Ott 17 2020

QUANTO L’ITALIA VOLEVA INVADERE LA SVIZZERA

“ECCO LE CARTE SEGRETE DEGLI ITALIANI PER INVADERE LA SVIZZERA NEUTRALE”

Landesverteidigung waehrend des Zweiten Weltkriegs (1939-1945) in der Schweiz: Ein Grenz-Soldat im Aktivdienst steht im Winter Wache auf dem Grossen St. Bernhard, undatierte Aufnahme. Die Grenze war geschlossen, die Schweiz aufgrund ihrer Neutralitaetspolitik isoliert. (KEYSTONE/PHOTOPRESS-ARCHIV/Str)

Un soldato svizzero di guardia durante la Seconda guerra nella regione del Gran San Bernardo.

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Forse qualcuno si sorprenderà scoprendo che, a dispetto di rapporti diplomatici relativamente stabili e sereni, Svizzera e Italia, fin dalla nascita di quest’ultima come Stato unitario nel 1861, hanno sempre ipotizzato e congetturato di doversi affrontare militarmente. La storia di questi piani di guerra d’invasione viene ora svelata attraverso un imponente lavoro di documentazione dallo storico Leonardo Malatesta in un pregevole saggio edito da Dadò. Il Corriere del Ticino ha intervistato l’autore.

Dottor Malatesta, come mai tanta attenzione da parte sua per la Svizzera e per la storia militare dei complicati confini della regione insubrica? Quali sono le caratteristiche più interessanti del nostro territorio e della frontiera sud del nostro Paese dal punto di vista dello studioso e dell’appassionato?

Leonardo Malatesta: L’interesse che nutro per il territorio elvetico, proviene dai miei studi in storia militare, iniziati per il conseguimento della laurea in storia presso l’Università di Venezia. Nel corso della mia tesi, riguardante le fortificazioni italiane ed austriache nella zona tra l’altipiano di Asiago e quelli trentini di Folgaria, Lavarone e Luserna sentii parlare della frontiera con la Svizzera e delle fortificazioni che l’Italia costruì nel primo decennio del Novecento, in Valtellina per difendersi da un eventuale attacco proveniente dalla Confederazione Elvetica. In Italia e anche in Svizzera, ho notato che c’erano delle notizie su questi piani di fortificazione e non solo, ma c’era ancora tanto da approfondire.

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Ott 12 2020

IL SACRIFICIO UMANO NEL CULTO DEI CELTI

Category: Religioni e rasie,Storia e dintornigiorgio @ 23:03


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DI  MILLO BOZZOLAN · 

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Il sacrificio umano fu praticato anche dai paleo Veneti, ma in misura molto ridotta. Conosciamo solo una tomba in cui fu rinvenuto un cavallo sacrificato col suo stalliere, nella periferia di Padova, mentre presso i Celti era pratica comune.  Ecco le testimonianze storiche:

Per dare un’ idea, ora, della crudezza della pratica sacrifica presso i Celti, rifacciamoci a tre autori romani. Nell’ ordine, Cesare, Strabone e Diodoro Siculo.


Cesare, nel De Bello Gallico (VI,16), scrive:


<<I Galli sono molto dediti alle pratiche religiose, perciò quelli che sono gravemente ammalati o si trovano in guerra o in pericolo, fanno sacrifici umani o fanno voto di immolarne e si servono dei druidi come esecutori di questi sacrifici: essi credono infatti che gli dei immortali non possono essere soddisfatti se non si dà loro, in cambio della vita di un uomo, la vita di un altro uomo; fanno perciò anche sacrifici ufficiali di questo genere. Certe popolazioni costruiscono statue enormi, fatte di vimini intrecciati, che riempiono di uomini vivi ed incendiano, facendoli morire
tra e fiamme. Credono che cosa più gradita agli dei sia il sacrificio di coloro che sono sorpresi a rubare, rapinare o commettere qualche altro delitto; ma quando mancano costoro, sacrificano anche degli innocenti>>.

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Ott 10 2020

COME SI LEGGEVA L’ORA NELLA SERENISSIMA DEL XVIII° SECOLO?

Orologio della Torre di Piazza San Marco

di Alessandro Marzo Magno

Noi oggi usiamo l’ora Francese: quadrante dell’orologio diviso in 12 ore e due lancette, una corta che indica le ore e una lunga per i minuti. Fino a metà Settecento andava per la maggiore l’ora Italiana: quadrante diviso in 24 ore (il 24 stava a destra, dove ora noi abbiamo le 3) e una sola lancetta.


Il sole tramontava alle 23 e mezzo e dopo mezz’ora scoccavano le 24 e il nuovo giorno, fino alle 24 successive. Il problema era che le ore variavano con il mutare della lunghezza delle giornate, così il mezzogiorno, ovvero la metà tra l’alba e il tramonto, corrispondeva più o meno alle diciannove in inverno e alle sedici in estate. Le due corrispondevano a due ore dopo il tramonto, cioè alle nostre sette di sera d’inverno e alle nostre dieci di sera d’estate (circa).


Esistono ancora numerosi orologi mai aggiornati, ovvero con una sola lancetta e il quadrante diviso in 24 ore: la torre dell’orologio a Venezia, quelle di Brescia e di Padova, nonché l’orologio del duomo di Firenze, con il quadrante affrescato da Paolo Uccello.

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Ott 08 2020

UN ATTACCO INFORMATICO SVELA LA CAMPAGNA DI PROPAGANDA DEL REGNO UNITO PER PORTARE LA SIRIA A UN CAMBIO DI REGIME

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Quando ho parlato [in inglese] della fuga di notizie riguardante il rapporto “Integrity Initiative” del 2018/19, che rivelava la portata della guerra di propaganda del Regno Unito contro la Russia, non pensavo potesse essere più organizzata e coordinata di quanto lo era. Coinvolgendo centinaia di giornalisti e accademici di tutto il mondo per diffondere disinformazione sulla Russia, e dipingere questo Paese nel modo più negativo possibile sui media mainstream, la campagna finanziata dal governo inglese era una sofisticatissima guerra di informazione. Ma ora nel 2020 stiamo ancora scoprendo la vera portata dell’influenza del governo occidentale sulla narrativa promossa dai media mainstream. E la nostra “democrazia” non ne esce bene.

L’8 settembre il gruppo hacker Anonymous ha pubblicato [in inglese] delle scioccanti rivelazioni su com’è stata condotta una campagna concertata e organizzata a sostegno dei ribelli anti-governativi in Siria. Una serie di documenti fa riferimento alla ONG ARK, che, sebbene si definisca una organizzazione umanitaria, funge di fatto da veicolo per i cambi di regime guidati dall’Occidente. In un documento [in inglese] si legge:

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Ott 06 2020

IDEOLOGIA E FEDE O L’ARTE DELLA CRUDELTÀ: RITORNO ALLA BARBARIE

Martirio di Bragadin

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di ROMANO BRACALINI

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Il Bragadin veneziano scorticato vivo e rimandato a casa in una botte di aculei, è il miglior esempio di tortura da manuale che faccia onore al grido “mamma li turchi” dell’antico spavento. Ne avevamo persa memoria ma gli ultimi attentati islamisti a Parigi ce l’hanno ricordato.

Passano i secoli ma l’ideologia del terrore resta la stessa. Ogni pietra reca traccia di crudeltà. Ogni zolla contiene un rivolo di sangue. L’uomo ha sempre fatto professione di delitto, col conforto di una fede totalitaria. Ma è come si ammazza che dà la misura dell’istinto di odio e di ferocia. L’esperienza ci ha insegnato molte cose: anche a uccidere con gentilezza, che non sarà una grande consolazione per le vittime ma almeno salva le apparenze.

Otranto nel 1480 venne assediata dalla flotta turca di Maometto II, intervenuta nella guerra tra Venezia e il regno di Aragona. Non ricevendo rinforzi da Napoli, Otranto si arrese. I turchi passarono a fil di spada nel Duomo il vescovo, il clero e il popolo che vi si era rifugiato. Due giorni dopo, vicino al colle della Minerva, vennero massacrati i prigionieri superstiti, gli ottocento martiri di Otranto i cui corpi restarono insepolti per un anno prima di essere rimossi. Nella cripta della cattedrale, in un armadio ben fornito, sono custodite le loro ossa.

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Ott 04 2020

LA BUGIA TRUFFA DELL’EVASIONE IVA

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 15:37

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Come la bugia dell’evasione IVA, ripetuta cento, mille, un milione di volte diventa una vera truffa

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La tanto sbandierata evasione dell’IVA, che vedrebbe l’Italia al primo posto in Europa, viene calcolata come differenza tra il gettito previsto e quanto realmente incassato.

Questa è la definizione ufficiale che ne da la Commissione Europea: The VAT GAP is the overall difference between the expected VAT revenue and the amount actually collected ovvero il divario IVA è la differenza complessiva tra le entrate IVA previste e l’importo effettivamente riscosso.

Con questo metodo di rilevamento l’Italia è ampiamente al primo posto per evasione, nel 2017, con 33 mld che rappresentano il 25% di tutta l’IVA evasa in Europa. Vedi https://ec.europa.eu/…/…/files/vat-gap-factsheet-2019_en.pdf

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