Gen 23 2013

SUN TZU
 L’ARTE DELLA GUERRA

Category: Cultura e dintorni,Libri e fontigiorgio @ 14:16

Sun-Tzu

 

L’ARTE DELLA GUERRA

Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento, ma bensì sottomettere il nemico senza combattere

La vittoria è prevedibile, ma non sicuramente attuabile. L’invincibilità sta nel sapersi difendere, e la possibilità di vincere sta nel saper attaccare

In ogni  conflitto, le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria

 

VALUTAZIONE
 DI BASE

 

1.  
La guerra è di somma importanza per lo Stato: è sul campo di battaglia che si decide la vita o la 
morte delle nazioni, ed è lì che se ne traccia la via della sopravvivenza o della distruzione. Dunque è indispensabile studiarla a fondo.

 

2.
  Considerarne perciò gli aspetti fondamentali, e analizzarli mediante i sette criteri di valutazione. Così, potrai definire la tua strategia.

 

3. 
 Il primo degli elementi fondamentali è il Tao; il secondo è il clima; il terzo è il terreno; il quarto è il comando; il quinto è la dottrina.

– (Tao = definito anche la “via diretta”; con questo termine Sun zu, tende ad indicare la forza orale e il prestigio del governo ed, in particolare, di un sovrano.)

 

4.
  Col termine Tao, intendo tutto ciò che induce il popolo ad essere in armonia coi suoi capi, per la vita e per la morte, sfidando anche il pericolo estremo.

 

5.  Col termine clima, intendo l’azione complessiva delle forze naturali: il freddo in inverno, la calura in estate e la necessità di condurre le operazioni in armonia con le stagioni.

 

6.
  Col termine terreno, intendo le distanza, e se il territorio da percorrere è agevole o arduo, se è ampio o ristretto, e le eventualità di sopravvivenza o di morte che offre.

 

7.  Col termine comando, intendo le qualità di saggezza, rettitudine, di umanità, di coraggio e di severità del generale.

 

8.
  Col termine dottrina militare, intendo l’organizzazione e il controllo, la nomina di ufficiali adeguati al grado, ossia la gerarchia, e la gestione dei mezzi di sussistenza necessari all’esercito, ossia la logistica.

 

9. 
 Non può esservi generale, se non conosce i cinque elementi fondamentali. Chi li padroneggia, vince;
 chi non se ne cura, è annientato.

 

10.  
Perciò, prima di attuare qualsiasi piano, prendi in esame i suddetti elementi, soppesandoli molto
attentamente

 

11.  
Per valutare la situazione, sappi rispondere a queste domande: Quale sovrano possiede il maggiore
Tao ? Quale comandante è più abile ? Per quale esercito gli elementi naturali e il terreno 
costituiscono un vantaggio ? Quale esercito è meglio preparato e disciplinato ? Quali sono le truppe
più forti ?

 

12.
  Quale esercito ha gli ufficiali e i soldati meglio addestrati ?

 

13.  
In quale esercito si dispensano ricompense e punizioni con il metodo più illuminato ?

 

14.
  Sapendo ciò, potrai prevedere quale parte sarà vittoriosa e quale sconfitta.

 

15.
  Assicurati i servigi di un generale che sappia applicare integralmente le concezioni strategiche che 
indico, perché quegli ha la vittoria in pugno. Destituisci, invece, il generale che si rifiuta di farlo: sarà 
sicuramente sconfitto.

 

16. 
 Dopo aver analizzato le situazione per rilevarne i vantaggi, il generale deve creare le circostanze che 
contribuiscano a realizzare i suoi obiettivi, schierando le truppe nel modo più opportuno.

 

17.
  Con l’espressione creare le circostanze, intendo che deve agire rapidamente secondo ciò che è 
vantaggioso e assumere il controllo delle operazione militare nel suo insieme, organizzando le giuste 
mosse tattiche.

 

18.
  Fondamentale in tutte le guerre  è  lo stratagemma.

 

19.
  Quindi, se sei capace, fingi incapacità; se sei attivo, fingi inattività.

 

20.
  Se vuoi attaccare in un punto vicino, simula di dover partire per una lunga marcia; se vuoi attaccare
 un punto lontano, simula di essere arrivato presso il tuo obbiettivo.

 

21. 
 Offri al nemico un’esca per attirarlo; fingi disordine fra le truppe, e colpiscilo.

 

22.
  Quando vedi il nemico pronto, preparati contro di lui; ma evitalo, dove è forte.

 

23.  
Irrita il suo generale e disorientalo.

 

24.
  Simula inferiorità e incoraggiane l’arroganza.

 

25.
  Tienilo sotto pressione e logoralo.

 

26.
  Quando il nemico è unito, dividilo.

 

27.  
Il segreto per creare le divisioni interne sta nell’arte di suscitare i seguenti cinque contrasti: dissensi 
tra i cittadini nelle città e nei villaggi; dissensi con gli altri paesi; dissensi all’interno; dissensi che 
hanno per conseguenza la condanna a morte; e dissensi le cui conseguenze sono i premi e le 
ricompense. Queste cinque specie di dissensi non sono che rami di uno stesso tronco.

 

28.  Chiamo dissenso nelle città e nei villaggi quello che ci dà il modo di staccare dal partito che ci è 
nemico gli abitanti sotto il suo dominio, e di farceli amici in modo da potercene servire in caso di 
bisogno

 

29.
  Chiamo dissenso con gli altri paesi quello che ci consente di servirci a nostro profitto degli ufficiali che
 servono nell’esercito nemico.

 

30.
  Per dissensi all’interno intendo quelli che mettono a nostro profitto la mancanza di accordo che può
 esserci tra gli alleati, tra i diversi corpi militari o tra gli ufficiali che servono nell’esercito nemico.

 

31.  
Il dissenso da condanna a morte è quello che per mezzo del quale tentiamo, attraverso dicerie 
tendenziose, di gettare discrediti e sospetti, fino a porre sotto processo dinanzi alla corte del sovrano
 nemico i generali che lo servono.

 

32.  Il dissenso da premio è quello che si ottiene con larghe ricompense elargite a tutti quelli che hanno
 cessato di servire il loro legittimo padrone e sono passati dalla nostra parta sia per combattere e con
 noi, sia per renderci altri servigi non meno essenziali.

 

33.
  Attacca il nemico dove non è preparato, fai sortite con le truppe quando non se l’aspetta.

 

34.
  Queste sono le chiavi strategiche della vittoria. La loro preminenza è indiscutibile.

 

35. 
 Non comunicare a nessuno il tuo schieramento e la strategia che intendi adottare.

 

36.
  Ora, se le valutazioni  fatte dal Consiglio dei Saggi prima dell’inizio delle ostilità indicano vittoria, ciò è
 perché i calcoli hanno dimostrato che la propria forza è superiore a quelle del nemico. Se invece 
indicano sconfitta.  È perché la propria forza è inferiore a quella del nemico.

 

37.
  Solo valutando tutto esattamente si può vincere, con cattive valutazioni si perde. Quanto esigue sono 
le probabilità di vittoria di chi non fa alcun calcolo!  Coi principi che ho elencato, io valuto la situazioni: 
il risultato, allora si definisce da solo.

 

PREPARAZIONE
 E CONDUZIONE DEL CONFLITTO

 

1.
  In genere per le operazioni belliche sono necessari un migliaio di carri da guerra veloci tirati da
 quattro cavalli, un migliaio di carri trasporto coperti e centomila soldati.

 

2. 
 Quando gli approvvigionamenti vengono trasportati per un migliaio di li, le spese in patria e sul campo
 di battaglia, gli stipendi per il mantenimento di consiglieri e visitatori, il costo dei materiali come la
 colla e lacca, quello dei carri e delle armature, raggiungono i mille pezzi d’oro al giorno. Se ne
 disponi, puoi arruolare centomila soldati.
 (- li = unità di misura, utilizzata nell’antica Cina, pari a circa 360 metri. Mille li, equivalgono 360 Km.)

 

3.  Ciò che da valore alla guerra, è la vittoria. Quando la guerra dura troppo a lungo, le armi si spuntano 
e il morale si deprime. Quando le truppe assediano troppo a lungo le città, le loro forze si esauriscono
in fretta.

 

4.
  Quando l’esercito nemico s’impegna troppo a lungo, le risorse dello Stato non saranno più sufficienti.

 

5. 
 Con le armi spuntate, l’ardore spento, la forza esaurita, il denaro volatilizzato, i vicini potranno
 avvantaggiarsi delle tue difficoltà e insorgere contro di te. Anche se hai saggi consiglieri, non
 potranno cambiare la situazione a tuo favore.

 

6.
  Ho visto troppe guerre-lampo condotte male, ma non ho mai saputo di un’operazione militare abile
 protratta  a lungo nel tempo.

 

7.  
Non vi è mai stata una guerra protratta a lungo nel tempo della quale un paese abbia tratto vantaggio.

 

8. 
 Chi non ha conosciuto a fondo i mali di una guerra, non saprà neppure mai valutare correttamente i 
vantaggi che se ne traggono.

 

9.  
Il generale esperto non ha bisogno di una seconda leva di coscritti, né di un secondo invio di 
approvvigionamenti.

 

10.
  Il generale esperto si equipaggia in patria ma si approvvigiona a spese del nemico. Così l’esercito 
non manca mai di cibo

 

11.
  Il trasporto su lunghe distanze degli approvvigionamenti necessari alle operazioni militari, impoverisce 
gli Stati: trasporta lontano carri e salmerie, e ridurrai il popolo in miseria.

 

12.
  Dove si trova un esercito, i prezzi salgono. Dove i prezzi salgono, la ricchezza del popolo si
 esaurisce. Quando la ricchezza si è esaurita i contadini troveranno insopportabile la pressione fiscale.

 

13.
  Col tesoro dissanguato, lo Stato aumenta le tasse. Beni e risorse svaniscono, e il paese è alla fame. I
 contadini perdono i sette decimi dei guadagni, e il governo i sei decimi degli introiti.

 

14.  
Le spese che il governo dovrà sostenere per riparare o sostituire i carri da guerra danneggiati, 
ripristinare i cavalli esausti, le armature, gli elmi, le frecce, le balestre, le lance, gli scudi e le corazze,
 gli animali da tiro e i carri da trasporto, equivalgono al sessanta per cento del totale.

 

15.
  Perciò, un generale esperto e avveduto, farà in modo che le sue truppe consumino cibo strappato al 
nemico, perché uno staio di provviste preso al nemico, ne vale venti dei propri; un cesto di foraggio 
nemico, ne vale cento dei propri.
  – (Commento di Z’ao Z’ao (155-200 d. C. – Generale) : “Per trasportare, si consuma venti volte il
 trasportato”.)

 

16.  
Lanciati sul nemico con ardore.

 

17.  
Saccheggia le risorse del nemico e dividile fra le truppe come giusta ricompensa.

 

18
.  Perciò, quando in un combattimento di carri vengono catturati carri nemici, ricompensa il primo che
 ne cattura dieci.

 

19.
  Sostituisci le bandiere e gli stendardi nemici coi tuoi, poni i carri catturati fra i tuoi, e utilizzali a tuo 
vantaggio.

 

20.
  Tratta bene i prigionieri, e fornisci loro il necessario.

 

21.
  Questo vuol dire “vincere la battaglia e diventare più potenti”.

 

22. 
 L’obbiettivo essenziale della guerra è la vittoria, non le operazioni prolungate.

 

23.  
Per questo, un generale che conosce l’arte della guerra diventa giudice della sorte del suo popolo e 
arbitro dei destini della nazione.

 

PIANIFICAZIONE DELL’ATTACCO

 

Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento, ma bensì sottomettere il nemico senza combattere

 

1.  
In guerra è meglio conquistare uno Stato intatto. Devastarlo significa ottenere un risultato minore.

 

2.
  Catturare intatto un esercito nemico è meglio che sterminarlo. Meglio catturare una divisione intatta 
che distruggerla: meglio catturare un battaglione intatto che distruggerlo: meglio catturare una 
compagnia intatta che distruggerla. Questo è il principio fondamentale dell’Arte della Guerra.

 

3.
  Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza 
bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo.

 

4.  
Il generale esperto attacca la strategia del meno esperto. Questa è la prima cosa da fare.

 

5.
  La seconda cosa da fare, è spezzare le alleanze del nemico.

 

6.  
La terza cosa da fare, è attaccare il suo esercito.

 

7.
  La tattica più rischiosa è assediare le città. Assediale soltanto se non hai altra alternativa.

 

8.  
Per preparare i carri protetti dagli scudi, le armi e l’equipaggiamento, occorrono tre mesi; per erigere i
bastioni di terra davanti alle mura, altri tre mesi.

 

9.
  Se il generale è incapace di controllare la propria impazienza e lancia le truppe all’assalto delle mura
 come uno sciame di formiche, ne farà massacrare un terzo senza prendere la città. Simili attacchi
 sono manifestazioni di stupidità assassina.

 

10.
  Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia,
 prendere le sue città senza assediarle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate.

 

11.  
Il tuo scopo primario deve essere quello di riuscire a prendere Tutto-Sotto-Il-Cielo: così, non dovrai
 mantenere le truppe di occupazione e i tuoi profitti saranno assoluti. Questa è la regola per la
 strategia dell’assedio.

 

12.  
Le regole per impiegare le truppe sono queste: Se sei dieci contro uno, devi accerchiare il nemico.

 

13.
  Se sei cinque volte più forte, attaccalo.

 

14.
  Se la tua forza è il doppio della sua, dividiti.

 

15.
  Quando le forze sono eguali, se puoi impegna il combattimento.

 

16.
  Quando sei inferiore in tutto, se puoi ritirati.

 

17.
  Se sei inferiore in tutto al nemico, devi riuscire a sfuggirgli. Se ti ostini a cercare il combattimento
 sarai fatto prigioniero, perché, per una forza più potente, una forza esigua diventa preda desiderata.

 

18.  
Il generale è considerato il protettore dello Stato. Se la sua protezione si estende su ogni cosa, lo
 Stato sarà sicuramente forte; se difetta, sarà sicuramente debole.

 

19.
  Un sovrano può danneggiare il proprio esercito in tre modi.

 

20.  
Il primo modo è quando, senza conoscere la situazione, ordina alle truppe di avanzare o ritirarsi nelle
 circostanza sbagliate. Questo vuol dire “legare l’esercito”.

 

21.
  Il secondo modo è quando, senza conoscere l’Arte della Guerra, assume il comando dell’esercito. Ciò 
provoca incertezza tra gli ufficiali.

 

22. 
 Il terzo modo è quando, pur senza conoscere l’arte delle manovre, dirige le operazioni militari. Ciò 
determina incertezza fra le truppe.

 

23.
  Se l’esercito è disunito e confuso, i sovrani vicini avranno terreno facile per creare turbamenti. Questo
 è il senso detto: “Un esercito indisciplinato ne conduce alla vittoria un altro”.

 

24.  
Ci sono cinque circostanze nelle quali la vittoria può essere prevista.

 

25.
  Chi è in grado di distinguere quando è il momento di dare battaglia, e quando non lo è, riuscirà vittorioso.

 

26.
  Chi è in grado di stabilire quando deve usare forze minori, e quando maggiori, riuscirà vittorioso.

 

27.
  Chi ha creato un esercito compatto, con ufficiali e soldati che combattono uniti per un unico fine, sarà
 vittorioso.

 

28.
  Chi è prudente e preparato, e resta in attesa delle mosse del nemico temerario e impreparato, sarà
 vittorioso.

 

29.
  Chi dispone di generali esperti non vincolati da funzionari di corte, sarà vittorioso.

 

30.  
I cinque punti che ho descritto individuano la strada della vittoria.

 

31.
  Perciò dico: “Conosci il nemico come conosci te stesso. Se farai così, anche in mezzo a cento battaglie 
non ti troverai mai in pericolo”.

 

32.
  Se non conosci il nemico, ma conosci soltanto te stesso, le tue possibilità di vittoria saranno pari alle 
tue possibilità di sconfitta.

 

33.
  Se non conosci te stesso, né conosci il tuo nemico, sii certo che ogni battaglia sarà per te fonte di
 pericolo gravissimo.

 

DISPOSIZIONI E SCHIERAMENTO


 

La vittoria è prevedibile, ma non sicuramente attuabile. L’invincibilità sta nel sapersi difendere, e la possibilità di vincere sta nel saper attaccare

 

1.
  Un tempo i generali esperti, prima d’ogni cosa cercavano di rendersi invincibili, poi aspettavano il 
momento in cui il nemico era vulnerabile.

 

2.  
L’invincibilità, dipende soltanto da noi stessi; la vulnerabilità del nemico dipende soltanto da lui.

 

3.  
Ne consegue che in una guerra un abile generale può rendersi invincibile, pur se non può indurre un
 nemico a diventare vulnerabile.

 

4.  
Per questo si dice che chi conosce l’Arte della Guerra può prevedere la vittoria, ma non determinarla.

 

5.  
L’invincibilità dipende dalla difesa; la possibilità di vittoria, dall’attacco.

 

6.  Ci si deve difendere quando le nostre forze sono inferiori; si deve attaccare quando le nostre forze 
sono molto superiori.

 

7.
  Gli esperti nell’arte della difesa si nascondono come se fossero sotto i nove strati della terra; gli 
esperti nell’arte dell’attacco si muovono come se fossero in cielo. In questo modo riescono a 
proteggere se stessi e ottengono una completa vittoria.
 – (“nove strati della terra” = riferimento a montagne, colline e fiumi.
)

 

8.  
Prevedere una vittoria evidente, come chiunque può prevederla, non è vera abilità.

 

9.  

Chi riporta la vittoria in battaglia è riconosciuto da tutti come un generale esperto, ma non è questa la 
vera abilità. Strappare la pelle d’autunno non richiede forza; distinguere fra il sole e la luna non è
 difficile per gli occhi; sentire il rumore del tuono non è prova di orecchie fini.
 – (“pelle d’autunno”= riferimento alla pelle del coniglio, che in autunno, ha un manto molto leggero.)

 

10.  
I generali d’un tempo, vincevano rendendo facile vincere.

 

11.  
Perciò, le vittorie ottenute dai maestri nell’Arte della Guerra non si distinguono né per l’uso della forza,
 né per l’audacia.

 

12.  
I loro successi in guerra non dipendono dalla fortuna. Perché per vincere basta non commettere
 errori. “Non commettere errori”, vuol dire porsi in condizione di vincere con certezza: in questo modo,
 si sottomette un nemico già vinto.

 

13. 
 Perciò, il generale esperto crea situazioni grazie alle quali non potrà essere battuto, e non si lascia
 sfuggire alcuna occasione di porre in condizioni di inferiorità il nemico.

 

14.  
in tal modo, un esercito vittorioso prima vince, poi dà battaglia; un esercito destinato alla sconfitta 
prima dà battaglia, poi spera di vincere.

 

15.
  Chi è esperto nell’Arte della Guerra coltiva il Tao, segue le sue regole ed elabora strategie vittoriose.
 Così domina sulla confusione.

 

16.  
Ricorda, gli elementi della strategia militare sono cinque: primo, misurazione dello spazio; secondo,
valutazione della quantità; terzo, calcolo; quarto, confronto; e quinto, probabilità di vittoria.

 

17.  
Le misurazioni dello spazio si deducono dal territorio.

 

18. 
 Le valutazioni della quantità si deducono dalle misurazioni, i calcoli della quantità, i confronti dai
 calcoli, e la probabilità di vittoria dai confronti.

 

19.  
In tal modo, un esercito vittorioso stabilisce un rapporto di cento contro uno, e un esercito sconfitto
 quello di uno contro cento.

 

20.
  Schierando abilmente le truppe, un generale vittorioso è capace di far combattere il proprio popolo
 come l’acqua racchiusa in un serbatoio montano che, rilasciata di colpo, si riversa verso il basso.

 

FORZA

 

In ogni  conflitto, le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria

 

1.
  Gestire molti è come gestire pochi: basta curare l’organizzazione.

 

2.
  Controllare molti è come controllare pochi.  È solo una questione di addestramento e di segnalazioni.

 

3.  
Attaccare il nemico senza essere sconfitti dipende dall’impiego corretto delle forze frontali e di quelle 
laterali. 
- (“forze frontali” = unità impegnate in un normale attacco.
- “forze laterali” = unità che trovano diverso impiego:  movimenti diversivi, attacco di sorpresa ai
fianchi, attacchi laterali).

 

4.  
Lancia le truppe contro il nemico, per schiacciarlo come una pietra può schiacciare le uova: una forza 
possente scagliata contro il nulla. 
- (“nulla” = punto più debole.)

 

5.
  Si attacca con la forza frontale, ma si vince con quelle laterali.

 

6.  
Le possibilità di chi sa impiegare abilmente le forza laterali sono vaste e infinite come il cielo e la 
terra, inesauribili come le acque di grandi fiumi.

 

7.  
Esse finiscono e ricominciano di nuovo, come il movimento del sole e della luna. Muoiono e
rinascono, come le stagioni.

 

8.  
Le note musicale non sono che cinque, ma le loro melodie sono così numerose che nessuno può dire
di averle udite tutte.

 

9.  
I colori fondamentali non sono che cinque, ma le loro combinazioni sono così tante che nessuno può 
immaginarle tutte.

 

10.
  Cinque soltanto sono i sapori, ma le loro mescolanze sono così varie che nessuno può dire di averle
 gustate tutte.

 

11.  
Le azioni d’attacco in battaglia sono soltanto due: l’attacco frontale ordinario e quello laterale di 
sorpresa, ma le loro combinazioni sono infinite e nessuno può dire di conoscerle tutte.

 

12.
  Queste due forze si riproducono reciprocamente, e le loro interazioni sono infinite, come gli anelli
 concatenati. Chi può stabilire dove comincia l’una e l’altra finisce ?

 

13.  
L’acqua torrenziale scorrendo svella le rocce, grazie alla sua velocità.

 

14.  
Il falco in picchiata spezza in due il corpo della preda, perché colpisce con precisione.

 

15.  
Così la velocità di chi è abile nell’Arte della Guerra è fulminea, e il suo attacco è assolutamente 
preciso.

 

16.  
La sua forza è quella della balestra tesa al massimo, il suo tempismo come lo scatto del grilletto.

 

17.
  Tumulto e fragore; la battaglia sembra caotica, ma non c’è disordine; le truppe che manovrano
  ordinatamente, non possono essere vinte.

 

18.  
Ciò che sembra confusione, in realtà è ordine; ciò che sembra viltà è coraggio; la debolezza è forza.
( Commento di Tu Mu (803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario della Core Imperiale) : “Vuol dire
 che, se uno intende simulare disordine per ingannare il nemico, deve in realtà essere molto ben
 disciplinato; soltanto così può fingere confusione. Chi desidera apparire debole per rendere il nemico
 audace e imprudente, deve essere in realtà fortissimo; soltanto così può simulare debolezza. Se si 
vuol fingere vigliaccheria, per indurre il nemico ad avanzare con vana baldanza, si deve essere molto 
coraggiosi: soltanto così si può simulare timore.”

 

19.
  Ordine e disordine dipendono dall’organizzazione; coraggio e viltà dalle circostanza; forza e 
debolezza dallo schieramento.

 

20.
  Il generale esperto induce il nemico a muoversi, e ad assumere un certo schieramento. Lo adesca
 con qualcosa che il nemico è sicuro di prendere e, attirandolo, con l’illusione di un piccolo vantaggio,
 lo aspetta in forze.

 

21.
  È per questo che il generale esperto prepara la vittoria studiando la situazione.  Non si affida ai
 
subordinati.

 

22.  
Egli sceglie i suoi uomini e definisce i loro compiti.

 

23.
  Chi sa valutare la situazione, adopera i propri uomini in battaglia come se fossero tronchi o pietre, da
 far rotolare. Per loro natura, tronchi e pietre, sono statici sul terreno piano, ma si muovono su un 
terreno inclinato. Se hanno forma squadrata rimangono immobili, se rotonda, rotolano.

 

24.  
Così, il potenziale delle truppe abilmente comandate in battaglia può essere paragonato a questi 
massi rotondi, che rotolano giù dalla sommità delle montagne.  Questa è la forza.

 

FORZE
 VUOTI E PIENI

 

1.  
Di solito, chi ha occupato per primo il campo di battaglia e attende il nemico, è riposato; chi invece
 arriva più tardi e si impegna all’ultimo momento nella battaglia, è affaticato.

 

2.  
Per questo il generale esperto non va, ma fa in modo che sia il nemico a venire: non si lascia
 condurre da lui.

 

3.
  Per indurre il nemico a muovere, gli si deve prospettare un vantaggio. Per scoraggialo, fargli temere
 un danno.

 

4.
  Quando il nemico è riposato, devi essere in grado di stancarlo; quando è ben nutrito, di farlo morire di
 fame; quando è rilassato, di indurlo a muoversi.

 

5.
  Appari in luoghi dove sarà obbligato ad affaticarsi per raggiungerti in fretta; dirigiti rapidamente dove
 
non se lo aspetta.

 

6.
  Puoi marciare anche per mille li senza stancarti, se ti muovi dove il nemico non c’è.

 

7.
  Per essere certo di conquistare la zona dove hai impegnato battaglia, attacca un punto che il nemico 
non difende. Per essere certo di tenere ciò che difendi, attestati dove il nemico non può attaccare.

 

8.  
L’attacco migliore è quello che non fa capire dove difendersi. La difesa migliore è quella che non fa
 capire dove attaccare.

 

9.
  Muoviti  con rapidità senza lasciare traccia, quasi fossi evanescente, meravigliosamente misterioso, 
impercettibile: sarai padrone del destino del nemico.

 

10.  
L’avanzata inarrestabile si getta nei varchi del nemico. La ritirata inafferrabile è data dalla massima
 velocità.

 

11.
  Se voglio ingaggiare battaglia contro un nemico  saldo in difesa dietro alte mura e profondi fossati, attacco un obbiettivo che di sicuro dovrà difendere: così, non potrà evitare di uscire per muovere al
 contrattacco.

 

12.
  Se invece voglio evitare di ingaggiare battaglia, inganno il nemico con fattori di diversione. Così non
 muoverà contro di me, neppure se gli indicassi la strada disegnata sul terreno.

 

13.  
Induci il nemico a schierarsi, ma nello stesso tempo tieni l’esercito unito; così le forze saranno
 concentrate e le sue divise.

 

14.

  Se concentro la mia forza, mentre il nemico la divide in dieci, posso usare tutta la mia forza per 
attaccare soltanto una parte della sua. In questo modo, gli sarò sempre superiore di dieci contro uno.

 

15.
  Avendo più uomini per sconfiggere chi è in inferiorità numerica, potrò ridurre il numero di soldati da
 mandare in battaglia.

 

16.
  Se il nemico non sa dove attaccherai, dovrà  prepararsi ponendo piccoli presidi dappertutto. E
 poiché i presidi sono isolati, ti basteranno poche truppe.

 

17.
  Un fronte forte significa una retroguardia debole, una retroguardia debole significa che il fronte è più
 vulnerabile. Essere forti a sinistra significa essere attaccabili a destra, rafforzarsi a destra significa
rimanere scarsi a sinistra. Se poi ci si divide dappertutto si sarà deboli dappertutto.

 

18.
  Chi ha poche truppe, è obbligato a grandi preparativi di difesa; chi ha un forte esercito, costringe il
 nemico a prepararsi contro di lui.

 

19.
  Se sai il luogo e il momento della battaglia, le tue truppe potranno marciare anche per mille li, ma si 
incontreranno sul punto di raduno. Se non sai né il luogo né il giorno della battaglia, sappi che la tua
 ala sinistra non sarà in grado di aiutare l’ala destra, né la destra la sinistra; l’avanguardia non sarà in
 grado di sostenere le retrovie, né le retrovie di sostenere l’avanguardia, anche nel breve spazio di
 poche decine di li.

 

20.
  Sebbene io sappia che le truppe di Yueh sono molto numerose, dubito che questa superiorità sia di
 effettivo vantaggio rispetto al risultato. Il numero non dà vittoria certa.

 

21.
  Per questo affermo che la vittoria deve essere creata.

 

22.
  Se il nemico prevale numericamente, devo evitare di impegnarlo.

 

23.
  Perciò, cerca di anticipare i piani del nemico, e individua i suoi punti forti e deboli: potrai decidere
quale strategia usare per avere successo, e quale no.

 

24.
  Disturbalo con azioni improvvise, spingilo a muoversi e studia il tipo di azione che adotta per
fronteggiarti. Intanto, tieni a riposo il grosso delle truppe.

 

25.
  Individua le sue posizioni: così conoscerai il terreno della vita e della morte 
- (“il terreno della vita e della morte” = campo di battaglia.)

 

26.
  Compi azioni limitate, e individua i punti in cui è più scarso, il suo pieno e il suo vuoto.

 

27.
  La tua formazione sia senza forma. In questo modo anche le spie più abili non avranno nulla da
scoprire, né un esperto potrà elaborare una strategia efficace contro di te.

 

28.  
La forma che vince i molti, non appare ai molti.  Dopo la vittoria, la mia forma sarà palese a tutti. Prima
  della vittoria, nessuno sa la forma che impiegherò.

 

29.
  Perciò, la forma che fa conseguire la vittoria non è ben definita, ma muta ogni volta.

 

30.
  Ricorda, un esercito può essere paragonato a un fiume, perché proprio come il fiume evita le alture e 
si precipita nella vallata, altrettanto devono fare le truppe: scansare il pieno e colpire il vuoto.

 

31.
  Come la conformazione del terreno determina il corso del fiume, così il nemico determina la vittoria.

 

32.
  Come il fiume non ha corso costante, così la forza non ha forma costante.

 

33.
  Perciò, chi è capace di conseguire la vittoria adattando la sua tattica in base alla situazione del
nemico, quegli può dire di possedere un’abilità superiore.

 

34.
  Dei cinque elementi, nessuno è predominante; delle quattro stagioni, nessuna dura in eterno; delle
 giornate, alcune sono lunghe e altre corte; e la luna, prima cresce e poi cala.

 

SCONTRO


 

1.
  Quando un esercito scende in campo, di norma dapprima il generale riceve gli ordini dal sovrano, poi
 mobilità il popolo e raduna le truppe. Si adopera per amalgamare le truppe, poi stabilisce
l’accampamento.

 

2.
  Nessuna arte è più difficile dello scontro sul campo.

 

3.
  La difficoltà principale sta nel rendere vicino ciò che è lontano, e convertire gli ostacoli in vantaggi.

 

4.
  Disorienta il nemico attirandolo con un’esca, e allungargli la strada. Così potrai partire dopo ma
arrivare prima. Questa è la strategia che fa vicino il lontano.

 

5.
  Ricorda: lo scontro armato presenta vantaggi e svantaggi.

 

6.
 
 Chi, in vista di un vantaggio, fa muovere l’intero esercito, perderà di vista il vantaggio.

 

7.
  Chi affronta lo scontro con sole truppe leggere, perderà per mancanza di mezzi.

 

8.
  Se raduni le truppe e parti in velocità con poco equipaggiamento, senza fermarti né di giorno né di
notte, e avanzi a marce forzate per una distanza di cento li, i tuoi tre comandanti saranno fatti
prigionieri perché le truppe più forti arriveranno prima, mentre le più deboli giungeranno in ritardo. Un
decimo solamente dell’esercito arriverà.

 

9.
  In una marcia forzata di cinquanta li, il comandante dell’avanguardia cascherà a terra morto o
esausto. Con questo metodo, solo metà dell’esercito arriverà a destinazione. In una marcia forzata di
trenta li, arriveranno solamente i due terzi.

 

10.
  Un esercito che manchi di equipaggiamento, di cibo e di denaro, sarà perduto.

 

11.
  Chi non conosce la strategia del nemico, non potrà concentrarsi con gli alleati.

 

12.
  Chi non conosce le montagne, le foreste, le gole più propizie agli agguati, l’estensione delle paludi
 piene d’acqua e di quelle piene di melma, non può dirigere la marcia di un esercito.

 

13.
  Utilizza quindi guide esperte dei luoghi, per usufruire dei vantaggi offerti dal terreno.

 

14.
  Ricorda, la guerra si fonda sull’inganno. Il movimento si fonda sui vantaggi che ne vuoi conseguire.
 La divisione e riunione delle tue truppe si fonda sulla situazione che vuoi determinare.

 

15.
  Quando muovi, sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile 
come la montagna.
 – (Commento di Li Ci’uan (618 (???)-907 (???) d. C. – Esperto di arti marziali e filosofo Taoista) :
”Quando soffia, il vento non lascia traccia, e muta direzione inaspettatamente. La maestosità della
foresta è data dall’ordine. Il fuoco è avido perché dietro di sé non lascia un filo d’erba. Quando prendi
posizione, sii fermo come la montagna.”
)

 

16.  
Imperscrutabile come la nebbia, subitaneo come il tuono.

 

17.
  Ricorda che se ti dai al saccheggio, dividi le tue forze: ma se conquisti, dividi il bottino.

 

18.
  Valuta bene la situazione prima di muoverti.

 

19.  
Chi conosce l’arte di colpire al fronte e ai fianchi, avrà la vittoria. Questo è il fondamento dello scontro 
armato.

 

20.
  Il libro dell’Amministrazione Militare, dice: la voce non viene udita in battaglia: usa tamburi e gong.
 L’occhio non discerne: usa bandiere e stendardi.

 

21.
  Gong e tamburi, bandiere e stendardi si usano per focalizzare l’attenzione: se le truppe sono
compatte, il valoroso non può farsi avanti da solo, il codardo non può tirarsi indietro da solo. Questa è 
l’arte di armonizzare i soldati.

 

22.
  Nei combattimenti notturni, utilizza torce e tamburi.  Di giorno, utilizza stendardi e bandiere. In questo
 modo, sari padrone della vista e dell’udito delle truppe.

 

23.  
Ricorda, un esercito può essere derubato del suo ardore, un generale spogliato del suo senno.

 

24.
  Al mattino presto, il morale è più alto. Durante il giorno s’abbassa.  A sera i pensieri volano a casa.

 

25.
  Perciò, chi è esperto nell’Arte della Guerra, evita il nemico quando sa che il uso morale è alto, e
l’attacca quando sa che il suo morale è basso, o quando i suoi soldati hanno nostalgia di casa.
Questo significa avere il controllo del fattore morale.

 

26.
  Con ordine, affronta il disordine; con calma, l’irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore.

 

27.
  Solamente attestato sul tuo terreno, attendi il nemico. Attendi in riposo il nemico esausto; ben nutrito, 
il nemico affamato. Questo significa avere il controllo della forza.

 

28.
  Non ingaggiare battaglia con un nemico che avanza coi vessilli bene allineati, non attaccare
formazioni imponenti.  Questo significa avere il controllo delle diverse circostanze.

 

29.
  Non affrontare un nemico attestato più in alto di te. Se ha una collina alle spalle, non contrapporti a 
lui.

 

30.
  Quando finge di fuggire, non inseguirlo.

 

31.
  Non attaccare le sue truppe scelte.

 

32.
  Evita di abboccare alle sue esche.

 

33.
  Non opporti al nemico che rientra a casa.

 

34.
  Al nemico accerchiato, lascia una via di fuga.
 – (Commento di Tu Mu (803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario della Core Imperiale) : “Mostragli
 che ha una possibilità di salvarsi, e fagli balenare l’idea che esiste un’alternativa alla morte. Dopo di
che, colpiscilo.”

 

35.
  Non incalzare un nemico agli stremi.

 

36.
  Queste sono le regole dello scontro armato.

 

VARIABILI


 

1.
  Solitamente, il generale riceve mandato dal sovrano di mobilitare il popolo e adunare l’esercito. Ci
sono nove fattori che variano a seconda delle circostanze. Sono questi.

 

2.
  Il primo è: non attestarti su un terreno, se è difficile.

 

3.
  Il secondo è: su un terreno dove è facile stabilire collegamenti, stringi alleanze coi confinanti.

 

4.
  Il terzo è: su un terreno aperto, non attardarti.

 

5.

  Il quarto è: su un terreno chiuso, abbi molte risorse.
- (“terreno chiuso” = circondato da montagne.)

 

6.  Il quinto è: sul terreno della morte, combatti.

 

7.  
Il sesto è: ci sono strade che non si devono seguire. Il settimo è: ci sono eserciti che non si devono
 attaccare. L’ottavo è: ci sono città che non bisogna assediare e territori che non si devono disputare.

 

8.
  Il nono è: possono presentarsi circostanze in cui gli ordini del sovrano non devono essere obbediti.

 

9.  
Un generale che ha conoscenza approfondita dei vantaggi offerti dai nove fattori variabili, è esperto
 nell’Arte della Guerra.

 

10.
  Il generale che non ha chiari i vantaggi che po’ trarre dai nove fattori variabili, non sarà in grado di
 utilizzare il terreno a proprio vantaggio, anche se lo conosce bene.

 

11.  Nelle campagne militari, chi non capisce la tattica basata sui nove fattori variabili, non sarà neppure capace di utilizzare al meglio le sue truppe, anche se capisce bene le “cinque variazioni”.

(Semplificazione del Commento di Cia lin (618-907 d.C.) alla spiegazione sulle “cinque variazioni”:

A) Una strada breve, se si pensa porti ad un’imboscata, non deve essere percorsa.


B) Un esercito nemico che si trovi in una situazione talmente disperata da costringere i soldati da
combattere fino alla morte, non deve essere attaccato.
 


C) Una città, anche se isolata e suscettibile di assedio, se è ben fornita di provviste, difesa da truppe
scelte, comandata da un’abile generale, con ministri intelligenti e fedeli, in grado di ideare piani che la
rendano impenetrabile, non deve essere assediata.


D) Un territorio che si può conquistare, ma che è difficile da difendere o che si ritiene non si possa
trarre grande vantaggio da esso, non vale la pena di una guerra.


E) Anche se si deve sempre obbedire al Sovrano, quando si ritiene che suoi ordini possano portare a
grandi ingerenze nella condotta di una guerra, non si devono eseguire i suoi ordini)


 

12.  
Per queste ragioni il generale esperto deve considerare nelle sue decisioni le circostanze favorevoli
 insieme con quelle sfavorevoli.

 

13.
  Analizzare i vantaggi serve a elaborare i piani. Analizzare gli svantaggi serve a evitare i danni.

 

14.
  Il timore di un danno frena. L’azione logora.  La prospettiva di un vantaggio incita.

 

15.
  Per confondere i nemici, poni in atto azioni di disturbo.

 

16.
  Il generale esperto logora il nemico tenendolo costantemente sotto pressione. Lo fa correre
dappertutto adescandolo con vantaggi illusori.

 

17.  
Non illuderti che il nemico possa non venire, ma tieniti sempre pronto ad affrontarlo. Non illuderti che 
il nemico non ti attacchi, ma fai piuttosto in modo di renderti inattaccabile. È una regola fondamentale
 dell’Arte della Guerra.

 

18.

  Cinque qualità pericolose possono riscontrarsi nel carattere di un generale. Sono queste:

 

19.
  Se è troppo temerario, può venire ucciso.

 

20.
  Se tiene troppo alla vita, sarà fatto sicuramente prigioniero.

 

21.
  Se è iroso, cede alle provocazioni

 

22.
  Se tiene tropo al proprio decoro,  è sensibile alle calunnie.

 

23.
  Se è di natura compassionevole, puoi farlo vivere nel tormento.

 

24.
  Questi cinque tratti caratteriali per un generale sono difetti.  Per le operazioni militare sono catastrofi.

 

25.
  La rovina dell’esercito e la morte del generale stesso sono il risultato di tali difetti.  Pensaci bene.

 

SPOSTAMENTI


 

1.
  Quando prendi posizione e studi il nemico, chiudi i passi fra le montagne e occupa le valli.

 

2.
  Accampati in un terreno sopraelevato, sul versante del sole, dal lato dove più fitte nascono le piante.

 

3.  
Impegna il combattimento in discesa;  non attaccare mai in salita.

 

4.
  Questo si deve fare nello scontro sulle montagne.

 

5.  
Se fra te e il nemico c’è un fiume, non rimanergli vicino. Lo scontro non deve avvenire in acqua.

 

6.
  Sarà più vantaggioso per te se lascerai attraversare metà delle sue forze e poi attaccherai.

 

7.  
Non affrontare il nemico vicino al fiume. Prendi posizione su un terreno elevato, dalla parte del sole.
Non prendere mai posizione a valle delle corrente.

 

8.
  Questo si deve fare nello scontro su terreni presso un fiume.

 

9.
  Attraversa rapidamente i terreni allagati. Non attardarti. Se incontri il nemico in mezzo a un terreno
 allagato, attestati su un suolo solido, con vegetazione. Abbi gli alberi sempre alle spalle.

 

10.
  Questo si deve fare nello scontro su terreni allagati.

 

11.
  Sull’altopiano, occupa una posizione in cui tu possa manovrare facilmente. Abbi le alture alla tua
destra e il campo di battaglia di fronte: davanti a te c’è la morte, dietro la vita.
- “Abbi le alture alla tua destra e il campo di battaglia di fronte” – (a quell’epoca, il lato destro di un
 esercito era il più vulnerabile alle frecce, dato che lo scudo si portava con la sinistra.)

 

12.
  Questo si deve fare nello scontro sull’altopiano.

 

13.
  In genere, tali regole portano vantaggio se seguite nelle quattro situazioni citate. Utilizzandole,
l’imperatore Giallo vinse quattro sovrani.
 – (Commento di Ciang Yu (960 – 1079 (???) d.C. Letterato): “L’imperatore Giallo fu il primo a scrivere
 di arte militare: per questo Sun Zu lo ricorda.”
)

 

14.
  Gli eserciti preferiscono i terreni sopraelevati a quelli in basso; amano la luce del sole, e non
apprezzano l’ombra. Tale regola è sempre valida.

 

15.  
Nell’occupare una posizione salda, il generale esperto ha cura della salute delle sue truppe. Un
esercito senza malattie è invincibile. Così si dice.

 

16.
  Nelle vicinanze di terrapieni o colline o dighe o argini, devi sempre attestarti sul lato soleggiato,
avendoli a destra e un po’ indietro.

 

17.
  Queste regole per sfruttare la natura del terreno pongono il tuo esercito in vantaggio.

 

18.
  Quando la pioggia cade a monte del fiume, e le acque scendono spumeggiando, chi desidera
passare a guado deve aspettare che le acque si abbassino.

 

19.
  Dove ci sono ostacoli naturali come torrenti impetuosi, avvallamenti, trappole, strapiombi, strettoie e 
gole, escine subito. Non attardarti.

 

20.
  Tieniti lontano da tutti questi luoghi, ma attiraci il nemico. Abbili di fronte, e il nemico li abbia alle
spalle.

 

21.
  Quando ai fianchi dell’esercito vi sono strettoie pericolose, o stagni coperti di erbe acquatiche dai
quali spuntano canne e giunchi, o foreste dal sottobosco spesso e intricato, devi esplorare il terreno
con precauzione, perché è in luoghi del genere che si tendono imboscate e si annidano spie.

 

22.
  Se il nemico è vicino e non muove, e tu sei in posizione sottostante, significa che dispone di una
posizione favorevole. Se è lontano e ti incita al combattimento, vuole attirarti in una trappola. Se si
trova su un terreno più facile e si fa vedere, significa che occupa una posizione che offre un palese
vantaggio.

 

23.  Se 
i rami degli alberi si muovono: significa che il nemico sta avanzando.

 

24.
  Se nel sottobosco trovi numerose postazioni, ricorda che sono lì per ingannarti.

 

25.  
Uccelli che volano via in fretta segnalano che il nemico ti sta tendendo un’imboscata.  Animali selvatici
chi fuggono spaventati segnalano che il nemico sta cercando di assalirti di sorpresa.

 

26.
  Colone di polvere, che si alzano verso il cielo, indicano l’avvicinarsi dei carri nemici. Quando invece
 la polvere si allarga in una nube orizzontale, indica che il nemico sta cercando di assalirti di sorpresa.

 

27.
  Polvere che si alza in punti diversi: vuol dire che il nemico sta raccogliendo legna per fare fuoco.
Tante piccole nuvole di polvere sparse: vuol dire che il nemico si sta accampando.

 

28.  
Il nemico che invia ambasciatori a trattare con umiltà, mentre continua i preparativi di guerra, sta per 
attaccare.

 

29.
  Se gli ambasciatori sono falsi e arroganti, e il nemico fa le mostre di avanzare, vuol dire che prepara
la ritirata.

 

30.
  Se gli ambasciatori vengono a fare discorsi concilianti, il nemico desidera una tregua.

 

31.
  Se gli ambasciatori, senza accordo preventivo, offrono la pace, il nemico sta tramando un complotto.

 

32.  
I carri leggeri escono per primi e prendono posizione sui fianchi: vuol dire che il nemico si sta
preparando ad attaccare.

 

33.
  Le truppe del nemico marciano schierate e i carri avanzano come in parata:  sta aspettando rinforzi.

 

34.  
Metà delle forze del nemico avanza e metà indietreggia:  sta cercando di attirarti in un tranello.

 

35.  
I suoi uomini, in piedi, si appoggiano alle armi: è segno che sono affamati.

 

36.  
I portatori d’acqua devono per primi: è segno che le sue truppe soffrono la sete.

 

37.
  Quando il nemico vede una posizione vantaggiosa, ma non avanza per farla sua, vuol dire che è
stremato.

 

38.
  Quando si vedono uccelli raggrupparsi sul luogo dove è accampato il nemico, vuol dire che
l’accampamento è vuoto.

 

39.
  Quando il nemico è rumoroso anche di notte, vuol dire che il nemico è spaventato.

 

40.
  Quando le sue truppe non sono schierate in ordine, vuol dire che il generale non ha autorevolezza.

 

41.
  Quando le sue bandiere e i suoi stendardi si agitano di continuo, vuol dire che il nemico è in
scompiglio.

 

42.
  Se gli ufficiali sono irritabili, significa che sono sfiniti.

 

43.
  Il nemico abbatte i cavalli e ne dà la carne ai soldati come rancio: ha esaurito i vettovagliamenti. Le sue truppe non appendono più le pentole sul fuoco né ritornano agli acquartieramenti: si prepara
un’azione disperata.

 

44.
  I soldati mormorano, trascurano le consegne, parlottano fra loro: la fiducia nel generale è venuta a 
mancare.

 

45.
  Ricompense troppo frequenti: il generale ha esaurito tutte le sue risorse.  Punizioni troppo frequenti: il
 generale è in estreme difficoltà.
  Per quello che riguarda le punizioni corporali, all’epoca, si ricorreva, a seconda dell’entità
 dell’infrazione, a quelle che erano definite le “cinque mutilazioni punitive”.

Cinque diversi gradi di
punizione :

1) Sfregiatura del viso mediante marchi infuocati che identificava la colpa commessa;

2) Taglio del naso;

3) Taglio dei piedi (o solo delle dita);

4) Castrazione per gli uomini, e reclusione a vita per le donne;

5) MORTE. Questa pena poteva essere eseguita tramite ::
a) Decapitazione;
 b) Squartamento con i carri;
 c) Bollitura;
 d) Messa in salamoia;
 e) Ecc… .

 

46.
  Gli ufficiali che maltrattano gli uomini, ma poi ne hanno paura, sono incapaci di mantenere la
disciplina.

 

47.
  Se l’esercito nemico ti fronteggia bellicoso, ma non ingaggia battaglia, né se ne va, sarà bene che tu
 stia in guardia e analizzi a fondo la situazione.

 

48.
  In guerra, disporre unicamente di un esercito numeroso non rappresenta di per sé un vantaggio.
  Ricordati di non agire mai facendo affidamento soltanto sulla semplice forza del numero.

 

49.  
Per sottomettere un nemico, devi valutare te stesso, valutare lui, e ottenere il sostegno del popolo.
 Questo è tutto.

 

50.  
Chi, senza sostegno e senza strategia, attacca un nemico sottovalutandone la forza, sarà
sicuramente fatto prigioniero.

 

51.
  Non devi punire le truppe prima di averne conquistato la lealtà: non ti ubbidiranno più. E le truppe
indisciplinate sono difficili da utilizzare.

 

52.
  Se le truppe sono leali, ma non vengono punite quando è giusto, ugualmente non potrai utilizzarle.

 

53.
  Ammaestra le truppe con competenza e giustizia, e compattale con le virtù marziali: ti avvicinerai alla
 vittoria.

 

54.
  La disciplina si ottiene con l’addestramento. Truppe bene addestrate ti saranno obbedienti; in caso 
contrario, non eseguiranno i tuoi ordini.

 

55.
  Quando i comandanti ispirano fiducia e vengono osservati,  i rapporti tra generale ed esercito possono
 dirsi soddisfacenti.

 

56.  
I comandanti che rispondono al bene del popolo sono eseguiti;  quelli che non rispondono al bene del
 popolo sono ignorati.  Quando c’è armonia fra governanti e sudditi i comandi sono accolti con
 soddisfazione.

 

TERRENO


 

1.
 In conformità alla loro natura, i diversi terreni possono essere: accessibili, a trappola, non risolutivi,
limitati, accidentati, aperti.

 

2.
  Un terreno che può essere attraversato in ogni parte con pari facilità, è accessibile.  In questo terreno, 
attestati per primo su posizioni elevate e soleggiate, comode anche per il trasporto delle salmerie:
 sarai avvantaggiato.

 

3.
  Un terreno in cui si entra con facilità, ma si esce con difficoltà, è a trappola.  Per sua natura agevola
 l’attacco a un nemico impreparato: ma se il nemico è pronto e tu non lo vinci, ti sarà difficile tornare
 indietro. E questo è lo svantaggio.

 

4.  
Un terreno sul quale avanzi con difficoltà sia tu che il nemico, è non risolutivo.   Su tale terreno, anche
 se il nemico ti offre un vantaggio, non avanzare.  Invece, indietreggia e induci metà delle forze
nemiche a venire avanti.  Poi vai all’attacco, e vincerai.

 

5.
  Un terreno circondato da ostacoli naturali, come montagne, è limitato.  Quando occupi per primo un
 terreno limitato, bloccane i passi e poi attendi il nemico.   Se invece il nemico l’ ha occupato per primo
 e ne ha bloccato le strade, non seguirlo.  Solo se il nemico non ha già bloccato tutte le strade, puoi
 seguirlo.

 

6.
  Un terreno pieno di alture e di difficile transitabilità è accidentato. Se lo occupi per primo, attestati su
un’altura soleggiata, e aspetta il nemico. Se invece è il nemico che si è attestato su un simile terreno, 
non attaccare. Ritiratiti e invoglialo a seguirti.

 

7.
  Un terreno sul quale la forza dell’attacco è pari per noi e per il nemico è aperto. Su questo terreno
sfidare al combattimento è rischioso e combattere non è vantaggioso.

 

8.
  Quelle elencate sono le regole riguardanti i sei diversi tipi di terreno. È responsabilità massima del
generale conoscere a fondo il terreno, che deve studiare con la maggior cura possibile.

 

9.
  Sei comportamenti delle truppe che non possono essere attribuiti a cause naturali: ammucchiarsi, esitare,
 disunirsi, disperdersi, essere nel caos, essere sconfitte.  Questi comportamenti dipendono da errori
 del generale.

 

10.
  Se lo slancio è paro, ma gli uomini sono impiegati in ragione di dieci contro uno, le truppe sono
ammassate.

 

11.
  Se le truppe sono forti ma gli ufficiali sono deboli, l’esercito è esitante.

 

12.
  Quando gli ufficiali sono forti ma le truppe sono deboli, l’esercito si disunisce.

 

13.
  Quando gli ufficiali superiore si dimostrano troppo irruenti, incapaci di controllarsi, e affrontano il
nemico gettandosi nella mischia senza valutare l’opportunità di impegnare battaglia, e i generali non
sanno decidere, l’esercito si disperde.

 

14.
  Quando il generale è debole di carattere e non è autoritario, quando le sue direttive non sono chiare;
 quando ufficiali e truppa non sono coordinati; quando trascurano l’ordine degli schieramenti, l’esercito
 è nel caos.

 

15.  
Quando il generale è incapace di valutare la consistenza del nemico, e impegna una piccola forza per
 affrontarne una grande, o truppe deboli per contrastare truppe più forti, o affida incarichi a subalterni,
  il risultato è la sconfitta.

 

16.  
Allorché prevale una delle sei considerazioni su esposte, l’esercito è avviato alla sconfitta. È massima
 responsabilità del generale valutarle con cura.

 

17.
  La natura del terreno può essere di grande aiuto in battaglia.  Ma dipendo soltanto dal comandante
 saper giudicare il nemico, calcolare le distanza e valutare i rischi. Conoscendo questi fattori, vincerai;
  trascurandoli, sari sconfitto.

 

18.
  Se in base alle regole dell’Arte della Guerra scorgi vittoria certa, attacca anche contro il parere del 
sovrano. Se in base alle regole dell’Arte della Guerra non scorgi vittoria certa, non attaccare anche se 
il sovrano è di parere favorevole.

 

19.
  Il generale che va per la sua strada senza cercare successi personali, che si ritira senza temere il
 disonore, che agisce sempre per il bene del popolo e del sovrano, rappresenta il tesoro più prezioso
dello stato.

 

20.
  Un tale generale ha cura dei suoi uomini come di bimbi, ed essi lo seguono anche in fondo all’abisso.
 Li tratta con lo stesso affetto dei propri figli, ed essi sono pronti a dare spontaneamente la vita per lui.

 

21.
  Se un generale si mostra indulgente con le sue truppe, ma è al tempo stesso incapace di impiegarle, 
se le ama, ma è incapace di far rispettare i suoi ordini; se le truppe sono indisciplinate, e lui non sa
 mantenerne il controllo: allora si comporta come un padre che trasforma i figli in ragazzi viziati, e le
 sue truppe sono inutilizzabili.

 

22.
  Se vedo che le mie truppe hanno la possibilità di colpite il nemico, ma ignora dove il nemico sia
vulnerabile, le mie possibilità di vittoria sono dimezzate.

 

23.
  Se vedo dove il nemico è vulnerabile all’attacco, ma ignoro se le mie truppe abbiano la possibilità di
 batterlo, le mie probabilità di vittoria sono dimezzate.

 

24.
  Se vedo dove il nemico dove può essere attaccato e so che le mie truppe hanno la possibilità di farlo,
 ma se non so giudicare se la conformazione del terreno sia svantaggiosa, le mie probabilità di vittoria
 sono dimezzate.

 

25.
  Per questo un generale esperto, quando si muove, non commette errori. Quando attacca, ha risorse
 illimitate.

 

26.
  Per questo si dice: Conosci il tuo nemico e conosci te stesso: la tua vittoria non sarà compromessa.
 Conosci il terreno e il cielo: la tua vittoria sarà totale.

 

TERRITORIO


 

1.
  Secondo le regole dell’Arte della Guerra, ci sono nove tipi di territorio: dispersivo, di frontiera,
conteso, comunicante, focale, grave, difficile, circondato e mortale.

 

2.
  Quando le forze dello stesso Stato si combattono a vicenda, questo è territorio dispersivo.

 

3.
  Quando entri in un paese nemico, ma non in profondità, ti trovi su territorio di frontiera.

 

4.
  Un territorio che, se conquistato, porterebbe vantaggio tanto per te che per il nemico, è territorio
conteso.

 

5.  
Un territorio al quale possono accedere con la stessa facilità sia te che il nemico è territorio
comunicante.

 

6.
  Quando uno Stato è racchiuso fra tre altri Stati che se lo contendono, il suo territorio è focale.  Chi ne
 assume per primo il controllo riuscirà anche a conquistare “Tutto sotto il Cielo”.

 

7. 
Un esercito penetrato a fondo su suolo nemico, lasciandosi alle spalle città e villaggi, si trova su
territorio grave.

 

8.
  Chi deve superare montagne, foreste e regioni scoscese, marciare lungo in  gole, paludi, acquitrini, o 
luoghi dove è difficile procedere si trova su territorio difficile.

 

9.
  Dove l’accesso è difficile, l’uscita tortuosa, e anche una piccola forza nemica può batterne una molto
 più grande, è territorio circondato.

 

10.
  Dove puoi sopravvivere soltanto a condizione di combattere col coraggio della disperazione, è
territorio mortale.

 

11.
  Dunque: su territorio dispersivo, non combattere.  Su terreno di frontiera, non fermarti.

 

12.
  Se il nemico occupa un territorio conteso, non attaccare.  Su territorio comunicante, non disperderti.

 

13.
  Su territorio focale, stringi alleanze con gli stati vicini.  Su territorio grave, saccheggia.

 

14.
  Su territorio difficile, procedi più in fretta che puoi.  Su territorio circondato, inventa stratagemmi. Su
 territorio mortale, combatti.

 

15.
  Se mi trovo su territorio dispersivo, verificherò la determinazione del mio esercito.

 

16.
  Se mi trovo su territorio di confine, rinsalderò i collegamenti fra tutte le mie forze.

 

17.
  Se mi trovo su territorio conteso, baderò che la retroguardia mi segua sempre.

 

18.
  Se mi trovo su territorio comunicante, porrò particolare attenzione a organizzare le mie difese.

 

19.
  Se mi trovo su territorio focale, stringerò alleanze.

 

20.
  Se mi trovo su territorio grave, mi preoccuperò che l’afflusso delle provvigioni sia ininterrotto.

 

21.
  Se mi trovo su territorio difficile, percorrerò le strade con la massima celerità.

 

22.
  Se mi trovo su territorio circondato, bloccherò tutte le entrate e uscite possibili.

 

23.
  Se mi trovo su territorio mortale, chiarisco a tutti che non c’è alcuna via di scampo: perché è nella
 natura dei soldati saper resistere quando sono circondati, combattere fino alla morte quando non c’è
 alternativa, e obbedire ciecamente quando non c’è speranza.

 

24.
  Il generale esperto deve analizzare con molta cura le variazioni tattiche da applicare nei nove tipi di
 territorio, i vantaggi che possono derivare dagli spiegamenti a schiere chiuse o distanziate, e le
considerazioni legate alla natura del terreno.

 

25.
  Anticamente, coloro che avevano fama di esperti della guerra rendevano impossibile al nemico riunire l’avanguardia e la retroguardia; ai suoi schieramenti maggiori e minori di coordinarsi; alle truppe forti
 di soccorrere quelle deboli e alle superiori e subordinate di sostenersi a vicenda.

 

26.
  Quando le forze nemiche si disperdevano, facevano in modo di gettarle in uno stato di confusione.

 

27.
  Concentravano le truppe e marciavano quando vedevano che era vantaggioso farlo; quando non era
 vantaggioso, sostavano.

 

28.
  Se mi chiedesse: Come devo comportarmi contro un esercito nemico ben ordinato che è sul punto di
attaccare?.  Risponderei: Impossessati di qualche cosa che sia caro al tuo nemico, ed egli si
 piegherà ai tuoi desideri.

 

29.
  Essenza della guerra è la velocità. Permettere di avvantaggiarsi sul nemico impreparato, giungendo
 da strada impreviste e colpendolo dove non ha eretto difese.

 

30.
  Le considerazioni fondamentali che si applicano a una forza d’invasione sono le seguenti. Quanto più
 profondamente penetri in territorio nemico, con tanta maggior forza devi agire: fino al punto che chi
 difende quel territorio non può più battersi.

 

31.
  Saccheggia le campagne fertili per rifornire il tuo esercito di abbondanti provvigioni, e cura che le tue 
truppe siano sempre ben nutrite.

 

32.
  Non affaticarti senza motivo, serba la tua salute, risparmia le energie, raduna le forze.  Definisci i tuoi
 piani e dirigi i movimenti dell’esercito rendendo imperscrutabile la tua strategia.

 

33.
  Porta i tuoi uomini su posizioni elevate senza via d’uscita, e vedranno la morte: pronti a morire, cosa 
non riusciranno a fare?  È nelle situazioni disperate che ufficiali e soldati dimenticano la paura e danno 
il meglio di sé. Senza vie di fuga, difendono il terreno coi denti. Impegnati a fondo, si battono a fondo.
 Senza alternative, lottano fino all’estremo.

 

34.
  In circostanze simili le truppe restano vigili senza bisogno di essere sollecitate. Reggono la posizione 
senza necessità di schierarle. Rimangono compatte senza che si debba esortarle. Mantengono la
 disciplina senza minacce.

 

35.
  I miei ufficiali non hanno ricchezze in soprannumero, perché disdegnano i beni terreni. Non si
aspettano di vivere lunga vita, ma non perché non amino la vita.

 

36.  
Il giorno in cui l’esercito riceve l’ordine di mettersi in marcia, le lacrime di chi sta seduto scendono a
 bagnare il suo colletto; le lacrime di chi sta disteso corrono lungo le guance.

 

37.
  Ma se poni le  tue truppe in una situazione senza uscita, daranno sicuramente prova di coraggio
immortale, come quello di Ciuan Ciu e Z’ao Kuei.

 

38.
  Ricorda, le truppe più valorose devono essere impiegate come fa il serpente detto “Reazione
Simultanea”, che sta sul Monte Ci’ang:  quando lo colpisci alla testa, ti attacca con la coda; quando lo
colpisci alla coda, ti attacca con la testa; quando lo colpisci a metà corpo, testa e coda ti attaccano
insieme.

 

39.  
Se mi chiedessi:
 Ma le truppe sarebbero in grado di agire rapide come la vipera ?
 
Io risponderei:  Si, lo sarebbero.
 Perché anche le genti di Wu e Yueh, che si detestano a vicenda, se si trovassero insieme su una 
barca in preda al vento, collaborerebbero per la salvezza comune, come la mano destra fa con la
 sinistra.

 

40.
  Imbrigliare i cavalli e affossare le ruote dei carri, non aiuta molto.
 – (Commento di Tu Mu (803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario della Core Imperiale) : “I cavalli
vengono imbrigliati per mantenere ferma la prima linea, si interrano le ruote dei carri per
immobilizzarli [… ].”

 

41.
  Compatta gli uomini, armonizzane lo spirito: è il Tao dell’organizzazione. Vinci impiegando le forze 
dirette e quelle laterali. Sfrutta la conoscenza del terreno.

 

42.
  Il generale esperto fa del suo esercito un tutto armonico. In questo modo, comandare molti uomini è 
come comandarne uno, che deve fare ciò che vuoi tu.

 

43.
  Mantenersi sereno e impassibile, imparziale e sicuro di sé, è un dovere per il generale.

 

44.  
Lascia ufficiali e truppa all’oscuro dei piani che hai in mente.

 

45.  
Proibisci la divinazione e le pratiche superstiziose, e libera l’esercito dalle incertezze. Fino al
momento della morte, non penserà più a lasciarti.

 

46.
  Adegua i tuoi metodi e modifica i tuoi piani così in segreto che nessuno riesca a sapere che cosa stai
 facendo.

 

47.
  Cambia la disposizione degli accampamenti e utilizza strade fuori mano, per rendere impossibile al
 nemico di prevedere le tue mosse.

 

48.
  Presa la sua decisione, il generale fa come chi, dopo essere salito, butta via la scala.
 
Fa penetrare il suo esercito in profondità entro il territorio ostile e quando lì, fa scattare il grilletto della
balestra

 

50.  
Fa bruciare le barche dell’esercito, fa distruggere le attrezzature per il rancio, spinge gli uomini come 
un gregge di pecore, ora in una direzione ora in un’altra: e nessuno immagina dove andrà.

 

51.
  Il generale organizza le schiere, e le guida fra mille pericoli: questo è il suo compito.  Esamina le
opportunità offerte dai diversi terreni, i vantaggi di avanzata e ritirata, i sentimenti degli uomini e il
 loro stato di salute.

 

52.
  Se si ignorano le intenzioni degli Stati vicini, non si possono organizzare alleanze. Se non si conosce 
la natura delle montagne, delle foreste, delle gole più pericolose, degli acquitrini e delle paludi, non si 
può guidare l’avanzata di un esercito.  Se non ci si serve di guide che conoscono i luoghi, non si può
 approfittare dei vantaggi offerti dal territorio. Un generale all’oscuro anche di una sola di queste tre 
cose, non può comandare l’esercito.

 

53.
  Quando un generale esperto attacca uno Stato potente, deve impedire agli abitanti di concentrare le 
forze. Terrorizza il nemico, e gli impedisce di unirsi agli alleati.

 

54.
  Perciò, se non stringi alleanze e non rafforzi il tuo dominio, ma ti accontenti di allargare la tua
influenza personale minacciando i nemici, il tuo Stato e la tua città diventeranno vulnerabili.

 

55.
  Corrompi tutto quel che c’è di meglio nel nemico con offerte, con doni, con promesse. Distruggi la
  
fiducia nei suoi ufficiali,  inducendo i migliori di essi ad azioni vergognose e vili, e non mancare di
divulgarle.

 

56.
  Stringi relazioni segrete con quel che c’è di meno raccomandabili tra i nemici e moltiplica il numero di
 questi agenti.

 

57.
  Crea “discordanze” nello Stato avversario, semina la discordia fra i capi eccitandone la gelosia e la
diffidenza, provoca l’indisciplina, suscita motivi di scontento creando difficoltà all’arrivo dei viveri e
delle provvigioni.
-

(“Discordanze” = con questo termine Sun Zu indica l’utilizzo di quella che, ai giorni nostri, potremmo
definire “guerra psicologica” .
 Sempre secondo Sun Zu, esistono le “sei discordanze”, che si possono applicare per minare la
stabilità sociale, e sono:

1)  I plebei che contestano i nobili;


2)  I giovani che si pongono al disopra degli anziani;


3)  I parenti lontani che si intromettono fra i parenti vicini;


4)  I nuovi amici che si intromettono fra i vecchi amici;


5)  I piccoli che soverchiano i grandi;


6)  I disonesti che rovinano i probi.


Per quanto riguarda il termine “Amici”, si fa riferimento a nuove alleanze tra Stati, che compromettono
 le vecchie alleanze.)

 

58.
  Rendi tenero e sensibile il cuore delle truppe con la musica, manda ai nemici giovani donne che li
corrompano.

 

59.
  Fai in modo che i soldati non siano mai dove dovrebbero essere: assenti quando dovrebbero trovarsi
 presenti, a riposo quando il loro posto sarebbe in prima linea.

 

60.
   Disturba il nemico con falsi allarmi e false informazioni; guadagna alla tua causa gli amministratori e i
 governanti delle province nemiche. Ecco quel che bisogna fare con destrezza e astuzia per creare 
difficoltà.

 

61.
  Concedi ricompense senza preoccuparti delle usanze comuni.  Emana le tue disposizioni senza tener
 conto dei precedenti.

 

62.
  Manovra l’intero esercito come se fosse un uomo solo.  Guidalo senza discutere i tuoi obbiettivi.
 Stimolalo con la prospettiva di guadagni, ma tienigli nascosti i pericoli.

 

63.
  Poni i tuoi uomini di fronte al pericolo, vedrai che sopravvivranno.  Portali su territorio mortale, e
vivranno.  È nel pericolo estremo che si può volgere la sconfitta in vittoria.

 

64.
  Ricorda: la cosa più complicata nelle operazioni militari sta nel conformare la propria strategia alle 
intenzioni del nemico.

 

65.
  Concentrati sul nemico, e anche da un distanza di mille li potrai ucciderne il generale. Questo
significa essere abili nell’Arte della Guerra.

 

66.
  Dichiarata guerra, chiudi i valichi, rompi le tavolette, respingi gli inviati del nemico.  Le decisioni
belliche vanno prese soltanto dal quartier generale.
 – (“rompi le tavolette” = era uso all’epoca, che le amministrazioni locali dessero ai viaggiatori di
 passaggio delle tavolette di legno o terracotta, che i guardiani dei passaggi e delle vie d’accesso
 controllavano. Erano, a tutti gli effetti, dei lasciapassare. Per “Rompere” si intende che più nessun
 viaggiatore sarebbe potuto entrare o uscire, legalmente, dal paese.
)

 

67.
  Se il nemico ti offre un’occasione di vantaggio, sfruttala subito. Agisci prima di lui, occupando per
primo un suo obiettivo.

 

68.  
L’Arte della Guerra consiste nell’essere sempre al corrente della situazione del nemico, in modo da 
poter decidere a ragion veduta sul combattimento.

 

69.
  Perciò, all’inizio sii timido come una fanciulla, e ti si apriranno le porte. Poi agisci rapido come la
lepre, e nessuno ti terrà dietro.

 

FUOCO


 

1.
  Sono cinque i sistemi di attacco con proiettili incendiari: lanciarli contro le persone, i magazzini, gli
equipaggiamenti, gli accampamenti e gli arsenali.

 

2.
  Per impiegare il fuoco, bisogna disporre di mezzi opportuni e aspettare il clima giusto: arido e
ventoso.

 

3.
  Gli equipaggiamenti necessari per attuare un attacco col fuoco devono essere sempre pronti e
disponibili.

 

4.  
Quatto sono i climi adatti e giorni appropriati per poter appiccare il fuoco.

 

5.
  “Climi” significa quando è caldo torrido; “giorni” significa quando la luna è in Sagittario o nella
costellazione di Alfaraz, I, o in Cien, poiché questi sono i giorni in cui si alza il vento.

 

6.
  Ricorda: negli attacchi con il fuoco bisogna essere pronti a rispondere al mutamento delle situazioni.

 

7.
  Quando il fuoco divampa nel campo nemico, coordina immediatamente la tua azione dall’esterno.
 Però, se le truppe nemiche rimangono in ordine, non attaccare ma aspetta il momento opportuno.

 

8.
  Quando il fuoco raggiunge l’altezza massima, attacca se puoi,  altrimenti, soprassiedi.
 – (Commento di Tu Mu (803-853 d. C. – Letterato, poeta, funzionario della Core Imperiale) : “In genere
si attacca col fuoco non per affidare alle fiamme il compito di distruggere, ma per gettare scompiglio
nel nemico prima di andare all’assalto. Perciò, quando le fiamme sono alte attacca. Ma se il fuoco è
stato domato e il nemico si è ricomposto, il vantaggio nell’attacco è perso [… ].”

 

9.
  Se attizzi l’incendio fuori del campo nemico, non aspettare che le fiamme ne abbiano raggiunto
l’accampamento. Incendio a tempo opportuno.

 

10.
  Se il fuoco divampa con forza sopravento, non attaccare sottovento.

 

11.
  Se il vento soffia durante il giorno, nella notte si placherà.

 

12.
  Ricorda: l’esercito deve conoscere le situazioni che si determinano in seguito ai cinque diversi sistemi
 d’attacco col fuoco, ed essere in grado di cogliere l’occasione opportuna.

 

13.
  Chi impiega il fuoco per sostenere i propri attacchi, è sagace: chi impegna le inondazioni, è potente.

 

14.
  L’acqua può isolare un nemico, ma non distruggerlo. – 
(Commento di Ciang Yu (960 – 1079 (???) d.C. Letterato): “L’impiego intelligente del fuoco facilita 
l’attacco. L’acqua divide il nemico, e tu sei più forte di un nemico diviso.”)

 

15.  
Ricorda: vincere le battaglie e raggiungere i propri obbiettivi militari, ma trascurare di sfruttarne i
risultati, è un fatto molto negativo, e può essere definito “una disastrosa trascuratezza”.

 

16.  
Non assegnare adeguate ricompense dopo una battaglia vinta o un assedio portato a termine con
 successo ha effetto negativo, e ti fa considerare avaro.

 

17.
 È per questo che c’è il detto: i sovrani illuminati decidono la guerra, e i buoni generali ne realizzano i

 piani.

 

18.
  Agisci soltanto nell’interesse dello Stato. Se non sei più che sicuro di riuscire, non impiegare uomini.
 Se non sei in pericolo, non combattere.

 

19.
  Un Sovrano non può mobilitare un esercito soltanto per uno scatto d’ira, né un generale può
combattere soltanto perché mosso dalla collera. Infatti, mentre un uomo in collere può recuperare la
calma, e un uomo risentito può rasserenarsi, uno Stato finito in pezzi non può essere ripristinato, né i
morti possono essere restituiti alla vita.

 

20.
  Il Sovrano illuminato è dunque prudente, e il buon generale lo mette in guardi contro azioni temerarie.
 In questo modo lo Stato è sicuro e la forza militare rimane integra.

 

SPIE


 

1.
  Ricorda: quando si mobilita un esercito di centomila uomini per impegnarlo a mille li dallo Stato, le
spese che ne derivano per il popolo,  costituite dagli esborsi dell’Erario, ammontano a mille pezzi d’oro
 al giorno.  Possono essere necessari anni di guerra per un giorno di vittoria.  Ne nascerà un grande 
turbamento, sia interno che esterno; il popolo sarà sfibrato dalle imposte, e i bilanci di settecentomila
 famiglie andranno in dissesto.
 – “centomila uomini”  “settecentomila famiglie” = Anticamente, otto famiglie costituivano una comunità
di contadini.   Quando un membro, valido, di una di queste famiglie, era arruolato nell’esercito, le 
restanti sette dovevano lavorare per sostentare la famiglia dell’assente.

 

2.
  Non procurarsi informazioni sul nemico, e combattere per anni, per evitare di compensare agenti
segreti abili è dunque un’azione che va contro il popolo, è indegna di un generale, di un retto
consigliere del sovrano,  di una persona che possa raggiungere la vittoria.

 

3.
  Infatti, ciò che permette ad un principe illuminato e a un abile generale di sottomettere il nemico e
conseguire risultati straordinari, è la capacità di previsione.

 

4.
  Ma la “capacità di previsione”  non è un dono degli Dei, né si ottiene interrogando spiriti e fantasmi, né 
con ragionamenti o calcoli.  Si ottiene impiegando uomini che ci informano sulla situazione del nemico.

 

5.
  Per questo ci sono cinque tipi di agenti segreti: l’agente locale, l’agente infiltrato, l’agente doppio,
l’agente sacrificato e l’agente sopravvissuto.

 

6.
  Quando questi cinque tipi di agenti lavorano in modo coordinato, e nessuno riesce a scoprirne
l’azione, costituiscono la “rete divina” e formano il tesoro di un sovrano.

 

7.
  Gli agenti locali sono reclutati nel territorio del nemico.

 

8.
  Gli agenti infiltrati sono reclutati tra i funzionari del nemico.

 

9. 
 Gli agenti doppi sono spie nemiche reclutate da noi.

 

10.
  Gli agenti sacrificati sono nostre spie che diffondono false informazioni tra le spie nemiche.
- “diffondono false informazioni” = si tratta di spie a cui vengono date, consapevolmente, false
informazioni, e poi inviate in missione e fatte cadere in mano al nemico.  Quando queste spie, alla
fine, riveleranno ciò che sanno, daranno al nemico, senza saperlo, delle false informazioni che
saranno certamente prese per vere.

 

11.
  Gli agenti sopravvissuti sono quelli che riescono a tornare indietro recando informazioni.
 –  “tornare indietro recando informazioni” = si tratta di persone intime al nemico, nei stadi più alti dello
Stato Maggiore.  Appena vengono a sapere qualcosa di vitale, vanno subito a riferire le loro scoperte, 
a prezzo della vita, se scoperti dai loro stessi compagni.

 

12.
  Fra tutti coloro che nell’esercito hanno incarichi vicino al comandante, nessuno gli è più intimo
dell’agente segreto.  Fra tutte le ricompense, le più generose sono quelle destinate all’agente segreto.  
Non c’è nulla di più riservato di quanto concerne le operazioni segrete.

 

13.
  Chi non è  avveduto e intelligente, umano e giusto, non può utilizzare correttamente l’agente
segreto.  Da agenti privi di intelligenza, non si ottengono informazioni utili.

 

14.
  Arte difficile!  Davvero difficile!  Non c’è circostanza in cui lo spionaggio non sia usato.

 

15.
  Se i piani riguardanti le operazioni segrete sono divulgati, l’agente che ha parlato si è condannato a
 morte da solo, insieme con tutti quelli con cui si è confidato.

 

16.
  Se vi sono eserciti che desideri sconfiggere, città che desideri attaccare, nemici che desideri
assassinare, devi prima conoscere l’identità dei comandanti, degli ufficiali di Stato Maggiore, degli
alleati che vigilano agli ingressi. È compito dei tuoi agenti segreti riportarti informazioni dettagliate su
ogni cosa.

 

17.
  Devi individuare gli agenti nemici venuti a spiarci, e tentare di comprarli perché passino al tuo
servizio. Affida loro le istruzioni opportune e seguine con cura il comportamento.  È così che si
reclutano e poi si utilizzano gli agenti doppi.

 

18.
  È soltanto per mezzo degli agenti doppi, delle loro informazioni e col loro suggerimento, che gli agenti
 locali e gli agenti infiltrati vengono reclutati e impiegati.

 

19.
  È sempre tramite l’agente doppio che l’agente sacrificato, fornito di false informazioni, viene inviato al
 nemico per fargliele conoscere.

 

20.
  È ancora per mezzo dell’agente doppio che si possono utilizzare, al momento opportuno, gli agenti
 sopravvissuti.

 

21.
  Il comandante deve avere la conoscenza completa delle attività di questi cinque tipi di agenti,
conoscenza che gli viene fornita dagli agenti doppi. Per questa ragione deve trattarli con massima
generosità.

 

22.
  Nel tempo antico, lo sviluppo di Yin fu dovuto a I Chi, che aveva prima servito nel Hsia; Chou conquistò
il potere grazie a Lu Wang Yu, un funzionario di Yin.
Commento di Ciang Yu (960 – 1079 (???) d.C. Letterato): “Chi era un ministro di Hsia che passò a
Yin; Lu Wang Yu era un ministro di Yin che passò a Chou.”

 

23.
   Perciò, soltanto un sovrano illuminato e un abile generale, capaci di utilizzare per le operazioni
segrete gli uomini più intelligenti, possono essere certi del successo. In guerra le operazioni segrete
sono essenziali:  prima di fare qualsiasi mossa ci si deve basare su di esse.

 

 

L’ESPERIMENTO DI SUN WU

 

L’esperimento di Sunzi (1)

 

Sunzi (Sun Wu) era nato nello stato di Qi. Grazie al suo Bingfa, ottenne udienza presso Helu (2), Re di Wu, che così lo interrogò:

 

«Ho letto con cura la Vostra opera in tredici libri; sarebbe ora possibile fare un piccolo esperimento di conduzione delle truppe?».

«Si può fare», rispose Sunzi».

«Anche usando le mie donne?», chiese Helu.

«Certamente», fu la risposta.

 

Raggiunto l’accordo, il re fece uscire le bellezze del suo harem, raccogliendone centottanta (3).

Sunzi le divise in due gruppi, ponendo al comando le due favorite e ordinando di impugnare le alabarde.

 

Chiese poi: «Conoscete voi la sede del cuore, la mano sinistra, la mano destra e le spalle?».

«Le conosciamo», risposero le donne.

«Se dico “Avanti”», continuò Sunzi, «guardate verso il cuore; se dico “A sinistra”, guardate la mano sinistra; se dico “A destra”, guardate la mano destra; se dico “Indietro”, guardate alle spalle.»

Le donne assentirono.

Una volta esposte queste regole, furono approntate le asce da esecuzione, dopo di che gli ordini furono impartiti tre volte e spiegati cinque volte.  Al rullo dei tamburi si comandò di volgersi a destra, e le donne  scoppiarono in una grande risata.

 

Sunzi disse: «Se le regole non sono chiare e le spiegazioni sono prive di fervore, la colpa è del generale».

 

Dopo aver ripetuto per altre tre volte gli ordini e per cinque volte le spiegazioni, al rullo dei tamburi si ordinò di volgersi a sinistra; ancora una volta le donne risero rumorosamente (4).

 

Sunzi disse: «Se le regole non sono chiare e le spiegazioni sono prive di fervore, la  colpa è del generale;  se, dopo i chiarimenti, non ci si conforma alle regole, la colpa è degli ufficiali».

 

Ciò detto, Sunzi espresse l’intenzione di far decapitare le comandanti dei due gruppi.

Vedendo che si voleva uccidere le sue amate concubine, il re di Wu, che osservava dall’alto d’una terrazza, fu colto da grande timore e fece recapitare il seguente messaggio:

 

«La mia modesta persona ha già capito che il generale sa impiegare le truppe. Se, sarò privato di queste due concubine, il cibo non avrà più dolcezza. E quindi mio desiderio che non vengano decapitate».

«Il vostro servitore» – replicò Sunzi – «è già stato nominato generale, e quando un generale comanda l’esercito può anche non accogliere alcuni degli ordini del suo Signore.»

 

Ordinò quindi di decapitare le due donne per dare un esempio. Dopo aver posto al comando le concubine immediatamente inferiori per rango, fece di nuovo rullare i tamburi. Le donne andarono a destra e a sinistra, avanti e indietro, inginocchiandosi e rialzandosi in perfetto ordine e senza azzardarsi a fiatare.

 

A quel punto Sunzi inviò un messaggero dal re col seguente rapporto:

«Le truppe sono ora ordinate, e il re può scendere per passarle in rivista. Egli potrà impiegarle come vorrà, spingendole anche attraverso l’acqua e il fuoco».

 

Il re rispose:

«Il generale può ritirarsi nei suoi alloggi e riposarsi. Non è Nostra  intenzione procedere alla rivista».

«Il re ama le belle parole, ma non sa metterle in pratica», commentò Sunzi».

 

Helu capì allora che sapeva realmente impiegare l’esercito, e lo nominò suo generale.  Ad ovest, Sunzi sconfisse il potente stato di Chu,  penetrando nella città di Ying (5); a nord, intimorì gli stati di Qi e di Jin.

La fama che ottenne presso i signori feudali era quindi basata su effettive capacità.

 

NOTE

 

1 L’aneddoto qui tradotto è tratto dal juan 65 dello Shiji di Sirna Qian; v. Takigawa Kametarô, op. cit. (nota XI.2), pp. 864-865.

Un’altra versione, con alcune varianti, è contenuta nel Wu Yue Chunqiu; v. ed. cito (nota XI.2), juan IV, pp. 5v-6v.

La versione dello Shiji è tradotta in Griffith (1963), pp. 57-59; v. anche G. Bertuccioli, La letteratura cinese, Firenze, Sansoni, 1968, pp. 126-128.

 

2- Helii, secondo altre fonti; salito al trono di Wu nel 514 a.c. e rimasto al potere sino al 496.

 

3– Le donne erano trecento secondo il Wu Yue Chunqiu.

 

4La reazione di Sunzi viene così descritta nel Wu Yue Chunqiu: «Sunzi volse lo sguardo e vide che ridevano allegramente e senza sosta. Una grande ira lo colse facendogli improvvisamente sbarrare gli occhi, e la sua voce si fece simile al ruggito d’una tigre spaventosa. Si spinse indietro il berretto spezzandone i legacci laterali e ordinò di andare a prendere l’ascia da esecuzione, in osservanza dei  regolamenti militari».

 

5 L’attendibilità storica di questa impresa è seriamente messa in discussione dall’assenza di riferimenti nello Zuozhuan. Bi Yixun (Sunzi xulu, p. 3) cita al proposito un brano del Xinxu («Nuova compilazione») di Liu Xiang (I sec. a.C}, secondo cui Sunzi avrebbe sconfitto i 200.000 uomini dell’esercito di Chu con sole 30.000 unità.  Non ci è stato sinora possibile localizzare con precisione tale passaggio, ma lo stesso testo attribuisce comunque la conquista della città di Ying (capitale di Chu) a Wu Zixu (ed. «Sibu congkan» juan III, p. 8r) o a Shen Baoxu (ibid., VII, 6r).

 

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