Apr 05 2009

Iside Regina

Category: Religioni e rasiegiorgio @ 07:08

 

(Apuleio, Metamorfosi XI, 5)

 

Io sono la genitrice dell’universo,

la sovrana di tutti gli elementi,

l’origine prima dei secoli,

la totalità dei poteri divini,

la regina degli spiriti,

la prima dei celesti;

l’immagine unica di tutte le divinità maschili e femminili:

sono io che governo

col cenno del capo

le vette luminose della volta celeste,

i salutiferi venti del mare,

i desolati silenzi degli inferi.

 

Indivisibile è la mia essenza,

ma nel mondo io sono venerata ovunque sotto molteplici forme,

con riti diversi, sotto differenti nomi.

 

Perciò i Frigi, i primi abitatori della terra, 

mi chiamano Madre degli Dei (Grande Madre, Cibale),

adorata in Pessinunte;

 

gli Attici autoctoni, Minerva Cecropia;

 

i Ciprioti bagnati dal mare, Venere di Pafo;

 

i Cretesi abili arcieri, Diana Dictinna;

 

gli abitanti dell’antica Eleusi,
 Cerere Attea;

 

alcuni Giunone; altri Bellona;

 

Ma le due stirpi degli Etiopi,

gli uni illuminati dai raggi nascenti

del dio Sole all’alba,

gli altri da quelli morenti al tramonto,

e gli Egiziani valenti per l’antico sapere,

mi onorano con riti che appartengono a me sola, e mi chiamano

col mio vero nome:

Iside Regina.

 

Fonte: (Apuleio, Metamorfosi XI, 5)


Apr 05 2009

Iside Regina del cielo

Category: Religioni e rasiegiorgio @ 06:46

 

(Apuleio, Metamorfosi XI, 2)

 

O Regina del cielo,

tu feconda Cerere,


prima creatrice delle messi,


che, nella gioia di aver ritrovato
tua figlia,

eliminasti l’antica usanza
di nutrirsi di ghiande come le fiere,

rivelando agli uomini un cibo più mite,

ora dimori nella terra di Eleusi

 

tu Venere celeste,

che agli inizi del mondo congiungesti

la diversità dei sessi

facendo sorgere l’Amore

e propagando l’eterna progenie

del genere umano,

ora sei onorata nel tempio di Pafo

che il mare circonda;

 

tu [Diana] sorella di Febo,

che, alleviando con le tue cure il parto alle donne incinte,

hai fatto nascere tanti popoli,

ora sei venerata nel tempio illustre di Efeso;

 

tu Proserpina,


che la notte con le tue urla spaventose
e

col tuo triforme aspetto


freni l’impeto degli spettri
e

sbarri le porte del mondo sotterraneo,


errando qua e là per le selve,


accogli propizia
le varie cerimonie di culto;

 

tu [Luna] che con la tua femminile luce rischiari ovunque le mura delle città

e col tuo rugiadoso splendore

alimenti la rigogliosa semente

e con le tue solitarie peregrinazioni spandi il tuo incerto chiarore;

 

con qualsiasi nome, con qualsiasi rito,

sotto qualunque aspetto è lecito invocarti:

concedimi il tuo aiuto 
nell’ora delle estreme tribolazioni,

rinsalda la mia afflitta fortuna,


e dopo tante disgrazie che ho sofferto dammi pace e riposo.

 

Fonte: Apuleio, Metamorfosi XI, 2; /Maat;