Ott 11 2019

SCHIAVA GRECA IN VENDITA NEL MERCATO ORIENTALE

Schiava greca in vendita nel mercato orientale , completamente nuda , su un tappeto.

 

Dipinto del pittore spagnolo José Jimenez Aranda  1897 .

 

L’insegna appesa al collo recita in greco , rosa (il fiore ) 18 anni in vendita per 800 monete

La ragazza gira la testa a terra per nascondere la sua vergogna , la postura delle mani e dei piedi suggerisce lo stesso, e gambe dei potenziali acquirenti sono visibili dietro il corpo nudo della ragazza .

Questo è stato il destino crudele di molte donne e bambine che sono state rapite da Saraceni e Ottomani (Turchi), furono i Greci ovunque in Asia Minore, Ponti, Medio Oriente ed Egitto.

Questo dipinto è uno dei più emblematici di José Jimenez Aranda .

Dedicato  a chi  pensa  che l’Impero Ottomano fosse un paradiso del multiculturalismo, e credono che questi tempi siano finiti,  perché  il   califfato dell’ISIS ha fatto lo stesso recentemente in Siria .

 


Set 28 2019

ECCO COME LA MAFIA NIGERIANA STA CONQUISTANDO L’ITALIA.

 

 

Di Niva Mirakyan

 

Dopo ‘ndrangheta e camorra, ora a preoccupare le forze dell’ordine e la magistratura italiana è anche la mafia nigeriana, particolarmente attiva sul traffico di droga e sullo sfruttamento della prostituzione.

 

Si tratta della più potente organizzazione criminale africana presente in ottanta Paesi del mondo, anche a seguito dei flussi delle migrazioni. Essa è considerata una mafia, spesso più violente e più imprevedibile di quella palermitana. In Italia la mafia nigeriana, a volte nominata la “cosa nera”, controlla fette di territorio da Torino a Palermo e recluta i nuovi affiliati tra i migranti ribelli nei centri di accoglienza.

 

L’arrivo della criminalità straniera in un Paese ancora traumatizzato dalle sue guerre di mafia sta diventato per l’Italia un problema molto serio ma spesso e volentieri sottovalutato.

 

Italia è davvero in mano della mafia nigeriana? Com’è diversa dalle organizzazioni criminali tradizionali? Esiste un collegamento tra l’immigrazione irregolare e la “piovra nera”? Per parlare di questo nuovo fenomeno Sputnik Italia si è rivolto all’ Avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro, giovane 18enne romana uccisa e fatta a pezzi a Macerata nel 2018. Lo scorso 29 marzo il suo assassino nigeriano Innocent Oseghale è stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi.

 

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Set 20 2019

ROTHBARD LO DISSE CHIARO: IL REDDITO GARANTITO AFFONDA LA LIBERTÀ

 

 

Nel 1999 lessi per la prima volta “Per una nuova libertà” di Murray Rothbard.Una lettura che ancora oggi ritengo fondamentale, non solo per il libro in sé, quanto per la scoperta del suo autore, vero e proprio punto di riferimento per qualunque libertario.

 

Vent’anni dopo lo sto rileggendo,trovandolo sempre attuale nonostante sia stato scritto negli anni Settanta.

 

Per esempio, con l’inizio di settembre, oltre 704mila beneficiari del reddito di cittadinanzafirmatari del “Patto per il lavoro” cominceranno a essere convocati dai Centri per l’impiego per trovare un lavoro e per i “navigator” partirà, secondo Anpal Servizi, il training on the job “proprio per fornire assistenza tecnica ai Centri per l’impiego nell’ambito del Patto per il lavoro”.

 

Ecco come commenta Rothbard un provvedimento abbastanza simileal reddito di cittadinanza introdotto ai tempi di Nixon.

 

  • Una struttura per la sicurezza sociale in continua espansione fu semplicemente sovrapposta ai programmi già esistenti. Nella pratica, alla fine, la promessa fatta dal presidente Nixon ai conservatori che i beneficiari dei nuovi sussidi giudicati fisicamente abili sarebbero stati costretti a lavorare si rivelò un autentico inganno. Avrebbero dovuto, per prima cosa, trovare un lavoro “adatto”, e gli uffici di collocamento che assistono i disoccupati sanno, per esperienza, che una tale occupazione “adatta” non viene quasi mai trovata. I diversi programmi per un reddito annuo garantito non sono affatto una vera alternativa ai mali universalmente riconosciuti del sistema di assistenza sociale; ci farebbero solamente affondare ancor di più nel mare di questi mali: l’unica soluzione possibile è quella libertaria: l’abolizione del sussidio assistenziale a favore della libertà e dell’azione volontaria di tutti gli individui, siano essi ricchi o poveri”.

 

Se non ci fosse il riferimento a Nixon sembrerebbe scritto per il reddito di cittadinanza…

 

Fonte: srs di  Matteo Corsini, da miglioverde del settembre 2019

Link: https://www.miglioverde.eu/rothbard-lo-disse-chiaro-il-reddito-garantito-affonda-la-liberta/

 

 


Set 08 2019

SI PUÒ DEFINIRE “SOCCORSO” IL RECUPERO DI UN PASSEGGERO PAGANTE CHE SI È VOLONTARIAMENTE IMBARCATO SU DI UN GOMMONE?

 

A scanso di equivoci, premettiamo subito che andremo contro corrente; analizzare e raccontare imparzialmente quanto accade non conduce a nessuna captatio benevolentiae, ma preferiamo lasciare ad altri il rischio di interpretare il ruolo del Nerone di Petrolini (“Bravo! Grazie!”).

 

La vicenda ricattatoria della Seawatch3, che si sta protraendo in questi giorni al largo di Lampedusa, porta a diverse considerazioni. Nessuna piacevole, beninteso. Innanzi tutto si fa un gran parlare, da più parti, di legge del mare: al netto delle reminiscenze dei film da cinema dopolavorista, alzi la mano chi conosce davvero la materia e, soprattutto, le sue applicazioni in ambito marittimo, tenuto conto che si danno della norma interpretazioni che, basate su una opinabile geometria variabile, privilegiano punti di vista e considerazioni che, con il diritto hanno poco a che vedere e, soprattutto, saltano a piè pari tutti gli altri obblighi previsti da quella stessa legge che, incensata fino a pochi attimi prima, diventa invisa già al primo comma successivo.

 

Diciamo che la libera prassi ha spogliato di significato il diritto, per cui i concetti di area SAR, porto sicuro e più vicino, bandiera della nave di primo soccorso, rientrano nell’aspetto equestre di un circo istituzionale che, non avendo saputo reagire alle circostanze in quanto privo di vis ma ricco di levantine contraddizioni, ha preferito mercanteggiare il problema con clienti più smaliziati e soprattutto coesi, non disposti ad acquistare dal primo Totò di passaggio la Fontana di Trevi.

 

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Ago 09 2019

NEL 1975 A BOLOGNA IL CC DEL PCI (ENRICO BERLINGUER, GIORGIO NAPOLITANO, MASSIMO D’ALEMA, ANTONIO BASSOLINO, ARMANDO COSSUTTA)

Nuon Chea,  numero due di Pol Pot

 

L’11 aprile del 1975 il comitato centrale del Partito comunista italiano(Enrico Berlinguer, Giorgio Napolitano, Massimo D’Alema, Antonio Bassolino, Armando Cossutta ed altri)stilò uno storico comunicato a sostegno dei khmer rossi cambogiani, simbolo della resistenza contro gli Stati Uniti: “Ogni democratico, ogni comunista, sia, come sempre e più di sempre, al loro fianco“.

 

A piazza Maggiore a Bologna il Pci organizzò una oceanica manifestazione e l’oratore principale fu proprio Massimo D’Alema, segretario nazionale della Fgci.

 L’Unità manda degli inviati in Cambogia a seguito della grande manifestazione di Bologna, per raccontare la “straordinaria rivoluzione comunista” dei khmer rossi.

Quando i telegiornali Rai cominciano a trasmettere qualche brandello di verità raccontando gli orrori di Pol Pot e dei suoi pazzi seguaci (la cui narrazione più emotivamente trascinante resta il film “Urla nel silenzio” di quel Roland Joffèche due anni dopo sarà il regista di “Mission”) l’Unità titola in prima pagina: “I falsari della tv“. I telegiornali della Rai che dicono la verità vengono additati come “esibizione di parzialità e menzogna“.

 

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Apr 14 2019

BARNARD: JULIAN ASSANGE VERSO LA MORTE. E VOI CODARDI, ZITTI

 Julian Assange 

 

Ci ha rivelato verità indicibili, rendendoci più consapevoli e quindi più liberi. Ma ora Julian Assange può crepare, nella sua stanzetta-prigione, senza che nessuno muova un dito per salvarlo: giornali, attivisti, intellettuali, politici, governi. Si è immolato per tutti, con le esplosive rivelazioni affidate a WikiLekas. Sperava di suscitare un’ondata di protesta capace di scuotere il potere. E immaginava che l’indignazione lo avrebbe protetto dalla vendetta dell’establishment. Ma si sbagliava: Julian Assange sta morendo giorno per giorno: l’ambasciata ecuadoregna di Londra, che finora l’ha tenuto al riparo dall’estradizione, potrebbe non tutelarlo più. È così forte, la pressione degli Usa – sull’Ecuador, e sulle autorità britanniche – che le teste di cuoio inglesi potrebbero fare irruzione nella sede diplomatica e caricare Assange, il martire dell’informazione libera, sul primo volo per Washington. È sconvolgente il report che Paolo Barnard fornisce da Londra, dove ha trascorso le feste natalizie presidiando il “carcere” di Assange, agitando vistosi cartelli. Desolazione e solitudine. Peggio: i giornalisti del “Guardian”, i primi a presentare Assange come un eroe, ora confessano di essere intimiditi e ricattati. Per questo nessuno rimetterà in prima pagina il direttore di WikiLeaks. Julian Assange è praticamente già morto. Alla faccia dei diritti civili e dei diritti umani di cui l’Occidente si vanta.

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Mar 19 2019

VIA DELLA SETA: MAPPA, INVESTIMENTI, PRO E CONTRO. TUTTO CIÒ CHE C’È DA SAPERE

 

 

10 domande sulla Nuova Via della Seta: mappa, ruolo dell’Italia, timori sul debito, sviluppo in Africa e… Tutto quello che c’è da sapere sulla Belt and Road

 

di Lorenzo Lamperti

 

Chi ancora pensa che la Nuova Via della Seta sia un nostalgico revival delle antiche avventure eurasiatiche di Marco Polo sarà deluso. La Belt and Road Initiative, di cui si parla da anni nel mondo, è il più colossale piano economico-diplomatico di sempre. Ora anche in Italia, vista la volontà espressa dal governo Lega-M5s di sottoscrivere il memorandum di intesa con la Cina, se ne sta parlando molto. Ecco allora una guida (parziale, non basterebbe un libro a cogliere tutte le sfaccettature e implicazioni) di Affaritaliani.it sugli aspetti principali del progetto che sta (già) cambiando il mondo.

 

Che cos’è la Nuova Via della Seta?

Innanzitutto non si tratta di una sola “via della seta”. Volendo utilizzare il nome del progetto in italiano sarebbe corretto parlare di “Nuove Vie della Seta“, al plurale. Le rotte sono infatti cinque, tre terrestri e due marittime, e potrebbero presto diventare sei. La Belt and Road Initiative (Bri), il nome internazionale del progetto, è un piano annunciato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping per migliorare i collegamenti commerciali con i paesi dell’Eurasia, sviluppando sulla sua strada non solo binari ma veri e propri centri di connessione economici (e diplomatici). Da un primo stanziamento di 40 miliardi di dollari, durante il forum Bri del 2017 è stato annunciato un ulteriore stanziamento di 100 miliardi. Nell’ottobre del 2017 la Bri è stata inclusa nella costituzione cinese. E’ considerato il più grande progetto infrastrutturale e di investimenti della storia. Coinvolge al momento 68 paesi e circa il 65% della popolazione mondiale.

 

Quali sono le rotte della Belt and Road Initiative?

Esistono tre rotte terrestri che creano sei corridoi della Bri. La prima parte dal nord est della Cina e arriva all’Europa continentale e al Baltico passando dall’Asia centrale e dalla Russia. La seconda parte dal nord ovest della Cina e arriva al Golfo Persico e al Mar Mediterraneo passando per l’Asia centrale e occidentale. La terza parte dal sud ovest dalla Cina e arriva all’oceano Indiano passando per l’Indocina. Ci sono poi due rotte marittime. La prima che dal mar Cinese meridionale arriva nel sud del Pacifico. La seconda che invece si dirige verso l’Africa e l’Europa attraverso lo stretto di Malacca. C’è poi il progetto di creare una terza rotta marittima, quella artica, che potrebbe svilupparsi nei prossimi anni grazie allo scioglimento dei ghiacci.

 

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Mar 16 2019

VIA DELLA SETA, IL TESTO DELL’INTESA TRA L’ITALIA E LA CINA: LA TRADUZIONE IN ITALIANO E VERSIONE INGLESE

Rapporti Italia-Cina, Mattarella con Xi Jinping (LaPresse, 2019)

 

 

Già 13 i Paesi dell’Ue che hanno siglato un memorandum di intesa con la Cina, mentre un altro, oltre all’Italia, lo sta negoziando. Si tratta di Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia. Lussemburgo è invece in trattativa

di Rita Baldassarre (traduzione

 

DOCUMENTO D’INTESA TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA E IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE SULLA COLLABORAZIONE ALL’INTERNO DEL PROGETTO ECONOMICO “VIA DELLA SETA” E DELL’INIZIATIVA PER LE VIE MARITTIME DEL XXI° SECOLO

 

Il governo della Repubblica italiana e il governo della Repubblica popolare cinese (d’ora in poi denominati “controparti”), nella prospettiva di promuovere una collaborazione pratica bilaterale; nell’accogliere favorevolmente le conclusioni del Forum sulla cooperazione internazionale della Via della Seta, tenutosi a Pechino nel maggio 2017; nel riconoscere l’importanza e i benefici derivanti da una migliorata connettività tra l’Asia e l’Europa e il ruolo che l’iniziativa della Via della Seta può svolgere in questo ambito; ricordando il comunicato congiunto emanato dalla Tavola rotonda dei capi di stato del Forum per la collaborazione internazionale della Via della Seta; ricordando il piano di azione per il rafforzamento della collaborazione economica, commerciale, culturale e scientifica tra l’Italia e la Cina 2017-2020, stipulato a Pechino nel maggio 2017; ricordando il comunicato congiunto emanato dal 9° Comitato intergovernativo Italia-Cina, tenutosi a Roma il 25 gennaio 2019, e l’impegno espresso in quella sede per promuovere il partenariato bilaterale in uno spirito di rispetto reciproco, uguaglianza e giustizia, a reciproco beneficio, nella prospettiva di una solidarietà globale rafforzata; consapevoli del passato storico comune sviluppato attraverso le vie di comunicazione per via di terra e di mare che collegano Asia e Europa e del ruolo tradizionale dell’Italia come punto di approdo della Via della Seta marittima; ribadendo il loro impegno a onorare i principi e le finalità della Carta delle Nazioni Unite e promuovere la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile, in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli accordi di Parigi sui cambiamenti climatici; ricordando inoltre gli obiettivi fissati dall’Agenda strategica per la collaborazione Unione Europea-Cina 2020, e i principi guida della Strategia dell’Unione Europea per collegare Europa e Asia adottata nell’ottobre 2018; hanno raggiunto la seguente intesa: 

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Mar 08 2019

IL GIALLO INTERNAZIONALE DI ARGO16

I resti di Argo 16

 

 

Argo16, il caso che coinvolse SID/SISMI, Mossad e i servizi segreti libici

 

Quell’incidente di 43 anni fa poteva cancellare Marghera e Mestre. SID/SISMI, Mossad e i servizi segreti libici risultarono coinvolti. Mandanti e cause ancora avvolti dalle nebbie della laguna.

La tragedia di Argo16 senz’altro avrebbe potuto cambiare il futuro dell’Italia intera e la geografia di Venezia-Mestre/Porto Marghera, ma quanti Veneziani e Veneti si ricordano di quella tragedia e dell’apocalisse sfiorata?

 

Ho cercato di mettere assieme quei fatti pescando dalle cronache di allora e dalla memoria personale (allora abitavo a una decina di km dal disastro).Onestamente non ricordo come i media descrissero la drammaticità di quegli eventi e delle conseguenze evitate per puro caso, come non correlandoli al fatto che erano avvenuti una settimana dopo la fine della guerra del Kippur e dell’accordo tra Italia e Arafat (lodo Moro). Inoltre le proteste di tutti lavoratori di Porto Marghera che chiedevano la chiusura del deposito di fosgene furono fatte passare per normali rivendicazioni salariali.Se fosse esploso, qualche decina di migliaia di mestrini e veneziani non potrebbero ricordare quel fatto. Per gli effetti scampati, provate pensare alla tragedia di Bhopal in India del 1984 dove morirono direttamente e indirettamente circa 15.000 persone per la fuoriuscita di isocianato di metile che si ricava industrialmente dalla reazione fra metilammina e fosgene.Purtroppo, per il segreto di Stato, il quadro d’insieme è ancora avvolto dalla nebbia.Ho tentato di ricostruire gli scenari degli anni ‘70 e ‘80 in cui l’Italia venne coinvolta nei fatti terroristici degli arabi medio-orientali, tuttavia ai quei tempi pochissimi giornalisti erano riusciti a dimostrare i collegamenti esistenti.

 

LA SCIA DI SANGUE LASCIATA DAL TERRORISMO MEDIO-ORIENTALE LUNGA DODICI ANNI: Continua a leggere”IL GIALLO INTERNAZIONALE DI ARGO16″


Feb 10 2019

LA DEMOCRAZIA È UNA QUESTIONE DI STOMACO

 

ATTENZIONE: questo articolo è pericoloso, può far venire dei dubbi a chi abbocca ancora alla chiamata alle armi per esportare la ‘democrazia’.

 

Eduardo Galeanososteneva che:  ogni volta che gli Usa “salvano” un popolo lo trasformano in un manicomio o in un cimitero.

 

VENEZUELA. I BASTONCINI E LE NATICHE AL VENTO DI GUAIDÒ

 

 

Quanto sta succedendo intorno al Venezuela ricorda un vecchio esperimento di psicologia sociale esaminato tanti anni fa e, per la sua apparente grossolanità, liquidato come “un’americanata”.

 

L’esperimento consisteva nel mettere un bastoncino obliquo in mezzo a tanti altri dritti e sottoporre l’insieme a un gruppo di 21 persone di cui 20 addestrate a fingere di vederli tutti uguali. La ventunesima persona, oggetto dell’esperimento, dopo aver insistito un po’ circa la posizione obliqua di uno degli elementi in osservazione, si lasciava convincere di essere in errore e accettava la verità del gruppo, rifiutando spontaneamente la verità oggettiva che si trovava di fronte agli occhi.

 

L’esperimento veniva ripetuto con 200 campioni e di questi, grazie all’abilità dialettica dei 20 persuasori apparentemente sconosciuti gli uni agli altri, meno di una decina manteneva la propria convinzione facendo affidamento sui propri sensi. Ma questa decina di irriducibili finiva emarginata! A questo punto scattava la seconda fase e gli “irriducibili” venivano sottoposti a un nuovo esperimento, collegato al primo, per valutarne la capacità di resistenza alle opinioni altrui in situazione di emarginazione e verificare quanti avrebbero ceduto finendo per autoconvincersi della bugia accettandola come verità. Alla fine dell’esperimento restava fedele alla realtà oggettiva meno dell’1% del campione iniziale.

 

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Feb 08 2019

USA E TRATTATO INF: MENTONO…MENTONO SEMPRE

 

MoD russo Mostra FOTO del set di impianti statunitensi per la produzione di missili banditi da INF

 

Dopo la decisione degli Stati Uniti di sospendere i propri obblighi ai sensi del trattato INF, il ministero della Difesa russo ha dichiarato che Washington ha iniziato i preparativi per la produzione di missili a medio e corto raggio proibiti dall’accordo INF due anni prima di accusare Mosca di violare l’accordo.

 

I militari russi hanno rilasciato immagini satellitari della fabbrica della Raytheon Corporation, dove i preparativi per la produzione di missili vietati dall’accordo INF sono in corso da due anni, secondo il ministero della Difesa russo.

 

L’immagine, risalente al 3 dicembre 2018, mostra la fabbrica che misura 4150 × 2300 metri. Secondo il ministero della Difesa, il complesso contiene tre unità di produzione di attori e una che è ancora in costruzione, così come un’area di prova, una stazione elettrica e strutture di stoccaggio semi-sotterranee.

 

© Foto: Ministero della Difesa russo

Immagine satellitare della fabbrica Raytheon nello stato dell’Arizona

 

Fonte: Da Veterans Today  del 2 febbraio 2019

Link: https://www.veteranstoday.com/2019/02/02/russian-mod-shows-photo-of-us-plant-set-to-produce-missiles-banned-under-inf/

 


Feb 04 2019

SMETTIAMO DI FARE I PERBENISTI: IL DC-9 DELL’ITAVIA A USTICA FU ABBATTUTO DAI CACCIA FRANCESI MENTRE CERCAVANO DI UCCIDERE GHEDDAFI. COSÌ DICE IL LIBRO DEL GIUDICE ROSARIO PRIORE…

 

 

La gente si straccia le vesti sull’ingerenza francese in Libya e sui migranti fatti arrivare abusivamente in Italia. Peccato che gli stessi che oggi si agitano non facciano i compiti a casa, non studino: il giudice Priore nel libro “Intrigo Internazionale – Perchè la guerra in Italia”  – Chiarelettere, del 2010 – indica chiaramente che furono i francesi ad abbattere il DC-9 nell’Itavia nelle more di una operazione di guerra internazionale molto simile a quella che portò alla fine di Gheddafi 30 anni dopo. Come disse il capo dei servizi segreti francesi Alexandre de Marenches, pg. 154, “il leader libico doveva essere messo nelle condizioni di non nuocere più, e farlo era il dovere di più governi“. Questo perchè la politica estera di Gheddafi, certamente troppo filo-Italia (il Rais aveva attinenze materne italiane; ricordiamo tra le altre cose il salvataggio della Fiat alcuni anni prima coi soldi libici) dava molto fastidio a Parigi.

 

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Gen 31 2019

PROF. SINAGRA. SECONDO IL DIRITTO INTERNAZIONALE LE NAVI DELLE ONG SONO NAVI PIRATA

 

 

NAVIGAZIONE. RIFLESSIONE TECNICO-GIURIDICA DI DIRITTO INTERNAZIONALE

 

 

Riportiamo una riflessione esclusivamente tecnico-giuridica di diritto internazionale del prof. Augusto Sinagra, docente di diritto dell’Unione europea presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma, già docente di diritto internazionale presso diversi atenei italiani.

 

Secondo quanto sostenuto dal prof. Sinagra le navi delle ONG navigano in regime di illegalità essendo vere e proprie navi pirata e mercanti di schiavi.

Per questo motivo viene impedito l’attracco nei porti italiani con la minaccia del sequestro delle imbarcazioni e l’arresto dell’equipaggio.

 

“Cercherò di fare una riflessione esclusivamente tecnico-giuridica di diritto internazionale di cui sono stato Professore Ordinario nell’Università.

 

  1. Le navi che solcano i mari battono una Bandiera. La Bandiera non è una cosa meramente folkloristica o di colore. La Bandiera della nave rende riconoscibile lo Stato di riferimento della nave nei cui Registri navali essa è iscritta (nei registri è indicata anche la proprietà pubblica o privata).

 

  1. La nave è giuridicamente una “comunità viaggiante” o, in altri termini, una “proiezione mobile” dello Stato di riferimento. In base al diritto internazionale la nave, fuori dalle acque territoriali di un altro Stato, è considerata “territorio” dello Stato della Bandiera. 
    Dunque, sulla nave in mare alto si applicano le leggi, tutte le leggi, anche quelle penali, dello Stato della Bandiera.

 

  1. Il famoso Regolamento UE di Dublino prevede che dei cosiddetti “profughi” (in realtà, deportati) debba farsi carico lo Stato con il quale essi per prima vengono in contatto. A cominciare dalle eventuali richieste di asilo politico.

 

  1. Non si vede allora quale sia la ragione per la quale una nave battente Bandiera, per esempio, tedesca, spagnola o francese, debba – d’intesa con gli scafisti – raccogliere i cosiddetti profughi appena fuori le acque territoriali libiche e poi scaricarli in Italia quando la competenza e l’obbligo è, come detto, dello Stato della Bandiera.

 

  1. Da ultimo è emerso che due navi battenti Bandiera olandese e con il solito carico di merce umana, non si connettano giuridicamente al Regno di Olanda e né figurino su quei registri navali, come dichiarato dalle Autorità olandesi.   Allora, giuridicamente, si tratta di “navi pirata” le quali non sono solo quelle che battono la bandiera nera con il teschio e le tibie incrociate (come nei romanzi di Emilio Salgari).

 

  1. Ne deriva il diritto/dovere di ogni Stato di impedirne la libera navigazione, il sequestro della nave e l’arresto del Comandante e dell’equipaggio.

 

Molti dei cosiddetti “profughi” cominciano a protestare pubblicamente denunciando di essere stati deportati in Italia contro la loro volontà. Si è in presenza, dunque, di una nuova e inedita tratta di schiavi, di un disgustoso e veramente vomitevole schiavismo consumato anche con la complicità della UE, che offende la coscienza umana e che va combattuto con ogni mezzo.”

 

Invitiamo all’approfondimento “L’ASPETTO GIURIDICO NAZIONALE (DIRITTO MARITTIMO E PENALE)” pubblicato sul sito della Marina Militare italiana

 

Fonte: srs di  Augusto Sinagra – docente di diritto internazionale; da Facebook, IO SO, 

 28 gennaio 2019

Link: https://www.facebook.com/io-so-243527245027/

 

 


Gen 28 2019

UNA CERTA IPOCRISIA AFFARISTICA DIETRO LA GIORNATA DELLA MEMORIA

 

 

Di Mondo Informazione Geopolitica, 27 Gennaio 2018

 

Il 27 gennaio 1945 il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato dalle truppe sovietiche durante la loro rapida avanzata invernale dalla Vistola all’Oder. Il primo reparto che entrò nel campo faceva parte della LX Armata del generale Kurockin del 1° Fronte Ucraino del maresciallo Ivan Konev.

 

Furono trovati circa 7.000 prigionieri ancora in vita. Inoltre, furono trovati migliaia di indumenti abbandonati, oggetti vari che possedevano i prigionieri prima di entrare nel campo e otto tonnellate di capelli umani imballati e pronti per il trasporto. Si svelò, quello che molti già conoscevano.

 

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Gen 23 2019

SIRIA: LA GUERRA CHE NON HAN VOLUTO DIRCI

La democrazia era la scusa; la guerra, l’obiettivo.

( prima parte)

 

Quartier deserté. Photo Guillaume Briquet

 

 

Il conflitto nel paese mediorientale è basato su bugie: le grandi potenze difendono i loro interessi politici ed economici. Il popolo subisce.

 

di Alberto Rodrìguez

traduzione di Gb.P.  per OraproSiria

 

In Siria nel 2011 non ci sono state rivoluzioni.  

 

La guerra in Siria è il risultato di un conflitto tra due sistemi; la laicità socialista del partito Baath contro l’islamismo – liberale nell’aspetto economico- dei Fratelli Musulmani.

Si tratta di un confronto che dissangua la Siria a partire dagli anni Sessanta, quando i baathisti presero il potere per la prima volta, e che si è intensificato quando gli islamisti in tutto il mondo nel 2012 hanno risposto alla chiamata alla jihad fino a provocare un conflitto che, tra lotte di potere e fuoco incrociato, ha trasformato la Siria in un puzzle di centinaia di milizie, organizzazioni e interessi che si reggono sulla morte.

 

Fin dall’inizio, la guerra si è basata sulle bugie. L’America cerca di mantenere l’egemonia dei suoi alleati nella regione in modo che le sue società continuino a operare nel mercato delle risorse. Insieme agli Stati Uniti, Francia, Qatar e Arabia Saudita avevano bisogno di manipolare l’opinione pubblica a loro favore in modo che questa supportasse l’intervento diretto in Siria fornendo supporto logistico, militare e finanziario ai ribelli. In nessun momento ci si domandò quale fosse la percentuale della popolazione locale favorevole al proprio governo e quale percentuale fosse favorevole a rovesciarlo, perché semplicemente non aveva importanza.

 

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