Mag 17 2009

La città antica di Verona: Il lavoro che riporta alla luce il Capitolium di Verona

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 08:22

I resti del Campidoglio di Verona sotto il ristorante Maffei

 

La Soprintendenza rivela il risultato dei lavori: «Dopo 25 anni di scavi nelle cantine dei palazzi ecco il Campidoglio romano»

 

«Dopo 25 anni di scavi ecco il Campidoglio romano» Briciole, niente più, ma da quell’enorme quantità di briciole ritrovate in vent’anni di scavi archeologici Giuliana Cavalieri Manasse, direttore del nucleo operativo di Verona della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto, è riuscita a compiere un’impresa che ha pochi altri riscontri: la ricostruzione, fin nei minimi dettagli, di quello che doveva essere l’imponente Capitolium di Verona romana, l’antico campidoglio. Di tutti gli scavi realizzati da quando è iniziato il suo incarico veronese (era il 1977) Manasse ha scelto di dare alle stampe gli esiti di questo lungo lavoro.

 

La Manasse: un percorso museale, ma servono fondi

 

Briciole, niente più, ma da quell’enorme quantità di briciole ritrovate in vent’anni di scavi archeologici Giuliana Cavalieri Manasse, direttore del nucleo operativo di Verona della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto, è riuscita a compiere un’impresa che ha pochi altri riscontri: la ricostruzione, fin nei minimi dettagli, di quello che doveva essere l’imponente Capitolium di Verona romana (il Campidoglio). Di tutti gli scavi realizzati da quando è iniziato il suo incarico veronese (era il 1977) Manasse ha scelto di dare alle stampe gli esiti di questo lungo lavoro .

«Gli scavi sono iniziati in aree private interessate da opere di ristrutturazione », spiega Manass, 25 anni fa. «Nel 1983-84 i primi ritrovamenti sono emersi nelle cantine di Palazzo Maffei, tra 1986 e 1987 nei sotterranei del palazzo del Monte dei Pegni, poi nelle cantine di Palazzo Malaspina (su via Emilei) e infine dal 1988 al 2004, in varie fasi, nell’area di corte Sgarzerie ».

 

Quando si è iniziato a capire il significato e il valore di ciò che si veniva portando alla luce?

 

«Fin dal 1987 abbiamo capito che stavamo trovando la vera sede del Capitolium romano, che non poteva più essere identificato con i ritrovamenti nell’area di Piazzetta Tirabosco, che dal 1914 aveva assunto il toponimo di Campidoglio proprio in virtù di quanto allora si credeva. Ma la ricostruzione nel particolare è stata un lavoro enorme cui si è potuti arrivare mettendo insieme briciole su briciole».

 

Cosa si auspica per questi tesori archeologici, in gran parte ancora non visitabili al pubblico?

 

«Esiste un progetto per la loro musealizzazione e per un percorso con mezzi audiovisivi e ricostruzioni virtuali da farsi nel futuro Museo Archeologico a San Tomaso, ma per ora non abbiamo ricevuto alcun finanziamento. E senza i contributi della Fondazione Cariverona non avremmo neppure potuto realizzare questo scavo e questo studio». Uno studio che Pierre Gros, uno dei massimi studiosi di architettura romana, così commenta: «Grazie a questo volume il Campidoglio di Verona è entrato nel club molto ristretto dei monumenti antichi integralmente conosciuti e ricostruiti e resterà una delle testimonianze più evocative dell’architettura, dell’urbanistica e della storia delle città romane dell’Italia settentrionale».

 

 

Fonte: srs di Camilla Bertoni dal CORRIERE DEL VENETO, 26 aprile 2009


Mag 16 2009

La tomba di Yuya: elenco degli oggetti della tomba

Category: Bibbia ed Egittogiorgio @ 06:47

“Avevamo le candele, ma era talmente fioca la loro luce e talmente abbagliati i nostri occhi che non riuscivamo a vedere altro se non il lucore dell’oro”, riferisce Davis alcune pagine più avanti nel suo libro. “Tuttavia, dopo un momento o due riuscii a scorgere un’ enorme slitta funeraria, utilizzata per contenere tutti i sarcofagi del morto e la sua mummia, e trasportarli alla sua tomba. Era alta circa sei piedi (1,80 m) e lunga otto (2,40 m), realizzata in legno rivestito di catrame  ancora lucente come il giorno in cui era stato spalmato, intorno alla parte superiore del sarcofago c’era una striscia di lamina d’oro, larga circa sei pollici (15 cm), ricoperta di geroglifici. Avendo (io) richiamato su di essa l’attenzione di Maspero, lui mi porse immediatamente la candela che, insieme con la mia, tenni davanti agli occhi, proprio vicino alle iscrizioni perchè lui potesse leggerle. Un solo istante, e disse: “Iouiya”. Ovviamente eccitato da li’ annuncio, e accecato dal bagliore delle candele, le avvicinai inavvertitamente al sarcofago; al che Monsieur Maspero urlò: “Attento!”, e mi spinse via le mani. Immediatamente capimmo che se le mie candele avessero toccato il catrame, cosa che pericolosamente era quasi accaduta, il sarcofago si sarebbe incendiato”.

Quando nella tomba di Yuya fu portata la luce elettrica si scoprì che conteneva anche il sarcofago di Tuya, la moglie di Yuya. 

Continua a leggere”La tomba di Yuya: elenco degli oggetti della tomba”


Mag 15 2009

Yuya: lista dei titoli

Category: Bibbia ed Egittogiorgio @ 09:14

Come già abbiamo visto, Yuya  è l’unica persona a noi nota dall’epoca dei Re hyksos in poi che porti Il titolo it ntr n nb tawiil sacro padre del Signore delle Due Terre (faraone), lo stesso titolo rivendicato da Giuseppe,  ed è l’unico sebbene all’apparenza non di sangue reale a essere stato trovato sepolto nella Valle dei Re e non nella Valle dei Nobili, vicino al villaggio di Sheikh AbdeI Koma. 

Inoltre, a differenza delle tombe degli altri nobili, quella di Yuya non era ne decorata ne iscritta; il suo nome rinvenuto sul sarcofago, sulle tre bare e su altri pezzi dell’arredo funerario non è egizio, e prima di allora non era mai stato trovato in Egitto. 

A differenza delle orecchie della maggior parte delle mummie reali nel Nuovo Regno, quelle di Yuya non erano forate; la posizione delle mani, con i palmi rivolti al collo appena sotto il mento, è diversa dalla solita posizione di Osiride in cui le mani del defunto sono incrociate sul petto. 

Yuya, per quanto ne sappiamo, è l’unica mummia egizia a esser stata ritrovata con le mani in questa postura.

Continua a leggere”Yuya: lista dei titoli”


Mag 14 2009

Straniero nella Valle dei Re – I faraoni ebrei dell’antico Egitto

Category: Bibbia ed Egitto,Libri e fontigiorgio @ 05:15

 

di Ahmed Osman

 

Piu volte il sangue dei patriarchi di Israele si è mescolato con quello delle dinastie dei Faraoni

 

Quando capii che ero sul punto di risolvere un problema cui molti studiosi avevano invano consacrato le loro menti per più di un secolo, mi sembrò quasi un’ispirazione improvvisa, un inatteso istante di rivelazione.

Si trattava di stabilire con certezza se uno dei principali personaggi biblici corrispondeva ad un’importante figura storica egizia. È un enigma cui ho dedicato 25 anni della mia vita. Fra l’altro, per compiere questa ricerca ho lasciato la mia terra natia, l’Egitto, e mi sono trasferito a Londra, allettato dalle migliori strutture che il Regno Unito offre per svolgere studi biblici e storici.

Una fredda notte di quindici anni fa, non riuscendo a dormire, mi alzai dal letto, mi preparai del tè e mi accomodai davanti al caminetto per leggere, come facevo spesso, le storie della Bibbia. L’aprii nel punto del Libro della Genesi in cui è narrata la vita di Giuseppe il Patriarca.

Nella Bibbia e nel Corano si afferma che il Patriarca Giuseppe fu venduto come schiavo in Egitto. Furono i suoi stessi fratelli a cederlo ad una carovana di mercanti, perché erano gelosi del fatto che Giuseppe fosse il figlio prediletto del loro padre Giacobbe. Un ufficiale egizio comprò il giovane ragazzo ebreo e lo nominò sovrintendente della sua casa ma, qualche tempo dopo, la padrona lo accusò ingiustamente di aver tentato di sedurla e Giuseppe fu mandato in prigione. Due anni più tardi, Giuseppe fu rimesso in libertà grazie al faraone che, a sua volta, lo nominò proprio ministro quando Giuseppe riuscì ad interpretare correttamente un suo sogno premonitore.

Continua a leggere”Straniero nella Valle dei Re – I faraoni ebrei dell’antico Egitto”


Mag 13 2009

Verona: Spunta una nuova porta della città romana

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 13:39

La posterla romana

VERONA — Riaffiorano i «segreti» storici negli scantinati di Casa De Stefani, sede un tempo di una casa farmaceutica, posta tra via Leoncino, dove dà la facciata principale, e vicolo Sant’Andrea. Un palazzo  monumento, dove si racchiude una storia che va dall’età romana fino al ‘900.

 

Da tre anni si scava nelle cantine perché ciò che sta emergendo è una postierla romana, ovvero una porta secondaria di accesso alla città. «Ne abbiamo trovate altre tre nella cinta municipale di Verona ­spiega Giuliana Cavalieri Manasse, direttore del nucleo operativo di Verona della Soprintendenza Archeologica del Veneto – una in corte Farina, una in via Mazzini e una in via San Cosimo, ma nessuna così ben conservata».

Continua a leggere”Verona: Spunta una nuova porta della città romana”


Mag 13 2009

Cancellate la Storia Veneta

Category: Scuola e università,Veneto e dintornigiorgio @ 09:06

Nel 2005 mi è passato tra le mani questa dispensa scolastica elaborata in una scuola del Friuli, nella quale uno dei consigli didattici era:

“E’ opportuno inoltre chiarire con i ragazzi che i primi interventi romani in questa regione risalgono a prima dell’epoca augustea (III sec. a.C.) e che i romani non sono stati i primi ad abitare la regione, anche se non è opportuno approfondire la complessa questione degli insediamenti preromani e delle popolazioni che qui si erano insediati.”

Pedagogia  da  invasori occupanti.


Mag 13 2009

Giazza di Verona, Malga Selle: l’ultima malga del prete affarista

Category: Lessiniagiorgio @ 06:20

Malga Selle è rimasta la sola a Giazza dove si pratica l’alpeggio.  La donò alla comunità un sacerdote giudicato avaro in vita, ma che si mostrò generoso. 

 

«Uomo piccolo, intelligente. Una giacchetta bruna gettata sulle spalle; ci rispondeva con la schiena rivolta al focolare. Lo pregai di scrivermi in cimbro sul mio libro il suo nome. Ma quello non scrisse Domenico Gugole, come gli altri lo chiamavano, bensì:  “I pi gabest inz haus vum Priastar vum Gliezen un ist der earste un keume Pfafe Rountsch”  (Sono stato nella casa del prete di Giazza ed è il primo, ed è chiamato il parroco storpio)». 

Così Johann Andreas Schmeller, germanista dell’università di Monaco di Baviera scriveva sul suo diario di viaggio il 10 ottobre 1833. 

Continua a leggere”Giazza di Verona, Malga Selle: l’ultima malga del prete affarista”


Mag 12 2009

Come uscire dalla crisi: parla Eugenio Benetazzo. Tre anni per un equilibrio planetario

Category: Economia e lavorogiorgio @ 08:10

 

di Francesco Guazzolini

 

Intervista all’economista che, nel 2006, profetizzò l’attuale congiuntura negativa. Ospite a Palazzo Ciacchi ha detto, fra l’altro: “A tutti consiglio di informarsi sulla rete, preferendo i siti indipendenti, e di acquistare un manuale che spieghi le variabili macroeconomiche”.

 

E’ stato ospite del Gruppo Tessile e Abbigliamento. Di fronte a lui imprenditori ed operatori economici

 

Per cercare di capire cosa sta succedendo all’economia mondiale, Corinna Sperandini, presidente del Gruppo merceologico Tessile e Abbigliamento di Confindustria Pesaro Urbino, ha invitato a Palazzo Ciacchi, sede degli industriali pesaresi, Eugenio Benetazzo, il saggista economico, laureato in Economia aziendale, che vive e lavora tra l’Italia e Malta. Operatore di borsa indipendente, chiamato  spesso a partecipare in qualità di ospite opinionista a numerosi palinsesti televisivi e trasmissioni radiofoniche su tematiche legate al risparmio gestito, alla globalizzazione e soprattutto al sistema bancario italiano, Benetazzo è intervenuto davanti ad una folta platea di oltre cento tra imprenditori ed operatori economici, accorsi per ascoltarlo sul tema della crisi che sta attraversando i mercati mondiali e che, secondo il giovane economista,  deve diventare un’opportunità per ripensare il nostro modello di sviluppo,  rendendolo più vicino a concetti come sostenibilità e solidarietà.

Continua a leggere”Come uscire dalla crisi: parla Eugenio Benetazzo. Tre anni per un equilibrio planetario”


Mag 11 2009

MORIA DELLE API: STOP AI SEMI CONCIATI PER SALVARE LE API

NELL’EST VERONESE PIÙ DELLA METÀ DELLE API È MORTA PER COLPA DI UN PESTICIDA USATO NEI CAMPI. A RIGUARDO ABBIAMO SENTITO I PARERI DI ALCUNI ESPERTI

 

Un mondo senza api? Impossibile a dirsi. Impossibile a farsi, stando alla famosa frase attribuita nientemeno che ad Einstain: “Quando le api spariranno, l’uomo avrà ancora 4 anni di vita!”. 

Eppure, dalla primavera scorsa fino a questo inverno un segnale preoccupa molti entomologi, scienziati, apicoltori, agricoltori e in qualche caso anche i politici.

E’ la moria di api: oltre il 60% di questi insetti impollinatori sarebbero già morti a causa di un potente pesticida per il mais (il maggiore sospettato è il “Thiametoxan” utilizzato nella concia delle sementi).

L’allarme è giunto anche nel vicentino sugli echi delle sconcertanti dichiarazioni dell’allora ministro Paolo De Castro, che nel febbraio scorso disse: «Non credo che ci sia un legame tra moria di api e pesticidi perché stiamo addirittura assistendo a un calo dei prodotti fitofarmaceutici e non sarebbe spiegabile il verificarsi della moria proprio quando l’uso di agrofarmaci cala». 

Continua a leggere”MORIA DELLE API: STOP AI SEMI CONCIATI PER SALVARE LE API”


Mag 10 2009

Sla: un altro caso nel veronese

Category: Salute e benesseregiorgio @ 10:06

 

Fabrizio Comper: Impotente di fronte al dolore di mio padre

 

Lui la tragedia di una malattia progressiva e incurabile l’ha vissuta nella duplice veste di ricercatore scientifico e di familiare di un condannato dalla Sindrome laterale amiotrofica (Sla). 

Cervello in fuga, aveva trovato un ottimo posto in un laboratorio negli Stati Uniti. Ma l’ha lasciato per tornare a casa, a San Massimo, e aiutare i congiunti ad assistere suo padre fino alla morte. 

Gli strascichi, però, non sono finiti. Gli restano la stanchezza, il tormento, la prostrazione e il ricordo di avversità burocratiche e negligenze amministrative. 

Continua a leggere”Sla: un altro caso nel veronese”


Mag 10 2009

Flavio Bellamoli: La mia battaglia contro la Sla

Category: Salute e benesseregiorgio @ 09:39

Flavio Bellamoli con la moglie Giusy, il suo sostegno

 

Di Bartolo Fracaroli

 

 Dopo la diagnosi l’ex guardiacaccia di Cerro Veronese partì per un trekking sui Pirenei. Ora si sta sottoponendo a una terapia sperimentale

«La vita porta cose belle e brutte. Vanno accettate tutte»

Cerro Veronese: Flavio Bellamoli è malato dal 2007.

Lo abbiamo visto per anni in Lessinia e sul Baldo, instancabile guardiacaccia della Provincia, stimato dai cacciatori seri e dagli ambientalisti, odiato dai bracconieri. Lo abbiamo visto correre all’alba per bloccare, dopo uno sparo secco, tre cacciatori di frodo: li aspettava dalla sera prima, all’addiaccio. Si finsero escursionisti, dissero di non avere armi. Lui trovò i fucili e la loro preda: una camoscia gravida. 

 

Lo abbiamo visto anche stare fermo per ore nella neve, al buio, durante il censimento dei galli cedroni e forcelli ai passi Campione e Cerbiolo all’arrivo della primavera. Oppure, temerario, sporgersi nel canale Camuzzoni a Verona per salvare un daino che vi era balzato dentro.

 

Per Flavio Bellamoli, 50 anni, di Cerro, questo lavoro era la sua vita. Le cose cambiarono nell’agosto 2000, quando le squadre antibracconaggio vennero disperse.  Lui accettò con dignità, in silenzio. Un logorio interiore che, forse, ha contribuito a minare la sua salute. 

Oggi Flavio Bellamoli si sottopone ogni due mesi a una terapia sperimentale a Torino, che lo aiuta a combattere il male che lo ha colpito: la sclerosi laterale amiotrofica, la famigerata Sla, meglio noto come «il male degli sportivi».

Continua a leggere”Flavio Bellamoli: La mia battaglia contro la Sla”


Mag 09 2009

Napoli: Ponte del primo maggio, viaggio a Pompei

Category: Turismo e dintorni,Veja migiorgio @ 20:26

Santuario della Madonna di Pompei

Dopo anni ritorniamo, per alcuni giorni, all’ombra del Vesuvio, in quel di Pompei: isola felice del napoletano; sarà l’influenza  del Santuario della Madonna di Pompei, ma in questo luogo si respira sempre una sensazione di serenità. Beh! Basta non guardare il Vesuvio.

Strada di Ponpei

Continua a leggere”Napoli: Ponte del primo maggio, viaggio a Pompei”


« Pagina precedente