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Foto da fb. “Ostaria al vecio pozzo” Venezia
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Sul finire del ‘500, l’informatissimo Tommaso Garzoni, nella sua “Piazza universale dei mestieri“, al capitolo “De Fornari, o panatieri, et confettinari, et zambellari et offellari, et cialdonari” ci ha lasciato una lunga lista di quanto si produceva allora a Venezia:
“ et al suo mestierio s’appartengono il pane, la fugazza, le PIZZE, le torte, le ciambelle, onde vengon i zambellari, le bracciatelle o bianchi, o zuccherate, o forti, i biscottelli, i burlenghi, il biscotto, le nuvole, i storti, gli occhietti, la festa,le offelle, onde vengon gli offellari, i sosamelli, i mostazzoli, le focaccine, i ritortelli, i cialdoni, onde vengon i cialdonari, uve secche, peri cotto, e tutto quello che sia buono da mangiare essendo cotto nel forno: come i confetti i, da quali son dimandato i confettinari, che si fan di pepe e mele nelle forme loro in fogge diversissime…”
(da: “Origini e storia della cucina veneziana” di G.Rorato)
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