenti trattati, come sempre, sono l’agenda politica, economica, culturale da imporre a gran parte del mondo. Dopo decenni, l’invito di questa loggia esclusiva, tutt’altro che versata in affari religiosi, si è esteso al ministro degli esteri vaticano.

 

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Mag 19 2018

SUOR VERONICA QUATTRIN….DIO HA CREATO UN DISEGNO SU DI ME, CHIAMANDOMI NELLA SUA VIGNA

 

 

Dio ha creato un disegno su di me, chiamandomi nella sua vigna.

Qui potei scoprire l’amore con cui mi guidava, mi seguiva ovunque la sua voce, cosi gentile, attraente da non lasciar cadere  nel nulla.

 

 


Mag 17 2018

SUOR VERONICA QUATTRIN

 

Cara suor Veronica   quante belle ore ci hai fatto passare….

 


Gen 02 2018

CARO MÜLLER, UN ERRORE CACCIARTI. FIRMATO: BENEDETTO XVI

Category: Chiesa Cattolicagiorgio @ 00:06

 

 

Il cardinale Gerhard Ludwig Müller unisce alla “competenza teologica” quella “saggezza” necessaria nelle persone che devono prendere decisioni nella Chiesa. Lo scrive il papa emerito Benedetto XVI nella prefazione al volume che esce oggi in Germania per celebrare i 70 anni dell’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. “Il Dio Trino – La fede cristiana nell’era secolare”, questo è il titolo del volume che raccoglie i contributi di altri vescovi e teologi. Nella prefazione (che qui riportiamo integralmente) Benedetto XVI tesse gli elogi del cardinale Müller e sottolinea la consonanza teologica che lo unisce a lui, facendo chiaramente intendere – con lo stile delicato che lo contraddistingue – quanto sia stato avventato averlo messo alla porta (clicca qui). Tanto più, fa notare il papa emerito, che il cardinale Müller non si muoveva affatto in opposizione a papa Francesco, tutt’altro. Benedetto XVI ripete così con il cardinale Müller quella difesa pubblica che aveva già espresso per il cardinale Robert Sarah (clicca qui), anche lui mortificato e messo in un angolo da papa Francesco. Da notare anche la coincidenza temporale: lo scritto di Benedetto XVI porta la data del 31 luglio, un mese esatto dopo la mancata riconferma del cardinale Müller (R. Cas.).

 

 

Eminenza, caro confratello,

 

il tuo settantesimo compleanno si sta avvicinando e anche se non sono più in grado di scrivere un vero contributo scientifico per la miscellanea che ti sarà dedicata per questa occasione, vorrei comunque partecipare con una parola di saluto e di ringraziamento.

 

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Dic 04 2017

IL PIANO MASSONICO PER INVALIDARE I SACRAMENTI CATTOLICI SVELATO DAL CARDINALE SUL LETTO DI MORTE

 

 

Una fonte decisamente affidabile rivela che la massoneria, antica nemica della Chiesa, nei suoi piani per la Rivoluzione Conciliare (1965), ha preso delle decisioni atte a condurre la Chiesa a invalidare i Sacramenti Cattolici, non alterandone la forma sacramentale, cosa che li avrebbe resi invalidi in maniera evidente, ma facendo in modo che il Ministro perdesse alla lunga la sua indispensabile intenzione sacramentale.

Questa «fonte affidabile» è un francese che ha avuto numerose conversazioni con un degno prete di Lilla che è stato confessore del Card. Lienart sul suo letto di morte. Paventando senza dubbio le fiamme dell’Inferno, il Cardinale, in agonia, chiese a questo prete di rivelare al mondo la sua confessione, liberandolo dal segreto della Confessione. Questo prete, in pubblico, continuò a mantenere una certa discrezione, ma si rivelò più aperto in privato, in particolare su ciò che il Cardinale gli aveva confessato a proposito del piano, in tre punti, della massoneria per distruggere la Chiesa. Che il Card. Lienart sia entrato o meno nella massoneria alla precoce età di 17 anni, non toglie nulla al fatto che egli rese un gran servizio alla massoneria col suo intervento nel secondo giorno del Concilio, quando, prendendo la parola senza permesso, chiese che i documenti preparati accuratamente dalle Commissioni preparatorie fossero tutti rigettati dall’assemblea.

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Ago 02 2017

IL PRIMO CAPITOLO DEL VANGELO PERDUTO: MATTEO EBRAICO

 

 

La moderna esegesi dà ormai per scontata la inesistenza di quello che fino al 19mo sec. era ritenuto il più antico dei Vangeli: il testo ebraico del Vangelo di Matteo, tanto che quell’antico e perduto documento è ritenuto, oggi, poco meno di una legenda.

 

Il problema é in gran parte connesso alla comparazione filologica e linguistica, tra i Vangeli di Matteo e Marco che, a giudizio degli studiosi, non lascia dubbi sulla dipendenza del primo dal secondo e non viceversa. Abbiamo avuto occasione di mostrare, con uno studio comparativo puntuale e controcorrente, la discutibilità di questa tesi illustrando svariati elementi che portano a pensare esattamente il contrario.

 

In questo articolo affronteremo il problema da un diverso punto di vista: quali sono gli elementi documentali a sostegno della vetustità del Vangelo di Matteo e soprattutto della esistenza di un antico testo di questo Vangelo in ebraico? Esistono elementi che ci consentono di ricostruire qualche parte di questo perduto Vangelo?

 

Avremo occasione di mostrare che le prove documentali a sostegno della esistenza di questo testo sono talmente limpide e numerose che non si può non restare allibiti di fronte alla unanimità dello scetticismo dei moderni studiosi.

 

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