Lug 05 2009

Alberto Solinas – Isernia La pineta e la capanna scomparsa

Category: Archeologia e paleontologiagiorgio @ 14:34

E’ piacevole visitare lo studio di Albero Solinas, vi si ritrovano sempre cose interessanti. Sulla libreria una  cartella con scritto “Isernia La pineta,  la capanna scomparsa”,  dentro un CD ed una lista   di diapositive con note.

Alberto mi anticipa: Era  per Isernia.  Quel CD l’avevo preparato nel novembre 2008  in occasione del trentennale della scoperta, ma quando ad Isernia ho iniziato la mia presentazione, dopo alcune diapositive, mi hanno suggerito: Solinas… sai… è meglio terminare qui.  Fine del mio  contributo.

Scusa Alberto,  ma… cosa hai messo dentro lì?

Niente di particolare: qualche mia vecchia diapositiva e alcune fotografie prese  da pubblicazioni  scientifiche,  ma… il problema è un altro. Ho la netta sensazione che  ad Isernia  siano incappati in una “distrazione”. Quando faccio lezione all’ università della terza età, e parlo del sito archeologico di  Isernia La pineta, illustro sempre quella che sarebbe  la  probabile più antica  costruzione dell’uomo in Europa. Invece,  là ad Isernia, questa ipotesi è totalmente sparita.  L’ultima volta, come ti ho detto, mi è bastato ipotizzare che i massi fossero stati collocati sul paleosuolo, che “mi hanno aiutato” a  chiudere  la mia conferenza.  In altre  occasioni ho cercato di porre  qualche domanda  sul perché era stata cancellata questa ipotesi: nessuna risposta precisa,  anzi, quelle poche che mi hanno dato,  hanno rischiato di farmi ricrescere i capelli.

Ti do una copia del CD, prova ad inserirlo su internet, e vediamo cosa ne verrà fuori; non è detto che non mi possa sbagliare, ma io ho la netta percezione che a qualcuno verrà mal di testa.

Presentazione diapositive

Diapositiva n° 1

Il “vecchio” amico di mio padre Aldo Allegranzi che convinse Benedetto Sala e poi Carlo Peretto a seguirmi ad Isernia. Perché nessuno credeva a ciò che raccontavo.

Diapositiva n° 2

Veduta parziale della sezione geologica messa in luce dallo sbancamento, causato dalle pale meccaniche per i lavori della costruzione della superstrada. Dalla  sezione geologica notiamo  sul fondo lo strato più chiaro: è quello che contiene i reperti preistorici.

Diapositiva n° 3

Questo strato è di limo, al suo interno si nota una zanna d’elefante rotta dalle pale meccaniche. E’ noto agli studiosi di geologia, che tutto ciò che è racchiuso nel limo è stato depositato, o per cause naturali,  o è stato portato dall’uomo. Nel nostro caso, se l’elefante è morto nella palude, si dovrebbe  trovare  tutto il suo scheletro. Altrimenti la zanna è stata portata dall’uomo, cosa moto probabile  perché nel limo si rinvengono anche strumenti silicei, usati dall’uomo.

Diapositiva n° 4

Iniziato lo scavo del paleosuolo, notiamo che il limo sterile ricopre un molare di elefante e sassi di calcare.

Diapositiva n° 5

Sullo steso strato, un cranio di bisonte  ricopre un molare di elefante.

Diapositiva n ° 6

L’ultimo strato del paleosuolo abitato, abbiamo nuovamente limo sterile.

Diapositiva n° 7

Sotto al primo strato sterile, oltre alle ossa, notiamo i primi grossi massi e una scapola a sormontare un masso.

Diapositiva n° 8

E’ evidente che i grossi massi poggiano sulle ossa: come se l’uomo avesse voluto rendere più solido il limo sottostante.

Diapositiva n° 9

Chiaramente  si vede un cranio di bisonte fra due grossi massi.

Diapositiva n° 10

Pulendo ulteriormente, appare sempre più evidente che i massi sono sistemati sulla bonifica costruita dall’uomo.

Diapositiva n° 11

Sull’altro lato si nota che tre frammenti di zanne sono disposte orizzontalmente sulla bonifica, e la scapola precedente sembra infilata sotto il masso.

Diapositiva  n° 12

In  alto, sul lato sinistro, si vede che la corda tesa è fissata sopra il limo sterile, quindi si capisce che l’abitato è coperto  solo da limo.

Diapositiva n° 13

Conclusa la pulizia dell’abitato come dimostra il cranio dell’orso sotto il masso, si può comprendere bene che i massi sono stati posizionati sulla bonifica.

Diapositiva n° 14

In questo particolare è evidente che sotto i massi è stato creato un vespaio usando le ossa. Per isolare dal limo umido il suolo dell’abitato.

Diapositiva n° 15

In questo fotografia, tra le ossa e i sassi, si vede una forma circolare senza nessun oggetto.  Negli scavi archeologici è la classica impronta lasciata da una buca dove era infisso un palo, per la costruzione di una capanna.

Diapositiva n° 16

Terminata la pulizia del paleosuolo, si nota una palese forma circolare creata con i massi.

Diapositiva n° 17

Nel 1983 viene pubblicato il primo studio scientifico sulla scoperta paleolitica di Isernia.

Diapositiva n° 18

Nella stratigrafia leggiamo: a sinistra il suolo dell’abitato t.3°, è a diretto contatto con la ghiaia; a destra, è ricoperto dal «Colluvio».  Secondo la mia opinione  il Colluvio non lo vedo.

Diapositiva n° 18 a

Come può dimostrare questa fotografia. A destra, il alto, si vedono: grossi massi tolti dallo scavo.

Diapositiva n° 19

Diapositiva n° 20

Diapositiva n° 21

Il cerchio della capanna di Olduvai in Tanzania è di circa  5m. ed è la prima costruzione dell’uomo: 1.750.000 anni fa

Diapositiva n° 22

La ricostruzione della capanna.

Diapositiva n° 23

Attualmente viene ancora usata.

Diapositiva n° 24

Sempre in Africa una serie di capanne  compongono un villaggio.

Diapositiva n° 25

Come sono usate queste piccole capanne.

Diapositiva n° 26

La seconda capanna al mondo, costruita dall’uomo, si trova a Terra Amata nei pressi di Nizza, datata a 300.000 anni fa.

Diapositiva n° 27

A Firenze, nel 1980, viene presentato ufficialmente al pubblico scientifico la scoperta di Isernia.

Diapositiva n° 28

Si ripete che tutto il palesuolo si è formato a causa di una inondazione. Infatti il presidente del convegno P. Graziosi  chiede…. E Carlo Peretto risponde «Le ossa sembrano essere disposte orizzontalmente»… Ma dico, un’inondazione  provoca un groviglio di oggetti, non accade mai che metta le ossa orizzontalmente, sulle quali poi sistemi dei massi senza spostare le ossa sottostanti.

Diapositiva n° 29

Undici anni dopo, nel 1991, si svolge un nuovo convegno ad Isernia

Diapositiva n° 30

…. Alla base di questa zona si riscontrano tracce di resti vegetali… disposti orizzontalmente: Cosa voleva fare l’uomo.

Diapositiva n° 31

Diapositiva n° 32

Diapositiva n° 33

Diapositiva n° 34

Nel 1998, scrivo, che sulla paleosuperficie, l’uomo aveva costruito una capanna. Quindi sarebbe la prima costruita in Europa e la seconda dopo quella Africana.

Diapositiva n° 35

Usando i rilievi del libro del 1983, in quello in alto è evidente la forma circolare dei massi, su quello in basso, una volta tolti i massi, è chiara la bonifica fatta con le ossa

Diapositiva n° 36

In questo particolare notiamo i massi  e alla loro destra è visiva una zona semicircolare quasi priva di reperti archeologici. Com’ è possibile questo fatto quando la paleosuperficie è ricoperta omogenicamente di oggetti archeologici?

Diapositiva n° 37

Tolti i massi, l’area semicircolare appare più evidente della precedente e, al suo interno, sono ben visibili le grandi ossa di elefante e di bisonte.

Diapositiva n° 38

Sempre in questo dettaglio si vedono i massi sulle ossa, e le stesse ossa che ricoprono i massi, ed il semicerchio a destra è sempre più evidente.

Diapositiva n° 39

Se sommiamo i due rilievi, la zona centrale del semicerchio è costipata da materiale archeologico.

Diapositiva n° 40

Nel 1999 si pubblica questo libro

Diapositiva n° 41

In questo rilievo è evidente che la capanna di Isernia è simile a quella di Olduvai, anche come dimensioni.

Diapositiva n° 42

Nel 2004, viene presentato al grande pubblico gli ultimi risultati dello scavo di Isernia.

Diapositiva n° 43

Sulla paleosuperficie non si tiene conto  dei massi.

Diapositiva n° 44

L’ultima pubblicazione del 2006

Diapositiva n° 45

Il cerchio è evidenziato.

Diapositiva n° 46

Non si dà una spiegazione di quel cerchio.

Con Aldo Allegranzi si diceva: se scavando si trovano altri massi così grandi, sono stati portati naturalmente, altrimenti no.

Fonte: da srs di Albero Solinas

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