Mag 01 2016

BERGAMO: L’ECCIDIO DI ROVETTA

ROVETTA-FRANCESCCHINI-ALBER

Passo della Presolana, albergo Franceschetti

 

 

Un plotone della 6° Compagnia del II Battaglione, Legione “Tagliamento” della R.S.I stanziata nell’Albergo Franceschettì era di presidio presso il Passo della Presolana (prov. Bergamo).

Erano in tutto una cinquantina di militari, tutti giovani volontari dai 15 ai 22 armi, comandati dal Sottotenente Roberto Panzanella, fiorentino, ventiduenne.

 

Alla notizia del crollo, il 26 aprile 1945, i 47 militari si mossero per raggiungere la valle ed arrendersi ai reparti alleati. Durante il trasferimento, tre di essi abbandonarono il reparto e così solo in 47 raggiunsero Rovetta, dove trattarono la resa con il Presidente del C.N.L. locale, già Maggiore del Regio Esercito, che garantì la vita di tutti.

I militi deposero le armi e furono sistemati nei locali delle Scuole Comunali vigilati da sentinelle armate del C.N.L. .

Il 27 successivo giunse a Rovetta due camion di partigiana comunisti i cui comandanti dimostrarono subito l’intenzione di sopprimere i prigionieri.

Il CLN locale dopo aver tergiversato propose di interpellare un ufficiale inglese che era stato paracadutato nell’autunno precedente al Lago Nero, sopra Gromo e che era rimasto in montagna con la formazione di “Lanfranchi”, veterinario di Lovere.

Il “Mohikano”, che era il nome di battaglia dell’ufficiale nemico al secolo Paolo Poduje, istriano al soldo dei servizi segreti britanntale, disinteressandosi della sorte dei prigionieri, rispose: “fatene ciò che volete”.

Queste parole praticamente furono la condanna a morte del Plotone di legionari. Uno dei prigionieri, Ferdinando Caccioli, riuscì comunque fuggire, altri tre furono salvati per la loro giovanissima età.

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