Nov 12 2016

ETIOPIA: ITALIANI, GENTE NON TANTO BRAVA

morti-etiopi-ammassati-attacco-graziani-1937

Morti etiopi ammassati dopo l’attacco di Graziani

 

 

Nel monastero di Debre Libanos, dove sessantotto anni fa gli uomini del maresciallo Graziani massacrarono a sangue freddo forse duemila fra monaci e pellegrini per vendetta.

 

Di Emiliano Bos

 

Debre Libanos. Inerpicarsi nella stagione delle piogge sui monti Entoto, alle spalle di Addis Abeba, è come essere catapultati in una cartolina delle Highland scozzesi. Cielo plumbeo e un caleidoscopio di tonalità di verde. Abbandonate le ultime baracche della capitale, la strada si attorciglia in tornanti, porta a un valico che spalanca gli altipiani dello Scioà, culla degli imperatori d’Etiopia.  All’alba, una teoria infinita di donne, adolescenti e anziane – a piedi nudi – scende in senso opposto verso la città. Sulla testa, il fardello di fascine di legna: moneta di scambio dell’economia informale al mercato di Addis Abeba, distante ancora un’ora di cammino.  Qualche chilometro più in là ci si rende conto dell’interminabile salita che queste sherpa etiopi hanno percorso insieme ai loro muli prima di svalicare in discesa verso la capitale. Lo stradone ora s’allarga: l’antica direttrice – che conduce ai santuari ortodossi a nord del Paese e alla valle del Nilo – porta le cicatrici del periodo coloniale. Conduce a uno dei luoghi della memoria più tristi dell’occupazione fascista tra il 1935 e il `41: il monastero di Debre Libanos, dove un numero ancora imprecisato di monaci, diaconi e pellegrini – di certo oltre 1.400, probabilmente più di 2.000 – venne massacrato per rappresaglia all’attentato cui scampò nel 1937 ad Addis Abeba il maresciallo Rodolfo Graziani, Viceré d’Etiopia.

 

«La pagina più odiosa del colonialismo italiano»,  la bolla Angelo Del Boca, storico e giornalista, studioso di quel periodo.

 

Cento km d’asfalto

 

Continua a leggere”ETIOPIA: ITALIANI, GENTE NON TANTO BRAVA”


Nov 12 2016

I DEPORTATI LIBICI IN ITALIA NEGLI ANNI 1911- 1912

omar_mokhtar_arrested_by_it

Omar El Mukhtar, capo della resistenza libica, dopo l’arresto e prima dell’esecuzione

 

 

Intervista a Angelo Del Boca «La guerra del 1911 crimine della nostra storia.». Domani ( 29 ottobre 2007) un convegno a Roma

 

I danni di guerra sono stati rimborsati con taccagneria. Resta aperto il contenzioso con la Libia di Gheddafi che si aspetta a saldo dei suoi 100mila morti non promesse materiali ma il riconoscimento del loro sacrificio negato 29 ottobre 1911, alle Tremiti e a Ustica sbarcano i primi 2.975 esiliati. Presi a caso per le strade di Tripoli, stivati a forza nelle navi, senza alcuna prova di colpevolezza. Fra di loro bimbi in tenera età, donne e vecchi. Molti non sopravvivranno

 

Tommaso Di Francesco

 

Si apre domani, 29 ottobre, all’Archivio centrale di stato (ore 10, piazzale degli Archivi, 27) il convegno «I deportati libici in Italia negli anni 1911- 1912».

La data del 29 ottobre è stata scelta perché è quella dell’arrivo della prima nave di esiliati libici nelle Isole Tremiti. Il Comune del piccolo arcipelago è il promotore dell’iniziativa. Che ha il patrocinio del Ministero degli esteri italiano, la collaborazione dell’Ambasciata libica, dell’Isiao, insieme alla collaborazione dei comuni di Favignana, Ponza e Ustica, che hanno avuto il triste primato di avere ospitato i luoghi di detenzione dove si è consumata la vita di centinaia e centinaia di disperati. Abbiamo rivolto alcune domande ad Angelo Del Boca storico del colonialismo italiano.

 

L’avventura coloniale italiana in Libia (1911-1943) mostra da subito particolari forme di repressione: rappresaglie, uso di gas asfissianti proibiti e bombe incendiare contro i civili, i primi campi di concentramento per civili del ventesimo secolo.  Perché questa violenza rabbiosa e diffusa, tanto che lei nelle sue opere parla di genocidio?

 

Continua a leggere”I DEPORTATI LIBICI IN ITALIA NEGLI ANNI 1911- 1912″