Disegno delle lamine di piombo dei martiri Kiberto e Vittoria
CAPO XIX
SOMMARIO. – I martiri Kiberto e Vittoria – Ipotesi degli eruditi – S. Mamma o Mammaso – Lo scritto « De Odoacre et Theodorico » – Il notajo Coronato e la sua « Vita sancti Zenonis » – Altre chiese in Verona.
Prima di chiudere quest’epoca, diamo alcune notizie, che non trovarono luogo nei capi precedenti, massime perchè non aveano relazione coi loro titoli.
Nell’anno 1706, e precisamente nel giorno 6 maggio, mentre si stava lavorando attorno ad un altare di S. Pantaleone nella chiesa di S. Maria della Fratta, non lungi da quella dei SS. Apostoli, sotto la mensa dell’altare si scoperse un’urna sepolcrale di marmo. Sospeso tosto il lavoro, si diè notizia del fatto al vescovo Gian-Francesco Barbarigo, il quale nel giorno 9 dello stesso mese mandò a verificare la cosa il suo provicario. Questi, accompagnato da persone perite, aprì quell’urna, e vi trovò dentro parecchie ossa di corpi umani, ed insieme due lamine di piombo con scritte, recanti l’una il nome di Kiberto, l’altra il nome Vittoria.
Diamo l’una e l’altra quali furono pubblicate dal Can. Dionisi (1):
+ A. D. O. C. CIII IC R
EQESIT KIBERTVS
IN PACE Q VIXIT A
XLII – ET IC PASXS
E MORTE – II IDVS
AGVSTI P DI NOE + (2)
+ K REQESIT VITTO
RIA VIRGO IN PACE Q
VIXIT ANIS XXIIIII
ET MARTIRIVM SVSEPI
E. A. S. C. SEPTIMO DNI
ETH. XI. K. IVNII. +