Giu 12 2016

GIANNI MURA: IL PROBLEMA DEL GIORNALISMO È CHE NON SI OCCUPA PIÙ DELLA REALTÀ

Category: Media e informazione,Persone e personaggigiorgio @ 08:19

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Gianni Mura

 

Una conversazione a tutto campo con Gianni Mura, su come è cambiato il mondo e su quello che ci siamo persi, da Milano al mondo dell’informazione

 

Ad arrivarci in bicicletta, poco dopo l’ora di pranzo di un giorno bollente di giugno inoltrato, la sede milanese di Repubblica sembra una specie di avamposto in un territorio ostile e alieno. A poche centinaia di metri da piazzale Lodi, i suoi due palazzi di vetro — un parallelepipedo slanciato per Manzoni, un cubo tozzo per il gruppo L’Espresso — sono sormontati da una decina di parabole che captano il mondo, lo stesso mondo che le diverse decine di giornalisti che in quel cubo ci lavorano ogni giorno, cercano, chi più chi meno, di raccontare e interpretare.

 

Nel labirinto di stanze e corridoi di quel cubo c’è anche una stanza occupata quasi per intero da una scrivania affollata di documenti, libri, appunti, con un pacchetto di MS light che spunta in mezzo alle carte. È un disordine che lascia al computer soltanto il minimo spazio vitale. Un’emarginazione del digitale che forse è casuale, anche se, dopo aver parlato con il proprietario, viene da pensare che in qualche modo non lo sia, ma che sia piuttosto una sorta di psicosomatismo dello spazio che reagisce e si adegua a chi lo occupa.

 

Dietro alla scrivania c’è un signore di 70 anni dallo sguardo limpido, un’espressione vagamente malinconica e una barba grigia, tranquillizzante come il tono di voce, i cui sporadici scatti si manifestano a livello lessicale. Si chiama Gianni Mura ed è uno dei più bravi giornalisti sportivi italiani di sempre. Anzi, meglio, è tra le migliori penne del giornalismo italiano di tutti i tempi, punto.

 

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Mar 10 2016

LA LIBERTÀ DI STAMPA APPARTIENE AL POPOLO

Category: Media e informazionegiorgio @ 00:07

 

Libertà

 

 

I giornali possono appartenere a persone o società, ma la libertà di stampa appartiene al popolo.

 


Mar 09 2016

IL GIORNALISTA QUASI PERFETTO: COME SI RICONOSCE UN BUON GIORNALISTA?

Category: Libri e fonti,Media e informazionegiorgio @ 00:01

 

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IL GIORNALISTA QUASI PERFETTO.

 

Di David Randal

 

Editore Laterza

 

E fatto bene, ed è un ottimo strumento per capire il contenuto dei giornali, il giornalismo e il suo ambiente.

Ti allego alcune pagine del primo capitolo.

Come vedrai, è pieno di nomi di giornalisti italiani……….

 

COME SI RICONOSCE UN BUON GIORNALISTA?

 

Le uniche qualità per avere successo nel giornalismo sono un’ astuzia da roditore, modi accettabili e un po’ di abilità letteraria.

(Nicholas Tomalin)

 

Gli eroi del giornalismo sono i cronisti. Quello che fanno è scoprire le cose.

Arrivano per primi, nel caos del presente, battendo alle porte chiuse, a volte correndo dei rischi, e catturano l’inizio della verità. Se non lo fanno loro, chi dovrebbe farlo? I direttori? I commentatori? C’è una sola alternativa ai cronisti: accettare la versione ufficiale, quella che i poteri economici, i burocrati e i politici scelgono di darci. Dopotutto, senza i cronisti, che cosa saprebbero i commentatori?

 

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Apr 03 2015

ECCO TUTTE LE TATTICHE CHE MEDIA, GIORNALI E TV USANO PER MANIPOLARE L’OPINIONE PUBBLICA.

 

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Manipolare l’oppinione pubblica

 

 

Ecco tutte le tattiche di disinformazione che media, giornali e tv usano per manipolare l’opinione pubblica, inducendo le persone a pensarla in modo surreale.

 

Ci sono tattiche precise che i maestri della disinformazione tendono ad applicare, ve ne sveleremo 25 in questo articolo.

 

Le persone possono essere comprate, intimorite, o addirittura ricattate con lo scopo di diffondere disinformazione, così anche le “persone perbene” in molti casi, possono diventare sospette.

 

E’ compito di un professionista della disinformazione è interferire con queste valutazioni, perlomeno per indurre le persone a pensare che i collegamenti siano deboli o spezzati quando, in realtà, non lo sono… O presentare soluzioni alternative che allontanino dalla verità.

 

Molto spesso la verità viene “rallentata” attraverso tattiche di disinformazione, un risultato assicurato perché l’apatia cresce con il passare del tempo e con la retorica.

Le accuse non dovrebbero essere “abusate” tienile per i colpevoli recidivi e per quelli che usano tattiche multiple 

 

Le repliche non devono mai cadere nelle trappole dell’emozione o deviare dalle informazioni, a parte che non ci sia qualche osservatore venga facilmente distratto dall’inganno. 

 

 

ECCO QUI DI SEGUITO LE VENTICINQUE REGOLE DELLA DISINFORMAZIONE.

 

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Mar 06 2015

L’UTILIZZO IPNOTICO DEI COLORI NEI TELEGIORNALI

Category: Media e informazione,Monolandiagiorgio @ 00:02

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Di  JON RAPPOPORT

jonrappoport.wordpress.com

 

Alcune persone lo chiamerebbero semplicemente uno sforzo per cercare di compiacere il pubblico. Bene, compiacere il pubblico durante un notiziario non è l’obiettivo, a meno che indici di ascolto, dati su telespettatori, ricavi e distrazione dai fatti non siano il vero piano.. e naturalmente lo sono.

 

Solo adesso mi sono sforzato di vedere la replica del notiziario NBC di mercoledì sera con il ragazzo d’oro Brian Williams.

 

Ma Brian non era d’oro, era blu, colore che, secondo molti sondaggi, risulta essere il prediletto. Un calmo, riappacificante blu.

Questo è quello che ho visto durante i primi cinque minuti. E non potevo sostenere un minuto di più. (Ho bisogno che andiate sulle news di NBC e che guardiate con i vostri occhi).

Brian indossava una camicia blu. Tutti gli sfondi delle didascalie erano blu. Gli schermi piccoli dietro a Brian erano blu. I pannelli della scrivania di Brian erano blu. La superficie della scrivania rifletteva tinte di blu.

 

La storia principale, il report sulla tortura presentato dalla CIA, presentato in blu nel marchio CIA.

Andrea Mitchell, che stava lanciando il servizio sul report, indossava un outfit blu scuro.

Dietro a lei il Capitol Dome in un cielo blu.

Lo psicologo Mitchell, un architetto del programma della tortura, è stato intervistato.

La sua maglietta era in parte blu.

Una mappa del mondo che appariva nello schermo, su uno sfondo blu.

Dietro ad Andrea, lo sfondo era riempito di diversi oggetti blu.

La reporter Dana Priest è stata intervistata per la storia.

Un pezzo di sfondo dietro a lei era blu.

Michael Hayden è stato intervistato. Indossava una maglietta blu.

 

Ancora, io insisto tutto ciò era nei primi cinque minuti di notizie.

Si potrebbe dire che il notiziario sia stato di per sé un’occasione per la trasmissione del blu.

“Ceniamo di fronte alla TV e guardiamoci il telegiornale. Mi piace il blu.”

“Che canale?”

“NBC. Il loro blu è meglio di quello di CBS.”

 

Hai ragione. Mi fa sentire tranquillo. La tortura di cui parla la CIA non può essere stata così male. È blu. Mi sento rassicurato.”

 

John Rappoport

Fonte: https://jonrappoport.wordpress.com

Link: https://jonrappoport.wordpress.com/2014/12/11/the-hypnotic-use-of-color-in-television-news/

Traduzione per www.comedomchisciotte.org  acura di GUEDALINA ANZOLIN

 

Fonte: visto su COME DON CHISCIOTTE del 2 marzo 2015

Link: http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=3940

 

 

 

DOMANDA: QUALE È IL COLORE PREDOMINATE DEI TELEGIORNALI DELLA RAI?

 

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Mar 05 2015

L’EX UOMO CIA RAYMOND MCGOVERN: GIORNALISTI, VI BEVETE PROPRIO TUTTE LE BUFALE

Category: Media e informazione,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:19

RAYMOND MCGOVERN

Raymond McGovern

 

 

Giornalisti, ma perché ve le bevete proprio tutte, le bufale che vi propina il potere?

 

La notizia è che a domandarlo non è un reporter d’inchiesta, ma un ex dirigente della Cia, Raymond McGovern, per anni a capo del “National Intelligence Estimates”, uno dei massimi organismi dell’agenzia di Langley. Marcello Foa lo ha incontrato in un recente dibattito pubblico a Firenze. Oggi, McGovern «è uno dei più arcigni difensori delle libertà civili e implacabile critico delle politiche della Casa Bianca, sia di George W. Bush sia di Barack Obama».

 

Foa condivide al 100% la sua analisi: «Oggi la stampa non svolge il proprio ruolo di cane da guardia della democrazia, semmai è vero il contrario: troppo compiacente, troppo schierata, troppo pavida nei momenti in cui bisognerebbe essere coraggiosi. Si beve tutte le bufale degli spin doctor».

 

Ovvio che l’opinione pubblica sia sempre più indifesa: non viene solo disinformata, viene anche puntualmente depistata non appena il Palazzo teme che qualche verità scomoda possa venire a galla.

 

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Mar 02 2015

LA “STAMPA”, UNO DEI MOTIVI PER CUI L’ITALIA È IRRIFORMABILE

Category: Media e informazione,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 22:47

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di GIANLUIGI LOMBARDI CERRI

 

Sembra che debba attribuirsi a G.B.Shaw l’episodio in cui essendo per l’ingresso ad una cena di gala  privata richiesto il biglietto di invito il celebre scrittore, ha tentato di sostituire il richiesto con una parola pomposamente pronunciata: “Stampa!” E questo la dice lunga sul carattere di molti giornalisti, ma l’atteggiamento ironizzato non raggiunge mai i livelli italioti.

 

Infatti ai “ vizietti” tipo quello ironizzato da G.B.Shaw si aggiungano vizi ben più importanti, il primo dei quali è quello dell’appartenenza ad uno schieramento politico scrivendo quasi esclusivamente in funzione di una ideologia. Non è un mistero che, specie in certi settori specializzati della pubblicistica o sei “…figlio di un padre potente” o sei “ ….appartenente alla sinistra”, diversamente ti scordi di lavorare. Questo fa sì che tutte le notizie provenienti dalle agenzie di stampa vengono politicamente interpretate.

 

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Gen 15 2015

GIORNALISTI, PROPAGANDA E GUERRA MEDIATICA. E’ ORA CHE LA GENTE SAPPIA LA VERITÀ

 

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John Pilger

 

 

by John Pilger, giornalsta free lance, ” serve un giornalismo che monitori, smonti e controbatta la propaganda e che insegni ai giovani ad essere agenti per la gente, non per il potere“.

 

Traduco nel seguito un illuminante pezzo “riassuntivo”, di questo giornalista australiano (che negli anni ’60 ha tentato anche una avventura free lance in Italia) su dove siamo e siamo andati nella informazione in Occidente, ovvero sul suo ruolo preminente come “propaganda del potere”  e quindi… sulla falsità e faziosità del giornalismo mainstream, votato non alla verità e all’informazione ma a servire le agende del potere. Questo anche in relazioni alle grandi guerre…come quella che stanno preparando. 

 

 

Perché così tanto giornalismo si è arreso alla propaganda? Perché censura e distorsione sono diventate una pratica standard? Perché la BBC è cosi spesso portavoce di un potere rapace? Perché il New York Times e il Washington Post ingannano i loro lettori? Perché ai giovani giornalisti non viene insegnato a comprendere le finalità dei media e a sfidare le affermazioni eclatanti e le basse intenzioni di una oggettività fasulla?

 

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Gen 07 2015

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JE-SUIS-CHARLIE

 

 

 

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Gen 03 2015

VUOI SAPERE CHI CONTROLLA LA STAMPA? CHI DECIDE CHE COSA LEGGERAI DOMANI SUL GIORNALE? ECCO LA LISTA

Category: Dominio Potere e Violenza,Media e informazionegiorgio @ 01:04

controllo della stampa

 

 

IL CORRIERE DELLA SERA:

appartiene al gruppo internazionale Mediagroup, è quotato in Borsa e controlla altri giornali e riviste popolari come “Il Mondo” “L’Europeo” “Oggi” “Visto” “Novella” “Max”. Nel suo Consiglio di Amministrazione ci sono personaggi indissolubilmente legati all’elite finanziaria internazionale e ai suoi circoli mondialisti come John Elkan (Gruppo Bilderberg), presidente di FIAT e di Exor (la holding finanziaria della famiglia Agnelli); Carlo Pesenti, consigliere di Italcementi, Unicredit, Italmobiliare e Mediobanca; Berardino Libonati, consigliere di Telecom Italia e Pirelli; Diego Della Valle, possessore del 4% di Banca Nazionale del Lavoro, consigliere di Tod’s e Generali Assicurazioni, ex dirigente della Fiorentina coinvolto nello scandalo di Calciopoli; Renato Pagliaro, consigliere di Telecom Italia, Pirelli e Mediobanca.

 

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Dic 16 2014

IL GIORNALISMO COME MERETRICIO

Category: Media e informazione,Monolandiagiorgio @ 01:26

 

giornalismo

 

 

Il giornalismo è da sempre un’ancella di chi comanda. Governino i gobbi o gli storpi, i ladri o i farabutti, come scriverebbe Balzac, questi saranno inevitabilmente bellissimi e moralmente irreprensibili sulle colonne dei giornali. Ovviamente, a patto che occupino posizioni di rilievo nei consigli d’amministrazione delle testate o nella scala gerarchica della società. La verità costa cara ed è un investimento che non tutti possono permettersi nei nostri sistemi democratici e capitalisti. La verità come proprietà privata, anche se con sovvenzionamenti pubblici. La verità è un prodotto come un altro e c’è chi la produce e chi la consuma senza preoccuparsi troppo del suo sapore, l’importante è che sia appetibile perchè ben confezionata. Per questo non siamo mai sorpresi dalla maniera in cui i fogliacci ci raccontano la realtà, o meglio non siamo meravigliati dalle svariate modalità alle quali ricorrono per fabbricare gli eventi, a loro uso ed abuso, imprimendo sui loro resoconti il marchio di garanzia della “loro” verità.

 

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Dic 07 2014

DIETRO LE QUINTE LIBRARIE: CIÒ CHE NON SVELA UNO SCHIAVO LETTERARIO

Category: Cultura e dintorni,Media e informazionegiorgio @ 00:03

schiavo letterario

 

 

Non è un segreto che molti libri di famosi autori siano stati scritti da un’intera squadra di scrittori a pagamento, i quali sotto la benedizione di Dumas-padre furono battezzati “nègre littéraire“. La loro professione gli obbliga a celare il proprio nome, ma un fantasma del pennino che si nasconde dietro le iniziali K.V. ha raccontato a La Voce della Russia la propria vita.

 

– Qual è stato l’inizio della Sua carriera come “fantasma” letterario?

– All’epoca mio figlio era piccolo, si ammalava spesso e io non ero compatibile con il lavoro in ufficio. Ero in cerca di un’opportunità di lavoro da casa. Tramite un annuncio trovato sulla Rete ho conosciuto una committente che pensava di scrivere un romanzo. Aveva definito perfino una breve trama, erano stati fatti piccoli abbozzi, ma non aveva sufficiente maestria per dare il tocco finale a tutto quanto. Ci siamo incontrate, ci siamo piaciute e io mi sono messa all’opera. Quando il romanzo era finito, la committente l’ha spedito a una casa editrice e qualche tempo dopo ha firmato un contratto per una serie di romanzi, uniti da movente e atmosfera comuni. E la cosa è andata avanti. Tutti i libri seguenti bisognava inventare di sana pianta.

 

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Nov 27 2014

L’ASSEDIO DI JULIAN ASSANGE È UNA FARSA. JOHN PILGER

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“Il suo vero crimine è aver dato il via ad una ondata di verità in un’epoca di bugie, di cinismo e di guerra”

 

L’assedio intorno a Knightsbridge è una farsa, scrive John Pilger sul suo sito. Per due anni, una presenza esagerata e costosa della polizia intorno all’Ambasciata dell’Ecuador di Londra è servita al solo scopo di ostentare il potere dello stato. La preda è un australiano accusato di nessun crimine, un rifugiato che fugge dall’ingiustizia, la cui unica salvezza è una stanza concessagli da un paese sudamericano coraggioso. Il suo vero crimine è aver dato il via ad una ondata di verità in un’epoca di bugie, di cinismo e di guerra.

 

La persecuzione di Julian Assange deve finire. Anche il governo britannico ritiene che deve finire. Il 28 ottobre, il Vice Ministro degli Esteri, Hugo Swire, ha detto al Parlamento che avrebbe “accolto attivamente” il procuratore svedese a Londra e che “avrebbe fatto di tutto per facilitare il suo lavoro”. Il tono era quello di una persona impaziente.

 

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Nov 17 2014

IL LEONE DI VETRO DAL 13 NOVEMBRE AL CINEMA

 IL LEONE DI VETRO

 

A partire da Giovedi 13 novembre 2014 esce nel Veneto e in tutte le sale d’Italia

il film del regista napoletano Salvatore Chiosi

 

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BOICOTTATO IL LEONE DI VETRO: IL FILM ACCUSATO DI INDIPENDENTISMO

 

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Salta la proiezione al Melies, caso politico da Vazzola a Conegliano

 

CONEGLIANO. Le major cinematrografiche boicottano “Il leone di vetro”, che è stato girato anche nel Coneglianese. Doveva uscire anche al Melies di Conegliano, ma non verrà proiettato. «Il motivo? Il ricatto delle multinazionali», è questa l’accusa fatta attraverso i social network dalla produzione del film, il caso è diventato anche politico.

«Il cinema Melies di Conegliano», è la comunicazione dello staff del film, «dopo averci richiesto la pellicola e dato l’ok per la proiezione in sala, mandando anche il trailer tra quelli prossimamente in cartellone, a tre giorni dall’uscita fa dietrofront e ci comunica che non proietterà più il film».

Il film storico narra le vicende di due famiglie venete nell’annessione del 1866. Ha visto molti ciak nella Marca, con protagonista lo storico Borgo Malanotte, di Tezze di Piave, e i suoi abitanti che hanno fatto da comparse. Per questo in molti attendevano l’uscita nelle sale. Invece a Conegliano il film è saltato.

L’Associazione Borgo Malanotte ha commentato con un «Senza parole». Si è sollevato anche un polverone politico, con voci di una “censura” per i contenuti vicini all’indipendentismo.

 

 


Nov 11 2014

SERGIO SAVIANE, NOSTRO MAESTRO – RIPESCATO DALL’OBLIO UN GRANDISSIMO CHE HA CAMBIATO IL VOLTO DEL GIORNALISMO

Nuovo libro di Stefano Lorenzetto – Dalla genialità e alle staffilate che lo portavano da un giornale all’altro, al dramma della morte della figlia Caterina – La passione per i soprannomi e quella, mai sopita, per l’irriverenza con la quale addestrò un’intera generazione di giornalisti…

 

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Sergio Saviane

 

Il quarto veneto notevole entrato nella mia vita fu quel cronista di razza e inarrivabile scrutatore di umane debolezze che rispondeva al nome di Sergio Saviane. Non riesco a darmi pace per aver maldestramente cancellato il messaggio di benvenuto della sua segreteria telefonica, che avevo tenuto per anni inciso nella mia; una registrazione effettuata pochi giorni dopo la sua morte, avvenuta nel 2001, quando, telefonando al numero 0423 563676, ti rispondeva ancora lui, come se fosse vivo: «Non sono in casa. Potete lasciare un messaggio dopo il segnale acustico».

 

E qui – ecco il genio assoluto, l’irriverenza fatta persona – invece del banale bip elettronico ascoltavi Saviane che gorgheggiava soavemente, tale e quale il fringuello che si sentiva in sottofondo nel motivetto L’uccellino della radio cantato da Silvana Fioresi negli anni Quaranta. Nella scelta di imitare il cinguettio che dalle onde medie prima dell’Eiar e poi della Rai tenne compagnia a tre generazioni d’italiani, c’era una totale identificazione con quello che era stato il suo lavoro di critico televisivo, sempre attento anche ai significati apparentemente più trascurabili di ciò che si spandeva nell’etere.

 

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