Set 20 2012

MADONNA DELL’ALTAROL, O MEGLIO, MADONNA DEL LATAROL

Category: Chiesa veronese,Verona storia e artegiorgio @ 02:55

Chiesa della Madonna dell’Altarol, o meglio del Latarol

 

Poiano di Verona.  È conosciuta da tutti come la Madonna dell’Altarol, ma la chiesetta di Poiano non ha nessun piccolo altare, e non si chiama nemmeno così.  L’equivoco sul nome si trascina dal medio evo: il santuario è dedicato a Maria lactans, la Maria che allatta

La recente notizia del furto di un ex voto nel santuario Madonna dell’Altarol ripropone per me l’equivoco che si trascina dal medio evo. In contrada Clocègo di Poiano non esiste nessun piccolo altare che si possa definire, con una voce peraltro inesistente nel nostro dialetto, “altarol

Devo a mio padre, Giuseppe “Bepì” Cantù, la precisazione che la Madonna affrescata sul muro del santuario è Maria lactans nella forma latina, Maria Galattofusa in quella greca. Aggiungeva che il piccolo Gesù è “el Latarol’, cioè il piccolo che la Vergine Maria nutre al seno.

Nei tempi andati, da noi, una madre che allattasse in pubblico il neonato sarebbe passata per peccaminosa, quantomeno scandalosa, per cui l’allattamento al seno avveniva in tutta intimità. Soltanto ai nostri giorni parliamo serenamente di gravidanza, di parto, di allattamento al seno. Dunque, latarol e non altarol.

La Parrocchia di Poiano ha pubblicato recentemente un pregevole libro di Renato Tezza e Bruno Pasini, “Santuario Madonna dell’Altarol“.  Vi si apprende che l’equivoco latarol-altarol risale alla metà del 1400. In tutti i documenti l’etimo ricorre senza che a nessuno sia mai venuto il sospetto che sia la deformazione di latarol. C’è poi un equivoco nell’equivoco, quando si cita il “portatile’: Non si tratta di un piccolo altare mobile (che non esiste) bensì della pietra consacrata contenente reliquie, inserita nella mensa dell’altare. Il libro cita la visita del vescovo Sebastiano Pisani l° (10 settembre 1660), che nelle ordinata scrive: «Il Portatile deve essere alzato, perché sia più accessibile alle braccia del celebrante e più visibile ai fedeli».

Interno della chiesa

 

Sul piano linguistico, il “Lessico dei dialetti del territorio veronese“, di Giorgio Rigobello, non figura altarol come diminutivo di altaro (altare, in italiano). Il Lessico registra altarin come stazione della Via Crucis. Altarin, del resto, nel dialetto della città, è l’abituale diminutivo di altar.

Per quanto riguarda l’allattamento, lo stesso “Lessico” di Rigobello registra latar, latare per allattare. In quel di Mezzane-Castagnè il linguista trova latacavro per succiacapre, il volatile conosciuto come “caprimulgo” (e anche qui c’è un bell’equivoco sulle abitudini dell’animale, in realtà insettivoro … ).

La Madonna del Latarol

 

Veniamo all’immagine della Madonna, Maria lactans.

Scriveva il parroco di Poiano nel 1883, l’anno dell’inaugurazione dell’attuale santuario di Clocègo: il sovrintendente alle belle arti, Sig. Rosetti Gaetano di Verona, avendo esaminato la immagine della Madonna dipinta a fresco, ha conosciuto che questa era stata altre volte ritoccata. Quindi lavandola, l’ha ridotta alla sua forma antica, e nella parte destra di questa immagine ha scoperto l’epoca del 1465. Questa è quindi la data di nascita della Madonna del Latarol.

In molti documenti si parla di Madonna con il Bambino fra le braccia.  Un modo pudico per evitare di parlare di allattamento. Era accaduto che, in ripetute occasioni, era stata ritoccata l’icona, per nascondere il più possibile la mammella. Anche se il restauro non ci ha restituito in pieno l’originale, l’allattamento al seno è inequivocabile.

L’icona stessa è di derivazione egizia e, dal punto di vista iconografico (non ideologico-teologico) ricalca l’immagine della dea Iside che, nel folto del papireto, nutre il piccolo Horus. Il culto di Iside come buona madre, in epoca romana, si era esteso dalle rive del Nilo a tutte le contrade dell’Impero e, con l’avvento del culto cristiano, della venerazione mariana, risultò immediata l’identificazione Iside – Maria.

Ogni anno, la quarta domenica di ottobre, i ciclisti si ritrovano a festeggiare la loro Patrona, la Madonna dell’Altarol appunto, pur senza sapere che Maria lactans è la MADONNA DEL LATAROL, e non dell’Altarol.

Fonte: srs di Gianni Cantù,  da il  Pantheon di settembre 2012, Pag.50

 

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