Dic 10 2017

GLI EFFETTI DEL GLUTINE SUL CERVELLO

Category: Alimentazione e gastronomia,Salute e benesseregiorgio @ 00:40

 

 

Problemi come disturbi gastrointestinali (IBS), eruzioni cutanee, problemi di assorbimento dei nutrienti e la perdita ossea sono stati segnalati e osservati ormai in larga misura. Fortunatamente per molti, una dieta priva di glutine può alleviare queste condizioni e rivitalizzare la salute. Ma, oltre a questi disturbi, ci può essere un altro motivo per evitare il glutine: il suo effetto sul cervello.

 

La celiachia è una malattia autoimmune causata da intolleranza al  glutine che danneggia il piccolo intestino. Se si ha la celiachia e si consumano cibi con glutine, il sistema immunitario risponde danneggiando l’intestino tenue.

 

Il glutine è una proteina presente nel grano, segale e orzo. Si trova principalmente negli alimenti, ma si può trovare anche in altri prodotti come: medicinali, vitamine e integratori, balsamo per le labbra, la colla per francobolli e buste. La celiachia colpisce ogni persona in modo diverso.

 

I sintomi possono verificarsi nel sistema digestivo o in altre parti del corpo. Una persona potrebbe avere diarrea e dolori addominali, mentre un’altra persona può essere irritabile o depressa o avere frequenti mal di testa ed emicranie. L’irritabilità è uno dei sintomi più comuni nei bambini. Alcune persone non hanno sintomi.

 

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Dic 08 2017

LA STORIA DI DOM PÉRIGNON, QUELLO DELLO CHAMPAGNE

Category: Alimentazione e gastronomia,Persone e personaggigiorgio @ 15:13

Un altorilievo di Dom Pérignon realizzato presso l’abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers 

 

 

Il 24 settembre del 1715 moriva Pierre Pérignon, il monaco benedettino conosciuto come Dom Pérignon e il cui nome è legato alla storia e al marchio di uno degli champagne più conosciuti al mondo (la data della morte è dibattuta da tempo: alcuni storici ritengono fosse morto il 14 settembre, ma buona parte dei libri che ne parlano concorda sul 24). Secondo la leggenda, Pérignon avrebbe importato da Limoux, un paese nella Linguadoca-Rossiglione, il metodo per la rifermentazione in bottiglia alla base del sistema per fare lo champagne. A differenza di quanto viene spesso riportato, Dom Pérignon non era un alchimista: aveva la responsabilità dei vigneti nel monastero di Hautvillers, nella regione della Champagne-Ardenne. A lui è invece giustamente attribuito il merito di avere selezionato con cura i vigneti più adatti da mettere insieme per realizzare lo champagne.

 

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Dic 05 2017

VINO SPUMANTE FRANCIACORTA, QUANDO L’ORIGINE FA LA DIFFERENZA

Category: Alimentazione e gastronomiagiorgio @ 00:04

 

 

E’ tempo di vendemmia, di pensare alla produzione del vino buono per la nuova annata. Il vino della Franciacorta, ormai noto in tutto il mondo, sarà pronto tra breve, come gli altri, per essere imbottigliato.

 

Ma come e dove nasce, quale è l’origine di questo particolarissimo e amato vino?

 

Nei vigneti della Franciacorta, dolci colline verdeggianti di fìlari, dove nel 1961 Berlucchi stappò la prima bottiglia di spumante iniziando a contendere il mercato ai rivali francesi. Che per giunta potrebbero aver dato il nome alla regione vinicola.

 

Narra la leggenda che Carlo Magno, conquistata Brescia ai longobardi nel 774, diede ordine alle sue schiere di accamparsi a Rodengo Saiano; di lì a poco si tennero le celebrazioni di San Dionigi, che il Magno monarca analfabeta aveva giurato di festeggiare a Parigi, così, un po’ per consolarsi ma anche perché il paesaggio gli sembrava familiare, decretò che quella zona era “una piccola Franda”.

 

Poi gli studiosi di etimologia, che si intestardiscono a smontare le leggende, hanno trovato altre spiegazioni, non del tutto concordi: il nome deriverebbe da francae curtes, le piccole comunità di monaci benedettini che nel medioevo erano esentate dalle tasse, in cambio della bonifica e della coltivazione delle terre, oppure da Franca Contea (più o meno il motivo è lo stesso), impostale dalle milizie francesi nel XVIII secolo (che probabilmente neppure ricordavano l’esistenza di un certo Carlo Magno), sempre perché esente da tasse… e le tasse, da tempi immemorabili, pare siano motivo di innumerevoli moti insurrezionali camuffati da patriottismo o indipendentismo.

 

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Dic 03 2017

LA STORIA DELLA POLENTA… LA POLENTA VENETA…OVVERO I POENTONI DOC I ZE SOLO QUA!

Category: Alimentazione e gastronomiagiorgio @ 02:46

 

 

L’uomo delle caverne sicuramente dovette alimentarsi con cereali che usava macinare grossolanamente tra due pietre e cuocere in acqua bollente. Così fecero i babilonesi, gli assiri e gli egiziani. Dei grani di mais sono stati rinvenuti a Tebe, in una tomba egizia a testimonianza di ciò.

 

Nell’epoca romana la polenta era chiamata con un nome molto simile al nostro, “pultem”.  Essa era fatta con un cereale simile al grano, più duro: il farro , che macinato e cotto, dava una polentina molle, che veniva servita con formaggi e carni varie.

 

Solo con la scoperta delle Americhe e quindi del mais il binomio polenta e mais divenne indissolubile fino ai giorni nostri. Infatti sino ad allora, ripetiamo, la materia-base della polenta non era il mais, ma il farro, il grano saraceno, il miglio, il sorgo o il panico.

 

Solo dopo che Cristoforo Colombo, sbarcato a Hispaniola (l’attuale isola caraibica occupata dalla Repubblica Dominicana e Haiti) ebbe trovato quei grani d’oro, che egli chiama, come aveva udito gli indigeni Tainos chiamarli, MAHIZ (“una specie di fava” scriverà nelle sue lettere indirizzate ai reali di Spagna, “una specie di grano chiamato mahis” 5 novembre 1492), solo allora si comincerà a parlare di “mais”. 

 

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Giu 26 2017

LA GRASPIA, EL VIN PICOLO DEI PITOCHI

Category: Alimentazione e gastronomia,Lessiniagiorgio @ 12:01

 

 

In passato anche sui nostri monti Lessini quasi tutti i proprietari terrieri che utilizzavano la manovalanza (“i laorenti a jornàda”) per i lavori nei campi, quali ad esempio i “segàti”, usavano somministrare a ciascun operaio circa un litro di vino al giorno; per questo uso erano soliti produrre e/o acquistare una certa quantità di vino “annacquato” e acidulo.

Questa bevanda, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, in passato era conosciuta con varie denominazioni, nel veronese ed in Lessinia in particolare era noto come “graspìa o vìn piccolo”; si otteneva dall’acqua pura versata nella vinaccia e lasciata per più giorni in fermentazione nel tino.

 

Essa generalmente difettava di grado alcolico e tendeva con facilità ad alterarsi, ma ciò dipendeva esclusivamente dalla mancata conoscenza dell’epoca di saper ottimizzare il processo per poter ottenere buoni risultati.

 

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Mag 19 2017

L’ITALIA CAMBIA … LA PIZZA È SEMPRE LA STESSA

Finiva  il millennio

 

Pizzeria Brandi 

 

 

L’ITALIA CAMBIA … LA PIZZA È  SEMPRE LA STESSA

 

 

BEN  ARRIVATI  A NAPOLI.

 

BRANDI…ANTICA PIZZERIA DELLA REGINA D’ITALIA … LA PIZZA DAL 1780

 

Salita S. Anna di Palazzo, 2  Napoli 

 

 

http://www.brandi.it/

 

 


Feb 18 2017

LA DIETA PER VIVERE A LUNGO E IN SALUTE

Category: Alimentazione e gastronomia,Salute e benesseregiorgio @ 12:49

Dal menù dei centenari la nuova dieta di Valter Longo, il ‘guru della longevità’

 

 

 

Ecco la Dieta della longevità in 15 punti:

 

  • 1) Adottare una dieta vegana aggiungendo il pesce, limitandolo a 2-3 pasti a settimana e facendo attenzione a quello con altro contenuto di mercurio;
  • 2) Ridurre al minimo i grassi saturi animali e gli zuccheri ;
  • 3) Consumare fagioli, ceci, piselli e altri legumi come principale fonte di proteine;
  • 4) Fino a 65-70 anni mantenere basso il consumo di proteine (0,7-0,8 grammi per chilo di peso corporeo), mentre dopo aumentarlo leggermente per non perdere massa muscolare;
  • 5) Consumare grandi quantità di carboidrati complessi (pomodori, broccoli, carote, legumi);
  • 6) Consumare quantità relativamente alte di olio di oliva (50-100 millilitri al giorno) e un pugno di noci o mandorle o nocciole;
  • 7) Mangiare almeno 2 volte a settimana pesce, crostacei e molluschi con alto contenuto di omega-3/6 e/o vitamina B12 (salmone, acciughe, sardine, merluzzo, orate, trota, vongole, gamberi);
  • 8) Seguire una dieta ricca di vitamine e minerali, ma integrarla 2-3 volte a settimana con un multi-vitaminico/minerale di alta qualità;
  • 9) Mangiare nell’arco di 12 ore al giorno (per esempio iniziare dopo le 8 e finire prima delle 20);
  • 10) Non mangiare per almeno 3-4 ore prima di andare a letto;
  • 11) Intraprendere periodicamente cicli di 5 giorni di Dieta mima-digiuno ogni 1-6 mesi, in base al bisogno e al consiglio del medico o nutrizionista. Alla Dmd sono dedicati diversi capitoli del libro;
  • 12) Per persone sovrappeso o che tendono a prendere peso è consigliabile fare 2 pasti al giorno: colazione e pranzo oppure cena, più 2 spuntini da 100 calorie con basso contenuto di zuccheri (meno di 3-5 grammi), uno dei quali sostituisce un pasto. Consultare un nutrizionista per prevenire la malnutrizione;
  • 13) A chi ha un peso normale e/o tende a dimagrire è consigliabile fare i 3 pasti normali, oltre a uno spuntino da 100 calorie con pochi zuccheri;
  • 14) Tenere sotto controllo peso e girovita per decidere il numero di pasti al giorno, se 2 o 3;
  • 15) Mangiare selezionando i giusti ingredienti tra quelli che assumevano i propri antenati. Perché il cibo è anche storia e cultura. E noi “siamo ciò che mangiamo”.

 

Fonte: da http://www.lafucina.it

 


Dic 06 2016

LA PASTINA DE BORTOLIN: L’ORIGENE DI TUTTE LE TORTE E PASTE DIPLOMATICHE ALL’ITALIANA

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Pastina de Bortolin

 

 

Quella che tutti conosciamo come ‘pasta diplomatica’ o ‘pasta italiana’ e che troviamo in tutte le pasticcerie d’Italia nasce, in realtà, a Villafranca di Verona alla fine dell’Ottocento e la sua denominazione originale è ‘pastina de Bortolin’, dal nome del gelataio che la inventò.

 

Tipico dolce da forno a base di pasta sfoglia, pan di Spagna e crema pasticcera, la ‘pastina de Bortolin’ fu inventata da Bortolo Dainese nella sua gelateria denominata ‘Bortolin’, e nel corso degli anni fu copiata da altri pasticceri, anche se con lievi differenze negli ingredienti rispetto alla ricetta originale, la quale si è tramandata di padre in figlio mantenendo gli stessi tradizionali sapori delle origini.

 

Ottima come dessert a fine pasto, ma anche come goloso spuntino accompagnata da un buon caffè, la ‘pastina de Bortolin’ deve essere consumata fresca. Per realizzarla, infatti, è necessario preparare settimanalmente pasta sfoglia e pan di Spagna e, giornalmente, la crema pasticcera.

 

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Ott 15 2016

IL PESCE IN LAGUNA VENETA: PICCOLO DIZIONARIO PER I FORESTIERI

Category: Alimentazione e gastronomia,Veneto e dintornigiorgio @ 00:12

 

Pescheria di Cortellazzo

 

 

Il mercato veneziano su pesci, crostacei e molluschi è certo il riferimento più celebrativo e rappresentativo del pesce veneto, appena seguito da quello di Chioggia che per altro ha sue espressioni tipiche.

 

Qui di seguito elenchiamo alcuni nomi in gran parte ripresi da una  pubblicazione degli anni ’20 e, per quanto tempo sia passato, ancora oggi attualissima rispetto a nomi e riferimenti rimasti intatti soprattutto tra i pescatori della Laguna veneta.

 

Espressioni, specie:

 

Anguela, il latterino, quel piccolo pesciolino comunissimo in Laguna che si mangia fritto con la polenta.

 

Astese, l’astice che, un tempo, si ritrovava lungo i murazzi e le dighe del porto.

 

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Set 30 2016

IL DIGIUNO È LA PIÙ POTENTE TECNICA DI GUARIGIONE

Category: Alimentazione e gastronomia,Salute e benesseregiorgio @ 06:36

digiuno-effetto

 

 

La pratica del digiuno era conosciuta sin dai popoli primitivi, che la attuavano sia in senso fisiologico, per guarire dalle malattie, sia in senso religioso, per purificarsi ed entrare in contatto con il divino.

Si può ragionevolmente affermare che il corpo umano sia progettato apposta per far fronte a periodi anche notevolmente lunghi di astensione dal cibo: non si potrebbe, infatti, spiegare la sopravvivenza dell’uomo primitivo in un contesto ambientale in cui la disponibilità del cibo era assolutamente casuale e saltuaria.

 

Il digiuno è una pausa, un riposo, dall’attività nutritiva, ed è forse la più importante tecnica di guarigione che l’essere umano è progettato per usare. I principali effetti del digiuno sono:

 

  • riposo dell’intero tubo digerente
  • aumento di almeno il 200% dell’energia del sistema immunitario per ripulire il corpo dalle cellule malate, dai virus ed infezioni presenti
  • eliminazione dei residui metabolici e tossine accumulate
  • purificazione dell’intero essere

 

Persa nel tempo la valenza fisiologica e spirituale del digiuno, la società contemporanea ha instillato in noi l’idea che digiunare sia qualcosa di terribile, di punitivo, di improponibile e ogni giorno ci bombarda con messaggi che hanno fatto diventare quell’atto semplice e spontaneo della nostra esistenza, l’alimentarsi, un qualcosa di artificioso, complicato e spesso dannoso. Eppure sono numerose le testimonianze di persone che hanno digiunato anche per 40 giorni per guarire da malattie o per motivi spirituali.

 

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Set 12 2016

LA DIETA NELLA TIROIDITE DI HASHIMOTO E MALATTIE AUTOIMMUNI

Category: Alimentazione e gastronomia,Salute e benesseregiorgio @ 07:12

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Le malattie autoimmuni interessano il 5-7% della popolazione umana. Sono dovute ad una risposta “abnorme” del sistema immunitario, il quale dirige le proprie potenzialità offensive contro tessuti propri dell’organismo anziché contro gli agenti infettivi esterni (virus, batteri, miceti, protozoi etc…). Ne derivano gravi danni tessutali con conseguente sviluppo di malattie diverse a seconda dell’organo e tessuto colpito: la Tiroidite Autoimmune di Hashimoto, il Morbo di Basedow, l’Artrite Reumatoide, il Diabete Mellito Insulino-dipendente, la Celiachia, la Rettocolite Ulcerosa, il Morbo di Chron, la Vitiligine, la Psoriasi etc.

 

Nella maggior parte dei casi le terapie a disposizione riescono solo a rallentare l’evoluzione della malattia senza riuscire ad ottenere una guarigione.

La somministrazione cronica dei farmaci immunosoppressori comporta inoltre spesso gravi effetti collaterali che contribuiscono a deteriorare la qualità di vita del malato. Nella tiroidite di Hashimoto, che porta all’ipotiroidismo, o nel caso di interessamento pancreatico, che provoca il diabete, la terapia è sostitutiva e consiste nel somministrare gli ormoni naturali mancanti: tiroxina e insulina.

Attraverso un’alimentazione corretta è possibile modificare il decorso della malattia, ridurre l’intensità ed il numero dei disturbi fisici ad essa correlati, allungare i periodi di benessere, diminuire le fasi di riacutizzazione e migliorare la prognosi.

 

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Lug 21 2016

ESSER SECO INCANDIO, L’ORIGINE DI UN MODO DI DIRE VENETO. IL MISTERIOSO ‘BISCOTO’ VENEZIAN.

Category: Alimentazione e gastronomia,Veneto e dintornigiorgio @ 09:00

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Marco Boschini, Incisione in rame tratta da “Il regno tutto di Candia delineato” – Venezia,1651. Da: libreriaperini)

 

Dalla pagina “Venezia a tavola” la spiegazion de na maniera de dire de la lengua veneta, partia dala Capital nostra.

 

Non soltanto ogni ricetta ma anche ogni modo di dire veneziano porta con sé anche un pezzetto di storia.

Per esempio, i veneziani sanno che dire a una persona “ti xé seco incandìo!” vuole dire “ti vedo smagrito, un poco patito”. Ma, come mai?

In questo caso dobbiamo fare un salto indietro di oltre 350 anni e immaginarci cosa potesse essere stato l’assedio di Candia (l’attuale Creta) durante la lunga Guerra combattuta tra Venezia e l’Impero Ottomano.

Siamo alla metà del ‘600 e Candia era controllata dalla Serenissima, per questo motivo subì un estenuante assedio, forse il più lungo della storia, durato oltre 22 anni, dal 1647 al 1669, ma terminato con la conquista turca.

Il 5 settembre 1669, dopo 29.000 caduti tra i difensori e 108.000 tra gli assedianti, il Capitano Generale da Màr Francesco Morosini, comandante delle forze veneziane, firma la resa con l’onore delle armi e la possibilità per tutti i cristiani di lasciare l’isola, ma senza portare nulla con sé.

 

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Lug 19 2016

LA CUCINA VENEZIANA

Category: Alimentazione e gastronomia,Veneto e dintornigiorgio @ 00:02

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Il chiosco del pesce a Cavallino Treporti

 

La cucina tradizionale veneziana è sostanzialmente una cucina semplice, perché semplici sono stati e sono ancor oggi sia gli elementi costitutivi di base da essa utilizzati, sia i metodi di preparazione e cottura. Al tempo stesso, in apparente contraddizione, è anche una cucina complessa perché, e non poteva essere altrimenti, essa ha a suo modo registrato gli accadimenti della millenaria storia della città marciana, traducendone gli influssi eterogenei in un linguaggio tutto particolare di accostamenti e sapori.

 

La cucina veneziana si è sempre basata su pochi, genuini prodotti, che sono poi quelli offerti dalle barene e dalle isole lagunari, quali gli ortaggi, l’avifauna e, soprattutto, il pesce. Sottolineare l’importanza dei prodotti ittici nell’alimentazione dei veneziani di ieri e di oggi risulta quasi superfluo. Venezia è nata dall’acqua, e cresciuta sull’acqua, la sua stessa forma urbis ricorda un pesce, di  Cosa potevano mai nutrirsi i suoi abitanti se non dei prodotti della pesca? Importanti fonti storiche, rare e disomogenee nei primi secoli, via via più numerose e chiare nei secoli successivi, confortano questa tesi.

 

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Lug 02 2016

I CORN-FTAKES: MANCO AI TOPI PIACE

Category: Alimentazione e gastronomiagiorgio @ 00:07

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Per produrre i moderni corn-ftakes , i chicchi di grano sono trattati con una sostanza corrosiva, sottoposti ad un getto di vapore ed immersi in uno sciroppo di zucchero bianco raffinato.

Sono seccati, schiacciati, tostati a più di 200 gradi ed immersi in un bagno chimico di additivi e conservanti. Quello che all’inizio è un chicco di grano vivo diventa un agente di morte.

 

In un esperimento mai reso pubblico, condotto in una Università americana, fu messa una scatola con un preparato di questo tipo in una gabbia di topi. Questi animali, che notoriamente non sono dei buongustai, lasciarono il contenuto e mangiarono la scatola.

 

Fonte: Tratto da Aprite le Precchiette di Pino Africano

(Fonte: H. e M. Diamond, A tutta salute, 1989. Sperling & Kupfer Editori, p. 121)


Lug 01 2016

MA PERCHÉ L’OLIO EXTRAVERGINE VIENE CONSIDERATO MIGLIORE DI QUELLO DI SEMI

Category: Alimentazione e gastronomiagiorgio @ 00:07

olio di semi

 

Mi chiedevo, come mai l’olio extravergine di oliva è migliore di quello di semi? C’è un motivo, oppure il buon Dio ha fatto discriminazioni?

 

La risposta me la diede Baglioni (a mio parere il miglior tecnico che l’intero settore oleario abbia mai avuto) cenando in una trattoria di Alberobello: l’extravergine è naturale perché si ottiene per spremitura a freddo, mentre l’olio di semi si estrae con esano, praticamente benzina, ad altissime temperature.

 

Sa di cotto e puzza” mi disse, “per renderlo commestibile bisogna eliminare odore, colore e sapore” .

Alla rettifica è desolventizzato, deacidificato, decerato, degommato, decolorato, deodorato

“È una vera porcheria” continuò, “forse è meglio mangiare quello che metto nella mia Fiat 131”.

 

Rimasi scioccato e soprattutto incredulo, pensavo che stesse scherzando. Invece no, era tutto terribilmente vero. Come può essere venduto un prodotto che è stato completamente immerso nella benzina?

Oli di semi di marca e non, sott’oli, maionese, insalata russa, biscotti, taralli, dadi da brodo, gelati, panna vegetale…

Pensai: “È questo I’abominio della desolazione profetizzato nella Bibbia (Daniele 9:27) o c’è di peggio?”.

 

Fonte: Tatto da “Aprite le Orecchiette” di Pino Africano

 

  1. Ultimamente esistono oli di semi ottenuti per spremitura a freddo a meno di 20 gradi, in concreto a temperatura ambiente, praticamente introvabile nelle normali catene di distribuzione, si trovano solo nei migliori negozi di prodotti biologici.

 

(15 marzo 2010)

 

 

 

 


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