Ago 04 2016

VERONA. A SANTO STEFANO RIAFFIORA UNA STRADA ROMANA

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 09:10

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Basolati romani

 

I lavori stradali mettono in luce il selciato romano: potrebbe essere la via Claudia Augusta Padana.

 

Un ritrovamento segnalato dai nostri lettori dopo l’appello: «Occhio al cantiere».

 

Un tratto di strada romana è stato portato alla luce dai lavori stradali in corso allo sbocco di via Santo Stefano su lungadige San Giorgio, vicino al Ponte Pietra. Si vede un basolato, il selciato di pietre nere vulcaniche delle strade romane, emerso sotto vecchie tubature metalliche a qualche metro di profondità. Potrebbe essere la via Claudia Augusta Padana, la strada che dalla Verona romana portava verso Trento e di cui gli archeologi non hanno ancora potuto documentare il tracciato urbano.

 

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Mag 21 2016

PERCHE’ GLI ARCHEOLOGI SONO CONSIDERATI UNA CASTA? COMUNICARE L’ARCHEOLOGIA

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Lo scavo archeologico al Seminario di Verona

 

Mentre come comune cittadino di Verona riflettevo sulle varie tematiche storiche e “morali” dello scavo archeologico del seminario di Verona, sembra nemmeno a farlo apposta, mi è capitato di leggere, in un blog, questo articolo di una giovane archeologa che, con una fredda capacita’ critica ed un’ elevata lungimiranza di pensiero, che solo le persone giovani riescono ad avere, centra e chiarisce alla perfezione uno dei massimi problemi dell’archeologia italiana: l’incompetenza, e a volte la “voluta” incapacità di comunicazione nei confronti dei cittadini, che sono i soli referenti e destinatari di tutti i lavori e le opere pubbliche che si eseguono sul territorio italiano, cio’ che molti funzionari pubblici spesso dimenticano o non vogliono ricordare.

 

PERCHE’ GLI ARCHEOLOGI SONO CONSIDERATI UNA CASTA

 

Questo articolo nasce da una discussione svoltasi qui, sulle pagine di Archeoblog, che è andata a toccare un tasto particolare dell’archeologia, ovvero la percezione che il pubblico ha degli archeologi.

 

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Mag 19 2016

VERONA. LO SCAVO ARCHEOLOGICO NEL SEMINARIO DI VERONA: LA FOTO DA GOOGLE EARTH

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 00:24

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Lo scavo archeologico nel Seminario di Verona visto da Google  Earth (2008)

 

Lo scavo archeologico al seminario di Verona è stato una delle più importanti ricerche archeologiche effettuate nell’ ultimo decennio, non solo a Verona, ma in tutto il nord Italia.

I veronesi, di quest’ avvenimento, non hanno saputo e visto, praticamente “nulla”, se non un piccolo articolo, quasi un incidente di percorso, apparso su L’Arena di Verona, il 17 maggio 2008.

http://laveja.blogspot.com/2009/04/verona-scavi-archeologici-dal-seminario.html

Di tutte le strutture murarie romane riportate in luce, qualcuno ha chiamato il cortile del seminario “la Piccola Pompei di Verona”, ora, che non esistono più, i veronesi in futuro potranno solo vedere quelle riportate da questa foto, che “santo Google” ci ha permesso di avere.

Forse, in prossimo avvenire, dalle soprintendenze… anche qualche altra foto…

Miserevole presupposto però!

 

 

 

 


Mag 14 2016

BARDOLINO DI VERONA: RESTI ROMANI TRA GLI SCAVI
MA I PARCHEGGI NON SI FERMANO

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 00:27

RESTI ROMANI BARDOLINO

 

 

In Consiglio l’indicazione della Soprintendenza di proteggere l’area e ricoprire. Dietro l’ex chiesa della Disciplina possono proseguire i lavori Verranno ricavati 80 box auto sotterranei da mettere in vendita

La conferma arriva dalla Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto. Nell’area alle spalle dell’ex chiesa della Disciplina, dove sono in corso lavori per la costruzione di una ottantina di box auto sotterranei, «è stato individuato un complesso di strutture abitative romane d’interesse archeologico». Il ritrovamento fa seguito a quello segnalato lo scorso agosto dalla stessa ditta proprietaria, in parte, dell’area: la Rio San Severo srl dei fratelli Gianfrancesco e Carlo Mantovani.

 

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MA I PARCHEGGI NON SI FERMANO”


Apr 16 2016

VERONA: SOTTO PIAZZA CORRUBIO LE TOMBE DEI PRIMI CRISTIANI

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 00:08

E’ passato più di un lustro da quando iniziarono i lavoro del parcheggio di Piazza Corrubio, lavori che portarono alla distruzione della probabile prima chiesa di San Zeno. Riporterò qualche post di allora per non dimenticare la lotta che fecero i san zenati e molti veronesi in difesa della loro storia.

 

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Alberto Solinas e Giorgio Vandelli

 

DUE LIBERI RICERCATORI SFIDANO LA VERSIONE UFFICIALE: « NON SI SCAVI»

 

VERONA – Una vecchia leggenda raffigurata anche sulle fornelle della facciata della chiesa di San Zeno, narra di come Teodorico il Grande abbia un giorno incrociato gli occhi di brace di un cervo mentre era ammollo nelle acque dell’Adige. Gli scagliò contro i suoi cani, invano. Così, prese a rincorrerlo, finche riuscì a salirvi in groppa. Ma il cervo era un emissario del Diavolo, e lo condusse all’inferno attraverso la bocca dello Stromboli, come punizione per aver violato alcunetombe paleocristiane.

 

Dio non voglia che la stessa tremenda punizione inflitta al re barbaro tocchi in sorte a chi oggi scava in piazza Corrubbio per realizzare un garage sotterraneo.

 

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Feb 24 2016

CARPENEA, LA MISTERIOSA CITTÀ SCOMPARSA.

 

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LA LEGGENDA DEL BOSCO DELLA CARPENEA

 

Una grande città, circondata da sette ordini di mura merlate e difesa da cento torri altissime, tutta premuta dalle acque disordinate che i fiumi non ancora arginati riversavano intorno, sorgeva sopra una bassa ed appiattita collina. Maestosa ed opulenta la metropoli viveva indipendentemente, commerciando coi popoli vicini.

Fu tramandato che l’ultimo re di tale città, avendo oltraggiato il dio Appo, venne detronizzato dai sacerdoti e costretto a vivere in una bassa cantina, in solitaria prigionia.

Il dio Appo rappresentava l’onda incatenata a ricordo della titanica opera degli uomini i quali, costruito un grande bacino, erano riusciti a raccogliere le acque sovrabbondanti dei fiumi che, senza argini e impetuose, minacciavano di sgretolare la collina sulla quale sorgeva la città.

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Feb 15 2016

CAPRINO DI VERONESE LOCALITÀ PESINA: EMERGE UNA PAVIMENTAZIONE IN PIETRA DELL’ETÀ DEL BRONZO.

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 00:13

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Gli scavi durante una delle campagne archeologiche a Pesina

 

Archeo sorpresa. Emerge una pavimentazione in pietra forse dell’Età del bronzo e così ripartono gli scavi. Salzani: «Se ci fosse la conferma sarebbe un evento eccezionale». La campagna ha avuto anche un consistente finanziamento da parte della Regione

 

Una scommessa vinta. È un rarissimo e raffinato esempio di dimora di pietra, forse della media e recente Età del Bronzo (1600-1100 a.C.), quella emersa dallo scavo di Castel di Pesina, a Caprino, che Comune e Regione hanno nuovamente finanziato visti gli incredibili risultati dell’anno scorso, quando il ritrovamento colse di sorpresa gli archeologi intenti a lavorare sulle testimonianze di un villaggio del IX secolo a.C., quindi meno antico.

 

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Feb 14 2016

VERONA: IL 19 FEBBRAIO 2008 MORIVA FRANCESCO TAGLIENTE, IL «PAPÀ» DEL RIPARO PREISTORICO DI STALLAVENA

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Francesco Zorzi, Franco Mezzena e Francesco Tagliente

 

VERONA: MORTO FRANCESCO TAGLIENTE, IL «PAPÀ» DEL RIPARO PREISTORICO DI STALLAVENA

  

LUTTO. È morto ieri (19 febbraio 2008) a 90 anni il professor Francesco TAGLIENTE, il cui nome è legato all’omonimo Riparo da lui scoperto a Stallavena di Grezzana nel 1958. Insegnò all’Università della terza età

 

Quella scoperta nacque da una grande passione per l’archeologia che TAGLIENTE condivise con Francesco Zorzi di cui fu entusiasta discepolo.

Proprio in occasione del centenario della nascita di Zorzi, celebrata al Museo di Storia naturale nel 2001, TAGLIENTE ricordava l’incontro con il grande naturalista veronese: «Lo incontrai per consegnargli ossa e cocci rinvenuti nella campagna romana dove mi ero recato con mio padre per una battuta di caccia alle allodole. Lui guardava il volo degli uccelli e io tenevo sempre gli occhi per terra alla ricerca dei fossili».

 

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Feb 13 2016

GREZZANA DI VERONA. DAL RIPARO TAGLIENTE SPUNTA
LA «VENERE DELLA VALPANTENA»

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 00:52

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Renato Fasolo mostra la tavoletta di argilla ritrovata. (foto Amato)|

 

VERONA 9 gennaio 2010

 

Una figura femminile abbozzata sull’argilla Scultura antichissima o scherzo di natura?

Il reperto misura pochi centimetri, lo ha trovato un bambino tra gli scarti degli scavi: ora la Soprintendenza ne valuterà l’autenticità

 

Una figura di donna, realizzata con impasto argilloso su una piastrina calcarea, potrebbe essere la più antica scultura finora rinvenuta nel Veronese, databile tra i 13 mila e i 10 anni fa.

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LA «VENERE DELLA VALPANTENA»”


Feb 12 2016

OPPEANO DI VERONA: ARCHEOLOGI UN PO’ DISTRATTI

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 00:00

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Oppeano cimitero

 

Oppeano di Verona: domenica 17 giugno 2007

 

Sto transitando in quel di Oppeano, quando l’abbaio incalzante del mio quattro zampe mi dà l’ordine perentorio di “Fermate il mondo, devo scendere”.

Parcheggiata l’auto nei pressi del cimitero, osservo quei cinque chili del mio quattro zampe correre felici nel campo adiacente, terreno ideale per le sue urgenze, fino a quando le orecchie dritte, lo sguardo fisso e la coda scodinzolante, mi fanno capire che possiamo ritornare in auto.

 

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Feb 11 2016

OPPEANO DI VERONA: I RESTI DI UN’ESECUZIONE DI 2600 ANNI FA

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 00:03

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Lo scheletro risalente al VI secolo a.C. ritrovato nell’area dell’ex fornace di Oppeano

 

Lo scheletro di un uomo a faccia in giù: fu gettato in una fossa per punizione o giustiziato. La Bassa è un paradiso archeologico. Gli scavi nell’area dell’ex fornace di Oppeano restituiscono reperti di valore assoluto

 

Oppeano. Un’esecuzione avvenuta forse sei secoli prima della nascita di Cristo.

A «raccontarla» c’è oggi lo scheletro della vittima, ritrovato in una grande fossa di scarico durante la campagna di scavi nell’area dell’ex Fornace condotta dall’equipe di Alessandro Guidi, dell’università di Verona.

Si tratta di un uomo di non più di trent’anni, alto 1,60 circa. «È un caso del tutto eccezionale trovare resti di un morto a faccia in giù», spiega Guidi. L’ipotesi, quindi, è che le cause della sua morte vadano ricercate in una vendetta od un’esecuzione: il poveretto ha dovuto pagare con la vita per aver commesso qualcosa e, perciò, è stato buttato nella grande fossa dei rifiuti ricavata da quella che un secolo prima era una cisterna per raccogliere l’acqua.

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Feb 10 2016

NOGARA DI VERONA: IL SITO ARCHEOLOGICO MEDIEVALE DEL TARTARO

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L’area interessata alle ricerche

 

Delimitati con certezza i confini del castello e del centro medioevale

 

Nogara 2006.

 

Il sito archeologico medievale nella zona del Tartaro a ridosso di villa Betti continua a destare grande interesse tra gli studiosi. Per il quarto anno consecutivo la ricerca dei resti dell’antico castello, che fino al 1200 costituiva il fulcro delle attività commerciali della Nogara antica, ha dato risultati positivi.

 

Il gruppo di studiosi del dipartimento di archeologia medievale dell’università di Padova coordinato da Fabio Saggioro, con il contributo dell’amministrazione comunale, è riuscito a delineare con certezza la superficie che era occupata dal castello e dal centro abitato.

 

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Mar 18 2015

LA SCUOLA POLACCA E CECA SUI VENETI ANTICHI E LA LORO ORIGINE

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Struttura giuridica della antica societa’ veneta

 

In estrema sintesi le scuole storiche polacca  e ceca riconducono l’etnogenesi dei Veneti all’humus della Civiltà di Lusazia, che si sviluppò tra il 1500 ed il 1100 a.C. nell’omonima regione posta a sud di Berlino, tra la Germania orientale, la Cechiae la Polonia.

 

Da essa si sviluppò il movimento di civilizzazione che dilagò in larga parte dell’Europa, promosso non da conquiste militari,  ma da una nuova visione spirituale del mondo; infatti, i primi Veneti furono conosciuti come portatori dei campi d’urne (urnenfelder), in riferimento all’uso introdotto nella ritualità funeraria di bruciare i defunti e di riporne le ossa combuste sotto terra, all’interno di vasi.

 

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Feb 19 2015

L’ESTINZIONE DEI NEANDERTHAL? MOLTE PROVE SONO NELLA GROTTA SOLINAS DI FUMANE

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La Grotta Solinas  di Fumane è uno dei siti archeologici europei più importanti sull’uomo di Neanderthal

 

FUMANE. L’università di Oxford retrodata la scomparsa di questo ominide grazie ai reperti trovati nella Valle dei Progni. La fine di questa specie è stata spostata a 40mila anni fa: «Il sito preistorico ha svolto un ruolo importante per queste indagini»

 

La Grotta di Fumane è uno dei siti archeologici europei più importanti sull’uomo di Neanderthal

 

L’estinzione dell’uomo di Neanderthal è stata retrodatata a 40mila anni fa, in base agli ultimi studi eseguiti da un team dell’università inglese di Oxford, guidato dal professor Tom Higham. La notizia è apparsa in questi giorni sulla rivista britannica «Nature» e ha fatto subito clamore nel mondo scientifico.

 

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Feb 14 2015

MICHELORIE DI ALBAREDO D’ADIGE UNA DARSENA DI EPOCA ROMANA SPUNTA DA SCAVI AL GASDOTTO

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 01:02

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Il pozzo venuto alla luce al centro del sito archeologico di età romana scoperto a Michellorie di Albaredo d’Adige

 

 

Verona

L’intervento eseguito dalla Snam ha portato alla luce un approdo fluviale a ferro di cavallo con magazzini  e attività di lavorazione del grano.

 

Un piccolo approdo fluviale per le imbarcazioni, con tanto di magazzini ed attività di lavorazione del grano, nella Michellorie romana. Il gasdotto dei record Zimella-Cervignano d’Adda (Lodi) continua a restituire tesori agli archeologi.

Ancora una volta, com’era successo per gli scavi di Oppeano e Palù, i lavori per la posa del metanodotto più lungo d’Europa hanno dato infatti la possibilità agli studiosi di avanzare ipotesi interessanti sulla storia antica dei paesi della Bassa.

Nel corso del 2014 la società «Snam Rete Gas», che sta finanziando la costruzione del gasdotto da 170 chilometri che parte dal Basso veronese e raggiunge il Lodigiano (in Lombardia), ha effettuato la bonifica archeologica di un’area di 400 metri quadrati nella frazione di Michellorie, a sud est del centro di Albaredo.

 

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