Mar 05 2014

ORDINI RELIGIOSI FEMMINILI (a)

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 09:51

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CHIESA DI S. MARIA DELLA GIARA, VERONA;  A Verona l’ordine degli Umiliati si stabilì intorno al 1162, prendendo possesso appena fuori delle mura di una zona chiamata “glarea”  nome derivato dalla sabbia e ghiaia che l’Adigetto vi aveva depositato in precedente piene. Nella  zona esisteva una piccola cappella dedicata alla Madonna che fu  ingrandita a chiesa, con appresso uno dei primi monasteri istituiti a Verona.  Oggi l’edificio è ancora notevole e la facciata di bella costruzione romanica, in corsi di tufo e cotto, la si può osservare in via Ghiaia, divenuta sede di un istituto bancario.

 

 

VOLUME II –  EPOCA III  – CAPO X

 

SOMMARIO. – Suore Minori o Clarisse – SATOR AREPO  una strana iscrizione – Monache di S. Domenico – Suore Benedettine – Umiliate – Altre istituzioni.

 

Lasciando a parte alcune istituzioni femminili, che vivevano una vita più o meno comune senza una regola ben determinata ed approvata dalla chiesa, le fondazioni del secolo XIII, che si possono dire veri ordini religiosi, sono tre: Clarisse, Domenicane, Benedettine.

 

Quasi contemporaneamente ai Frati Minori si stabilirono a Verona le suore di S. Chiara, sotto i nomi di Suore Minori, Povere donne di Assisi, e simili. Prime fra tutte appariscono le « Sorores minores », che già nel 1224 abitavano nella località detta Acquaro tra il monastero della Trinità e l’ospedale dei Santi Iacopo e Lazaro di Tomba.(1)

 

Alla fondazione delle suore di S. Chiara in città molto contribuì il card. Ugolino vescovo di Ostia e poi papa col nome di Gregorio IX.  Venuto a Verona e stretta amicizia con Iacopo di Breganze allora canonico della cattedrale e poi vescovo, ottenne dal comune di Verona un tratto di terreno in Campo Marzo(2):  altro tratto e forse anche una casa ottenne dal vescovo stesso. Così nell’anno 1226 si dié principio al nuovo monastero, che fino da allora fu denominato di S. Maria delle Vergini. In atti di papi e di vescovi queste monache sono dette Sorores inclusae ordinis  S. Damiani, Sorores Reclusae,  pauperes, etc.(3)  La  nuova Istituzione, alla quale sembra aver cooperato personalmente anche sant’Agnese sorella di S. Chiara, ben presto trasse a sé molte giovani e donne desiderose di ritirarsi dal mondo e vivere a se stesse e a Dio.

Il vescovo Iacopo fin dall’anno 1226 concesse a queste suore privilegi ed immunità ed esenzioni: il decreto relativo, confermato più tardi dal vescovo a Monteforte nel 1234, fu confermato dal pontefice Gregorio IX con bolla data da Perugia il 30 agosto 1235(4); le suore come atto di ossequio dovevano offrire ogni anno al vescovo « unam libram cerae in festo Assumptionis Beatae  Mariae  octo diebus  ante,  vel octo diebus post ».  Il vescovo riservava pure a sé e suoi successori la consacrazione gratuita della chiesa e degli altari, « cum fuerimus requisiti ».

 

Nell’anno 1228 il card. Rainaldo destinò visitatore a queste suore il celebre frate Pacifico famigliare di S. Francesco,  detto anche « rex versuum ».  Ma avendo rinunciato a tale ufficio, gli sostituì frate Filippo Longo; quello stesso, contro il quale ebbe parole abbastanza severe S. Francesco, perché avea ambito l’ufficio di visitatore delle suore Clarisse di Assisi»(5).

 

Il continuo aumento del numero delle suore rese ben presto necessario l’ingrandimento del monastero.  A questo scopo il vescovo con decreto del 13 agosto 1238 ordinava che ogni seconda domenica del mese si tenesse una predica nella chiesa del monastero e vi si raccogliessero elemosine,  proibendo insieme che in tal giorno si predicasse nelle altre chiese della città; inoltre Gregorio IX il 2 novembre dell’anno seguente in un breve ai veronesi concedeva indulgenza a quanti contribuissero con elemosine alla fabbrica del monastero.

Nell’anno 1250 le suore ebbero anche il vicino monastero di S. Maria Maddalena occupato fino allora dai canonici di S. Marco: di qui il nuovo appellativo di Maddalene.

 

 

Nell’anno 1237 Gregorio IX col consenso del vescovo Iacopo avea già quasi sottratto queste monache alla giurisdizione del vescovo di Verona.  Nel 1245 Innocenzo IV con bolla data da Lione il 28 giugno le assoggettò ai Frati Minori di S. Fermo Maggiore.(6)

 

Fra le prime suore professanti vita religiosa a S. Maria delle Vergini  troviamo nel 1249 come abbadessa suor Costanza della nobile famiglia Del Palazzo.  Ad essa furono diretti brevi e bolle dai papi Gregorio IX, Innocenzo IV, Alessandro IV, Urbano IV, Clemente IV, Nicolò III: complessivamente sono circa sessanta (7). Come proprietà di questa suora nell’anno 1267 il monastero acquistò la proprietà di cinquantadue pezze di terra nella villa di Bonferraro e Nogara e seicento campi nella terra di Raldon.

 

Una singolarità di questo convento è la celebre iscrizione, della quale nel secolo scorso si occuparono molti eruditi d’Italia e della Germania: iscrizione, che secondo il nostro Cipolla dovrebbe appartenere al secolo XIV(8).

 

S A T O R

A R E P O

T E N E T

O P E R A

R O T A S

 

Si trovava sopra una ruota di comunicazione: andò perduta dopo la soppressione del monastero nel 1810.

Secondo lo storiografo di quel monastero, l’iscrizione parrebbe significare: « Il seminatore Marte mantiene col suo lavoro le ruote»; ossia mantiene le suore del convento? (9)

 

Pochi anni dopo fondato presso Verona l’ordine dei Frati Predicatori, si fondò pure un monastero di monache dell’ordine di S. Domenico.  La nuova fondazione si fece nel luogo detto dell‘Aqua traversa, al di là della chiesa di S. Giorgio e non lungi da quella di S. Maria Mater Domini: ivi fu pure eretta una chiesa ad onore di S. Domenico.

Fondatrice di questo monastero fu una certa Dolcebona: dovette alquanto lottare per questioni giurisdizionali coll’arciprete e capitolo di S. Stefano; poi con quelli di S. Giorgio: le questioni furono in qualche modo sopite con un atto del 12 dicembre 1239, e con un decreto del vescovo Iacopo 6 agosto 1241 confermato dal delegato vescovile Diotisalvi monaco di S. Maria in Organo.  Nel 1246 troviamo questo monastero già costituito; preso poi sotto la protezione vescovile dal vescovo Iacopo con decreto dato da Monzambano il 21 gennaio dello stesso anno (10).

Queste suore Domenicane stettero presso la chiesa  di S. Domenico all’Aqua traversa sino all’anno 1518; quando, decretata, la spianata dei borghi, dovettero trasferirsi in città presso S. Pietro in Carnario.  Più tardi si stabilirono nel corso vecchio, dove eressero la chiesa di S. Domenico ed un monastero adatto al loro numero verso l’anno 1543.

 

Fra le monache di Verona possiamo annoverare anche le monache Benedettine di S. Cassiano, che più tardi si dissero monache di S. Silvestro(11).

 

La prima loro fondazione apparisce nell’anno 1225. Una certa Maria de Tizzonis, a cui si aggiunse presto una Maria di Follo di Villafranca, ottenne dai canonici della chiesa veronese la chiesa di S. Cassiano, che era presso Marzana nella Valpantena. Nel giorno di giovedì 2 ottobre dello stesso anno nel chiostro della canonica veronese davanti a Stefano arciprete ed altri canonici e sacerdoti le due suore « voverunt (al. votierunt), atque promiserunt Deo et Beatae Mariae Virgini et sancto Cassiano vivere secundum regulam sancti Benedicti et ordinem, secundum quod Dominus donaverit eisdem ».(12)

Bentosto crebbe il numero di quelle monache: ma verso l’anno 1252 a motivo delle guerre dei vicentini e padovani contro i veronesi dovettero ritirarsi in città: finché l’anno 1269, essendo i Domenicani passati alla chiesa di Sant’Anastasia, quelle Suore poterono avere la chiesa ed il convento di S. Maria Mater Domini:  in questa occasione il vescovo Manfredo le sottrasse dalla soggezione dei canonici e le pose sotto la direzione dei frati di S. Domenico.

Nel secolo seguente si unirono ad esse le monache di S. Croce presso la porta Rofiolana; indi quelle di S. Giustina di Illasi. In occasione della spianata dei borghi eseguita l’anno 1518 si ritirarono in città, dove nel 1523 poterono stabilirsi definitivamente presso la chiesa di S. Silvestro, che era stata costruita dai Benedettini di S. Silvestro di Nonantola l’anno 1158.  Di qui l’appellativo di Monache di S. Silvestro, che fu proprio di quelle suore sino alla  soppressione napoleonica.

 

Vorremmo dire anche delle Suore Umiliate: ma l’indole di questa istituzione è un po’ problematica e la sua perfetta armonia con le norme della vita monastica ci è un po’ sospetta.

Esse compariscono per la prima volta nel monastero di S. Maria della Ghiaja, dove erano pure i frati Umiliati: in un documento del 1224 sono nominate sedici suore(13). Pare che siansi ritirate in monasteri distinti da quelli degli Umiliati nel secolo seguente, forse per un breve di Giovanni XXII dato il 22 ottobre 1328. (b)

 

Potremmo pur aggiungere altre istituzioni, sia nelle città e nei, suburbi, sia nel territorio; ma sono istituzioni di minore importanza ed un po’ incerte.  Tali sono quelle delle monache di S. Spirito, di S. Giovanni alla Beverara, di S. Donato nella Valpantena, di S. Cassiano di Mezzane (c) ed altre. Ad ogni modo questa moltiplicità di istituzioni monastiche nella prima metà del secolo XIII prova un potente risveglio religioso: risveglio, che forse più tardi degenerò in esagerazioni e superstizioni, delle quali tratteremo in altro luogo.

 

 

NOTE

 

 

1 – BIANCOLINI, Chiese di Verona IV, pag. 682;  ARRIGHI, Cenno storico intorno al monastero di S. Maria delle Vergini. Docum. 1, Verona 1845.

 

2 – BIANCOLINI, Chiese IV, 684;  ARRIGHI, Cenno storico … Docum. II.

 

 3 – ARRIGHI, Cenno storico, pag. 31.

 

4 – WADDINGUS, Annales Ordinis Fratrum Minorum II, pago 410;  ARRIGHI, Cenno stor. Docum. III; POTTHAST, Reg. R.R. PP. Num. 9884; AUVRAJ,  Reg. de Gregoire IX,  Num. 2761 Tom. II.  col. 160 (Paris 1907).

 

5 – OLIGER,  De origine regularum Ordinis S. Clarae,  pag. 27-36 (Ad Claras Aquas 1912). – Vi si trova la circolare del card. Rainaldo pubblicata per la prima volta nell’Appendice I.

 

6 – BIANCOLINI, Chiese. VIII, pag. 8, seg.

 

7 – ARRIGHI, Cenno storico …, pag. 26-30.

 

8 – CIPOLLA, Per la storia della formula « Sator Arepo »  (Torino 1894).

 

9 – ARRIGHI, Cenno Storico, pag. 24. Il facsimile presso BIANCOLINI, Chiese, Lib. III,  pag. 73.

 

10 – BIANCOLINI, Chiese VIII, pag. 192.

 

11 -LUD  PERINI, Istoria delle monache di S. Silvestro (Padova 1720).

 

12 – Presso PERINI, Op. cit. Docum. 8; BIANCO LINI, Chiese VI, 69.

 

13 – Presso BIANCOLINI, Chiese III, pag. 36.

 

 

ANNOTAZIONI AGGIUNTE AL CAP. X (a cura di Angelo Orlandi)

 

 

a) Utili notizie e indicazioni bibliografiche e archivistiche su l’argomento di questo capitolo si possono trovare nei seguenti volumi: Chiese e monasteri a Verona (a cura di Giorgio Borelli), Verona, 1980, pp. XXX-734; Chiese e monasteri nel territorio veronese (a cura di Giorgio Borelli), Verona, 1981, pp. XL-742. Si veda pure: G. DE SANDRE GASPARINI, Movimenti evangelici a Verona all’epoca di Francesco d’Assisi, in Le Venezie Francescane, nuova serie, l (1984), pp. 151-162.

 

b) In argomento di insediamenti di umiliati e umiliate si può indicare soltanto G. BARBIERI, Un insediamento dell’Ordine degli Umiliati, in Chiese e monasteri nel territorio veronese (a cura di Giorgio Borelli), Verona, 1981, pp. 195-208; G. DE SANDRE GASPARINI, Aspetti di vita religiosa, sociale ed economica di chiese e monasteri nei secoli XIII-XV, in Chiese e monasteri nel territorio veronese (a cura di Giorgio Borelli), Verona 1981, pp. 133-194; G. DE SANDRE GASPARINI, L’assistenza ai lebbrosi nel movimento religioso dei primi decenni del Duecento veronese: uomini e fatti, in Virideriutn floridum.  Studi in onore del prof.  Sambin, Padova, 1984, pp. 25-59.

 

c) Per S. Cassiano di Mezzane si può vedere il regesto di vari documenti in uno studio di V. BERTOLINI, La « Tor que vient dite Mizane »,  in Atti e Memorie della Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, A. 1982-83, Vol. CLIX, Verona 1984, pp. 291-312.

 

 

Fonte:  srs di Giovanni Battista Pighi, da CENNI STORICI SULLA CHIESA VERONESE, volume II

 

 

 

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