Feb 15 2009

Chi sono i palestinesi? Probabilmente discendono da ebrei convertiti all’Islam

Category: Popoli e nazioni,Religioni e rasiegiorgio @ 14:42

 

da “TRIESTE Oggi” Sabato, 5 ottobre 2002 LE INTERVISTE di ANTENNA 3

di Paolo Zeriali

 

PARLA IL RABBINO GOLDSTEIN, PRESIDENTE DELLA SCUOLA TALMUDICA DI TRIESTE 


 

 Siamo in compagnia del rabbino Marcello Goldstein, presidente della Scuola talmudica dl Trieste. 

Proprio in questi giorni alla Risiera si tiene un convegno (con annessa mostra) sul Talmud, che  è un testo importante della tradizione ebraica, ma certamente poco conosciuto al grande pubblico. 

Tanto che in vari interventi, soprattutto ad opera di correnti di pensiero antisemite, questo libro viene pesantemente attaccato. In particolare, lo si considera un testo “razzista”, nel quale si afferma la superiorità degli ebrei rispetto agli altri popoli. Quasi una manifestazlone di odio nei confronti degll altri. 

 

Che c’è di vero? 
 

 

Il Talmud, per quelli che lo conoscono, rivela una faccia completamente diversa.  

Il Talmud in sintesi è il contratto di lavoro fra Dio e il popolo ebraico per dare un servizio all’umanità. 

Anzi, l’ebreo viene visto come sacerdote e servo dell’umanità in questo culto cosmico al Creatore. Quindi non è assolutamenle legato ad alcun tipo di razzismo.

 

 La superiorità degli ebrei? 
E’ soltanto nel servizio

 

 Nelle traduzioni di certi passi, riportate su alcuni siti Internet. si afferma che l’ebreo è un uomo e il non ebreo  un animale dalle sembianze umane. 

Queste cose sono effettivamente contenute nel Talmud?

 

 Se si trae una frase isolata da un testo antico come questo, di una civiltà diversa dalla nostra, è facile tirare qualsiasi tipo di conclusione. 

Molto spesso il Talmud cita fonti ancora precedenti. 

Si sa che il gioco di estrarre da un testo antico una citazione, poi costruirci sopra un altro significato è facile. 

Come ho detto prima, se si parla di una superiorità dell’ebreo questa è solo nel servizio. 

Assomiglia in qualche modo alla superiorità del clero. 

Anche il clero viene odiato in qualche modo per questa sua distinzione e superiorità, ma il clero ci tiene a dire che è una superiorità di servizio. Quindi è molto simile a quella del popolo ebraico. 
 

 

Un’altra accusa che viene spesso mossa agli Ebrei è quella di essere una sorta di società chiusa. 

Si dice che uno può diventare cristiano, musulmano o marxista, ma non può diventare ebreo se non è nato in tale comunità. 
 

 

Anche questa idea non è assolutamente presente nell’ebraismo. 

L’ebraismo è un’etnia generata da questo servizio. 

Il servizio divino che l’ebreo si assume, anche chi è di origine non ebraica e prende su di sé questi precetti, poi è portatore di questo. 

Ha degli impegni che si trasformano in una specie di appartenenza etnica. Di fatti, se si può paragonare l’ebraismo a qualcosa, assomiglia molto di più ad un partito. 

I figli dei comunisti sono comunisti anche se non lo hanno scelto. 

Però i comunisti tipici sono quelli che hanno scelto di esserlo. 

Così anche nell’ebraismo è la stessa cosa. 

Chi ha scelto di essere ebreo è l’ebreo. 

Si è visto nelle generazioni che l’ebraismo è suggellato sempre da una scelta ad un certo punto della vita. 

Si potrebbe dire che l’ebreo è chi vuole esserlo.

 

 Non è necessario nascere ebrei, si può diventarlo

 

 Quindi se un palestinese volesse convertirsi all’ebraismo, potrebbe farlo? 
 

 

Ci sono vari palestinesi che si convertono. 

Il fatto non viene molto divulgato, ma ci sono continuamente palestinesi che si convertono”. 

 


 Possono diventare ebrei a tutti gli effetti? 


 

Hanno tutte le caratteristiche degli ebrei e sono completamente alla pari. 

Certo, chi è ebreo di vecchia data se ne vanta ed in qualche modo tende a farne un blasone di nobiltà, ma ciò non perché l’ebraismo non conceda al proselita una parità totale. 


 

Ma ci sono tentazioni di tipo razzista nel mondo ebraico? 


 

Come in tutti i gruppi. Ovunque ci sono le buone famiglie, le antiche famiglie, anche in America dove tutti sono lì da poche generazioni. 

Ma il proselita che entra ha veramente tutti i diritti degli altri ebrei. 


 

Se l’ebraismo non è un’etnia, allora perché non è possibile annettere i territori occupati di Gaza e Cisgiordania dando a tutti i palestinesi la cittadinanza israeliana,  per metterli sullo stesso piano dei loro vicini ? 

 

Qui bisogna distinguere. Se davvero tutti i palestinesi diventassero ebrei a tutti gli effetti, non ci sarebbe nessun problema. 

Se c’è invece un ostacolo oggi ad annettere i Territori e quindi la popolazione araba che vi abita, questo è la paura che Israele non sia più uno Stato a maggioranza ebraica. 


 

Quindi c’è un timore di perdere l’identità. 
 

 

Ovviamente ci sarebbe la paura che Israele diventi un altro paese musulmano. Di paesi musulmani ce ne sono tanti, di ebraico ce n’é uno solo. 

Se fossero arrivati 10 milioni di ebrei della diaspora sicuramente le cose sarebbero andate diversamente: i Territori sarebbero stati annessi e tutti avrebbero ottenuto la cittadinanza israeliana. 

Di questo non ho nessun dubbio”.

 

 Come per i musulmani, anche per noi la base della società è la coppia, non l’individuo

 

 Si dice che per quanto riguarda la concezione del rapporto uomo-donna ci sono delle similitudini tra ebrei e musulmani. 

Può sembrare una cosa strana, visto che oggi siamo portati a considerare Israele come un paese totalmente occidentalizzato e proprio per questo molto diverso dalla  realtà araba. 
 

 

C’è una similitudine di fondo molto forte per il fatto che la cellula fondamentale della società non è considerata l’individuo, ma la coppia e la famiglia. 

La coppia feconda nell’ebraismo e nell’Islam sono considerati il mattone della società. 

Questo crea una grossa diversità con la concezione occidentale che invece è basata sull’individuo. 
 

 

E quindi chi attenta alla solidità della coppia . . . 
 

 

L’elemento singolo che può attentare alla coppia, viene visto con nessuna simpatia. 

Questo è identico nel mondo islamico e nel mondo ebraico ortodosso”. 


 

 E si dice anche che gli ebrei possono pregare in una moschea. 


 

 Questo è un altro segno della nostra grande vicinanza. 

La moschea non viene considerata una sede di culto estraneo per gli ebrei, mentre pregare in una chiesa dove ci sono delle statue ed altre cose viene considerato un problema.

 

In una moschea possiamo pregare, in una chiesa no

 

Questo per l’assenza di immagini? 
 

 

Per tutta una serie di cose, anche per lo stesso tipo di culto sacerdotale. 

C’è l’Eucarestia, ci sono certi tipi di cose che impediscono ad un’ebreo di pregare in una chiesa. 

In una moschea non c’è assolutamente problema”. 

 

Il Talmud ha avuto pochissime traduzioni. La prima mi sembra sia stata in lingua tedesca, poi in inglese e adesso si sta facendo in italiano. Se uno vuole conoscere questo testo senza studiare l’ebraico, che può fare? 


 

 Non è l’ebraico la lingua del Talmud. 

E’ stato scritto in dialetti aramaici e babilonesi dell’epoca, quindi è ancora più difficile. 

Ci sono state moltissime traduzioni parziali, ma la traduzione completa è stata fatta in Germania all’inizio del Novecento. 

E’ stata tradotta da un grande conoscitore del Talmud che aveva studiato nelle accademie lituane. 

Successivamente, la seconda per importanza, a cavallo della seconda guerra mondiale, è stata l’edizione in inglese.

 

Cinque secoli fa il Talmud si pubblicava in Italia, poi vennero i roghi . . . 

 

 E in italiano? 
 

 

Ci sono state traduzioni di varie parti, però non si è andati neanche vicino alla traduzione completa. 

Nel nostro sito (www.chavruta.net), cerchiamo di dare delle pagine intere con un certo ritmo. 

E’ molto difficile, ma abbiamo tradotto buoni pezzi di Talmud, speriamo di arrivare a finirlo”. 


 

 Il ruolo del Talmud nella cultura mitteleuropea è il titolo del convegno che si svolge alla Risiera. 

Qual è stato questo ruolo e quale potrebbe essere nell’Europa che si sta ricomponendo? 


 

Il  ruolo de1 Talmud nella cultura europea è stato grandissimo, ma è come il nostro fiume Timavo: ha un ruolo sotterraneo, in quanto non bisogna dimenticare che il Talmud è stato perseguitato pesantemente, messo all’indice e bruciato. In ltalia neI’1553 ci sono stati i roghi del Talmud. 


 

 Perché? 

 


 All’inizio della Controriforma, in effetti, tutte le cose che potevano dare adito ad uno studio indipendente ed autonomo di testi sacri venivano colpite. 

Gli ebrei che studiavano in modo autonomo testi sacri erano nel mirino. 

Fino alla metà del 1500 il Talmud viene stampato in Italia, che è la patria dei suoi studiosi. 

Dopo i roghi, il Talmud non viene più edito in Italia e la “corona” del Talmud passa nel centro Europa. 

La troviamo particolarmente nella Polonia, in Lituania, nella Bielorussia. Lì ci sono proprio le cattedrali del Talmud.

 

Le analisi del Dna dimostrano che abbiamo gli stessi cromosomi dei palestinesi

 

 Tornando al rapporto tra arabi ed ebrei, sembra che siano state fatte delle analisi del Dna dalle quali risulta che tra israeliani e palestinesi ci sia poca differenza. E’ vero? 
 

 

Il cromosoma Y, che è tipico del maschio, dalle analisi risulta essere molto simile tra gli ebrei di varie provenienze: quelli biondi della Polonia, gli yemeniti dalla carnagione scura, quelli del Marocco, ecc. 

E i palestinesi risultano avere lo stesso cromosoma Y. 

 

Questo cosa significa? 
 

 

Potrebbe significare quello che da tanti è stato detto: il nucleo centrale della popolazione palestinese sarebbe la popolazione rurale che i romani non erano andati a cacciare dai singoli villaggi e che con l’avvento dell’Islam fu islamizzata. 


 

 Quindi una popolazione . . . 


 

 Una popolazione dal punto di vista razziale di origine ebraica più pura degli stessi ebrei, di origine totalmente abramica. 

I cromosomi di Abramo si trovano nei palestinesi. 
 

 

Arafat potrebbe avere un’origine ebraica? 
 

 

Senz’altro.

 

 Ogni giorno che passa Israele si avvicina sempre più al mondo arabo

 

 Nel Terzo Mondo si accusano gli ebrei di essere alleati di ferro dell’occidente. 


 

 Se uno riesce ad ascoltare la radio israeliana e a leggere la letteratura israeliana moderna si accorge che avviene esattamente l’opposto. 

C’è un avvicinamento continuo ai popoli circostanti dell’Oriente. 

Ogni giorno che passa Israele diventa sempre più orientale”. 


 

 Nonostante gli autobus che esplodono e tutte le tragedie? 


 

 E’ una tendenza inarrestabile e naturale. 

C’è una naturale simpatia, un normale avvicinamento tra i popoli, senza contare che anche i rapporti in realtà fra la popolazione araba e quella ebraica sono cordiali. 

Sorprendono i veri rapporti rispetto a quelle che sono invece le posizioni delle varie organizzazioni, del governo israeliano. 

La gente è molto più vicina di quello che si immagina soprattutto per il fatto, che non bisogna dimenticare, che una grossa parte della popolazione israeliana viene dai paesi islamici e quindi è di cultura islamica. 

Tutti gli ebrei che sono venuti dal Marocco dallo Yemen, dalla Libia e dalla Tunisia 
sono ebrei di ambiente e cultura musulmana.

 

 L’Islam non rifiuta la presenza del popolo ebraico

 

 Qualcuno dice addirittura che gli Israelani potrebbero convertirsi all’Islam e in un futuro più lontano entrare nella Lega araba. 


 

 Anche senza convertirsi all’Islam. L’Islam contempla la presenza del popolo ebraico e non lo rifiuta. 

Ci sono molte invettive nel Corano contro il popolo ebraico, però il Popolo del Libro è anche rispettato”. 

 


Proprio queste invettive del Corano (che peraltro non sono mai razziste, perché non sono rivolte all’intero popolo) possono aver ingenerato negli ebrei una paura per la diffusione dell’Islam e per la sua presenza in Occidente? 


 

 Io escluderei assolutamente che gli ebrei abbiano paura dell’Islam. Forse sono gli unici a non averne paura. Sono gli unici ad essersi misurati da sempre con questa realtà. 

Penso che se l’Islam è un problema per qualcuno, questo sia per l’Occidente e non certo per gli ebrei. 

Gran parte della crisi che attualmente viviamo è determinata anche da tante scelte politiche, soprattutto da parte dei leader dei paesi islamici. Penso al problema della Siria, che è grossissimo. 

L’Egitto e la Giordania sono riusciti a trovare una via per regolare i rapporti con Israele. 

Si vede che la Siria non ci riesce. 

Però si sa che la Siria ha un regime molto duro al proprio interno, con una limitazione feroce delle libertà personali, quindi è un problema a livello di leadership. 

Quando viene trasmesso con un’opera di fanatizzazione della popolazione si hanno fenomeni veramente gravi.

 

 

Fonte: srs di Paolo Zeriali, da “TRIESTE Oggi” Sabato, 5 ottobre 2002 LE INTERVISTE di ANTENNA 3

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Feb 15 2009

Raccomandazioni dal Talmud

Category: Popoli e nazioni,Religioni e rasiegiorgio @ 09:26

 

Non è permesso derubare un fratello, ma è permesso derubare un non ebreo, poiché sta scritto (Levitico XDC, 13) “Non deruberai il tuo vicino”. 

Ma queste parole, dette da Jahvé, non si applicano a un Goy che non è tuo fratello.

 (BabaMezia, 6 la)

 

Un ebreo può mentire e spergiurare per condannare un cristiano. 

Il nome di Dio non è profanato quando si mente ai cristiani.

(BabaKama, 113a, 113b)

 

E’ un grave peccato fare un regalo ad un Gentile. 

Ma è permesso dare l’elemosina al povero dei Gentili, 

visitare i loro malati  e dare gli ultimi onori ai loro defunti e consolare i loro parenti per mostrare pace, 

cosi che il Gentile possa pensare che gli ebrei sono loro buoni amici nel mostrare loro consolazione.

(Aboda Zarah, pag. 20)

 

Una cosa perduta da un Goy può non solo essere tenuta dall’uomo che l’ha trovata, ma è anche proibito ridargliela indietro.

 (Schuican Aruch, Choschen Hamischpath, 266, I)

 

Gli ebrei devono sempre cercare di imbrogliare i cristiani.

(Zohar I 160a)

 

Quelli che fanno del bene ai cristiani non risorgeranno mai dai morti.

(Zohar I 25b)

 

Al tempo del Cholhamoed il disbrigo di ogni tipo di affare è proibito. 

Ma è permesso praticare l’usura sui Gentili,  perché la pratica dell’usura su un Gentile in ogni momento piace al Signore.

(Schuican Amch, Orach Chailìi, 539)

 

Quando un non ebreo deruba un ebreo, deve restituirgli tutto,  ma se avviene il contrario, l’ebreo non deve restituire nulla. 

Inoltre, se un non ebreo uccide un ebreo, deve essere ucciso anche lui, ma non il contrario. 

(Talmud, Sanhedrin, 57a).

 

E¹ giusto per una bambina di tre anni avere rapporti sessuali.

(Talmud, Abodah Zarah, 37a, Kethuboth, 11b, 39a, Sanhedrin, 55b, 69a,b, Yebamoth,

12a, 57b, 58a, 60b).

 

I rapporti sessuali con un bambino al di sotto degli 8 anni d’età sono leciti. 

(Talmud, Sanhedrin, 69b)

 

Quando un uomo compie rapporti omosessuali con un bambino al di sotto dei 9 anni d’età,  non è da condannare. 

(Talmud, Sanhedrin, 54b, 55a)

 

Gesù nacque bastardo.

(Talmud, Yebamoth, 49b)

 

Maria era una prostituta. 

(Talmud, Sanhedrin, 106a,b)

 

Gesù fu punito e mandato all¹inferno dove fu gettato in escrementi ribollenti. 

(Talmud, Gittin, 56b, 57a).

 

Tutti i Gentili sono solo degli animali,  quindi tutti i loro bambini sono bastardi. 

(Talmud, Yebamoth, 98a)

 

E¹ giusto divorziare dalla propria moglie se rovina il cibo,  o se si trova una donna più bella.

(Talmud, Gittin, 91a)

 

Dalla nascita, l’israelita deve cercare di svellere gli sterpi della vigna, cioè sradicare ed estirpare i goyim dalla terra, 

poiché non può essere data a Dio Benedetto  maggior letizia che quella di adoprarci a sterminare gli empi  e i cristiani del mondo.

(Talmud, Sefer Israel, 180)

 

Quando un ebreo ha un Gentile nelle sue mani,  un altro ebreo può andare dallo stesso Gentile, 

prestargli denaro e truffarlo in sua vece,  così da rovinare il Gentile. 

Poiché la proprietà di un Gentile,  secondo la nostra legge, non appartiene a nessuno,  e il primo ebreo che passa ha pieno diritto di prendersela.

 (Talmud, Schuican Amen, Choschem Hamischpath, 156)

 

Il rabbino Jochanan dice: 

Un goi che ficca il naso nella Legge è colpevole di morte.

(Talmud, Sanhedrin, 59a)

 

Se un ebreo compra da un Akum un recipiente per usarlo a tavola,  sia che sia fatto di metallo,  di vetro o di piombo, anche se è nuovo, 

lo dovrà lavare in un Mikvah [grande catino],  o in una cisterna che tenga quaranta quarti d’acqua.

(Talmud, Dea, 120,1)

 

Se si può dimostrare che qualcuno ha tradito Israele tre volte,  o che ha dato il denaro di israeliti agli Akum [Cristiani], 

si dovrà trovare il modo, dopo prudente considerazione,  di eliminarlo dalla faccia della terra. 

(Talmud, Choshen Hamm, 388,15)

 

Il nome di Dio non è profanato quando,  per esempio, un ebreo mente ad un goi dicendo: 

Io ho dato qualcosa a tuo padre, ma egli è morto;  tu me lo devi restituire, purchè il goi non sappia che tu stai mentendo.

(Talmud, Babha Kama, 113b)

 

Il rabbino Jehuda gli ha detto [al rabbino Chezkia]: 

E’ degno di lode colui che è capace di liberarsi dai nemici di Israele,  e sono molto degni di lode i giusti che si liberano da essi e li combattono.

Il rabbino Chezkia chiese, Come dobbiamo combatterli?

Il rabbino Jehuda disse, Con saggi consigli farai guerra contro di loro. (Proverbi, cap. 24,6). 

Con che tipo di guerra? 

Il tipo di guerra che ogni figlio d’uomo deve combattere contro i suoi nemici,  e che Giacobbe usò contro Esaù  quando possibile, con l’inganno e la frode. 

Essi devono essere combattuti senza posa,  fino a che il giusto ordine non sia ristabilito. 

E’ perciò con soddisfazione che dico che noi ci dobbiamo liberare da loro e regnare su di loro.

(Talmud, Zohar, I,160a)

 

Al tempo del Cholhamoed il disbrigo di ogni tipo di affare è proibito. 

Ma è permesso praticare l’usura sui Gentili, 

perché la pratica dell’usura su un Gentile in ogni momento piace al Signore.

(Talmud, Schuican Amch, Orach Chailìi, 539 )

 

Anche il migliore dei Goyim dovrebbe essere ucciso.

(Talmud, Abhodah Zarah, 26b, Tosephoth)

 

Il rabbino Eliezer disse: 

E’ permesso tagliare la testa di un ‘idiota’ [uno degli abitanti della terra]  nella festa della Riconciliazione quando cade in giorno di Sabato. 

I suoi discepoli gli dissero:  rabbino, dovresti piuttosto dire sacrificare. 

Ma egli rispose: Niente affatto, è infatti necessario pregare mentre si sacrifica, e non c’è bisogno di pregare quando si decapita qualcuno. 

(Talmud, Pesachim, 49b)

 

Gli Akum che non sono nostri nemici non devono essere uccisi direttamente,  ciò non ostante essi non dovranno essere salvati dal pericolo di morte. 

Per esempio, se vedete uno di essi cadere in mare, non tiratelo su a meno che egli non vi prometta del denaro.

(Talmud, Iore Dea, 158,1)

 

Se vedete un eretico che non crede nalla Torah cadere in un pozzo con una scala,  affrettatevi immediatamente e portatela via dicendogli 

Devo andare a prendere mio figlio giù da un tetto.  Ti riporterò la scala immediatamente o qualcosa del genere. 

I Kuthaei, comunque, che non sono nostri nemici  e che si prendono cura delle pecore degli israeliti, non devono essere uccisi direttamente,  ma non devono essere salvati dalla morte.

(Talmud, Choshen Hammischpat, 425,5)

 

Una cosa perduta da un Goy può non solo può essere tenuta dall’uomo che l’ha trovata,  ma è anche proibito ridargliela indietro. 

(Talmud, Schuican Aruch, Choschen Hamischpath, 266, I)

 

Nota:   “non ebreo-gentile”. 

Un non ebreo, che non è figlio del patto, e che è soggetto solo alle sette leggi noachidi è detto gentile. 

Il matrimonio misto con un gentile conduce all’assimilazione ed è considerato come l’abbandono della religione d’Israele. 

La famiglia di una persona che ha contratto un matrimonio misto usava osservare una settimana di lutto per lei, come se fosse morta. 

Molte leggi relative ai cibi furono inserite per mantenere le distanze.

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Feb 14 2009

Talmud

Category: Popoli e nazioni,Religioni e rasiegiorgio @ 22:59

Il Talmud (תלמוד) (che significa insegnamento, studio, discussione dalla radice ebraica LMD) è uno dei testi sacri dell’Ebraismo: diversamente dalla Torah infatti, il Talmud è riconosciuto solo dall’Ebraismo, che lo considera come la Torah orale, rivelata sul Sinai a Mosè e trasmessa a voce, di generazione in generazione, fino alla conquista romana. 

Il Talmud fu fissato per iscritto solo quando, con la distruzione del Secondo Tempio, gli ebrei temettero che le basi religiose di Israele potessero sparire.

Il Talmud consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti (hakhamim) e i maestri (rabbi) circa i significati e le applicazioni dei passi della Torah scritta, e si articola in due livelli:

la Mishnah (o ripetizione) raccoglie le discussioni dei maestri più antichi (giungendo fino al II secolo);

la Ghemarah (o completamento), stilata tra il II e il V secolo, fornisce un commento analitico della Mishnah.

Il Talmud è anche conosciuto con il nome di Shas, acronimo di Shisha Sedarim, i sei ordini (Zeraim, Moed, Nashim, Nezikin, Kodashin, Tahorot) in cui è divisa la Mishnà. La suddivisione del Talmud è identica a quella della Mishnà: i Shisha Sedarim si suddividono in Massechtot – trattati, i quali a loro volta sono composti da capitoli.


Secondo la tradizione ebraica la Torah scritta non può essere applicata senza la Torah orale.

 

La trasmissione della Torah orale

 

Nel 587 a.C., il tempio di Salomone viene distrutto e il popolo ebraico deportato in Babilonia. Allora fu necessario precisare in che modo mantenere una vita ebraica in terra d’esilio e in mancanza del santuario di Gerusalemme. 

Questa è stata l’opera degli scribi (Sopherim), fondatori della sinagoga, interpreti della Torah scritta e maestri della Torah orale.

Dopo il ritorno da Babilonia, i tre ultimi profeti (Aggeo, Zaccaria e Malachia), lo scriba Esdra, poi gli uomini della Grande Sinagoga assicurarono la trasmissione della tradizione orale, che passa successivamente attraverso i farisei e le loro grandi scuole (Yeshivoth).

 

La formazione del Talmud

 

Presto, di fronte a situazioni nuove e a divergenze di scuola, fu necessario ricavare dalla Torah, scritta e orale, le decisioni pratiche. 

Questa fu opera dei rabbini e specialmente dei 71 membri del Sinedrio.

Più tardi le persecuzioni e la necessità di tener conto della distruzione del secondo Tempio (70 d.C.) e della diaspora ebraica, indussero Rabbi Akiva e poi Rabbi Meir a raccogliere e a classificare gli appunti dei loro allievi. 

All’inizio del III secolo, Rabbi Yehudah Hanassì, soprannominato il Santo, li ordinò in 60 trattati, raggruppati in sei ordini, il cui insieme costituisce la Mishnah (Insegnamento da ripetere), compendio della Torah orale e destinato a essere imparato a memoria. 

La Mishnah è scritta in ebraico, benché l’aramaico già a quell’epoca fosse la lingua corrente anche in Palestina.

Col passare degli anni e con l’insaprirsi della situazione degli Ebrei, divenne evidente che il testo della Mishnah era troppo conciso per poter essere usato correntemente come guida di Halachah. Si venne quindi alla redazione del Talmud.

 

I Maestri del Talmud ed il loro insegnamento

 

Maestri della Mishnah sono chiamati Tannaim (Insegnanti). Quelli della Ghemarà accettarono soltanto il titolo di Amoraim (Interpreti). 

Quanto a coloro che redassero il testo definitivo, essi si considerarono modestamente come Saboraim (Opinanti). Molti di questi illustri rabbini esercitavano il mestiere di artigiano.

Il messaggio del Talmud si presenta in due forme: quella della Halakhah (Via da seguire) che riguarda le prescrizioni legali, e quella della Haggadah (Racconto), consistente in racconti di episodi, alcuni dei quali possono parere immaginosi e in parabole che spesso ricordano i Vangeli.

L’insieme costituisce una vera enciclopedia delle conoscenze dell’epoca (matematica, medicina, astronomia ecc.).

 

Il Talmud ha autorità per tutte le generazioni, tant’è che oggi vi è un vero risveglio di studi talmudici.

 

In ogni epoca i quesiti posti al Talmud hanno permesso di applicarlo tenendo conto dei nuovi dati scientifici, economici, sociali. 

Così viene garantita la continuità della tradizione vivente, da Mosè ai giorni nostri.

 

La tradizione orale, messa per iscritto, continuò a essere materia di discussione e approfondimento in Palestina e a Babilonia: la Ghemar‡ (complemento) è il commentario prodotto dagli Amoraim (i Maestri della Ghemarà III-V secolo).

 

Mishnah e Ghemara = Talmud (insegnamento; abbreviazione di Talmud Torah). Ne esistono due redazioni diverse per contenuto, metodo e lingua: il Talmud Palestinese (Talmud Yerushalmi, TY), terminato verso la fine del IV secolo, e il Talmud Babilonese (Talmud Bavli, TB), di un secolo più tardi. 

Ambedue commentano la metà circa dei trattati della Mishnah, quello di Babilonia in modo assai più esteso. 

Le circostanze storiche spiegano come il TB abbia presto eclissato il suo corrispondente palestinese e sia stato considerato come il solo canonico e normativo. 

Il testo della Mishnah ha numerose varianti nei due Talmudim (plurale di Talmud), al punto che si è persino pensato a due recensioni.

 

Il TB contiene il doppio di haggadot (insieme delle tradizioni non giuridiche) rispetto al TY, ove aveva posto tra i midrashim. 

Il Talmud si presenta come il verbale conciso e appena ritoccato delle dispute accademiche (coi nomi dei protagonisti): e ciò spiega la ricchezza esuberante del suo contenuto, come pure la difficoltà della sua interpretazione. 

La redazione del Talmud Bavli risale al periodo compreso tra Rav e Shmuel, ossia la prima metà del terzo secolo e la fine dell’attività di Ravina (499). 

Le accademie talmudiche più importanti avevano sede a Sura, Pumbedita, Nehardea, Machoza, Mata Mechasya e Naresh.

 

Opera di virtuosi consumati nell’esegesi e nel diritto, che attingono alle risorse della dialettica per cavare tutti i significati possibili da un testo e motivare i propri punti di vista, la Ghemara affronta, spesso senza ordine e continuità, ogni specie di argomenti (casistica, filosofia, morale geografia, zoologia, botanica, superstizioni e credenze popolari), esprime le opinioni più diverse e contraddittorie, ma senza imporle; per questo J. Neusner mette in risalto giustamente questa «undogmatic quality of Talmudic discourse» (Invitation to the Talmud 241). 

Anzi, una delle caratteristiche più sorprendenti delle discussioni talmudiche è l’appassionata ricerca della verità da parte dei Maestri, ognuno dei quali difende la propria opinione fino a quando non capisce che la ragione è dalla parte dell’avversario. 

Questa illimitata onestà intellettuale in un dibattito religioso è forse una delle caratteristiche più affascinanti dello studio talmudico.

 

Il Talmud ci è giunto quindi in due versioni diverse: il Talmud di Gerusalemme (Talmud Yerushalmì) (redatto tra il IV e il VI secolo nella Terra d'[[Israele) e il Talmud di Babilonia (Talmud Bavlì) (redatto tra il V e il VII secolo in Babilonia). 

 

Il Talmud Babilonese, la cui Ghemarà è scritta in aramaico e che fu compilato inizialmente da rav Ashi e terminato da Ravina, ambedue capi della famosa Yeshivah di Sura, è molto più lungo di quello di Gerusalemme. 

Quest’ultimo viene impropriamente chiamato Talmud Yerushalmi (Talmud di Gerusalemme), poiché in realtà non fu redatto nella città del Santuario bensì a Tiberiade. Il Talmud Yerushalmi differisce dal primo per il linguaggio, lo stile e la terminologia. 

Oggi, di quest’ultimo possediamo solo quattro dei sei ordini: Zeraim, Moed, Nashim e Nezikin (in cui mancano però ‘Eduyot e Avot), oltre alle prime tre sezioni di Nidda. 

Secondo il Rambam fu Rabbi Yochanan, aiutato dai suoi discepoli, a compilare il Talmud Yerushalmi durante l’ultimo quarto del terzo secolo e.v.

 

Durante il VIII secolo nacque il movimento dei Qaraiti, che respingono l’autorità del Talmud e accettano la Scrittura (Aiqra’) come unica norma. Le edizioni del TB riproducono l’editio princeps di Venezia (1520-1524). Molte contengono anche i 12 «Piccoli Trattati» considerati non canonici.

 

Il Talmud ricchezza sconosciuta

 

Nel Medioevo le comunità ebraiche erano esposte a vessazioni, persecuzioni e sfruttamento economico.

 

Mal conosciuto negli ambienti cristiani, il Talmud divenne ben presto il bersaglio preferito. 

A Parigi, nel 1240 fu istruita una parodia di processo, cui seguì il rogo solenne di 24 carri di copie del Talmud sequestrate agli ebrei. 

Da quel momento, e per secoli, il Talmud fu vietato in molti luoghi; presso la Chiesa cattolica fu inserito nell’Indice dei libri proibiti e ritenuto un testo che un cristiano poteva leggere solo previo consenso del proprio vescovo.

 

Nell’opinione pubblica, questa condanna ebbe come effetto la diffidenza: si era convinti che il Talmud contenesse «cose malvagie, contro ogni ragione e diritto», cose che gli ebrei utilizzavano per trarne «malefici». 

Gli autori antisemiti avrebbero sfruttato questo tema fino ai nostri giorni. Anche i filosofi del XVI secolo, che pure reclamavano l’emancipazione degli ebrei, consideravano il Talmud una raccolta di «leggi ridicole». 

Certe diffidenze dovute all’ignoranza del contenuto del testo, tendono a permanere ancora adesso.

 

L’emancipazione dai vincoli religiosi più stretti rende, d’altra parte, possibile la lettura del testo attraverso l’uso di categorie ermeneutiche scevre da significati aggiuntivi: il Talmud è un libro poetico, tuttavia non è possibile ridurne la portata con una interpretazione laterale. 

Come sostiene il mistico Friedrich Christoph Oetinger nei pensieri, «La sacra scrittura non conosce una morte eterna».

 

 

Fonte: Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

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