Apr 02 2018

LA FESTA DELLE MATRICOLE

Category: Enzo Monti Raccontigiorgio @ 00:04

 

 

  Sfido i giovani d’oggi a riconoscere quale tra le nostre città è anche sede universitaria. 

 

 Prima degli anni Sessanta, saltava all’occhio che le bronzee statue equestri di alcune piazze  presentavano i sotto pancia dei cavalli così lustri che di più non si poteva. Tutto il merito andava alle matricole universitarie. Era una manutenzione ordinaria che si faceva in autunno all’inizio di ogni anno accademico.

 

 Visto che al giorno d’oggi queste feste non si fanno più, spenderò qualche parola.

 

 Ora mi vergogno un po’, ma a Pavia, per merito o colpa di Roberto di Soresina, con il soprannome di Za firmavo i papiri e, nonostante fossi piccolo e avessi solo due bolli, essendo iscritto al secondo anno, incutevo terrore tra le matricole.

 

 Il papiro non era altro che un foglio da disegno su cui erano scritte, sotto forma di leggi, delle ignobili sconcezze; al tempo stesso, era pieno di disegni porno, raffiguranti giochi erotici, falli e vagine che sbordavano perfino dal foglio. E con più era ricco di oscenità, più era di pregio. Certo che era da tenersi lontano dai genitori, soprattutto se si era delle sante verginelle.

 

Con i ragazzi, bastava che il loro papiro, piegato in quattro parti e usato come lascia passare, fosse ben tenuto e ben disegnato perché apponessi gratuitamente anche la mia firma. Con le ragazze, ero d’altra pasta. Questo diverso comportamento non lo dovevo a un capriccio o a una particolare esigenza della mia natura perversa, ma a una forma di esibizionismo: volevo farmi bello agli occhi degli amici più vecchi. 

 

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