Nov 02 2019

SOROS: VITA, FINANZIAMENTI E MIRACOLI DEL ‘FILANTROPO’ CHE CI ODIA TUTTI

 

Il ‘filantropo’ SOROS ‘

 

Soros, detto ‘il filantropo’, da quei nostri giornalisti a libro paga della Open Society Foundation di Soros che paga i giornalisti, tra le altre cose, per dire che Soros è ‘filantropo’, torna per l’ennesima volta alla ribalta per le sue prodezze finanziatorie.

Dopo i famosi DC Leaks del 2016, in cui anonimi hacker avevano sottratto dai suoi server oltre duemilacinquecento documenti privati e ce ne avevano rivelate delle belle, ci prova ora AdnKronos con un articolo di Marco Liconti a fare quattro conti su quello che sarebbero stati i finanziamenti (esclusi quelli in nero) che il miliardario mondialista avrebbe elargito al nostro Paese nel solo biennio 2017 – 2018. Otto milioni e mezzo di dollari e qualche spiccio, sarebbe la cifra ufficiale che la sola Open Society Foundations avrebbe donato a nostri movimenti politici (Radicali Italiani), l’Istituto Affari Internazionali (essi stessi si definiscono un think-tank), onlus e sopratutto ONG impegnate a favore di immigrazione e accoglienza, nonchè persino il comune di Ventimiglia. Già, chissà perchè Ventimiglia. In tutto una settantina di progetti secondo i dati della AdnKronos. Ma questo è nulla a confronto con quello che sappiamo già su Soros.

 

Il sito dei DC leaks, quello dei documenti hackerati, poi accusato di essere una longa manus del Cremlino e di conseguenza censurato, presentava una lista piuttosto dettagliata delle attività di Soros aggiornata al 2016. Oltre agli sforzi per promuovere l’immigrazione, soprattutto clandestina, la liberalizzazione delle droghe, i diritti LGBT, quelli dei ROM (associazione 21 luglio), spiccava la mappatura di tutti i membri dell’allora ottavo Europarlamento già cooptati dalla Open Society e ‘fidati’. Risultavano 226 membri classificati come alleati potenziali.

 

 

A parte i dati oggettivi e quello che sappiamo per certo, c’è poi tutto il mondo delle congetture e dei sospetti che mettono Soros al centro di praticamente tutte le rivoluzioni colorate ed i progetti di destabilizzazione degli ultimi anni. Ma perchè farebbe tutto questo? Difficile capire. Perchè un uomo di quasi novant’anni debba andare ad investire, donare o sperperare un patrimonio che si stimava sui 25 miliardi di dollari e lo poneva tra le trenta persone più ricche del mondo per passare ai ‘soli’ 7 miliardi dell’ultima stima del Bloomberg Billionaires Index che lo pone al 229.mo posto?

 

Teoria della filantropia

 

Ma veramente è un filantropo? NO, certo che no. Nel corso di una famosa intervista (video YouTube) alle accuse sulle conseguenze delle sue speculazioni egli rispondeva I am there to make money. I cannot and do not look at the social consequences of what I do – cioè: “Io sono qui per fare soldi. Non sto mica a guardare le conseguenze sociali di quello che faccio”.

NO, i filantropi non ragionano così, per definizione. Se in quell’occasione mentì comunque non sarebbe un filantropo, perchè i filantropi non mentono, anche quello per definizione.

 

Teoria della speculazione

 

Allora cosa? Possibile che tutto ciò non sia altro che per mettere in atto la più grande speculazione di tutti i tempi? C’è chi teorizza proprio questo. Inondare l’Europa di immigrati, favorire la teoria gender, le minoranze riottose, in generale destabilizzare il nostro continente, non sarebbe altro che un modo per poter realizzare una grandiosa speculazione al ribasso tipo quelle del ’92 contro Lira e Sterlina. Ma ha veramente senso? Spendere miliardi sicuri oggi quando hai già 89 anni per guadagnare forse altri miliardi un domani tra chissà quanti altri anni?

 

Teorie complottistiche ‘esotiche’

 

Saltiamo a piè pari tutte le teorie sui rettiliani e le sette sataniche. Sempre più verosimili della teoria della filantropia ma comunque troppo ‘esotiche’ anche per Sputnik Italia.

 

Teoria della demenza senile

 

Questa è una teoria poco presa in considerazione eppure quando si arriva a finanziare la Bonino qualche dubbio dovrebbe iniziare a venire.

 

Teoria dell’esperimento Reflexivity

 

La Reflexivity è una teoria sociologica alla quale lo stesso Soros, proseguendo gli studi di Popper, ha contribuito a sviluppare. In sociologia la riflessività non è altro che una relazione circolare tra causa ed effetto e si studia soprattutto in relazione alle strutture di credenze umane. Una relazione riflessiva è bidirezionale con la causa e l’effetto che si influenzano reciprocamente tanto che nessuno dei due può essere assegnato come causa o effetto.

La Reflexivity ha un effetto eccezionale sia in economia che sociologia. Esempio pratico – qualcuno inizia a comprare grandi quantità di dollari, il prezzo del dollaro sale, anche a te viene voglia di comprare dollari, la sterlina per qualche motivo si svaluta, anche tu decidi di vendere sterline.

Stessa cosa funziona con i valori umani, deve aver scoperto Soros – su Netflix in ogni serie c’è una scena gay, le nuove generazioni iniziano a pensare che l’omosessualità sia la cosa più normale del mondo, e l’omosessualità aumenta, tanto che poi ci sono sempre più scene che la rappresentano nelle serie tv. Nient’altro che un enorme esperimento di Reflexivity. In questo senso più che filantropo, Soros sarebbe una sorta di scienziato pazzo e il mondo il suo laboratorio.

 

Teoria della sindrome del Conte di Montecristo

 

Questa forse è ardita ma inedita. Ma siamo su Sputnik Italia, qui si può.
Immaginate un bambino nato nel 1930 a Budapest da una famiglia bene di ebrei ungheresi. Si chiama Gyorgy Schwartz, Il padre è un editore e avvocato molto stimato. E’ un brutto periodo storico, sta montando la diffidenza verso gli ebrei e mano a mano che cresce il bambino vede il sospetto e l’antipatia montargli intorno e la famiglia, da stimata e rispettata, diventa sempre più negletta ed emarginata fino ai tragici eventi dell’occupazione nazista che li ‘costringe’ a cambiare cognome in un palindromo.

A quattordici anni George si ritrova costretto a collaborare con i nazisti per sequestrare i beni agli ebrei destinati ai campi di sterminio. Molti anni più tardi descriverà quel periodo come “uno dei più felici” della sua vita ma forse è solo un modo per schernirsi, di fatto da negletto perchè ebreo finisce per essere odiato anche dalla sua stessa comunità ebraica. Infatti appena finita la guerra, e abbastanza grande (1947), emigra in Gran Bretagna. Si lascia dietro una infanzia e adolescenza di odio e solitudine e a Londra penserà solo a studiare con la speranza di riscatto.

Nel ’56 si sposta già in America e viene assunto dalla F.M.Mayer, poco dopo è analista di titoli europei per la Wertheim & Co. Si sposa, avrà tre figli dalla prima moglie, poi due dalla seconda, poi si risposerà un’altra volta a 83 anni con una americana di origini giapponesi di 43 anni più giovane.

Ma è negli anni ’90 che ha la folgorazione. Prima non si era mai occupato di politica ma dopo le grandi speculazioni del 16 settembre 1992, in cui in un giorno solo affonda sia Sterlina che Lira, lì capisce una cosa fondamentale. La Reflexivity, quella teoria che aveva studiato da giovane, esiste veramente e funziona. La puoi applicare a tutto – come le monete, i metalli preziosi e le azioni, anche i valori umani sono manipolabili in un turbine di causa-effetto in cui puoi finire per non riconoscere e distinguere più l’uno dall’altro. Quale occasione migliore? Tutti quegli anni ad accumulare ricchezze nella speranza di una redenzione ed un riscatto mai veramente goduti, ora finalmente l’occasione di qualcosa di più, una vendetta. Manipolare valori, politica, mentalità per creare il disordine, fargliela pagare al mondo intero e a quell’Europa che gli aveva insegnato l’odio.

 

E qui si inserisce la perfetta affinità con il deep state. Quale miglior soldato da arruolare se non colui già ben armato e motivato? La mancanza di ideologia può essere l’ideologia ideale. Potente, intelligente, spietato, motivato. Sarebbe bastato semplicemente lasciarlo lavorare e dargli strada libera, le uniche condizioni? Fare in modo che i ROM e le minoranze destabilizzanti da sostenere fossero quelle in Europa e non in America, che gli immigrati clandestini da incoraggiare non fossero quelli che volevano entrare negli Stati Uniti e che i diritti LGBT e le teorie gender fosse andato a predicarle non negli Stati federati conservatori o ai mormoni dello Utah. Non parliamo della liberalizzazione delle droghe e dei movimenti di protesta, che vanno bene ovunque tranne che nel cortile di casa – ‘Not In My Back Yard’. Una combinazione perfetta – alta finanza e deep state impegnati nello sport comune, destabilizzare l’Europa. La vendetta di Montecristo per l’uno, il dividi et impera per l’altro. Teoria azzardata certo, ma sempre meglio di quella del ‘filantropo’.

 

Fonte:  srs di  Alessio Trovato da SPUTINIK del 16 ottobre 2019

Link: https://it.sputniknews.com/opinioni/201910168190757-soros-vita-finanziamenti-e-miracoli-del-filantropo-che-ci-odia-tutti/

 

 

ECCO CHI SI FA PAGARE DA SOROS PER RIEMPIRCI DI CLANDESTINI

 

 

Da magnanimo filantropo ad avido finanziatore il passo può essere breve. George Soros, 8,3 miliardi di dollari il patrimonio stimato, è uno dei trenta uomini più ricchi al mondo. L’imprenditore e attivista ungherese naturalizzato americano si è messo in testa di realizzare la società aperta teorizzata dal suo maestro, il filosofo Karl Popper, e da tempo ha deciso di investire parte dell’immensa riserva di quattrini in associazioni, istituti e movimenti di mezzo mondo.

 

Lo fa attraverso la sua Open Society Foundations, attiva anche in Italia dal 2008, quando il plurimiliardario ha cominciato a offrire supporto legale a chi osteggiava lo strapotere mediatico di Silvio Berlusconi e ad aiutare le minoranze rom e sinti. Ognuno, naturalmente, dei propri soldi è libero di fare ciò che vuole, purché la provenienza sia lecita. Sul fatto che il riccone progressista agisca esclusivamente di buon cuore abbiamo parecchi dubbi, ma la cosa è nota. Semmai ci chiediamo come faranno ora i signori della Sinistra a continuare a negare l’ingente quantità di denaro investita dalla Open Society nel nostro Paese, un fiume di soldi che – stando ai dati riportati con dovizia di particolari dall’agenzia di stampa AdnKronos – sarebbe stato erogato a favore di una pletora di enti e ONG che si occupano di immigrazione e rom. Ma non solo, perché tra i beneficiari accertati vi sarebbero anche due partiti: i Radicali e pur indirettamente il PD, come vedremo in seguito.

 

I versamenti

 

Al partito di Emma Bonino, in base alla ricostruzione dell’Adn, nel 2017 sarebbero stati versati 298.550 dollari “per promuovere un’ampia riforma delle leggi italiane sull’immigrazione attraverso iniziative che puntino a fornire aiuto agli immigrati e avanzare il loro benessere sociale”. Nel 2018 Soros avrebbe elargito 385.715 bigliettoni all’Asgri, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione che in passato ha pubblicato la rivista “Diritto, Immigrazione e Cittadinanza” in collaborazione con Magistratura Democratica. E ancora: l’anno scorso 230.192 euro sarebbero stati destinati all’Istituto Affari Internazionali presieduto dall’ex commissario europeo Ferdinando Nelli Feroci. Il motivo della donazione? “Educare e favorire il dialogo con gli attori politici sui nuovi approcci all’immigrazione e alle politiche di asilo europee, a beneficio di migranti, rifugiati e società ospiti”.

 

Le donazioni in territorio italiano tra il 2017 e il 2018 sarebbero state 70. Non spicca per importo, ma è sicuramente curiosa, quella di 25 mila dollari all’Università di Urbino Carlo Bo per un progetto riguardante la “mappatura dell’informazione politica sui media italiani in vista delle elezioni politiche 2018”.

 

Beneficiari

 

Chi avrà voluto favorire con questa ricerca il plurimiliardario? Tendiamo a escludere Salvini o la Meloni, ma potremmo sbagliarci. Soros avrebbe poi dato un milione di dollari a Purpose Europe Limited.
Cosa c’entra con l’Italia? Nulla, apparentemente. Se non fosse che l’organizzazione a luglio dell’anno scorso ha pubblicato il rapporto Attitude towards National Identity, Immigration and Refugees in Italy. Nel 2017 invece la Open Society avrebbe regalato 24.828 al dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Perugia per una serie di incontri dedicati ai social media e alla comunicazione politica.
Cambiando tipo di destinatario, l’Associazione 21 luglio avrebbe incassato 170.144 dollari per il sostegno alle comunità rom e sinti, una nobile causa, si capisce. Dicevamo del Partito Democratico: appare bizzarra, anche se sarà stata sicuramente del tutto lecita, la presunta elargizione nel 2018 di 83.500 bigliettoni americani per la “rivitalizzazione del parco pubblico di Ventimiglia”. Della somma, 58.500 dollari sarebbero confluiti direttamente nelle casse del Comune allora guidato dal sindaco dem Enrico Ioculano.
Una coincidenza o c’è stato dell’altro? Noi siamo fermamente convinti della bontà e dell’innocenza del gesto di Soros, e che quel parco fosse ridotto davvero male.

Srs  Alessandro Gonzato, “Libero”.

 

Fonte: da Etnie del  16 ottobre 2019

Link. https://www.rivistaetnie.com/soros-finanziamenti-117567/

 

 

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