Mar 22 2015
Io sono un autodidatta curioso
A quanti, fra gli Addetti ai lavori di ogni disciplina scientifica, non piace l’intrusione degli Appassionati nei campi che essi ritengono di loro esclusiva competenza, si raccomanda di tenere presente che:
Nel Natale 2009, il Nobel per la Fisica Carlo Rubbia affermava:
« La Cultura appagata porta al ristagno della Scienza: è la Curiosità che produce Progresso! »
Riguardo poi alle croniche difficoltà nei rapporti fra Accademici ed Appassionati, appare estremamente istruttivo quanto affermava Maurice Allais, Nobel 1988 per l’Economia:
«Io sono un autodidatta, dilettante in tutti i campi, il che significa “appassionato”…
Gli Appassionati danno continuamente sui nervi ai Professionisti… e questo è naturale.
Essi però hanno un grande vantaggio sugli Addetti ai lavori: sono indipendenti, non sono condizionati dal sistema educativo scolastico, dalle tradizioni accademiche, dalle loro norme o dai rapporti di forze esistenti…
Quello che conta in loro, e che li distingue, è l’intuizione creativa!»
Ebbene, forti di tali autorevoli espressioni, quando troviamo qualcosa che non quadra nei dogmi della Scienza, ci sentiamo incoraggiati a cercare e a studiare, andando anche contro corrente, per giungere a delle risposte finalmente soddisfacenti circa i nostri dubbi, dopo di che, confrontate le nostre idee con quanti sono disposti a discuterne, ci riteniamo in dovere di pubblicare i risultati dei nostri studi, affinché altri possano intervenire con osservazioni od obiezioni oppure avvantaggiarsene nelle loro ricerche.
Gen 18 2015
Paolo Velludo
Verona 7 maggio 2014
Ora lascio l’ufficio e posso spedire il mio saluto che ho preparato qualche giorno fa per tutti voi. Eccolo!!!
Continua a leggere”PAOLO VELLUDO: UN SALUTO A TUTTI, SICURAMENTE MANCHERÀ QUALCUNO ALL’APPELLO…”
Gen 10 2015
Con ardente desiderio vorrei che i miei amici
si trovassero un momento qui con me
per poter gioire alla vista che mi sta innanzi
(Goethe)
Dic 25 2014
Madonna con bambino; Chiesa di Santa Maria della Pieve, Colognola ai Colli, Verona.
Ago 15 2014
Lug 01 2014
1. Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag…
2. Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.
3. Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.
4. Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.
5. Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.
6. Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale…
7. Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
8. Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari… cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile .
9. La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà ).
10. Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
11. Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare…
12. Condividevamo una bibita in quattro… bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
13. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet … Avevamo invece tanti AMICI.
14. Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
15. Sì! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? E se un signore ci sorrideva e ci dava una caramella ce la prendevamo. E se nostra madre vedeva la scena sorrideva al signore gentile e lo ringraziava.
16. Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma .
17. Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
18. Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità… e imparavamo a gestirli.
La grande domanda allora è questa: Come abbiamo fatto a sopravvivere ed a crescere e diventare grandi ?
Fonte: Facebook
Giu 03 2013
Mag 24 2013
Fratel Aronne Cassandrini
Il 6 febbraio 2013 a Negrar ci ha lasciati fratel Aronne Cossandrini, da tanto tempo missionario in Angola. Aveva 77 anni. Era fratello di suor. Claudia Cassandrini, delle Povere Serve della Divina Provvidenza.
Ecco le parole usate dal Casante durante il funerale celebrato il 9 febbraio a San Zeno in Monte …
Siamo qui riuniti come Famiglia Calabriana per celebrare l’eucaristia e dare il nostro ultimo addio a fratel Aronne Cassandrini. Il brano del libro dell ‘Ecclesiaste, appena letto, ci aiuta a entrare nel mistero della vita e dell’azione di Dio nel cuore umano e a capire nella fede il tempo che viviamo e il senso della nostra vita quando è vissuta nel Signore: “Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo”. Tutto è nelle mani di Dio Padre, tutto è orientato dalla sua Divina Provvidenza. Perché temere? Anche la vita di fratel Aronne è stata una vita vissuta in pienezza, momento per momento, affidandosi nelle mani provvidenti del Padre.
Fratel Aronne Cassandrini è nato a San Martino Buon Albergo (Vr) il 3 febbraio 1942. Da piccolo ha ricevuto una solida formazione alla vita cristiana nella sua famiglia. Essendo il figlio più grande, ha dovuto lavorare subito ed è stato capace di apprendere molte abilità. Da giovane ha conosciuto fratel Vittorino, attraverso il quale ha scoperto lo spirito puro e genuino dell’Opera dal quale è rimasto affascinato. Possiamo dire che la prima esperienza di fr. Aronne con la spiritualità di don Calabria è avvenuta con lo Spazio Fiorito Mariano alla scuola di fr. Vittorino, da lui sempre considerato un maestro di vita. Fu in quel contesto che nacque la sua vocazione alla vita religiosa. Dopo un periodo di esperienza, nel 1987 è entrato a San Zeno in Monte come postulante e poi ha iniziato il noviziato nello stesso anno, quando aveva già 45 anni. Ha fatto la sua prima professione l’8 settembre 1988 (a settembre avrebbe celebrato il 25°) e nel 1991 ha fatto la prima professione triennale.
Mag 08 2013
Il nonno Veniero Furlattini
SE RIDI SPESSO DI TE STESSO, CONTINUERAI A DIVERTIRTI PER TUTTA LA VITA
Veniero Furlattini a sua nuora Chiara Battocchio, 3 novembre 2012
Il veterinario è morto a Verona
Lorenzo Sartorio
Un campione nello sport e un campione nella vita. Veniero Furlattini, bandiera della pallavolo parmigiana anni Sessanta è morto improvvisamente nei giorni scorsi ( l’8 maggio) a Verona, la città dove risiedeva con la famiglia, all’età di 69 anni.
Nativo di Montechiarugolo, medico veterinario laureatosi nel nostro ateneo con il professor Aurelio Marusi, Veniero cominciò ad amare la pallavolo giovanissimo allievo salesiano, sotto la guida di un «guru» di questo, sport, il mitico Renzo Del Chicca del quale era il pupillo.
Atleta generoso e promettente, fece una brillante carriera giocando nella «Salvarani» negli anni sessanta con altri «mostri sacri» del volley parmigiano come Roncoroni, Scotti e De Angelis per essere convocato in Nazionale nel 1966 e nel 1967.
Purtroppo, un grave infortunio ad un ginocchio nel 1968 ne interruppe l’attività agonistica allontanandolo dai campi da gioco, ma non certo dalla passione e dall’amore per questo sport che trasmise alla figlia Chiara che, in gioventù, militò nella serie B. Nel 1969, il conferimento della medaglia di bronzo del Coni al valore atletico.
Coniugato con Maria Lina Marusi, parmigiana, pure lei medico veterinario, padre di Chiara, laureata in Storia dell’arte e Pietro, liutaio, Veniero, era attaccatissimo alla famiglia ed agli adorati nipotini: Giulio di otto anni, Anna di sei e Lorenzo di sette mesi. Dal 1970 a Verona svolgeva la propria professione nel «Gruppo veronese mangimi».
Fu uno dei massimi esperti della «patologia aviare», campo nel quale condusse studi ed approfondite ricerche. In pensione di alcuni anni, era un appassionato di storia, ma soprattutto dei suoi studi scientifici che non aveva mai abbandonato tenendosi costantemente aggiornato. Era molto legato a Parma – dove vive l’anziana mamma Emilia, di 94 anni – ai numerosi amici ed agli ex compagni di squadra che incontrava spesso.
I funerali si sono svolti venerdì 11 maggio a Verona alla presenza di tanti amici ed ex colleghi, poi la salma è stata tumulata nel cimitero locale di Marcellise.
Fonte: srs di LORENZO SARTORIO, da LA GAZZETTA DI PARMA di Domenica di 12 maggio 2013. Cronaca pag. 19.
Feb 19 2013
Microsoft cambia il contratto di licenza nel nuovo Office 2013. Non è più legalmente possibile disinstallare e usare la suite su un computer diverso. Se il computer si rompe, e lo si deve cambiare, non è più possibile installare il pacchetto regolarmente acquistato: è necessario comprare una nuova versione di Office ad ogni cambio di computer.
Pertanto, cara Microsoft, la nostra convivenza, nata nel lontano 1990 con il nostro primo amore, Office 1.5, passando legalmente tra tutte le fasi della nostra vita fino ad Office 2011 per Mac, termina dolorosamente.
Grazie per tutto quello che abbiamo costruito assieme: sono stati 23 anni meravigliosi e ci siamo divertiti molto.
Addio
Gio’