Feb 21 2018

LA PELLICCIA

Category: Enzo Monti Raccontigiorgio @ 00:10

 

 

 

Nell’Odissea, Omero dice che Giove ha dato le sventure agli uomini affinché abbiano di che cantare. 

 

 A me basta poco: uno sguardo compiacente, un sorriso, tre parole, un pettegolezzo per poter mettere giù qualcosa. Non sarà un canto, ma neppure una lagna. A che serve scrivere delle disgrazie quando ogni giorno ne arrivano a vagoni?

 

 Dopo il racconto fattomi dal commesso della pellicceria è come se avessi vinto cinquanta euro al gratta e vinci o se avessi bevuto al bar un paio di calici di champagne. E se poi questa storia mi riesce di metterla in modo decente sulle pagine bianche, volo allora tra le nuvole, e la sua storia diventa la mia: è come se l’avessi vissuta io.

 

 Di primo pomeriggio e alla fine degli anni Settanta, avevo in negozio Alberto: un quarantenne,  alto, atletico, dai modi gentili e dal soldo facile. Era venuto a ritirare un occhiale da sole a cui avevo sostituito una lente quando entrò Gigi, un mingherlino insignificante in divisa da commesso e che lavorava nella più nota pellicceria della città. I due si salutarono: Gigi con un’aria deferente, l’altro con quel distacco con cui si tiene lontano un seccatore.

 

 Come Alberto uscì dal negozio, spinto dalla curiosità Gigi mi chiese:

 

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