Mag 13 2009

Verona: Spunta una nuova porta della città romana

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 13:39

La posterla romana

VERONA — Riaffiorano i «segreti» storici negli scantinati di Casa De Stefani, sede un tempo di una casa farmaceutica, posta tra via Leoncino, dove dà la facciata principale, e vicolo Sant’Andrea. Un palazzo  monumento, dove si racchiude una storia che va dall’età romana fino al ‘900.

 

Da tre anni si scava nelle cantine perché ciò che sta emergendo è una postierla romana, ovvero una porta secondaria di accesso alla città. «Ne abbiamo trovate altre tre nella cinta municipale di Verona ­spiega Giuliana Cavalieri Manasse, direttore del nucleo operativo di Verona della Soprintendenza Archeologica del Veneto – una in corte Farina, una in via Mazzini e una in via San Cosimo, ma nessuna così ben conservata».

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Mag 13 2009

Cancellate la Storia Veneta

Category: Scuola e università,Veneto e dintornigiorgio @ 09:06

Nel 2005 mi è passato tra le mani questa dispensa scolastica elaborata in una scuola del Friuli, nella quale uno dei consigli didattici era:

“E’ opportuno inoltre chiarire con i ragazzi che i primi interventi romani in questa regione risalgono a prima dell’epoca augustea (III sec. a.C.) e che i romani non sono stati i primi ad abitare la regione, anche se non è opportuno approfondire la complessa questione degli insediamenti preromani e delle popolazioni che qui si erano insediati.”

Pedagogia  da  invasori occupanti.


Mag 13 2009

Giazza di Verona, Malga Selle: l’ultima malga del prete affarista

Category: Lessiniagiorgio @ 06:20

Malga Selle è rimasta la sola a Giazza dove si pratica l’alpeggio.  La donò alla comunità un sacerdote giudicato avaro in vita, ma che si mostrò generoso. 

 

«Uomo piccolo, intelligente. Una giacchetta bruna gettata sulle spalle; ci rispondeva con la schiena rivolta al focolare. Lo pregai di scrivermi in cimbro sul mio libro il suo nome. Ma quello non scrisse Domenico Gugole, come gli altri lo chiamavano, bensì:  “I pi gabest inz haus vum Priastar vum Gliezen un ist der earste un keume Pfafe Rountsch”  (Sono stato nella casa del prete di Giazza ed è il primo, ed è chiamato il parroco storpio)». 

Così Johann Andreas Schmeller, germanista dell’università di Monaco di Baviera scriveva sul suo diario di viaggio il 10 ottobre 1833. 

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