Dic 20 2009

Nogara di Verona. Nel letto del fiume Tartaro i resti
delle guerre preistoriche

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 09:23

armi,626

Le armi

A Pila del Brancon  di Nogara il bottino di scontri sanguinosi: lance, pugnali e spade usati come trofeo di vittoria. Una scoperta archeologica che apre nuovi scenari: forse il Tartaro era il confine tra popolazioni in conflitto.

A Pila del Brancon, sul Tartaro, a due chilometri da Nogara, nel XII secolo avanti Cristo se le sono date di santa ragione durante l’età del Bronzo medio (1200 anni avanti Cristo), con lance, pugnali e spade. I vincitori depredarono i soccombenti e ne gettarono le armi in un rogo, bottino di guerra da sacrificare per celebrare la vittoria. Un rito che le popolazioni nordiche avrebbero ripetuto fin nel medioevo.

Il sacrificio delle armi, «ex voto» preistorico, è testimoniato a Pila del Brancon da un ritrovamento di cui ci parla Luciano Salzani, responsabile per il Veronese della sezione preistoria alla Soprintendenza archeologica. La scoperta è avvenuta a sud di Nogara dove, dragando il letto del Tartaro nuovo, a 100 metri dal vecchio alveo del fiume, sono state recuperate dieci spade e 50 punte di lancia dell’età del Bronzo; tutte le armi apparivano piegate, deformate, spezzate, fatto che per l’esperto documenterebbe, appunto, la loro distruzione rituale.

Il tartaro a pila di brancon

Il Tartaro a Pila del Brancon, sito della scoperta

Spiega l’archeologo: «Distruggere e abbandonare nel mucchio le armi sottratte al nemico vinto assumeva a perenne memoria una valenza ammonitrice; i resti della pira restavano a testimonianza storica di possesso del territorio».

Singolarmente non è stata trovata invece traccia di scudi nel deposito votivo. Uno studioso austriaco, Arnoldt Yung, ha fatto il campionamento metallurgico dello straordinario bottino di guerra del Tartaro di Nogara e lo sta confrontando con quello della composizione dei metalli di altre armi di matrice greca, trovate a Salonicco; se la tipologia di quelle veronesi è italica, pare che le loro tecniche e materiali di fusione siano di probabile derivazione greco-micenea. Quando si dice la circolazione delle idee nella preistoria.

Spiega Salzani: «C’è l’ipotesi che la nota necropoli di armati di un abitato a Olmo di Nogara, allora a contatto con un passaggio-guado sul Tartaro e solo un chilometro più a sud di questo ritrovamento, sia la testimonianza indiretta di una battaglia». Continua l’archeologo: «È da ritenersi che nel 1200 avanti Cristo il Tartaro rappresentasse una specie di confine territoriale. Tant’è che nel 1876 una necropoli è stata trovata a Povegliano (con spade), poi ci sono state le scoperte a Olmo di Nogara e ora a Pila del Brancon. Il fiume», conclude lo studioso, «può ragionevolmente essere ipotizzato come una separazione geografica fra popolazioni diverse e in conflitto tra loro. È un tema affascinante, tutto da approfondire, mentre altre ricerche sono in progetto lungo tutta l’asta del corso d’acqua».

Fonte:  srs di Bartolo Fracaroli;  da L’Arena di Verona di Lunedì 04 febbraio 2008, Provincia pag. 19

(VR 20 dicembre 2009)

Rispondi

Per commentare devi accedere al sito. Accedi.