Ragazzi! Bombaccioni! Popolo dello spritz!
La vita è una guerra, e non c’è un cazzo da ridere.
Bisogna combattere!
Nov 24 2016
Ragazzi! Bombaccioni! Popolo dello spritz!
La vita è una guerra, e non c’è un cazzo da ridere.
Bisogna combattere!
Nov 19 2016
Al dotor,
se sa,
a qualunque ora se pol telefonar!
Parchè, el dotor:
nol magna
nol dorme
nol va a far la spesa
no el se lava
nol neta
nol fa l’amor e gnanca a va a pissar!
El dotor el gha da aspettar ci gha da telefonar!
El dotor nol pol averghe orari,
e si mi sto mal?
Come pol-lo lu averghe altro da far?
Insoma
a’sti dotori
quei che sa tuto lori
a tute le ore se por romperghe… i maromi!!!
(el me dotor) Laura Avesani
Ott 27 2016
Basilica di San Zeno. Bassorilievo di Re Teodorico
La leggenda veronese racconta che Teodorico, al bagno nell’Adige, vide un meraviglioso cervo e lui, grande appassionato di caccia, salì in groppa a un meraviglioso cavallo nero apparso dal nulla. Il nero cavallo era in realtà un essere demoniaco che, al termine di un’allucinata corsa lungo la penisola italiana, precipitò il vecchio re nel cratere di Vulcano nelle Eolie, ingresso dell’inferno, e tutto questo come punizione per aver distrutto il cimitero paleo-cristiano della Chiesa di Santo Stefano. La leggenda è magnificamente ritratta in un bassorilievo della facciata della basilica di San Zeno.
O REGEM STULTUM PETIT INFERNALE TRIBUTUM
MOXQUE PARATUR EQUUS QUEM MISIT DEMON INIQUUS
EXIT AQUA NUDUS PETIT INFERA NON REDITURUS
O Re stolto! Chiede un dono infernale
Tosto gli appare un cavallo mandato dal triste demone
Esce nudo dal bagno, cavalca all’inferno senza ritorno
Basilica di San Zeno
La scritta, sui marmi della Basilica di San Zeno, ricorda esecrata per sempre, la punizione divina inflitta al Re ostrogoto Teodorico per aver violato, nel ricostruire le mura della città di Verona, le tombe paleocristiane dell’area cimiteriale della Chiesa di Santo Stefano.
Piazza Corrubio. La profanazione, eseguita nel periodo dell’amministrazione Tosi, dell’area cimiteriale paleocristiana adiacente alla Chiesa di San Procolo e San Zeno con la distruzione dei resti dei della prima chiesa di San Zeno
Si racconta che nel novembre 2009 la fiera aveva portato molti cavalli in centro città e vederne uno arrivare in piazza San Zeno non era apparsa una cosa strana. Ma quel cavallo aveva un qualche cosa di strano, oltre ad essere bellissimo non faceva rumore, il suo passo era silenzioso, non si sentiva lo scalpitio metallico sul basolato della piazza: era un cavallo scalzo.
Lentamente portato da un cavaliere non più giovane che tradiva le sue origini teutoniche si avvicinava alla facciata della basilica, dove restava per parecchi minuti in silenzio ad ammirare i bassorilievi del protiro, lo spettacolo era magnifico, quel nero cavallo ricordava tempi passati immortalati nei suoi ultimi divenire in alcune fotografie del Lotze.
Il lucido mantello nero che si mescolava con le prime ombre della sera brillava sotto le luci della piazza, lentamente il cavaliere girò il cavallo, passo davanti alla chiesa di San Procolo, scese verso piazza Corrubio, guardò dall’alto della sua cavalcatura gli scavi archeologici, lesse i cartelli attorno al cantiere e silenziosamente ritornò davanti alla basilica ammirando di nuovo a lungo la spendita facciata, in fine silenziosamente si avvio passando sotto la torre medioevale in Via Abazia. I sanzenati seduti davanti all’osteria, lo fermarono facendo i complimenti per lo stupendo cavallo. Il misterioso cavaliere, che parlava in un decente italiano, disse che non poteva fermarsi più di tanto perchè iniziava a far buio, e il suo cavallo era più nero della pece. Prima di andare chiese chi fosse il sindaco. Avuto il nome accarezzo la criniera del cavallo stette in silenzio per alcuni secondi e poi soggiunse: ricordate al vostro sindaco la maledizione di Teodorico.
Quale maledizione? Chiesero gli avventori dell’osteria.
Tirato su il bavero calato il cappello sulla fronte giro lo sguardo verso i sanzenati e prima di spronare il cavallo, con voce ferma, pronunciò:
“IMPRESA RETTONDINI, AMMINISTRAZIONE TOSI, RICORDATEVI DI ME!
PENSATE VOI DI SFUGGIRE AL TERRIBILE FATO?
NULLA DI CIÒ CHE AVETE FATTO GODRETE, NE IN QUESTA VITA, NE NELL’ALTRA”.
“DAL PROFONDO DELL’INFERNO, TEODORICO VON BERN, IL GRANDE”
Set 24 2016
Il mio motto é “Perchè remare…magari anche controcorrente, se puoi navigare a vela”?
In altri termini per viver bene é necessario evitare rotte preordinate e seguire il corso degli eventi perchè non c’è nulla di meglio per ciascuno, che ciò che la vita ti ha riservato.
I guai accadono quando si sceglie per se stessi un corso diverso da quello verso cui spingono gli eventi…
Sabato
Set 07 2016
di GILBERTO ONETO
Qualche tempo fa Bankitalia se ne è uscita con la novità che l’evasione fiscale sarebbe concentrata principalmente a Nord contraddicendo tutti gli studi precedenti, compresi quelli dell’Agenzia delle Entrate. É inutile entrare nel merito della boutade, visto che l’ente di provenienza appartiene alla nobile schiera dei sodalizi che devono per vocazione e impegno statutario affermare a ogni costo la sacra unità della patria e – si sa – ogni accenno e ammissione dello sfruttamento delle regioni padane mette in pericolo la già scarsa graniticità del dogma dell’indivisibilità tricolore.
Continua a leggere”IL SUFFISSOIDE CHE PORTA DECISAMENTE SFIGA”
Lug 06 2016
Giu 03 2016
Dove comanda le donne
e i ara i campi con le vacche
i laori non i va mai avanti.
Antico proverbio veneto
Giu 01 2016
SI PUÒ SCEGLIERE LA STRADA SBAGLIATA PER NOBILI MOTIVI E QUELLA GIUSTA PER CALCOLO E OPPORTUNISMO
mmm!!! E’ troppo poco.
FALSO COME GIUDA, GIRAFRITTATE DELLA MADONNA, FAR SÌ CHE CIÒ CHE È STATO NON SIA, CON UN TOCCO TI RIGIRA IL DISCORSO, TI METTE IN BOCCA PAROLE CHE NON HAI MAI DETTO MA CHE ANZI HA DETTO LUI, SCALTRISSIMO NELLA DIALETTICA DELLA MENZOGNA, SEMPRE PRONTO A RITRATTARE DAVANTI A CRISTO TUTTO QUELLO CHE HA PROFERITO, VENDENDO IL PROSSIMO PER IL PROPRIO TORNACONTO, CAPACE DI PUGNALARE UN AMICO ALLE SPALLE.
…( xxxx )
SI! ESATTO …PROPRIO LUI!
Apr 20 2016
Un uomo amava moltissimo il suo gatto. Quando il gatto morì, per l’uomo fu un colpo durissimo, che gli fece rendere conto che quel micio era l’unico essere vivente che l’avesse amato in modo davvero incondizionato.
Così quando anche l’uomo morì, il suo ultimo pensiero fu di gioia, perché avrebbe rivisto il suo gatto. E infatti, lui era lì ad aspettarlo, tutto ronfante e felice di rivederlo.
E così l’uomo e il suo gatto si trovarono su una lunga strada di campagna. L’uomo vede un cartello che dice “Paradiso” per di qui. E cammina e cammina. Dopo un po’ supera una fattoria. All’orizzonte vede il riflesso di un enorme cancello bianco e sente che finalmente è arrivato.
Arriva al cancello, stanchissimo. La luce che emana dalla città è abbagliante e lui completamente stupefatto. Anche il gatto è piuttosto entusiasta… finalmente appare un uomo vestito di bianco. “Benvenuto in Paradiso” gli dice. “Tutto quello che hai sempre voluto qui c’è, ogni tuo desiderio sarà esaudito. Che cosa desideri?” L’uomo sorride.
Continua a leggere”UN UOMO E IL SUO GATTO IL PARADISO DEGLI ANGELI”
Apr 14 2016
Carlo Cracco è il prototipo del veneto verace: originario della provincia di Vicenza, non fa nulla per nascondere il suo accento. Orgoglio “magnagatti” rulez!
Hai perso la testa per un ragazzo veneto? Il nostro maschio alfa ti spiega come conquistare il suo cuore… Spoiler: è romantico come una motozappa e una famiglia incasinata.
Continua a leggere”10 COSE DA SAPERE PRIMA DI USCIRE CON UN RAGAZZO VENETO”
Apr 09 2016
Mar 03 2016
Un contadino veneto urla: “ No sta bere st’ acua che ga caga dentro le vache”.
L’uomo in ginocchio risponde: “ Sono un musulmano, non ti capisco. Se non parli la sacra lingua dell’islam, almeno parla in italiano”
E il contadino: “Ho detto utilizza le due mani, così bevi meglio”
Mar 02 2016
Na copia veneta la decide de passar le ferie ai Caraibi
Na copia veneta la decide de passare le ferie ai Carabi, ne lo steso albergo dove ì xera ‘ndati in viajo de nosse 20 anni prima, ma par problemi de lavoro la mojer no poe partire col mario e a rivera’ dopo un pochi de giorni
Quando l’omo riva, el và dentro ne a camera dell’hotel el vede che ghe ze un compiuter co internet.
El decide de mandarghe na mail a so mojer, ma el sbaglia indirisso e sensa valerlo la manda da neltra parte.
A mail a vien ricevua da na vedova che xera pena rientrà dal funerae de so marìo e che a decide de vedere i messagi ricevui de cordoglio.
EI fioeo de a vedova pena rivà casa el trova so mama svenua davanti al compiuter e, sol video, el vede a mail che a gaveva pena leto.
«Cara sposa, so rivà. Tuto ben. Probabilmente te sarè sorpresa de ricevere me notissie via mail, ma anca qua adesso i ga el compiuter par mandare i messaggi ae persone care. Pena che so rivà me so assicurà che fosse tuto a posto anca par ti par quando te rivarè venere che vien. No vedo l’ora de vederte e spero che el to viajo sia tranquio come el mio.»
«N.B. No sta portarte tanti vestiti parchè qua fa un caldo Infernale.»
El to caro marìo