Mar 28 2018

ROSA

Category: Enzo Monti Raccontigiorgio @ 00:08

 

 

 

Ah, non ci sono più le donne di servizio d’una volta!

 

 O la nostra famiglia è stata sfortunata oppure quelle del giorno d’oggi, secondo mia moglie, se non sono controllate a vista, oltre a far poco o nulla, rubano.

 

 E’ inutile ora far un triste elenco degli oggetti e dei soldi che sono mancati. D’altronde, abitavamo in un appartamento grande, con tre figli che andavano a scuola, mentre io e mia moglie eravamo impegnati nei rispettivi negozi, quindi non potevamo seguirle o far da guardia. Tuttavia, lasciatemi raccontare ciò che ha rubato l’ultima donna che abbiamo avuto. Non saprei se c’è da ridere o da piangere. Ditemelo voi!

 

 Essendo in cinque a tavola, andavo con Teresa a comprare la parte posteriore d’un quarto di manzo da Armido a Brognoligo, una frazione di Monteforte d’Alpone. Il macellaio tagliava la bestia a pezzi e li metteva in appositi sacchetti adatti per il freezer. Mia moglie s’accorse che la carne diminuiva più di quanto se ne consumasse. Nonostante non fosse il momento più adatto, visto che nel freezer era rimasto ben poco, prese nota del numero dei sacchetti rimasti con la Gelmina, nostra fedele stiratrice da più di vent’anni. Ebbene, il giorno dopo che la donna era venuta in casa, s’erano volatilizzati due sacchetti di ossi da brodo. Roba da non credere: un paio di sacchetti di ossi! Qualunque commento è superfluo, anche se qualcuno può pensare: “Poverina, non la pagavano e l’avevano ridotta alla fame”. V’assicuro che non eravamo ancora precipitati nei tempi poco felici del giorno d’oggi. Ma veniamo alla nostra Rosa, l’unica che non rubava, anche se in compenso beveva, e di tutto beveva.  

 

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Mar 23 2018

TONI GUSSA

Category: Enzo Monti Raccontigiorgio @ 00:24

L’autoscuola di via venti settembre

 

 

  Toni è stato l’ultimo indimenticabile amico. 

 

 Più vecchio di me d’un paio d’anni, privo della nobile pancetta che il bere e l’età procurano alla maggior parte di noi uomini, aveva un aspetto giovanile: non dimostrava la sua età o li portava bene, come si suol dire. Anche se sugli anni rubava più delle donne.

 

 Credo d’averlo mai visto sbracciato o con i capelli fuori posto. Sempre in giacca e cravatta, calzando scarpe che più lucide non si poteva. Vestiva alla vecchia, con toni grigi o blu. L’unico tocco un po’ moderno glielo davano i jeans. Mascherava le calvizie con capelli cotonati, laccati e riportati. Credetemi! C’era un lavoro di pettine e specchio non indifferente. Sul metro e settanta, capelli neri (i pochi rimasti), occhi scuri, carnagione olivastra, sempre sbarbato, naso camuso, labbra carnose,   voce afona, sembrava un terroncino (1) più che un padovano. D’altra parte, come poteva chiamarsi un padovano se non Toni? 

 

 Ma Antonio non era il suo vero nome: per l’anagrafe era  Egidio, mentre la moglie lo chiamava Maurizio, e chissà quanti altri nomi aveva dato in giro. Per noi amici e per il grande pubblico, era comunque Toni: Toni Gussa.(2) Eh, sì! Si vantava di saper fare all’amore. Raccontava che le sue stecche(3) duravano dalle tre alle quattro ore. E noi, da buoni amici, gli rispondevamo che se ne avesse fatte un paio, la femmina, dopo tanta goduria o tanto lavoro, doveva chiedere un giorno di riposo. Esagerava forse, ma qualcosa di vero ci doveva pur essere per il successo che otteneva.

 

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Mar 19 2018

MAGO SABINO E RUCHETON

Category: Enzo Monti Raccontigiorgio @ 13:13

Tribunale di Cremona

 

 

Per cortesia: qualcuno dei miei lettori sa dirmi qualche informazione sul  gioco chiamato Mago Sabino e Rucheton?

 

Mi sto rivolgendo ai Cremonesi della mia età su un gioco erotico che si svolgeva sugli spiaggioni (1) del Po verso la metà degli anni Cinquanta. Se non trovassi notizie adeguate dovrò ricercare negli annali dei processi di quel periodo per il fatto che l’episodio, a cui mi riferisco, finì in tribunale. Ma veniamo al dunque. 

 

 A Cremona, se si esclude una famosa fornaia che, parlando del figlio, lo elogiasse raccontando ch’era un noto pederasta al posto di podista, gli omosessuali venivano chiamati culattoni. Di sicuro un nome spregiativo se non addirittura offensivo, e non solo al giorno d’oggi. Qualcuno non me ne voglia se ho riesumato un termine odioso, ma la storia è quella che è stata, e non la si può cambiare perché è scomoda. 

 

 A quei tempi, i pochi omosessuali che si manifestavano per tali venivano indicati a dito, derisi, se non addirittura picchiati. Il più noto di tutti e che ostentava apertamente la sua  omosessualità era un bell’uomo, e che chiameremo mister A.

 

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Mar 08 2018

NONNA EMILIA

Category: Veja migiorgio @ 22:50

 

 

 


Mar 06 2018

OLTRE LA VITA

Category: Veja migiorgio @ 14:48

 

Se tendi la mano, l’istinto ti guida a creature di Dio

 

 

 

Cosa è più bello….amare ho essere amati?

 

Amare, amare sempre, anche invano…per la divina gioia d’amare

 

Lydia

 

 


Mar 05 2018

CARA NONNA LYDIA

Category: Veja migiorgio @ 20:04

 

 

Cara nonna Lydia

Ti amiamo tutti quanti

Tu sei andata in cielo

Ed io mi sento un po’ triste

Ma sono anche sereno

Perché sei nel mio cuore.

 

Un bacio!

 

Lorenzo

 


Mar 02 2018

LYDIA ZAMPOGNA

Category: Veja migiorgio @ 00:17

 

 

 

La sola felicità possibile

è nella coscienza

d’aver sempre ed armonicamente compiuto il proprio dovere.

L.Z.