Maschi d’una certa età, sù con le ’rece! (1)
Se le giovanili femmine, dai sessant’anni in su, vi fanno delle avances, non prendetele troppo sul serio.
Sono delle mistificatrici, addirittura delle bugiarde nate, che lo fanno esclusivamente per vanità. Vogliono sapere se sono ancora attraenti più che voglia di far sesso. Ma se vi capita qualcuna che fa sul serio, mi raccomando: non perdonategliela! Rammentatevi il vecchio detto dei vostri padri : “ Ogni lasciata è persa”.
Per avvalorare questa mia tesi, mi permisi un giorno d’invitare a bere un caffè una mia cliente che si vanta d’essere, e purtroppo lo è di professione, una psicologa. L’avevo invitata non tanto per sperimentare su di lei il mio irresistibile fascino, ma perché volevo conoscere in modo diretto e più specifico la sua opinione su questo modo di comportarsi di alcune non più giovani signore nei nostri confronti.
Sul metro e sessanta, segalina, con poco seno e sempre in calzoni, porta capelli lunghi raccolti in varie fogge e, sebbene si atteggi a ragazzina, ha purtroppo un collo impietoso che ne rivela l’età. Nei miei confronti ha sempre avuto atteggiamenti di stima esagerata, per non dire di sfacciata adulazione. Vi riporto esattamente le sue parole:
– Oh, dottore! Come la trovo bene … – oppure – Lei che è un poeta … – a volte anche – Già, dimenticavo che lei è un intellettuale e al tempo stesso un uomo di scienza … – e tante menate del genere di cui provo ancora vergogna.
Come vi ho già detto, un bel giorno commisi l’errore di chiamarla al citofono e invitarla a prendere un caffè.
– Oh, dottore! Mi coglie in un momento che sono molto impegnata, in ogni caso, tra qualche minuto sarò da lei.
Abitando in un palazzo che s’affaccia su Piazza Delle Erbe, ci recammo in uno dei tanti bar che danno vita alla piazza. Durante il breve tragitto, mi raccontò d’aver lasciato a casa il marito, quando di marito non ne avevo mai sentito parlare, e che lei, nonostante la sua età, riceveva ancora inviti e complimenti dagli uomini.
Seduti a un tavolino, cominciò a imbambolarmi con le sue chiacchiere. Iniziò a raccontarmi che faceva di frequente sesso sfrenato, che frequentava piscine e palestre, e che, oltre a essere innamorata del suo lavoro, aveva una gran passione per le gare di Tango. Era più matta di quanto la facessi. E poi forse… e senza tanti forse, lei credeva che ci provassi.
Che fare? Mica potevo dirle che l’avevo invitata per ricevere un parere professionale senza tirar fuori il becco d’un quattrino. L’avrei umiliata sia come professionista che come donna. E che smacco poi dirle che non aveva capito un bel niente e che non intendevo farle la corte! Non mi rimaneva altra via che starmene zitto, fingendo che lei credesse che m’era andata buca. Rammentai che non si deve mai dare dello stupido a qualcuno. Lo stupido non ammetterà mai d’essere uno sciocco, penserà che siete voi lo stupido.
Con tutta la voglia che avevo di venir via, cercavo di non ascoltarla e di non piegar troppo la testa. Ero poi impegnato a squadrarla per capirne che doti avesse per sentirsi ancora così attraente. Con il culo piatto da sedentaria, senza tette, senza trucco e con un color di pelle da legume simile al “pomme de terre”, cosa poteva aver di stuzzicante oltre a quei quattro peli? Eppure, forse anche lei aveva qualcuno che se la sarebbe fatta.
Per scacciare la voglia di risponderle a tono, pensavo a tutte le donne vedove che raccontano che sono disperate avendo avuto un uomo meraviglioso, alle separate che sparlano del vecchio marito giurando d’essere state vittime d’un delinquente. E purtroppo son tutte così. Non se ne sbaglia una!
Dicono che il tempo oltre a essere galantuomo è anche relativo, sarà, ma a volte non passa mai. Con il cervello in ebollizione, alle vedove e alle separate associavo questa razza ancor più perversa, che ci stuzzica e poi non si concede. Che brutta razza! Le loro allusioni, le loro smorfie e le loro moine hanno uno scopo solo: quello di trarci in inganno. Posano e recitano come le migliori attrici. False, bugiarde, imbroglione, ipocrite e poi e poi … Non dimenticate che giocherellano sui qui pro quo, e che ci incantano con il bagliore e il languore dei loro occhi. E per infinocchiarci meglio, si lasciano andare a confidenze di questo tipo.
– Sei più d’un amico! – oppure – Abbiamo molto in comune noi due.
Vittima delle loro arti e per golosità, l’uomo ci casca e si fa avanti, e loro gli tappano la bocca con un secco rifiuto, spesso umiliandolo. Brutte schifose! Per non dir qualcosa di peggio.
Per pagare il conto, il cameriere non arrivava mai. Finalmente! ci lasciammo promettendo che ci saremmo rivisti (e non so neanche il perché) in altre occasioni e senza tanta fretta.
Qualche volta la rivedo, e v’assicuro che non è facile mandar giù veleno e non poterlo sputare!
- Orecchie
Fonte: srs di Enzo Monti del 10 gennaio 2015
Link: http://enzo-monti.blogspot.it/2015/01/sono-le-peggiori.html