Mar 31 2017

ODE AL CANE

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 00:40

 

 

Il cane mi domanda 

e non rispondo.

 

Salta, corre pei campi e mi domanda senza parlare

e i suoi occhi sono due richieste umide, 

due fiamme liquide che interrogano

e io non rispondo, non rispondo perché non so, 

non posso dir nulla.

 

In campo aperto andiamo uomo e cane.

Brillano le foglie come se qualcuno le avesse baciate a una a una,

sorgono dal suolo tutte le arance a collocare piccoli planetari

su alberi rotondi come la notte, e verdi,

e noi, uomo e cane, andiamo a fiutare il mondo, a scuotere il trifoglio,

nella campagna cilena, fra le limpide dita di settembre.

 

Il cane si ferma, insegue le api, salta l’acqua trepida,

ascolta lontanissimi latrati, orina sopra un sasso,

e mi porta la punta del suo muso, a me, come un regalo.

 

E’ la sua freschezza affettuosa, la comunicazione del suo affetto,

e proprio lì mi chiese con i suoi due occhi,

perchè e’ giorno, perchè verrà la notte, perchè la primavera

non portò nella sua canestra nulla per i cani randagi, tranne inutili fiori, fiori, fiori e fiori.

 

E così m’interroga il cane

e io non rispondo.

 

Andiamo uomo e cane uniti dal mattino verde,

dall’incitante solitudine vuota nella quale solo noi esistiamo,

questa unità fra cane con rugiada e il poeta del bosco,

perchè non esiste l’uccello nascosto,

ne’ il fiore segreto, ma solo trilli e profumi per i due compagni:

un mondo inumidito dalle distillazioni della notte,

una galleria verde e poi un gran prato,

una raffica di vento aranciato,

il sussurro delle radici,

la vita che procede,

e l’antica amicizia,

la felicità d’essere cane e d’essere uomo trasformata in un solo animale

che cammina muovendo

sei zampe e una coda

con rugiada.

 

Pablo Neruda

 

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